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Presentato il Rapporto “Povertà e Risorse” 2022 della Caritas diocesana

Allargare lo sguardo, allargare i sentieri della carità: è questo il titolo del Rapporto Povertà e Risorse 2022 redatto dalla Caritas diocesana. Il dossier approfondisce con dati, numeri e storie la situazione della povertà sul nostro territorio, con l’obiettivo di rendere la comunità più consapevole delle strategie da mettere in atto. Il rapporto è stato presentato lunedì scorso alla presenza del vescovo monsignor Mario Toso, del direttore della Caritas diocesana don Emanuele Casadio e dell’assessore al Welfare Davide Agresti.
In tutto nel 2022 sono state 1.560 le persone incontrate nel Centro di ascolto diocesano di via d’Azzo Ubaldini e nelle 23 Caritas parrocchiali distribuite in tutta la Diocesi. Si tratta di un aumento del 6% rispetto al dato del 2021. Il 64% sono donne e circa due persone su tre si sono rivolte a una Caritas parrocchiale. La nazione più rappresentata resta quella italiana, con il 27%. Di seguito riportiamo l’intervento del vescovo Mario alla presentazione della serata.

Qui è possibile scaricare il report completo.

L’intervento del vescovo Mario: “Quando tutta una famiglia è ferita ci si aiuta con più determinazione”

vescovo caritas

 

Anzitutto, un vivo ringraziamento a tutti coloro che, in occasione delle due alluvioni e del terremoto, ci hanno aiutati in molti modi. Sarebbe davvero difficile fare un elenco completo delle persone, dei gruppi della società civile, delle istituzioni, delle Diocesi e delle loro Caritas – vedo qui presenti i rappresentanti della benemerita Caritas ambrosiana, oggi venuti per visitarci -, delle Regioni di provenienza, per cui preferisco ringraziare col cuore ognuno di voi qui presente – Associazione Papa Giovanni XXIII, OMG, AGESCI, Farsi prossimo – ma anche coloro che ora non sono con noi e ci hanno supportato. La carità, al pari delle alluvioni, ovviamente in un senso diverso, ci ha letteralmente sommersi nell’affetto, con donazioni che abbiamo distribuito con gioia a piene mani.

Il piccolo dono che la nostra Diocesi è riuscita talvolta a fare a questa o a quella realtà è stato poi ricambiato con un dono più grande come sta avvenendo da parte della Caritas antoniana. Vedo padre Ottavio che è andato in TV per illustrare la situazione faentina e per chiedere aiuto non tanto per la parrocchia di san Francesco bensì per la Caritas diocesana. Vedo anche don Tiziano Zoli, altro volto che buca lo schermo e che si è prodigato in interviste a favore di Solarolo e dintorni.

Collaborazione significativa c’è stata anche tra amministrazioni comunali e le diverse strutture parrocchiali. Ciò è emerso nell’incontro che si è tenuto a Fusignano il 1° settembre scorso con le scuole paritarie della nostra provincia di Ravenna. In quell’occasione diversi assessori hanno lodato una tale collaborazione tra scuole statali e scuole paritarie – alcune scuole comunali hanno chiesto e ottenuto di essere ospitati negli ambienti delle scuole parrocchiali -, considerandola un salto di qualità da parte di istituzioni che sono a servizio del medesimo territorio.

In maniera un po’ temeraria mi sono permesso, allora, di proporre un altro salto di qualità, raggiungibile con l’abolizione delle tasse ICI, IMU, TARI, dal momento che, se la scuola paritaria riceve delle sovvenzioni da parte dei comuni, con le tasse suddette le sovvenzioni sono praticamente annullate. Con una mano si dà con l’altra si toglie.

Senz’altro indovinato ed espressivo è il titolo del RapportoAllargare lo sguardo, allargare i sentieri della carità. Eventi veri e propri della quotidianità, equivalenti a essere volti di fraternità e a percorrere cammini luminosi di dono e di comunione profonda, non superficiale.

La vasta tragedia delle due alluvioni subite è stata esperienza tragica e bella insieme, di migliaia di volti che si sono incontrati, guardati negli occhi, provenendo dal Nord e dal Sud, dall’Italia e da fuori Italia. Basti pensare all’Ordine Teutonico che dalla Germania ci ha fatto giungere un camion di alimenti. È stato un convenire simultaneo e spontaneo di persone di fede diversa, ma tutte samaritane, pronte cioè a collaborare nel nome della fraternità. Gli incontri sono stati vissuti comunitariamente, coralmente, con l’intento di alleviare la sofferenza delle persone, delle famiglie, dei nonni soli, dei quartieri, dei commercianti, delle edicole, delle istituzioni e delle comunità per anziani. I gesti di prossimità sono stati anche fotografati, come sono stati ritratti quei gruppi di volontari che si ritrovavano verso sera sulle scalinate e nella piazza del duomo per mangiare qualcosa e fare festa insieme. Perché sono stati fotografati? Perché non se ne perda il ricordo: un ricordo che solo a riviverlo è capace di rigenerare in tutti lo slancio generoso verso l’altro, verso – diciamolo pure -, Colui che ha impresso in ogni persona la sua amata immagine, da riconoscere e da onorare con tenerezza.

Purtroppo, il Rapporto non ha fatto a tempo a registrare la paura del terremoto, altro flagello che, assieme ad uragani e a incendi, ha colpito e tormentato la nostra bella Diocesi, le chiese e le famiglie di Marradi, Tredozio, Popolano, Sant’ Adriano, San Martino in Gattara, Modigliana, Lutirano.

Le ferite sono state così profonde che hanno sfinito le nostre comunità più devastate. Penso, ad esempio, a Sant’Agata sul Santerno, una cittadina ancora prostrata, ridotta allo stremo, tanto che per la parte che concerne il nostro Rapporto vi si trovano scarsi cenni relativi alla Caritas parrocchiale, la cui sede è stata pressoché annientata. Eppure, vi posso assicurare che la Diocesi sta concentrando le sue forze per aiutare quella comunità cristiana mediante una solidarietà concreta.

Desiderando concludere il mio intervento, per non rubare il tempo ad altri, mi limito a sottolineare che dopo i giorni drammatici di maggio, dopo i morti, dopo aver ripulito le strade e le case dal fango, la parola d’ordine più sognata da amministratori, famiglie e imprese, ma anche dalla nostra Diocesi e dalla Caritas è quella di fare in fretta, cioè, velocizzare il più possibile interventi di ripristino e indennizzi. L’accelerazione dell’iter delle pratiche non la si vuole solo per fare le cose alla bella e meglio ma perché l’inverno è alle porte. Rallentare le procedure è frenare il po’ di bene che, con i pochi mezzi a disposizione, si potrebbe fare per rispondere alle emergenze più urgenti. Talora sono a disposizione alcune risorse, grazie alla bontà delle persone e di alcune istituzioni sensibili, ma non si può procedere alla riqualificazione di ambienti che potrebbero ospitare gli sfollati perché non giungono i permessi prescritti dalle competenti Autorità.

In questo contesto occorre incrementare la collaborazione fra istituzioni per potere aiutare con una ragionevole solerzia coloro che sono rimasti privi di casa e di lavoro.

Quando tutta una famiglia è ferita ci si aiuta con più determinazione, ci si comprende e ci si apre ad un amore più concreto e caldo. Questa condizione, per quanto dolorosa, può dissodare i terreni induriti a causa della superficialità che deriva spesso dal benessere e dal fatto che casa nostra non sia mai stata colpita.

Ora tutta la “nostra casa” e “tutta la nostra famiglia” è stata colpita, e questo non ci deve lasciare indifferenti anzi, ci deve unire e ci deve muovere con una rinnovata solidarietà, animati dalla speranza.

Ancora un grazie a tutti voi.

 

Mario Toso, vescovo


Don Mattia Gallegati nominato responsabile della Comunità Propedeutica di Romagna

Don Mattia Gallegati

In data 2 ottobre 2023, gli arcivescovi e vescovi di Bologna, Ravenna-Cervia, Ferrara-Comacchio, Imola, Faenza-Modigliana, Forlì-Bertinoro, Cesena – Sarsina, Rimini, San Marino-Montefeltro, hanno nominato don Mattia Gallegati, della Diocesi di Faenza-Modigliana, responsabile della Comunità Propedeutica Residenziale Interdiocesana di Romagna. Lo affiancheranno nel suo servizio, don Luca Ghirotti della Diocesi di Faenza-Modigliana, come vice responsabile, e don Ottorino Rizzi, della diocesi di Imola, come padre spirituale.

Propedeutica
Uno scatto dell’anno scorso della Comunità Propedeutica di Romagna.

Nomine parrocchiali a Santa Lucia delle Spianate, San Biagio in Cosina e San Mamante

In data lunedì 11 settembre 2023, S. E. Mons. Mario Toso, ha nominato il rev.do don Andrea Rigoni, Parroco in solido Moderatore di S. Lucia delle Spianate. Sempre in data 11 settembre 2023 S. E. ha nominato il rev. do don Massimo Geminiani Parroco in solido non Moderatore di S Lucia delle Spianate.

Inoltre in data 20 settembre il vescovo ha nominato i rev. di don Andrea Rigoni e don Massimo Geminiani Amministratori parrocchiali in solido di San Biagio in Cosina e dei Santi Apollinare Mamante in Oriolo, con tutti i diritti connessi alla cura animarum, affinchè in comunione con l’Ordinario legale rappresentante, mons Michele Morandi si pongano a servizio di quelle comunità.


Mercoledì 27 settembre in Cattedrale la celebrazione per il 10° anniversario dalla morte di Mons. Silvano Montevecchi

In occasione del decimo anniversario della morte di Sua Eccellenza Mons. Silvano Montevecchi, il vescovo Mons. Mario Toso invita la comunità diocesana mercoledì 27 settembre p.v. alla celebrazione eucaristica che presiederà in Cattedrale alle ore 18.00 per pregare e ricordare questo diletto figlio della Chiesa faentina.

Mons. Montevecchi ha onorato con il suo ministero pastorale anche la Chiesa che è in Ascoli Piceno.

Il Rev.mo Mons. Mariano Faccani Pignatelli, Priore del Collegio dei Parroci Urbani, che è stato suo collaboratore in Curia e in Seminario illustrerà la personalità di un Pastore così insigne e tanto amato nella nostra terra.

Per chi desidera concelebrare si prega di avvisare il Cerimoniere Diacono Stefano (329 5862358) e di portare con sé il camice.

 


Emergenza alluvione: l’impegno costante della Caritas diocesana. Oltre 7mila kit distribuiti alle persone

Un impegno costante nello stare a fianco di tutte le persone che si trovano in condizione di povertà e che si sono trovate a fronteggiare l’emergenza alluvione. In questi mesi non si è fermata l’attività al Centro operativo Caritas negli spazi del complesso di San Domenico a Faenza: coordinamento sgomberi, interventi di pulizia, consegna di kit e vestiario. Operatori e volontari della Caritas, da subito dopo l’alluvione e durante i mesi estivi, sono stati protagonisti, senza riflettori, di tanti gesti concreti di carità e di vicinanza alle persone.

A partire dalla sua apertura grazie all’apporto di tanti volontari e delle donazioni arrivate da tutta Italia, sono stati effettuati 160 interventi di pulizia e sgombero nelle abitazioni. In tutto la Caritas diocesana ha aiutato 280 nuclei familiari fornendo loro deumidificatori, mentre a 780 famiglie è stato distribuito del vestiario alimenti e prodotti per igiene casa e persona. In tutto 7.280 i kit distribuiti tra alimenti, prodotti per la pulizia e igiene personale. Cifre che danno l’idea dell’impegno costante e della portata dell’emergenza.

Dopo questi primi mesi, come cambiano ora le attività del Centro operativo

Ora si apre una nuova fase per il Centro operativo. Proseguono le attività nel coordinare interventi di pulizia e sgombero, aiuto con macchinari e attrezzature, mobili, fornitura di deumidificatori là dove possibile. Per chi avesse necessità può scrivere alla mail caritasfaenzasosalluvione@gmail.com. Dal 2 settembre sono invece chiusi a San Domenico i servizi di distribuzione kit personali e di vestiario: questi ultimi sono affidati ora alle Caritas parrocchiali a cui le persone possono rivolgersi e che rappresentano un presidio di prossimità fondamentale per intercettare le diverse esigenze specifiche delle persone.

Il contributo che si può dare come volontari in Caritas

In questo periodo la Caritas diocesana è in particolare alla ricerca di volontari in grado di effettuare sopralluoghi e valutazioni di compatibilità delle abitazioni con mobilio ed elettrodomestici. Si ricercano  persone disponibili all’eventuale montaggio di mobili. Anche in questo caso si può prendere contatto tramite la mail caritasfaenzasosalluvione@gmail.com

L’emergenza non è finita, ce lo ricorda anche il vescovo Mario

Gli interventi da mettere in atto sono ancora tanti e non bisogna abbassare l’attenzione. Per questo si invitano le persone a supportare le attività della Caritas tramite la raccolta fondi promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana.

Si possono fare donazioni tramite Iban IT 39 G 08542 23700 000000022094, con causale “Aiuto alluvionati”.

Il Centro operativo Caritas di San Domenico (via Manzoni 11bis) è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; il sabato dalle 9 alle 13.

 


Don Marco Ferrini nuovo parroco a Brisighella, il vescovo: “Accompagna i giovani a essere protagonisti”

Con una grande festa la comunità di Brisighella ha accolto domenica 17 settembre don Marco Ferrini come nuovo parroco. «Brisighella ha profonde radici di fede e di cultura, manifestate nel tempo da persone qualificate sul piano ecclesiale e civile – ha ricordato il vescovo monsignor Mario Toso nella sua omelia -. Basti pensare alle grandi figure di parroci e di vicari, nonché di eminenti cardinali, che hanno servito la Chiesa ai massimi livelli. È importante che tali radici vengano riscoperte e fatte conoscere».

L’omelia del vescovo Mario Toso per l’ingresso di don Marco Ferrini

«È necessario, tuttavia – invita il vescovo -, che non ci si fermi alla commemorazione o a una sterile replica, ma che si offrano contenuti e azioni di coinvolgimento delle nuove generazioni con le quali costruire ambienti, modi e linguaggi attuali per meglio trasmettere la fede ed incarnarla nella vita. Citare solo il passato, rimpiangendolo, imprime forse nei giovani il disamore per le radici, li schiaccia. Occorre coinvolgerli in modo da renderli protagonisti di quel futuro che appartiene a tutti, ma specialmente a essi. I giovani vanno accompagnati, non lasciati a sé stessi, come succede spesso. Essi devono sperimentare la simpatia della comunità intera, dei genitori e degli adulti, che fanno giungere a loro la percezione netta e chiara di essere amati e considerati un tesoro prezioso per la Chiesa e per la società».

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Monsignor Toso ha suggerito la strada per fare questo: «Reiventando ambienti di vita e mondi associativi che li accolgono, li responsabilizzano, facendoli vivere in amicizia, coinvolgendoli in attività e percorsi di bene che consentono di coniugare insieme fede e vita – indica il vescovo -. Così facevano un tempo i parroci e i giovani preti, i dirigenti delle molteplici associazioni ecclesiali di Brisighella. Le radici sono fonti, non sono prototipi da clonare. Forniscono linfa per nuove azioni creative e pedagogiche. Non bisogna dimenticare che talora sono necessari luoghi di incontro dove i giovani, provenienti da famiglie in difficoltà o divise, trovano educatori adulti o anche famiglie che offrono una “casa” di fratelli e di sorelle in cui stare insieme nella gioia e nel gioco, studiando, facendo le lezioni, pregando, cantando, rispettandosi e aiutandosi nell’uscire dalle loro solitudini e fragilità. Cose semplici, non artefatte, ma che mettono in grado di acquisire autostima e che consentono di fiorire in umanità e nella fede».

«Proprio per questo e perché i giovani hanno bisogno di educatori e testimoni che li accolgano nella loro condizione e li facciano incontrare con il Signore Gesù – precisa monsignor Toso – nel febbraio dello scorso anno ho conferito un mandato all’associazione di promozione sociale “Un raggio splenderà”, costituita su impulso di Roberto Zama e di Elisa Fabbri, per operare a favore dei giovani del territorio e non solo».

“Brisighella ha bisogno di unità: meno critiche, occorre lavorare tutti insieme”

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Allargando lo sguardo su tutta la comunità, Brisighella ha, in particolare, bisogno di unità. «Sono oggi necessarie tutte le forze disponibili per far “ripartire” la città e il territorio – ha detto il vescovo -, che patisce da anni l’allontanamento dalla chiesa di gran parte della gente, la debolezza nella proposta educativa e culturale, l’impoverimento nella visione della vita, la pochezza di lavoro pastorale. Non si può solo guardare e criticare, rimanendo rinchiusi nelle proprie spelonche telematiche, dalle quali si pontifica e si insulta chi è in prima linea. Occorre lavorare tutti insieme, aiutandosi reciprocamente, investendo sulla comunità cristiana e sul territorio».

«Caro don Marco – ha concluso il presule -, non ti manca l’esperienza pastorale. Non ti sarà difficile, con l’aiuto dello Spirito santo, di accrescere nella comunità cristiana di questo territorio una comunione palpitante di amore missionario, congiunta a un forte impegno educativo, culturale e sociale».

Foto Leporesi


Il Vescovo Mario vicino alle comunità colpite dal terremoto con epicentro a Marradi

Il Vescovo di Faenza-Modigliana, Mons. Mario Toso, esprime la sua sincera e sentita vicinanza alle popolazioni e alle comunità cristiane che questa mattina sono state colpite da un sisma di forte intensità, che ha avuto epicentro a Marradi nella nostra Diocesi e in provincia di Firenze, e che è stato avvertito con forza anche a Modigliana e a Tredozio.

Don Mirko Santandrea, che sabato scorso ha fatto il suo ingresso come parroco nella parrocchia di Marradi e che è il vicario della vallata del Lamone, ha prontamente iniziato a visitare, anche a nome del Vescovo, le comunità per verificare la situazione e le eventuali necessità.

In attesa delle verifiche delle competenti autorità, anche in questa occasione, come in quella della duplice alluvione, il Vescovo invita a vivere fraternità e solidarietà in modo che quanti hanno necessità di essere aiutati non siano lasciati da soli.

Lo sciame sismico, con le sue fasi di assestamento, ricorda ulteriormente la nostra fragilità e che la nostra forza di ripartenza ha nel Signore Gesù il fondamento del nostro impegno aperto alla speranza.

Preghiamo per quanti sono in difficoltà e nel timore per le proprie famiglie, in particolare per gli anziani.

La Beata Vergine delle Grazie, Patrona di Faenza e della Diocesi, ci assista e ci protegga.

Faenza, 18 settembre 2023

Il 26 agosto in Cattedrale tre monache benedettine vallombrosane di Sant’Umiltà celebreranno la professione solenne

In cattedrale a Faenza sabato 26 agosto alle 18 sarà celebrata la professione solenne di suor Caterina Thongni, suor Aitihun Thongni e suor Risukdashisha Lyngdoh Lyngkhoi della Comunità monastica Benedettina Vallombrosana Santa Umiltà di Faenza.
La messa sarà presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso.

La casa di formazione Santa Umiltà si trova a Bengaluru, metropoli nel sud ovest dell’India. Fu fondata dalle benedettine vallombrosane di Bagno a Ripoli.
Noi benedettine vallombrosane di Faenza, siamo state chiamate e subentrare nel 2008.
Suor Caterina cresce in una famiglia ricca di fede e fin da piccola frequenta la scuola cattolica. È arrivata a Umiltà Sadan Bengaluru, il 14 aprile 2013. Ha affrontato gli studi su tutti i contenuti principali e fondanti della nostra fede, in particolare ha frequentato la facoltà di filosofia presso i salesiani. Suor Aitihun è arrivata a Bengaluru il 3 giugno 2014. Ha fatto tutto il percorso di formazione religiosa e ha frequentato il corso triennale dello Studio Teologico delle Benedettine Italiane con docenti e monache provenienti da tante nazioni. Stesso iter per suor Risukdashisha che ha affrontato con impegno e serietà le varie tappe del cammino previsto per la vita consacrata come suor Aitihun.