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Comunicato della diocesi in merito all’Istituto Emiliani di Fognano

La Congregazione vaticana per gli istituti di vita consacrata ha nominato un commissario apostolico per l'amministrazione economica e la gestione della comunità religiosa

Da diversi mesi circolano ricostruzioni del tutto prive di fondamento circa la vicenda relativa alla Congregazione del SS.mo Sacramento di Fognano o Istituto Emiliani. Pertanto, la Diocesi di Faenza-Modigliana intende formulare alcune precisazioni.

Nel marzo 2017 la Congregazione vaticana per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, “attese alcune informazioni pervenute nel 2014 circa lo stato interno e l’amministrazione economico/finanziaria della Congregazione delle Suore Domenicane del SS.mo Sacramento di Fognano”, ha eretto l’ufficio di Commissario Apostolico della medesima Congregazione delle Suore Domenicane. In pari tempo ha conferito al Rev.do Padre Fausto Arici O.P. l’ufficio di Commissario Apostolico del medesimo Istituto. Il conferimento dell’ufficio di Commissario Apostolico implica l’attribuzione al Rev.do P. Arici di tutte le competenze che la normativa particolare dell’Istituto e quella universale della Chiesa, attribuiscono al Governo generale del medesimo Istituto religioso.

Nello stesso atto del 2017 con cui la Congregazione vaticana per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha conferito al Rev.do P. Fausto Arici O.P. l’ufficio di Commissario Apostolico, si evidenziano le “serie problematiche sia nell’ambito dell’amministrazione economico/finanziaria, risultata alquanto deficitaria, sia riguardo alle capacità gestionali delle religiose, nel superare queste difficoltà”. Da tempo, l’ormai radicata e gravissima situazione debitoria dell’Istituto ha determinato l’urgenza e la necessità di assolvere quanto prima i rilevanti oneri finanziari dell’Istituto dietro pressanti richieste di istituti di credito, fornitori e dipendenti, con il concreto rischio di incorrere in procedure civili di riscossione coatta dei crediti, provocando scandalo e diffamazione dell’Istituto e della Chiesa. È stata, quindi, la difficile situazione economico/finanziaria a costringere la Congregazione vaticana a nominare un Commissario Apostolico e a sostituire il legale rappresentante, concedendo anche la facoltà di alienare dei beni, “al fine di tutelare e promuovere, nei limiti del possibile, il bene dell’Istituto e delle singole religiose”.

In conclusione si fa notare che:

  1. i Vescovi diocesani hanno dovuto prendere atto del fatto che dal 2014 la Congregazione vaticana aveva avviato un’attenta valutazione della situazione economico/finanziaria dell’Istituto religioso;
  2. dalla data del Commissariamento ogni potere di governo dell’Istituto religioso, sia con riferimento a quanto previsto dalle norme particolari della Congregazione di Fognano sia con riferimento a quanto previsto dal diritto canonico (ad esempio: le decisioni circa l’avvio, la sospensione o la chiusura di attività, la decisione in materia di alienazioni, pagamenti e ogni altra operazione finanziaria) spettano al Commissario Apostolico che ha delegato la rappresentanza legale al Rev.do Padre Vincenzo Benetollo O.P. in conformità a quanto disposto dalla Congregazione vaticana.

Alla luce di quanto sopra esposto e in conformità al diritto si evince con chiarezza che il Vescovo Mario Toso non ha disposto la sospensione di qualsivoglia attività dell’Istituto e non ha conferito alcun mandato al Commissario Apostolico né con riferimento all’attuale gestione né in relazione alle prospettive future dell’Istituto. Il Vescovo Mario Toso non ha disposto la sospensione né ha conferito alcun mandato perché non rientra nelle sue competenze. La Diocesi conferma la fiducia nei confronti del Commissario Apostolico nominato dalla Congregazione come pure nei confronti del Legale rappresentante.

La Diocesi di Faenza-Modigliana


Catechisti in formazione per approfondire la conoscenza della liturgia

Si è svolto lunedì 21 settembre il primo appuntamento della "TreSere di formazione"; prossimi appuntamenti lunedì 28 settembre e 5 ottobre

Si è svolta lunedì 21 settembre la prima delle “TreSere per educatori, catechisti, animatori, genitori” promossa dal Settore catechesi della nostra diocesi. La proposta, ridisegnata a motivo della pandemia, ha tenuto conto del necessario distanziamento fisico. Si sono svolti tre incontri simultanei in presenza, nei diversi ambienti del seminario diocesano e una diretta streaming sul canale Youtube “Sinodo dei Giovani – Faenza” (la diretta ha avuto circa 200 contatti).

Il percorso per catechisti  “under 20” ha avuto una partecipazione di circa 25 giovani, guidati da suor Nadia Pompili che ha centrato l’incontro sul fatto che per educare bisogna anzitutto volere bene a chi ci è affidato; inoltre suor Nadia ha fatto riflettere sui motivi che muovono nello svolgere un servizio.

I catechisti “over 20”, si sono incontrati contemporaneamente in due diverse sale; un gruppo, formato dai catechisti dei vicariati est e nord, ha riflettuto con padre Salvatore Giannasso (foto) sul vivere la bellezza dell’Eucaristia (guarda il video integrale); l’altro, con i catechisti dei vicariati di città, sud e ovest, è stato guidato da don Ugo Facchini sull’importanza della liturgia e della preghiera nella catechesi.

Lunedì prossimo gli over 20 si “scambieranno” relatore e tema, mentre i ragazzi saranno aiutati da Michela Dal Borgo (settore apostolato biblico) e da Cesare Missiroli (catechesi per persone con disabilità).


Veglia per il creato all’eremo di Gamogna

"Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo": venerdì 2 ottobre in occasione della festa ebraica di Sukkot

Il settore pastorale diocesano per l’ecumenismo e il dialogo organizza “Dio ha fatto bella ogni cosa a suo tempo”: una veglia per il creato all’eremo di Gamogna venerdì 2 ottobre alle ore 20.30, in occasione della festa ebraica di Sukkot.

Guiderà la veglia il testo biblico di Qoelet, che si legge nella festa ebraica delle capanne (Sukkot), che inizia proprio il 2 ottobre. Scrive Luigino Bruni:

Sorella “vanitas”, fratello Abele. L’unica solidarietà che salva è quella che fiorisce dal riconoscimento della nostra reciproca fragilità. Se la “fraternité” potrà risorgere, sarà la risurrezione degli infiniti Abele che abitano sotto il sole. Il libro di Qohelet viene letto durante la “Festa delle capanne” (Sukkot), quando insieme alla gioia per la vendemmia si ricorda anche l’umile e fragile capanna dell’Esodo, che le famiglie costruiscono nei giardini delle case, con materiali semplici e provvisori. Qohelet tiene viva la memoria della insufficienza della nostra saggezza, della caducità della vita. Ma la capanna è anche simbolo e ricordo dell’attraversamento del mare, quando donne e uomini liberi perché liberati dalla schiavitù dei faraoni e dei loro idoli, iniziarono nel deserto una vita nuova. Una capanna di canne è una buona casa per chi vuole liberarsi dagli imperi delle illusioni consolatorie. Per chi vuole continuare a stare dalla parte di Abele mentre la mano di Caino continua a colpirlo. (Una casa senza idoli. Qoelet, il libro delle nude domande, EDB, 2017, 27)


Pagina con vista: paesaggi e città nel teatro e nella musica

"Nature inquiete - Sguardi d’artista sul paesaggio", venerdì 25 settembre nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza

Venerdì 25 settembre ore 21.00 nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza reading poetico-musicale “Pagina con vista”: letture di Federica Bevilacqua, Veronica Drei, Dea Rakovac, Emiliano Troiano; al pianoforte Simone Bregaglio. L’iniziativa fa parte del progetto “Nature inquiete – Sguardi d’artista sul paesaggio” organizzato dal Museo diocesano di Faenza.

“Pagina con vista” è una serata di letture teatrali che raccontano paesaggi e città, accompagnate da musiche inedite. L’evento è nato per viaggiare con l’immaginazione, seguendo le emozioni nascoste tra le pagine dei libri. Il tema è il viaggio: un viaggio alla scoperta dell’Italia, dei suoi paesaggi e delle sue città, attraverso brani letterari (da Calvino, in montagna con Marcovaldo, a Manzoni, nei boschi bergamaschi attraversati da Renzo; dagli abissi del Mediterraneo di Montale al mare agitato della Napoli di De Filippo). Le letture sono a cura di quattro giovani attori: Emiliano Troiano si forma in Drama and Performing Arts presso l’Università di Cambridge e alla Scuola di Teatro Colli di Bologna; Veronica Drei si laurea in Architettura, insegna nella scuola pubblica e si forma alla Scuola di Teatro Galante Garrone; Federica Bevilacqua si laurea in Traduzione e Interpretazione e insegna teatro presso l’International School of Bologna; Dea Rakovac è laureata in Traduzione e Interpretazione, si forma presso la Scuola di Teatro Galante Garrone e insegna italiano come seconda lingua alla International School of Bologna. Le musiche sono composte da Simone Bregaglio, pianista.

Evento su prenotazione (334 3996492, Veronica) entro le ore 12 del 25 settembre. Offerta libera.


Francesca Masi presenta le immagini di natura nella Divina Commedia

"Nature inquiete - Sguardi d’artista sul paesaggio", giovedì 24 settembre nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza

Giovedì 24 settembre ore 21.00 nella Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza conversazione con Francesca Masi: «Il fondamento che natura pone», le immagini di natura nel viaggio ultraterreno di Dante. Introduce Barbara Piani, dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Ravenna-Cervia. L’iniziativa fa parte del progetto “Nature inquiete – Sguardi d’artista sul paesaggio” organizzato dal Museo diocesano di Faenza.

La Commedia inizia con l’immagine potente della selva e si conclude al cospetto di Dio nella bellissima suggestione delle foglie levi di Sibilla, attraverso un fluire di sfondi, di similitudini di evocazioni che ci dicono di un paesaggio naturale, scritturale, immaginifico e ancora di più di una natura come luogo teologico. Nel viaggio oltremondano l’ambiente naturale è paesaggio, ricordo, metafora, postura emotiva, è “vangelo della creazione” per usare la bella espressione di papa Francesco nel capitolo II di Laudato sì. La percezione del visibile, la conoscenza sensibile e il radicamento del mistero nella creaturalità sono snodi preziosi che il viaggio di Dante restituisce al percorso in interiore di ciascuno e ciascuna, il fondamento che natura pone dunque è farsi pellegrini e pellegrine dei giorni che ci è dato vivere ora.

Evento a ingresso libero.


VIDEO / Il Cardinale Pio Laghi intervistato da Piero Schiavazzi (1995)

Il giornalista Piero Schiavazzi intervista il Cardinale Pio Laghi

Pio Laghi

Una testimonianza d’archivio per riscoprire il cardinale, l’uomo e il diplomatico. In questo documento d’archivio il giornalista Piero Schiavazzi intervista il Cardinale Pio Laghi. 

Pio Laghi (Castiglione di Forlì, 21 maggio 1922 – Roma, 10 gennaio 2009) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico italiano e diplomatico della Santa Sede. A undici anni dalla scomparsa la diocesi di Faenza-Modigliana ha pubblicato il volume “Cardinale Pio Laghi” a cura del vescovo, mons. Mario Toso, ricco di contributi che fanno luce sui tanti aspetti della sua vita.


Convegno nazionale per i direttori degli Ucd e Catechisti: il webinar del 25 settembre

Venerdì 25 settembre 2020 dalle ore 17.30 alle ore 20 avrà luogo il Convegno nazionale per i direttori degli UCD e Catechisti dal titolo “Ripartiamo insieme”

Venerdì 25 settembre 2020 dalle ore 17.30 alle ore 20 avrà luogo il Convegno nazionale per i direttori degli UCD e Catechisti dal titolo “Ripartiamo insieme” che quest’anno si svolgerà in modalità on line (webinar).
Argomento principale della sessione di lavoro saranno le Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di COVID, linee che sono state già condivise con voi.
Interverranno
– S. E. Mons. Erio Castellucci, Presidente della CEDAC che introdurrà il convegno e presiederà i lavori e la preghiera;
– don Roberto Repole, che ci aiuterà a riflettere sul volto della comunità oggi, in tempo di pandemia;
– il Prof. Pier Cesare Rivoltella, che approfondirà il tema della comunicazione e dei linguaggi;
il Prof. Pierpaolo Triani che ci darà una lettura ed una prospettiva sulle linee guida.
Attraverso la diretta streaming sarà possibile, attraverso i canali ufficiali Youtube e Facebook della CEI, rendere disponibile la sessione di lavoro anche a tutti i catechisti italiani, collaboratori degli UCD e tutti coloro che saranno interessati.
YOUTUBE
https://m.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana
FACEBOOK
https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana

Intervento di Fisichella per una catechesi efficace

L'arcivescovo ha presentato a Faenza il Direttorio per la catechesi

SCARICA il testo della relazione di Fisichella in formato PDF.

L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, è intervenuto mercoledì 16 settembre alle giornate di formazione del clero faentino per presentare il “Direttorio per la catechesi” pubblicato del Pontificio consiglio nei mesi scorsi. La conferenza, aperta al pubblico, è stata trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube Sinodo dei Giovani – Faenza, dove la registrazione può essere rivista.

In apertura Fisichella ha reso ragione della necessità di un nuovo direttorio per la catechesi, dopo i due precedenti pubblicati nel 1971 e nel 1998. Sant’Agostino, nell’affrontare le difficoltà della catechesi nel suo tempo (De catechizandis rudibus), scrive: “quando colui che ci ascolta, anzi ascolta Dio tramite nostro, quando lui avrà cominciato a progredire nella fede, non oserà attribuire a noi oppure a sé questo successo, ma amerà ciascuno come amico di Chi lo ha amato quando ancora non lo conosceva”. Ancora oggi la sfida che richiede la nuova pubblicazione di un Direttorio per la catechesi è quella di una nuova cultura: la cultura digitale globalizzata all’interno della quale si deve necessariamente inserire l’evangelizzazione, senza restarne fuori. La cultura è da conoscere, nei suoi limiti e nei suoi pregi. Oggi la cultura spinge una vera svolta antropologica che ridefinisce i temi della libertà e della verità. La dimensione digitale non è semplicemente un nuovo strumento a disposizione dell’uomo, ma è parte dell’identità stessa dell’uomo odierno, ha ricordato il teologo. La tecnologia digitale sta cambiando l’identità dell’uomo: la catechesi oggi deve fare i conti con questa dimensione.

La catechesi è parte integrante dell’esperienza cristiana fin dall’origine: Gesù è stato il primo catechista; Luca scrive il suo vangelo come catechesi per Teofilo; Paolo scrive le proprie lettere per condurre le comunità cristiane alla professione della fede. Nel Nuovo Testamento la catechesi è racconto di un incontro con il Risorto: “abbiamo incontrato il Signore e lo raccontiamo a voi”. Fisichella si è soffermato su questo’aspetto kerygmatico della catechesi: in essa viene dato il primo annuncio, primo non in senso cronologico, ma fondativo. Messa in nuova luce da Dei Verbum ed Evangelii Nuntiandi, la dimensione kerygmatica della catechesi non va mai dimenticata. Prima di darle i contenuti della fede, occorre generare nella persona l’incontro con il Risorto. La catechesi non è fatta per dare i sacramenti, ma per offrire le ragioni della fede.

Il tono dell’arcivescovo si è fatto appassionato nel sottolineare la dimensione comunitaria della fede: il soggetto della catechesi è la comunità, non il singolo catechista, perché la professione di fede non sia semplicemente “io credo” ma “noi crediamo”. Anche la categoria del “mistero” è parte integrante della catechesi: non tanto come verità nascosta e inconoscibile, quanto come partecipazione ad una dimensione divina che supera l’uomo e che l’uomo non potrà mai possedere in pienezza.

Fisichella ha concluso offrendo alcune piste di lavoro concrete per rinnovare la catechesi ed accogliere lo spirito del nuovo Direttorio:

  • liberare la catechesi dall’essere identificata con la scuola o con qualsiasi percorso di formazione a tappe;
  • non strumentalizzare i sacramenti per intenti pastorali (ad esempio ritardando la cresima per trattenere i ragazzi più a lungo in parrocchia);
  • riscoprire la dimensione della preghiera;
  • rispettare ogni singola persona (ogni bambino, ogni ragazzo) nel suo momento di vita, nelle sue ragioni per offrire a ciascuno un annuncio personalizzato;
  • indirizzare alla via della sequela: non serve imparare a memoria delle formule, quanto puntare all’essenziale che è uno stile di vita improntato al vangelo.

Mons. Rino Fisichella nella cappella del seminario di Faenza


La Lettera dei Vescovi in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Seminario regionale

La lettera in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Pontificio Seminario Regionale Flaminio “Benedetto XV”. La lettera, indirizzata ai seminaristi, ai presbiteri, ai diaconi, ai membri della vita consacrata e a tutti i fedeli, è firmata dagli Arcivescovi e dai Vescovi delle nove diocesi delle quali il Seminario forma i seminaristi.

seminario regionale

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in assemblea venerdì 11 settembre a Bologna e durante i lavori, presieduti da S.E. il card. Matteo Zuppi, presidente della Ceer e arcivescovo di Bologna, è stata anche predisposta una lettera in occasione dell’apertura dell’anno formativo del Pontificio Seminario Regionale Flaminio “Benedetto XV”. La lettera, indirizzata ai seminaristi, ai presbiteri, ai diaconi, ai membri della vita consacrata e a tutti i fedeli, è firmata dagli Arcivescovi e dai Vescovi delle nove diocesi delle quali il Seminario forma i seminaristi.

Nella lettera i Vescovi desiderano «cogliere questa occasione per condividere un messaggio di fondata fiducia e di tenace speranza alle nostre Chiese particolari». Oltre ai seminaristi un pensiero di ringraziamento è rivolto anche all’équipe dei formatori, che durante la scorsa estate si è in gran parte rinnovata, e a chi ha svolto con dedizione e competenza questo servizio di formazione. Un pensiero va pure a tutti i presbiteri delle diocesi, ricordando che «il primo dono che possiamo offrire alle nostre comunità è quello di una amicizia e fraternità concretamente vissute nel presbiterio». I Vescovi, infine, si rivolgono a tutti i fedeli delle diocesi rinnovando «la domanda di una preghiera assidua per le vocazioni» e a tutte le comunità parrocchiali, le associazioni, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali invitando «a rinnovare la loro vita seguendo l’invito del Vangelo, con una partecipazione assidua e corresponsabile alla vita della comunità cristiana».

La lettera per l’apertura dell’anno formativo

Lettera Vescovi per apertura anno Seminario Regionale


Un nuovo Messale per liturgie più partecipate

Il camaldolese Matteo Ferrari ha presentato al clero la terza edizione italiana del Messale

SCARICA il testo della relazione di Ferrari in formato PDF.

Martedì 15 settembre nel seminario vescovile di Faenza il monaco camaldolese Matteo Ferrari ha presentato al clero diocesano la terza edizione italiana del Messale Romano, in arrivo adesso nelle librerie: in Emilia Romagna l’uso diventerà obbligatorio a partire dal 29 novembre (infatti i nostri vescovi hanno anticipato la data del 4 aprile 2021 prevista a livello nazionale). Il Messale è il testo ufficiale usato della Chiesa per la celebrazione della Messa: questa nuova edizione porterà con sé concreti cambiamenti nel modo in cui si celebrerà la Messa in Italia.

La rinnovata edizione si è resa necessaria per tre motivi, ha spiegato Ferrari: la terza edizione ufficiale in latino venne pubblicata già nel 2002 e ancora attendeva di essere tradotta in italiano; nel 2008 arrivò anche una nuova traduzione italiana della Bibbia e molti testi della liturgia, che sono citazioni del testo biblico, andavano di conseguenza aggiornati; infine Papa Francesco con il documento Magnum principium del 2017 stabilì procedure rinnovate per la traduzione e l’approvazione dei testi liturgici.

Questa nuova edizione, tuttavia, presenta pochi cambiamenti e non stravolge la struttura della Messa così come la conosciamo: la liturgia deve rimanere infatti nella sua integrità, accolta dalla Chiesa come un dono ricevuto da Dio. Papa Francesco al numero 40 di Lumen Fidei presenta la liturgia come abito della fede, che “mette in gioco tutta la persona, corpo e spirito, interiorità e relazioni”.

Il Messale in uso fino ad oggi era la seconda edizione italiana, pubblicata nel 1983: non era una semplice traduzione della seconda edizione latina, perché con una scelta coraggiosa la CEI inserì molte parti nuove (collette, antifone, prefazi, preghiere eucaristiche) che si aggiunsero a quelle tradotte dal latino. Quelle novità italiane sono poi entrate nella terza edizione latina e sono di conseguenza conservate nella nuova traduzione italiana.

Ecco le principali novità di questa edizione, messe in luce dal camaldolese:

  • in molto punti la notazione musicale (lo spartito) viene inserito direttamente nel corpo del testo, per incoraggiare l’uso del canto da parte del celebrante;
  • sono state revisionate alcune parti fondamentali del testo, per renderle più fedeli alla tradizione liturgica, alla teologia e al testo biblico. Il “Signore pietà” viene riportato nella sua forma originale “Kyrie eleison”, che guarda innanzitutto alla misericordia di Dio, prima che al peccato dell’uomo. Il testo del Gloria è più aderente alla Scrittura: gli uomini “di buona volontà” sono adesso “gli uomini amati dal Signore”. Le preghiere eucaristiche seconda e terza sono state modificate nel loro incipit. L’invito all’assemblea prima della comunione fa riferimento più esplicito all’incontro festoso con Gesù risorto nella liturgia del cielo, con riferimento all’Apocalisse (“beati gli invitati alla cena dell’Agnello”);
  • in alcuni testi la parola “fratelli” è adesso tradotta con “fratelli e sorelle”, per una comunicazione più inclusiva (ad esempio nelle preghiere eucaristiche, quando si fa il ricordo dei nostri “fratelli e sorelle defunti”);
  • il Padre nostro viene cambiato in due punti: nel riferimento al perdono dei peccati (“come anche noi li rimettiamo”) e davanti alla tentazione (“non abbandonarci alla tentazione”).

Dopo aver presentato le novità del Messale, Ferrari ha indicato tre piste che permettono di comprendere il senso dell’attuale revisione della celebrazione eucaristica:

  • Messale e immagine di Chiesa: dalla liturgia emerge una precisa identità della comunità che celebra. Questa revisione del testo liturgico mostra una spiccata consapevolezza di Chiesa come popolo in cammino verso il cielo, Chiesa in ascolto di un Dio che sempre la precede, Chiesa tutta ministeriale che coinvolge ogni fedele nelle proprie celebrazioni;
  • Messale e spiritualità: il Messale si presenta come una vera scuola di preghiera, perché è tutto intessuto di Parola di Dio; viene presentata con più ricchezza e attenzione la testimonianza dei santi (la parte relativa ai santi è stata oggetto di profonda revisione); la liturgia coinvolge nella preghiera tutta la corporeità dell’uomo, fatta di concretezza e di gesti, non soltanto di parole;
  • Messale ed evangelizzazione: la liturgia è sempre annuncio della fede, non solo attraverso i testi che presentano la fede cristiana, ma anche perché costruisce la comunione e l’unità della Chiesa e questi aspetti sono oggi particolarmente eloquenti verso il mondo in cui viviamo.

A conclusione della presentazione il vescovo Toso ha auspicato che questa revisione liturgica diventi occasione di un maggiore coinvolgimento dei fedeli nella celebrazione e di una rinnovata catechesi liturgica.

Il camaldolese Matteo Ferrari nella cappella del seminario vescovile di Faenza