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Il 29 e 30 settembre il 37esimo Convegno di Ravennatensia al Seminario di Faenza

Il 29 e 30 settembre si terrà a presso il Seminario Vescovile di Faenza il 37simo Convegno di Ravennatensia dal titolo Movimenti religiosi femminili pretridentini nel territorio di Ravennatensia (secoli XIV-XVI).

Il programma

Venerdì 29 settembre 2023

Il Convegno ha inizio venerdì 29 settembre al pomeriggio. Dalle 16 alle 18 il saluto delle autorità, S. E. Rev.ma Mons. Mario Toso, vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana, Mons. Maurizio Tagliaferri che presiede le relazioni:

Gabriella Zarri: Prolusione.
Paola Foschi: Le nuove forme di vita religiosa al femminile nell’Emilia.(secoli XIV-XVI)
Enrico Fusaroli Casadei: Le nuove forme di vita religiosa al femminile nella Romagna. (secoli XIV-XVI)

Si prosegue sabato 30 settembre 2023

Mattina: 9-13

Alessandra Bartolomei Romagnoli: Donne sante in terra emiliano-romagnola. (secoli XIII-XVI)
Francesca Roversi Monaco: I movimenti religiosi femminili basso medievali nella cronachistica emiliano-romagnola.
Enrico Angiolini: Movimenti religiosi femminili e dialettica coi poteri laici ed ecclesiastici.
Antonella Degl’Innocenti: La santità al tempo del Grande Scisma: Orsolina da Parma, visionaria, pellegrina, profetessa.

Pausa

Corinna Baldi: Strade aperte, porte chiuse. Orsolina Veneri e Simona Cantulli, due carismi profetici a Parma tra XIV e XV secolo.
Silvia Serventi: Caterina Vigri e Illuminata Bembo tra Iacopone da Todi e Leonardo Giustiniani.
Arianna Pastorini: Note che prendono vita. Le scriventi del Monastero del Corpus Domini di Bologna: alcuni esempi.
Riccardo Pane: Lo Specchio di Illuminazione della Beata Bembo: un work in progress agiografico nello Scriptorium del monastero del Corpus Domini in Bologna.

Segue dibattito

Al pomeriggio, dalle 15 alle 17, presiede le relazioni Enrico Angiolini.

Paola Novara: La topografia e i movimenti religiosi femminili non istituzionali. (il caso Ravenna)
Marco Mazzotti: Ricerche sulla spiritualità femminile a Faenza tra i secoli XIV e XVI.
Maurizio Tagliaferri: Lo stato degli studi sulle beate di Russi.
Adelaide Ricci: Tracciati visuali: Chiara da Rimini, le immagini, la visione.

Seguono pausa, dibattito e le conclusioni di Mons. Tagliaferri.

Il comitato scientifico

Il Comitato Scientifico è composto dal presidente di Ravennatensia Maurizio Tagliaferri, Enrico Angiolini, Simone Marchesani, Marco Mazzotti, Paola Novara, Emanuela Ravaioli, Raffaele Savigni, Gabriella Zarri.

Informazioni

Per info: info@ravennatensia.it. La sede del convegno è il Seminario Vescovile di Faenza, Viale Stradone, 30. Tel. 0546 25040 – mail: info@seminariofaenza.it

Oltre il fango, la comunità. Report dal convegno promosso da il Piccolo

Ce l’aveva insegnato il Covid, ma l’abbiamo dimenticato in fretta. Ora l’alluvione lo grida, ancora più forte. L’unica via è la comunità, quella che mette al centro l’uomo, e ci rende fratelli. È la parola che è risuonata di più, giovedì scorso, all’incontro organizzato dal nostro settimanale in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni sociali della Ceer, l’Ucsi e la Fisc nell’aula magna del Seminario di Faenza col titolo Oltre il fango, la comunità. A due mesi dall’alluvione, a partire dai volti e dalle storie che abbiamo messo in pagina, la sfida era quella di andare oltre l’emergenza, trovare costanti e insegnamenti e costruire un pensiero su quanto è successo, «per non dimenticare», come ha detto all’inizio della mattinata il direttore del nostro giornale, Francesco Zanotti, e guardare avanti.

Un primo ritratto di questa comunità è arrivato dal racconto del vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso che nelle scorse settimane ha visitato, con il vicario don Michele Morandi, le realtà più colpite della sua diocesi: «Mi ha turbato l’umiltà della vita della gente – ha spiegato – che sostiene il mondo e la Chiesa con il lavoro, l’impegno e un amore concretissimo, quello della cura dei più fragili che non si è interrotta e, anzi, si è realizzata con maggiore eroicità. Colpisce, quasi fosse esaltata da questa tragedia, l’importanza del rapporto con il creato: la gente continua ad amarlo, a curarlo e a proteggerlo. Colpisce la sofferenza e la dignità degli anziani che hanno perso tutto, la fatica non del tutto codificata dei bambini alcuni dei quali, col temporale, oggi piangono. Non sono mancate lacrime di commozione nei volti della gente, non solo per quanto ha perso ma anche per l’aiuto ricevuto». Questo è un tempo di grandi sfide, ha proseguito il presule citando il titolo dell’incontro Covid, pandemia, sfida climatica. «Sfide che si affrontano solo con un cuore solidale, aperto al trascendente. Al di là del fango, dell’indifferenza, della frammentarietà, c’è la comunità. È così che possiamo rialzarci. Occorre mettere insieme l’ecologia ambientale e quella umana: non bastano le conoscenze e le scienze. Serve l’etica». È l’ecologia integrale della Laudato si’ di papa Francesco, una categoria per leggere e agire nel tempo di oggi. «In Romagna l’uomo ha tradito la natura – ha concluso monsignor Toso – ma soprattutto ha tradito se stesso. Dobbiamo ripartire da qui, da queste riflessioni, se non vogliamo ripetere gli stessi errori».

In questa esperienza, abbiamo perso tanto, ha esordito il sindaco di Faenza Massimo Isola «ma alcune parole hanno assunto un nuovo significato. Anzitutto la comunità: ciò che tutti abbiamo sentito, oltre il fango, l’acqua, i rifiuti, e ci ha dato la forza di reagire. E poi la compassione: le persone che hanno deciso di farsi carico delle sofferenze degli altri. ‘Il tuo dolore è il mio’: così siamo diventati più forti, con questo modo di affrontare il dramma».

Il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, ha fornito il quadro della gestione dell’emergenza di maggio. Prima con i numeri e poi in emozioni e ricordi personali. «Tra il primo e il 17 maggio – ha riferito – sul territorio provinciale si sono riversate qualcosa come oltre 128 dighe di Ridracoli, 4,5 miliardi di metri cubi di acqua, una portata senza precedenti. Sono caduti 500 millilitri di pioggia, la metà di quella che normalmente cade in un intero anno. Sono esondati 23 fiumi e sulle colline si sono sviluppate migliaia di frane». L’unico modo di affrontare un fenomeno di questa portata, è stato, anche in questo caso, fare squadra. «La mia esperienza nel mondo cattolico mi ha insegnato che da soli non si va da nessuna parte. Quelle ore non si dimenticano – ha spiegato il prefetto tradendo l’emozione di quei momenti -. Abbiamo avuto sette morti (nel ravennate, ndr) e restano qui. Sono andato al funerale di tutti». De Rosa ha ricordato in particolare una richiesta di aiuto: «Un sindaco, giovanissimo, mi avrà chiamato 50 volte, segnalando la presenza di una donna con un bambino e un’anziana sul tetto di via della Libertà, a Castel Bolognese. Lo ricordo ancora. Quando siamo andati a prenderli, gli ho chiesto chi fossero. Erano la sua futura moglie e la sua famiglia. ‘La inviterò al nostro matrimonio’, mi ha detto, ‘perché sono salvi grazie a voi’». Un’altra alluvione non ce la possiamo permettere, ha ripetuto De Rosa: «D’ora in avanti non abbiamo più alibi. Ma vi posso dire che abbiamo provato ad affrontare tutto questo con l’umanità. La persona viene prima di ogni altro aspetto».

A sfatare alcune interpretazioni circolate sull’alluvione è stata suor Chiara Agati, della Fraternità Dives in Misericordia di San Pietro in Vincoli, che 25 anni fa aveva fatto una tesi di laurea in Scienze ambientali su rischio idraulico nella valle del Lamone, che di fatto ha “previsto” tutte le aree maggiormente colpite dalle esondazioni. «L’ecosistema è un organismo – spiega -. Ogni componente è necessaria. E ha una biodiversità fondamentale da rispettare. Nella mia tesi ho studiato queste componenti e definito un parametro cardinale di ‘vulnerabilità’ del territorio, frutto di quattro diversi parametri. Le parti individuate come ‘rosse’ sono quelle colpite dall’alluvione. Non è la mia tesi a essere futuristica: è stata redatta in base alle conoscenze di 25 anni fa. Il problema è che da allora non è stato fatto niente. Allora è difficile dire che questo fenomeno era imprevedibile. Non sapevamo il giorno ma sapevamo che poteva succedere. Proprio il 12 maggio, in Cattedrale, il vescovo Mario ha detto una frase che mi ha colpito: “la natura ci presenterà un conto molto salato”». La soluzione, allora, prosegue suor Agati, non sono semplicemente le casse di colmata, né lo sfalcio degli alberi dall’alveo dei fiumi, gli unici corridoi ecologici che ci sono rimasti: «Il passo indietro da fare è enorme e molto impopolare. Stanno disboscando il fiume (il Lamone, ndr): è il rimedio facile che spegne la rabbia della gente, ma non è la soluzione. Abbiamo bisogno di interventi su scala molto più ampia». L’approccio dev’essere multidisciplinare e scientifico.

Infine, due esperienze concrete: quella dell’Agesci, che a Faenza ha gestito un centro di accoglienza e a Ravenna un hub di Protezione civile e quella della Caritas di Faenza-Modigliana. «L’impegno per noi è quello di esserci, ma anche di contagiare – ha spiegato Francesco Bentini, responsabile di zona Agesci -. È questa la sfida: educare con l’esserci, contagiare, fermarsi a capire e far capire cosa fare». «Quando la gente pensa alle persone che si rivolgono a noi – ha aggiunto Chiara Lama della Caritas Faenza – pensano due cose: ‘sono solo i poveri’ e ‘si sono cacciati in queste situazioni’. Nell’emergenza alluvione questi stereotipi sono saltati: riguardava tutti. Questo ci ha detto in modo chiaro e ancor più forte che la Caritas deve uscire, come spiega da tempo papa Francesco». L’incontro della scorsa settimana è stato poi l’occasione per fare memoria anche del racconto dell’alluvione, che si è fatto storia.

A partire dalle pagine del nostro settimanale. «C’è una narrazione un po’ facilona dell’alluvione – ha spiegato Alessandro Rondoni, responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali regionale – secondo cui basta cantare ‘Romagna mia’ e tutto andrà bene, come si diceva col Covid. Non è così, non è stato così». Questa crisi inaspettata «è stata l’occasione per riscoprire chi siamo, come giornali – ha spiegato Samuele Marchi, vicedirettore del Corriere Cesenate e responsabile della redazione di Faenza -. È il momento in cui ci dobbiamo mettere in gioco, come giornale di comunità».

Cosa ha significato in concreto? «Avere una linea editoriale che dia senso alla notizia e alla tragedia, senza cadere nella retorica, essere giornale popolare, oggi anche multimediale, essere in relazione con la comunità, formare informando, consumare le scarpe ed essere nei luoghi, avere un volto, specifico, cioè mettersi in gioco, e infine ‘ricomporre i cocci’. La realtà è complessa: da soli non ce la si fa, né dal punto di vista personale né da quello comunitario».
«Per noi è stata una sfida – ha aggiunto il direttore, Francesco Zanotti -. Abbiamo spalato notizie, distinguendo quelle buone dalle bufale. La mia indicazione è sempre stata: non si scrive nulla che non sia verificato. Quando si maneggiano le notizie si trattano le persone. Persone con volti e nomi ben precisi per cui occorre il massimo della cura».

 


Oltre il fango, la comunità. L’alluvione in Romagna due mesi dopo. Convegno il 13 luglio in Seminario promosso da il Piccolo

Oltre il fango, la comunità. Un titolo che è tutto un programma quello dell’incontro pubblico organizzato per giovedì 13 luglio alle 9.30 a Faenza dai nostri tre settimanali (Corriere Cesenate, Il Piccolo, Risveglio). Nell’aula magna del seminario Pio XII (via degli Insorti 2/A, Faenza) si ragionerà dell’alluvione in Romagna a due mesi di distanza da questo tragico evento.

Testimonianze, riflessioni e progetti saranno portati da diversi relatori. Tra questi monsignor Mario Toso (vescovo della diocesi di Faenza-Modigliana), Castrese De Rosa (prefetto di Ravenna), suor Chiara Agati (dottoressa in Scienze ambientali), Samuele Marchi (vicedirettore Corriere Cesenate, responsabile redazione di Faenza). Interverranno anche esponenti della Caritas di Faenza, del Gruppo aiuto Cesena, dell’Agesci di Ravenna-Faenza. Tra i saluti introduttivi, anche quelli del sindaco di Faenza, Massimo Isola.

L’incontro è in collaborazione con la Diocesi di Faenza-Modigliana, la Fisc Emilia-Romagna, l’Ucsi regionale e l’Ufficio comunicazioni sociali della Conferenza episcopale Emilia-Romagna.


Corso biennale per animatori musicali della liturgia a Fognano dal 23 al 30 luglio. Iscrizioni entro il 30 giugno

Il Corso biennale per animatori musicali della liturgia è in programma al convento Emiliani di Fognano dal 23 al 30 luglio 2023. Il corso è articolato su più livelli, con attività comuni / specifiche / a scelta. Gli iscritti sono tenuti alla frequenza di tutte le attività previste dal corso. È raccomandata la frequenza biennale per la completezza del corso formativo. Inoltre: presentazione critica di materiale editoriale e discografico liturgico-musicale in commercio o inedito, animazione della Celebrazione Eucaristica prefestiva. In tutto sono disponibili 30 posti. Il termine di iscrizioni è il 30 giugno 2023; dopo tale data, prima di versare l’acconto, verificare la disponibilità dei posti.
La segreteria provvederà a comunicare l’avvenuta iscrizione insieme a notizie pratiche e organizzative.

Non è richiesta una preparazione musicale specifica, in quanto si cerca di introdurre alla musica liturgica e a tutto quanto ciò che è ad essa collegato. L’età minima richiesta è di 18 anni e presuppone l’aver già partecipato a qualche forma di animazione musicale della liturgia, o una futura partecipazione. L’esperienza settimanale, una vera e propria full immersion” nella musica liturgica, si basa soprattutto sulla tecnica laboratoriale; questo consente un approccio immediato ai molteplici aspetti riguardanti il canto nel rito cristiano: quali canti? Quali strumenti? Come coinvolgere l’assemblea? Quale ruolo per il coro? Come programmare il repertorio per i tempi forti? Quale vocalità?

Il corso è promosso dall’associazione Unversa Laus – Aera Italiana. 

Destinatari e requisiti

Il corso si rivolge a: Animatori del canto, Direttori di coro, Coristi, Salmisti, Organisti, Chitarristi, Strumentisti… Tra i requisiti c’è l’ svolgere (o prepararsi a farlo) un servizio liturgico-musicale in una comunità cristiana; avere almeno 18 anni d’età. Solo per i nuovi iscritti al corso base si prega di preparare una breve presentazione da parte del Parroco o del responsabile di comunità da inviare via email.

L’ospitalità prevede pensione completa in camere da 2 – 4 letti con servizi e docce in camera. Portare con sé lenzuola, federa e asciugamani.
Stanza singola da richiedere per email (si cercherà di soddisfare le richieste in base alle iscrizioni).

QUOTA COMPLESSIVA
• € 100 (acconto) + € 250 (saldo) per STUDENTI
• € 100 (acconto) + € 340 (saldo) per ADULTI
Il saldo verrà versato in contanti durante il corso


Parte la scuola di impegno sociale e politico della Diocesi: primo incontro il 25 maggio con Pagani e Delrio

Il settore di Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana ha organizzato una Scuola di formazione sociale e politica: una serie di incontri di approfondimento con un filoconduttore di stampo sociale-politico (si veda il manifesto allegato). Lo scopo dell’iniziativa è la formazione, creare in noi un pensiero condiviso su temi importanti quali: la partecipazione alla democrazia della nostra città e del nostro paese, lo spazio dei giovani nella politica di oggi, le future elezioni europee e amministrative.

Organizzatore è il settore di Pastorale sociale: si vuole leggere la realtà alla luce del Magistero sociale (formare coscienze)! Partecipare può essere un modo per aprire i nostri orizzonti su temi ed eventi di cui parlano o parleranno tutti i telegiornali e social, di fronte ai quali non vogliamo rimanere confusi, ma capaci di intellìgere, guardare dentro, comprendere e agire!

Vi chiediamo uno sforzo nel proporre anche ai giovani questa occasione di approfondimento, invitando chi sapete potrebbe essere vocato a questo tipo di incontri!

Il primo appuntamento sarà giovedì 25 maggio al Seminario di Faenza (sala San Pier Damiani) alle 18. Titolo dell’incontro Dalle criticità alle opportunità: il ruolo dell’impegno sociale. Relatori: Giuseppe Pagani e Graziano Delrio.

Grazie per la vostra collaborazione,.

Settore di Pastorale sociale – diocesi di Faenza-Modigliana


Giovani e lavoro, nutrire la speranza. Report dal convegno diocesano a Faenza

convegno pastorale

Abbassare l’età media all’interno delle associazioni, fare rete tra le buone pratiche, accompagnare gli studenti verso le scelte migliori per il proprio futuro. Sono queste alcune delle riflessioni emerse dal convegno Giovani e lavoro promosso dalla Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana il 30 aprile scorso in occasione della festa di San Giuseppe lavoratore. Un’occasione per fare il punto tra diverse realtà istituzionali e associative e per invertire la tendenza che vede i giovani sempre meno retribuiti e con poche prospettive. E tutto questo porta agli stereotipi abusati che li vogliono ‘viziati’ e sempre ‘sdraiati’ sul divano: una lettura di comodo che, anziché affrontare i l problema, lo evita.

“Ci vuole un dialogo intergenerazionale”

Diversi i punti di vista che si sono confrontati, in un dialogo non certo esaustivo, ma che ha fornito molteplici spunti alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Per Pier Domenico Laghi (consigliere provinciale Acli), interrogato da Flavio Venturi (responsabile Pastorale sociale) uno dei problemi maggiori è «l’età media all’interno delle nostre associazioni – dice – che porta alla mancanza di un dialogo intergenerazionale: in questo modo i problemi dei giovani vengono visto solo con gli occhi degli adulti». Per Laghi «mancano poi strategie di lungo periodo e si guarda solo alle contingenze. La politica guarda spesso solo ai voti, e i giovani sono una base elettorale numericamente poco considerata». Infine «bisogna mettere in rete le buone pratiche che esistono sul tema giovani e lavoro, così da non ripartire ogni volta da zero». Giuseppe Pagani (presidente Aeca) ha fatto partire la sua analisi dai numeri. Il tasso di abbandono scolastico negli ultimi anni è aumentato e il 13,8% degli studenti non concludono il percorso di istruzione superiore. L’Italia è fanalino di coda in Europa anche per i Neet (giovani che non studiano e non lavorano), mentre aumenta del 12% il numero dei giovani che passano da un full time a un part time. «Vogliamo liquidare il tutto con la svogliatezza dei giovani – ha detto –, ma che futuro sta dando loro il lavoro se gli viene offerto un contratto da meno di 9 euro all’ora?». Per Pagani «la scuola è fondamentale per intercettare i bisogni che hanno nel cuore, ma come sottolinea papa Francesco “non ci si salva da soli”, e anche noi di fronte a questi temi dobbiamo essere uniti in una grande comunità educante, non lasciando sola la scuola o le famiglie. Non basta uno strumento solo da mettere in campo». Le Diocesi, in questo senso, possono fare molto offrendo supporto per strategie e sperimentazioni. Enrico Maria Saviotti (presidente Ucid Ravenna) ha fatto riferimento alla parabola dei talenti come guida per orientarsi nel mondo del lavoro. «Avere consapevolezza delle proprie capacità è fondamentale – spiega -, così come la dimensione della fatica per raggiungere i propri obiettivi. Oltre a questo è importante anche conoscere i mutamenti del mondo che ci circonda e non rimanere mai fermi. Su dieci startup che nascono, nove non riescono a superare il terzo anno di vita. Significa che, pur avendo capacità tecnica, manca una buona comprensione della realtà». Sulle eccessive aspettative che i giovani si creano sul proprio lavoro, Saviotti ribadisce che «il lavoro non è il fine, ma uno strumento che opera all’interno della propria dimensione vocazionale».

Umberto Morelli (Mcl Emilia-Romagna): “Emarginare l’individualismo che oggi regna nel quotidiano”

Di seguito riportiamo parte del messaggio che Umberto Morelli (Mcl regionale) ha fatto pervenire al convegno diocesano. «Nonostante le tante difficoltà, dobbiamo credere e diffondere la speranza tra i nostri associati e all’interno delle comunità locali. Auspichiamo che le istituzioni vicine alla politica favoriscano l’occupazione, in special modo quella giovanile e femminile. Temi questi, ripresi anche nel documento dei vescovi Giovani e lavoro per nutrire la speranza. Ci auguriamo che tutto ciò promuova una nuova primavera economia e sociale per il nostro Paese, fatta di buone relazioni tra persone, che emargini l’individualismo che oggi regna nel quotidiano. Se così sarà, avremo dato alla festività del patrono dei lavoratori il suo giusto significato».

Istituto sostentamento clero: ritrovo regionale a Faenza

Giovedì 4 maggio, pur nella consapevolezza del disagio subito dalla nostra comunità Diocesana per la grave alluvione, si è tenuto all’interno del nostro Seminario diocesano, di Viale Stradone, la riunione, da tempo programmata, dei responsabili dei quindici Istituti Diocesani Sostentamento del Clero della Regione Emilia-Romagna, con la presenza di due direttori dell’Istituto Centrale di Roma e il saluto e l’intervento del nostro vescovo monsignor Mario Toso.


Giovani e lavoro. Domenica 30 aprile il convegno diocesano

In occasione della festa di San Giuseppe lavoratore la Pastorale sociale della Diocesi organizza domenica 30 aprile dalle 17 nell’aula magna del Seminario Pio XII di Faenza (via Degli Insorti 2/A) l’evento “Giovani e lavoro”. Nel corso del convegno interverranno Pierdomenico Laghi (Consigliere provinciale Acli); Flavio Venturi (responsabile del settore di Pastorale sociale e del lavoro, presso la diocesi di Faenza-Modigliana); Enrico Maria Saviotti (Presidente Ucid sezione di Ravenna); don Mattia Gallegati (responsabile del settore Pastorale vocazionale nella diocesi di Faenza-Modigliana); Giuseppe Pagani (Presidente di Aeca); Riccardo Drei (educatore di Restart Faenza).

L’evento procederà con la veglia di preghiera per le vocazioni alla Chiesa del Seminario alle 19; la serata proseguirà con una cena e successivamente una festa aperta a tutti. E’ gradita la conferma di partecipazione all’email diocesana psl@diocesifaenza.it oppure al numero 347 078 3652.

L’evento è organizzato dalla Pastorale sociale in collaborazione con: il Progetto Policoro, Acli, Unione cristiana imprenditori dirigenti, Rest-art, Aeca, Giovani e Vocazioni, Movimento cristiano lavoratori e il Movimento lavoratori di Azione Cattolica.


Schede bibliche per il tempo di Pasqua 2023

Sono disponibili le schede del tempo di Pasqua a cura dell’Apostolato biblico della Diocesi. Le schede offrono riflessioni sui salmi responsoriali della domenica dal 16 aprile al 28 maggio. Le schede sono disponibili anche sul sito dell’Apostolato biblico (abdiocesifaenza.altervista.org) e alla libreria Cultura Nuova.

Info: don Pier Paolo Nava 328 4760185; don Luca Ravaglia 347 9645466.

«È un incontro rapido, quello di Gesù con i due discepoli di Emmaus – si legge nell’introduzione -. Però in esso c’è tutto il destino della Chiesa. Ci racconta che la comunità cristiana non sta rinchiusa in una cittadella fortificata, ma cammina nel suo ambiente più vitale, vale a dire la strada. E lì incontra le persone…».

Le schede da scaricare

copertina schede tempo di pasqua 2023

00 – Testi dei Vangeli Pasqua A PDF

01 – Schede SL 2TPA PDF

03 – Schede SL 4TPA PDF

04 – Schede SL 5TPA PDF

05 – Schede SL 6TPA PDF

06 – Schede SL 7TPA PDF

07 – Schede SL 8TPA PDF

 


Museo Diocesano: sabato 11 marzo inaugura la mostra “Anastasis. Oltre la notte”

romolo liverani

Un’opera d’arte unica nel suo genere in Italia che torna a disposizione della comunità. Si è conclusa la delicata opera di riallestimento della grande scenografia di Romolo Liverani, pittore faentino del XIX secolo. Il crowdfunding Sacrum Facere per rendere nuovamente visibile la scenografia di Liverani ha avuto un grande successo: hanno partecipato faentini e non. Con la quota raccolta è stato avviato un progetto di restauro, a cura di Michele Pagani e seguito dalla Soprintendenza, che ha visto il consolidamento della scenografia.

La grande opera di Romolo Liverani è stata restaurata grazie a un crowdfunding

Parallelamente al restauro si è lavorato a una mostra che rendesse vivo e presente il cuore della scenografia del Liverani, ovvero il Cristo morente sulla croce. Sono stati invitati vari artisti contemporanei che sapessero rileggere questo tema universale. Dietro alla figura di Cristo, infatti, si cela una umanità crocifissa, dimenticata, che chiede redenzione, speranza.

L’inaugurazione dell’allestimento sarà sabato 11 marzo alle 18. In occasione dell’allestimento della scenografia, il Museo Diocesano di Faenza propone la collettiva Anastasis. Oltre la notte. Il tema della mostra è il Cristo sofferente sulla croce e, inscindibile dalla sua figura, la riflessione su una umanità abbandonata, che chiede vicinanza, salvezza. Non a caso, nell’aula centrale della chiesa, sono tre compianti che dialogano con la scenografia del venerdì santo.

In mostra nello spazio espositivo della chiesa di Santa Maria dell’Angelo le opere di Francesco Bosi, Davide Maria Coltro, Ilario Fioravanti, Lucia Bubilda Nanni, Daniela Novello, Georges Rouault, Nicola Samorì, Antonio Violetta oltre a due straordinarie opere: un Compianto del XVI secolo e un frammento di Crocifisso del XV secolo.

Una riflessione sul dramma che vive l’umanità e sulla speranza

“Si tratta della mostra più complessa che abbiamo realizzato negli ultimi anni – commenta il vice direttore del Museo Diocesano, Giovanni Gardini -. Dalle suggestioni che ci dà la straordinaria tela di Liverani, abbiamo voluto coinvolgere diversi artisti e toccare temi estremamente attuali. Quello che ci proponiamo di fare come Museo Diocesano è anzitutto il dialogo con l’uomo contemporaneo, che non può restare indifferente di fronte al dramma che vive l’umanità”.

“Questa mostra – aggiunge il direttore del Museo Diocesano, monsignor Mariano Faccani Pignatelli – si inserisce pienamente all’interno di un contesto di arte sacra e di preghiera. Sarà al centro di diverse iniziative pastorali, come la Via Crucis cittadina, e non solo. Siamo partiti dal riallestimento della grande scenografia di Romolo Liverani per andare però ‘oltre’, attualizzando la sofferenza di Cristo nel nostro presente”.

“Grazie all’opera del Museo Diocesano – aggiunge il sindaco Massimo Isola – questo spazio espositivo nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo continua a essere lo spazio di una comunità viva, attraverso cui veicolare temi importanti come quello della compassione, il farsi carico della sofferenza che vive una parte della nostra umanità”.

Cammino quaresimale

La tela sarà al centro di diverse iniziative diocesane. Sarà organizzata una veglia dei giovani e inoltre la Via crucis cittadina partirà dalla chiesa di Santa Maria dell’Angelo. Saranno proposti momenti di riflessione, anche attraverso momenti di spettacolo: ci sarà la lettura di Anastasis, un testo poetico di Nevio Spadoni e uno spettacolo di Ravenna Teatro incentrato sulla figura della Maddalena.

Info e orari

Anàstasis sarà visitabile fino al 2 luglio da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.

Info: www.museodiocesanofaenza.it – 333 783 4993