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Dopo l’assemblea diocesana, il punto sui 4 Cantieri del Cammino sinodale

cammino sinodale gruppo

Ci si rimette in viaggio. Insieme. A seguito dell’assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Mario Toso dedicata al Cammino sinodale del 12 marzo scorso in Cattedrale a Faenza con il cardinale Matteo Zuppi, l’équipe sinodale coglie l’occasione per fare il punto sui quattro cantieri su cui stanno lavorando i gruppi sinodali in questo secondo anno di ascolto.

I cantieri dell’Annuncio e delle Relazioni: “Non riduciamo la Chiesa a un gruppo Whatsapp”

«Ritessere le relazioni è un tema bellissimo. Le nostre comunità devono essere comunità. Noi dobbiamo chiederci, le nostre comunità sono comunità? Qualche volta ci ignoriamo. ]Spero che le nostre comunità non diventino un gruppo WhatsApp, ma una famiglia». Con queste parole il cardinale Zuppi ha affrontato la tematica dell’annuncio e delle relazioni che sono due cantieri fondamentali del cammino sinodale. Come stiamo annunciando il Risorto? Come possiamo ritessere le relazioni fra le nostre comunità e all’interno di esse? «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35). Possiamo dire che questo è il grande tema emerso con forza dal primo anno di ascolto: una comunità che vive relazioni vere, gioiose, accoglienti, profonde è una comunità che annuncia e manifesta il Risorto e il suo amore per ogni uomo.

La relazione fra i discepoli, e fra i discepoli e ogni uomo, non è qualcosa di aggiunto al nostro essere cristiani, ma è la forma più vera, autentica e concreta della fede in Gesù. Il rischio che le nostre iniziative o il nostro stare insieme sia un freddo gruppo whatsapp deve spaventarci: le comunità appiattite nel “funzionalismo” oppure nell’organizzare eventi, ma non aperte alla condivisione delle fatiche e delle gioie, non attente alla ricerca dei lontani, sono realtà non feconde, destinate magari a coinvolgere tante persone, ma non portando a nessuna di esse la forza vitale del Vangelo. Il Vangelo, l’annuncio dell’amore di Dio per ogni uomo che è la morte e risurrezione di Gesù Cristo, non può che essere il cuore di ogni relazione dentro e fuori la Chiesa.

A partire da queste intuizioni con il quale il cardinale ha rilanciato l’impegno dei gruppi sinodali, nell’oggi siamo chiamati a confrontarci con la questione dei linguaggi, dei giovani, della ferialità (la quotidianità), con la frammentazione delle nostre realtà e con la catechesi. Queste non sono tematiche scelte a caso, ma sono le questioni emerse con più intensità e frequenza rispetto all’annuncio e alla relazione: sono parole che esprimono un desiderio di concretezza e di scelte coraggiose che è necessario progettare insieme. I cantieri non hanno scadenza: non si tratta di completare un compitino, di progettare un’iniziativa in più, da aggiungere alle altre. Il cammino intrapreso di ascolto, di discernimento e di progettazione deve essere radicato nell’ordinarietà del nostro essere Chiesa. La sinodalità non è qualcosa che si aggiunge, ma uno stile con il quale dobbiamo riscoprire il nostro essere comunità, il nostro essere discepoli del Risorto.

Il cantiere della Liturgia: andare in profondità, oltre i giudizi superficiali

La liturgia è sentita come il culmine e la fonte della vita della comunità. È anche la manifestazione concreta del radunarsi insieme delle persone. Eppure, attorno a essa ci sono tensioni: una liturgia distante dalla vita, che non parla più alle persone, con riti rigidi. E allo stesso tempo, il Papa sta scrivendo molto sul tema, indicando quale deve essere l’orientamento della Chiesa. Ne sono un esempio la lettera Desiderio desideravi e il motu proprio Traditiones custodes. Se volessimo riassumere tutti questi spunti in poche parole: la riforma del Concilio è lontana dall’essere compiuta.

Ancora oggi abbiamo bisogno di riprendere in mano il Concilio (la costituzione Sacrosantum Concilium sulla liturgia) e andare in profondità, non accontentarci di giudizi superficiali. Riprendere in mano, approfondire, sviluppare azioni concrete. Il Papa ci dà alcune coordinate: al rito non possiamo rinunciare (DD 44). Se non possiamo rinunciarvi, dobbiamo entrarci dentro, più in profondità. Con questa e altre provocazioni, il cantiere della liturgia nei prossimi mesi proporrà alcuni incontri nel quale essere formati dalla liturgia mediante la stessa celebrazione. Un esempio è la proposta della Pastorale vocazionale e dell’équipe del Cammino sinodale che organizzerà per le domeniche di Pasqua la celebrazione dei Vespri in Seminario con una piccola rilettura e riflessione sul senso della Liturgia delle Ore.

Il cantiere dei Ministeri: la corresponsabilità

Come il nostro essere battezzati si esprime in un servizio che è ministero, istituito o di fatto? Davanti al desiderio di avere guide e orientamenti chiari, come vivere l’autorità nella comunità? Come vivere la corresponsabilità con i preti? Come sviluppare una formazione che aiuti a crescere come membra vive della comunità? Il cantiere dei ministeri finora è il cantiere diocesano con meno adesioni da parte di gruppi sinodali. Può essere invece l’occasione per riflettere su alcune domande chiave per il futuro della nostra Chiesa, come quella legata alla ’corresponsabilità’, emersa anche dall’incontro con il cardinale Zuppi.


Oltre 700 persone in Cattedrale per l’assemblea diocesana con il cardinale Matteo Maria Zuppi

La Chiesa come comunità accogliente e capace di scendere “in strada” sull’esempio di Gesù. L’essere Fratelli tutti nella carità, andando oltre l’assistenzialismo verso chi è nel momento del bisogno. Il cristiano come “artigiano di Pace”. Sono questi alcuni degli spunti emersi dall’assemblea diocesana di Faenza-Modigliana in dialogo con il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. L’assemblea è stata convocata dal vescovo, monsignor Mario Toso, per approfondire il secondo anno di Cammino sinodale in Diocesi, che entra ora nel vivo. Oltre 700 persone di ogni età – non sono mancati anche tanti giovani – hanno riempito la Cattedrale. Prima la liturgia della Parola, poi il dialogo con il cardinale, moderato dal vicario generale don Michele Morandi, a cui sono state poste le domande sul Sinodo arrivate nelle scorse settimane alla segreteria.

La Chiesa si rimette in viaggio e scende in strada, nei luoghi della sofferenza

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Prima del suo intervento, il cardinale Zuppi ha ricordato con affetto il cardinale Silvestrini e i cardinali Laghi e Monduzzi e monsignor Liverzani, tutti provenienti dalla nostra Diocesi. Si è poi entrati nel vivo del dialogo. «Il Cammino sinodale è vivere come Chiesa una responsabilità comune – ha detto il porporato -. Molti gruppi sinodali sono stati occasioni di coinvolgimento e confronto fraterno. È una grande sfida che ci ha lanciato papa Francesco, riprendendo papa Benedetto. La Chiesa deve rimettersi in viaggio. Cammino sinodale significa accordarci e comporre, oggi, la melodia che il Signore ci ha affidato. Tutti assieme». Un cammino che, invita Zuppi, deve seguire l’esempio dei dieci anni di pontificato di papa Francesco. «Il suo primo viaggio come Pontefice fu a Lampedusa.  E ancora oggi il Papa continua a portarci nei luoghi della sofferenza, le periferie. Per capire chi siamo dobbiamo andare là».

Zuppi: “La nostra Chiesa non deve ridursi a un gruppo WhatsApp”

Una domanda posta recita: A volte il nostro servizio ai poveri e agli ammalati viene inteso come un’assistenza. Come possiamo riscoprire che la vicinanza agli ultimi, agli anziani, ai poveri, ai malati, è annuncio e incontro con il Signore Risorto? «Si parte dall’essere fratelli tutti – ha detto il cardinale -. Saremmo forse assistenziali verso un nostro fratello o una nostra sorella? Direi proprio di no. Non ci limiteremmo all’assistenza. Faremmo di tutto perché possa avere un lavoro, essere felice, sentirsi amate e sentire che Dio lo ama. Questo è l’Annuncio che dobbiamo dare». Il cardinale Zuppi ha affrontato anche la tematica dell’annuncio e delle relazioni che sono due cantieri fondamentali del cammino sinodale. «Ritessere le relazioni è un tema bellissimo. Le nostre comunità devono essere comunità. Noi dobbiamo chiederci, le nostre comunità sono comunità? Qualche volta ci ignoriamo. Spero che le nostre comunità non diventino un gruppo WhatsApp, ma una famiglia».

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Tanti gli altri spunti lanciati: «La liturgia che non ha bisogno di orpelli, ma deve essere autentica e vissuta»; «il linguaggio deve sintonizzarsi all’uomo di oggi senza snaturarsi» e la nostra Chiesa non deve «avere un videocitofono per selezionare all’ingresso chi bussa alla porta». Spunti arrivati al cuore delle persone e che saranno materia di riflessioni da affrontare. Insieme.

Il video


Assemblea diocesana – 12 marzo

Nel contesto del Cammino sinodale, domenica 12 marzo 2023, alle 20.30, in Cattedrale a Faenza si terrà un’Assemblea diocesana con la presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.

Ci sarà una Liturgia della Parola e a seguire un dialogo con il cardinale.

Ecco il libretto della celebrazione: preghiera assemblea diocesana.

 


Cammino sinodale: il 12 marzo a Faenza Assemblea diocesana con il cardinale Zuppi

Nel contesto del Cammino sinodale che sta vivendo la Chiesa italianadomenica 12 marzo, alle 20.30, in Cattedrale a Faenza si terrà un’Assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Mario Toso. È Stato invitato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei per un momento aperto a tutta la Diocesi e a tutte le persone, sia quelle coinvolte più da vicino sia a chi non conosce il Cammino sinodale.

L’Assemblea prevede un primo momento dedicato alla preghiera e a seguire un dialogo diretto con il cardinale, al quale verranno poste le domande arrivate dalle comunità cristiane e dai singoli nelle scorse settimane alla segreteria diocesana. “L’appuntamento di domenica è per noi davvero molto importante – spiegano i referenti diocesani del Sinodo, il vicario generale don Michele Morandi e Cristina Dalmonte -. È un’occasione per rilanciare, attraverso le parole e la testimonianza del cardinale Zuppi i percorsi di ascolto, di approfondimento e di allargamento che stiamo sperimentando”.

Cammino sinodale: coinvolti nella Diocesi più di 100 gruppi

Con la convocazione del Cammino sinodale, papa Francesco ha invitato tutto il popolo di Dio a interrogarsi sulla sinodalità: un tema decisivo per la vita e la missione della Chiesa. Partito nel 2021, il Cammino proseguirà fino al 2025 attraverso varie fasi. Nel primo anno dedicato all’ascolto la risposta del territorio diocesano è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità. Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Da gennaio ad aprile 2022 si sono formati più di 100 gruppi sinodali che hanno prodotto un documento di sintesi inviato alla Cei.

Il secondo anno del Cammino sinodale è chiamato ad approfondire e ampliare i temi emersi nell’anno precedente, proseguendo il lavoro dei gruppi sinodali attraverso quattro Cantieri (Annuncio, Relazioni, Ministeri, Liturgia). Il dialogo con il cardinale Zuppi darà nuovi spunti di riflessione proprio su questo ambito.

Per approfondire

Intervista ai referenti diocesani don Michele Morandi e Cristina Dalmonte sul Piccolo

Libretto di preghiera dell’Assemblea diocesana

 


Parte il 2° anno di Cammino sinodale. Ecco i 4 cantieri

Il 28 novembre scorso si sono ritrovati in Seminario a Faenza un’ottantina di persone tra moderatori e segretari che l’anno scorso hanno coordinato il servizio di ascolto dei gruppi sinodali. Serata ricca di spunti a partire dalla riflessione di apertura di monsignor Mario Toso che ha delineato i due grandi assi di questo secondo anno di ascolto: approfondimento e allargamento. Approfondimento di quanto emerso nel primo anno. Allargamento, quale tentativo di coinvolgimento di nuove persone e gruppi.

La referente diocesana Cristina Dalmonte ha ampliato la riflessione facendo riferimento al Concilio Vaticano II e mostrando come il cammino sia un lungo percorso che ci precede e del quale vediamo solo a distanza di anni i primi frutti. La parte centrale della serata è stata la presentazione di Alessandra Scalini dello Strumento diocesano elaborato dalla squadra sinodale, in cui si declinano i cantieri scelti a livello nazionale con il frutto ‘locale’ dell’ascolto del primo anno. Questa scelta è frutto del discernimento dell’équipe e costituisce un punto di riferimento significativo che rende concreto e accessibile la domanda del Sinodo per il nostro territorio.

Il cantiere dell’Annuncio

L’approfondimento di quest’anno sarà sulle parole, sulla voce del Popolo di Dio della Chiesa di Faenza-Modigliana. Nel primo anno è emersa con forza la tematica dell’annuncio, il problema dei linguaggi con cui la Chiesa cerca di mettere in collegamento il Vangelo con il mondo, il tema dei giovani come soggetto con cui camminare e con i quali stare al passo, la ferialità come luogo quotidiano della presenza silenziosa dello Spirito: ecco il primo cantiere dell’annuncio, dell’attenzione ai vari ambiti in cui portare la buona notizia di un Dio che è Amore.

Il cantiere delle Relazioni

Nel primo anno abbiamo ascoltato il desiderio di relazione, e quindi il problema della frammentazione che caratterizza la nostra Chiesa, la sfida della catechesi come cammino di accompagnamento nella crescita della fede: ecco il secondo cantiere, quello delle relazioni. Di come viviamo le strutture e il nostro modo di esser Chiesa.

Il cantiere dei Ministeri

Poi vorremmo approfondire il tema dei ministeri, ovvero dei servizi e del servizio di guida all’interno della Chiesa, il tema dei preti come servitori particolari della Chiesa, e della formazione orientata all’ascolto del Maestro. Ecco il terzo cantiere dei ministeri.

Il cantiere della Liturgia

Infine, la nostra Diocesi ha scelto di approfondire il cantiere della liturgia, ovvero della celebrazione della messa, dei sacramenti e della Liturgia delle Ore: la grande domanda sulla spiritualità e sui riti è riconosciuta come un elemento fondamentale e imprescindibile del nostro essere Chiesa.

Quindi saremo chiamati ad approfondire il cantiere dell’annuncio, il cantiere delle relazioni, il cantiere dei ministeri e il cantiere della liturgia. In queste quattro tematiche vediamo il desiderio delle persone di un coinvolgimento e di un rinnovato modo di partecipazione.

Si riprende il cammino: ogni gruppo è chiamato ad approfondire uno dei 4 cantieri

E proprio la nostra Chiesa è chiamata a confrontarsi con queste quattro tematiche che non vogliono essere solo parole, ma vogliono fin da subito trovare una realizzazione concreta in iniziative, laboratori, eventi, momenti di preghiera. La Cei ha scelto il nome di cantieri proprio per evidenziare la progressività del lavoro e la sua concretezza in questo secondo anno. In parallelo sono stati pensati alcuni ambiti considerati ‘lontani’ in cui allargare l’ascolto. Ospedali, mercati, cooperative agricole, aziende, biblioteca, web… sono tutti luoghi nei quali la nostra Chiesa vuole essere presente e ampliare la sua capacità di accoglienza e di ascolto.

Fatti sentire. La Chiesa ti vuole ascoltare.

In questa direzione va anche il potenziamento della sezione del sito dedicata al cammino sinodale che si arricchisce di nuovi spunti e che vuole essere un luogo di condivisione delle varie esperienze sperimentate sul territorio. Entro fine anno ciascun gruppo è chiamato a delimitare la tematica, o meglio il cantiere, da approfondire. Nei primi mesi del 2023, poi, si provvederà a calendarizzare gli appuntamenti dei vari gruppi. In aprile inizieranno lavori di sintesi su ciascun cantiere per riuscire a raccogliere i frutti più significativi.

Il sito diocesano: la sezione dedicata al Cammino sinodale

Fra gli ambiti in cui la Chiesa vuole allargare l’ascolto c’è il web. Il sito diocesano è stato aggiornato con una nuova sezione rivolta a un target ampio: la Chiesa vuole ascoltare più persone possibili per migliorare la propria missione. Nuove pagine, nuovi strumenti scaricabili, un maggior numero di informazioni per tutti. Il tentativo è di vivere questo ambiente digitale come luogo di incontro e di condivisione di esperienze.

L’invito è quello di mandare a sinodo@diocesifaenza.it le iniziative che possono essere utili per altri gruppi che stanno affrontando lo stesso cantiere per mettere in circolo idee e buone pratiche. In questo vogliamo rendere concreto quanto emerso dall’ascolto: i cantieri ci chiedono azioni concrete.

Vai a dare subito un’occhiata cliccando qui.


Il saluto del vescovo Mario ai moderatori e segretari del Cammino sinodale: parte il 2° anno di ascolto

Di seguito viene riportato il saluto del vescovo Mario ai moderatori e segretari del Cammino sinodale in Diocesi. Il 28 novembre in Seminario è stato infatti presentato dall’équipe il secondo anno di Ascolto. 

Carissimi,

sono contento di vedervi così numerosi anche in questo secondo anno del cammino sinodale.

La nostra Chiesa diocesana, grazie a voi, ha fatto sentire la sua voce e ora vi chiede di approfondire e di allargare quanto è stato fatto.

Mentre dico questo potrebbero sorgere due obiezioni: “Ancora? Non abbiamo già ascoltato? Cosa dobbiamo ascoltare di nuovo?”; si potrebbe, cioè, avere la paura di ripetere qualcosa di già fatto. E, poi, ci si potrebbe anche chiedere: “Ma con tutte le cose che dobbiamo fare, come facciamo ad aggiungere anche questa? Non ci viene chiesto troppo?”.

 

L’incontro di questa sera intende rispondere alle due domande-obiezioni:

  • non dobbiamo fare un doppione dell’anno scorso: siamo chiamati, piuttosto, ad approfondire e ad allargare su tematiche specifiche che chiamiamo cantieri (e che questa sera verranno presentati a partire dal Vademecum diocesano Di una cosa sola c’è bisogno, che è stato preparato con cura e che vi sarà distribuito). I cantieri sono quattro: l’annuncio, le relazioni, i ministeri e la liturgia;
  • non dobbiamo fare lo sforzo di aggiungere tante cose, quanto di trasformare le realtà in cui viviamo e operiamo – pensiamo anche solo alle nostre aggregazioni, associazioni, ai nostri movimenti) in strumenti o luoghi di sinodalità, di ascolto, di annuncio, di servizio.

 

Su questo aspetto, il terzo cantiere sui ministeri ci può dare una mano a riscoprire nell’ascolto della Parola, nella vita spirituale, nella preghiera la fonte e l’alimento di ogni servizio nella e per la Chiesa.

Vi ringrazio per quanto avete fatto e state facendo. Ugualmente vi inviterei a continuare in questo servizio con cuore e mente aperti allo Spirito. La nostra Chiesa di Faenza-Modigliana ha bisogno di voi, della vostra capacità di ascoltare e di raccogliere quanto emerge dal santo Popolo di Dio dei nostri territori: voi siete il volto concreto di una Chiesa che annuncia, che accoglie, che ascolta la voce dello Spirito d’amore e di verità.

Senza di voi questo cammino rimarrebbe solo sulla carta, in tante parole: grazie a voi esso potrà, invece, incarnarsi nelle pieghe della società, a contatto con la realtà e gli uomini di oggi, per un annuncio nuovo. Dobbiamo pensare che l’obiettivo di tutto il nostro lavoro è quello di porre oggi le condizioni perché un domani, in questo territorio, possa continuare l’annuncio del Signore Gesù, che con la sua incarnazione, morte e risurrezione è venuto a salvare le persone, a far nuove tutte le cose.

Ci alziamo in piedi e iniziamo questa serata con il segno della croce e la preghiera allo Spirito Santo perché venga a prendere casa nei nostri cuori.

 

La preghiera del Sinodo

Siamo davanti a Te, Spirito Santo,

mentre ci riuniamo nel Tuo nome.

Con Te solo a guidarci,
vieni e prendi casa nei nostri cuori;

insegnaci la via da seguire
e come dobbiamo percorrerla.

Siamo deboli e peccatori,
non lasciare che promuoviamo il disordine.

Non lasciare che l’ignoranza
ci porti sulla strada sbagliata
né che la parzialità influenzi le nostre azioni.

Fa’ che troviamo in Te la nostra unità
affinché possiamo camminare insieme verso la vita eterna

e non ci allontaniamo dalla via della verità

e da ciò che è giusto.

Tutto questo chiediamo a te,
che sei all’opera in ogni luogo e in ogni tempo,

nella comunione del Padre e del Figlio,
nei secoli dei secoli.

Amen.


Cammino sinodale: il 2° anno di Ascolto. Lunedì 28 novembre incontro con moderatori e segretari in Seminario

cammino sinodale

La Chiesa di Faenza-Modigliana ha partecipato con entusiasmo e impegno al cammino sinodale italiano e universale chiesto da Papa Francesco. La risposta del territorio è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità. Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Nei mesi da gennaio ad aprile si sono formati più di 100 gruppi sinodali. In tal modo sono state raccolte le narrazioni dei malati e degli operatori sanitari, dei credenti di altre religioni, degli artisti e dei musicisti, degli scrittori e dei giornalisti, delle persone che hanno affrontato la tossicodipendenza, dei non credenti, degli universitari e dei giovani, delle persone con disabilità, degli insegnanti, degli operai e dei disoccupati, degli imprenditori e dei cooperatori, dei politici e dei rionali, dei bambini e degli anziani, dei fidanzati e delle famiglie, degli adolescenti e dei loro genitori, dei presbiteri e dei diaconi, delle religiose, dei seminaristi, degli sportivi e dei migranti, dei poveri, dei movimenti, gruppi e associazioni, di tante parrocchie e zone del nostro territorio.

In totale le sintesi arrivate sono state 110, frutto del percorso realizzato dai 2.335 partecipanti (1.133 uomini, 1.202 donne, con una media d’età di 45 anni). Ogni gruppo ha organizzato in media 2,5 incontri. Complessivamente sono state coinvolte 36 parrocchie, 30 organismi diocesani (compresi di movimenti e le associazioni) e 44 diversi “ambienti” di vita. Le sintesi realizzate non sono semplici verbali, ma sono frutto di un cammino sul territorio, a contatto con le persone concrete, e della condivisione di esperienze a partire dalla domanda fondamentale.

I numeri sono chiari. Questa fase di ascolto ha permesso di risvegliare una viva coscienza di comunità. Sono state riallacciate relazioni e legami, rimettendo in dialogo le persone dando uno slancio nuovo ed energico all’evangelizzazione, alle azioni caritative e associative sul nostro territorio. Le persone hanno fatto l’esperienza di essere cercate e hanno sentito che questo è lo stile della Chiesa. Si è toccato con mano che questo cammino non serve per produrre l’ennesimo documento, ma per avviare processi concreti, per potenziare l’annuncio e per riscoprire la celebrazione, la Sua reale presenza in mezzo a noi. Questo stile sinodale della comunità cristiana ha una ricaduta immediata sul mondo sociale: le nostre comunità si rivelano centri creativi di cultura, di nuovo umanesimo propulsive di una progettualità politica con uno sguardo ampio, con uno sguardo sulla persona.

Nel prossimo anno il cammino diocesano si misurerà con il compito dell’approfondimento e la sfida dell’allargamento dell’ascolto. Innanzitutto, approfondire: vogliamo ascoltare con più attenzione la voce del Popolo di Dio che è emersa nel primo anno. Per questo l’équipe ha personalizzato i “cantieri di Betania” proposti dalla Cei, intrecciandoli con le parole più rappresentative della Sintesi diocesana del primo anno di ascolto. Frutto di questa sintesi sono il cantiere dell’annuncio, il cantiere delle relazioni, il cantiere dei ministeri e il cantiere (scelto dalla diocesi) sulla liturgia.

Poi, dovremo misurarci con l’allargamento dell’ascolto: verranno proposte diverse iniziative per essere presenti sul web, negli ospedali, nei mercati, nelle scuole per incontrare e ascoltare il maggior numero di persone possibili.

Tutti gli orientamenti e gli strumenti saranno pubblicati sul sito diocesano e presentati ai moderatori e segretari dei gruppi sinodali lunedì 28 novembre alle 20:30 in Seminario.

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Sinodo. Consegnata la sintesi diocesana. Il vescovo Mario: “La Chiesa è chiamata ad avere uno stile relazionale”

Annunciarlo e celebrarlo con uno stile relazionale. È questa la frase che riassume la fase d’ascolto del Cammino sinodale della nostra Diocesi. In tutto 110 gruppi guidati da un moderatore e da un segretario, per oltre 2.300 persone, si sono confrontati sulla domanda fondamentale e hanno portato i propri contributi all’équipe diocesana, che dopo un attento lavoro di lettura, preghiera e discernimento ha redatto la sintesi diocesana che è stata consegnata nell’aprile scorso a Roma.

Nel corso della celebrazione di Pentecoste in Cattedrale i referenti diocesani – il vicario generale don Michele Morandi e Cristina Dalmonte – hanno consegnato al vescovo Mario la sintesi diocesana. «Con tanta umiltà e come figli davanti al padre – hanno detto – consegniamo a Lei Eccellenza e a tutti voi, la sintesi che abbiamo inviato a Roma, frutto di questi mesi di ascolto. Eccellenza, in queste pagine sono racchiuse le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini e delle donne di questo nostro tempo: questo è il Popolo del Signore! Le consegniamo queste pagine, disponibili a costruire quanto sarà necessario perché in questa terra non venga meno l’annuncio del Vangelo».

Il vescovo Mario ha manifestato la «più sincera e profonda gratitudine a tutti coloro che, con una intelligenza d’amore, hanno reso possibile la prima fase del cammino sinodale nella nostra Chiesa diocesana». «Dalle varie testimonianze scritte – ha sottolineato monsignor Toso – emerge quel soffio dello Spirito che anima la Chiesa e la sospinge al largo in questo terzo millennio da poco iniziato. Sento il dovere di ringraziare ciascuno in particolare, ma anche quel “noi-comunione-di persone” che è stato guidato dalla unione con Cristo e tra di voi».

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La restituzione del vescovo Mario

«Mentre siamo in attesa dei prossimi passi del cammino sinodale della Chiesa italiana – ha detto il vescovo Mario nel corso della celebrazione – non possiamo non riconoscere ciò che lo Spirito Santo ci sta dicendo a gran voce, a noi Chiesa di Faenza-Modigliana:

1.La Chiesa è chiamata ad avere uno stile relazionale. “Come stai?”. Questa semplice domanda può riallacciare legami e relazioni all’interno della nostra comunità perché al centro ci devono essere le persone con i loro volti concreti, i loro bisogni e le loro domande. Per questo non possiamo dare per scontato il dialogo, l’ascolto sincero, il riconoscere l’altro da me. La nostra Chiesa deve riscoprire il suo volto materno, paterno, fraterno: deve riuscire a comunicare con ogni uomo e donna che vive sul nostro territorio in questo nostro tempo particolare.

Vi invito fin da ora a non dare per scontate le relazioni personali, spendendo tempo e cura nell’ascolto e nel dialogo fraterno. La nostra Chiesa avrà un volto fraterno e accogliente se noi cureremo uno stile relazionale personale.

2.L’annuncio. Se lo Spirito Santo è in noi, nelle nostre comunità, non possiamo tenerlo racchiuso entro a confini e spazi definiti, altrimenti non è Lui che ci sta guidando. Egli ci invia a tutti. Non esistono recinti o confini, persone dentro e persone fuori: esistono solo discepoli innamorati della buona notizia di un Dio morto e risorto, un Dio che è amore e misericordia, un Dio che mi viene a cercare per parlarmi come ad un amico; discepoli che vanno a cercare gli altri per annunciarlo.

Vi invito, allora, a rischiare, a sbilanciarvi, a cercare le persone per parlare loro semplicemente del Vangelo e della differenza di una vita con Gesù, se è vero che con Lui o senza di Lui la vita cambia. La Chiesa sarà attraente se noi sapremo cercare le persone andando a chiamarle lì ove sono, nelle tante pieghe della società.

3.«Io vivo e voi vivrete» è la sua promessa. Lui vive e ci vuole vivi soprattutto nella liturgia, nel pane spezzato, nel vino versato, nella Scrittura, nei riti e nelle preghiere della Chiesa: mentre celebriamo Lui è presente come il Vivente e ci inserisce nella sua vita nuova. La liturgia non è la “ciliegina sulla torta” della vita dei discepoli, non è un tempo di riconoscimento reciproco o di confronto; non è solo il luogo dove comprendere, ma dove incontrare e vivere Cristo, morto e risorto. Cristo è la chiave: abbiamo bisogno di ritornare al Concilio per proseguire questo “movimento” liturgico.

Vi invito, dunque, ad entrare nelle celebrazioni con la consapevolezza che è il Signore il soggetto della celebrazione, non noi stessi. Vi invito ad affidarvi ai riti, alle parole e ai gesti che nella loro particolarità e diversità ci manifestano il Mistero di un Dio che agisce, parla, domanda, invita… un Dio presente. La Chiesa celebrerà il Risorto con gioia rinnovata se noi daremo spazio al Signore, se metteremo Lui al centro.

Annunciarlo e celebrarlo con uno stile relazionale.
Ecco, in breve, ciò che siamo chiamati fin da subito ad approfondire e a trasformare in azioni concrete. Noi tutti, nessuno escluso. Tutti siamo invitati ad andare dietro all’unico Pastore, il Pastore grande delle pecore».

Il 5 giugno in Cattedrale la presentazione della sintesi diocesana del Cammino sinodale: una comunità unita dalla fede

La Chiesa di Faenza-Modigliana ha partecipato con entusiasmo e impegno al cammino sinodale italiano e universale chiesto da Papa Francesco. La risposta del territorio è stata sorprendente sia per quantità e soprattutto per qualità. Sono state ascoltate più di 2.300 persone di ogni età, genere, condizione sociale e ambito di vita. Nei mesi da gennaio ad aprile si sono formati più di 100 gruppi sinodali. In tal modo sono raccolte le narrazioni dei malati e degli operatori sanitari, dei credenti di altre religioni, degli artisti e dei musicisti, degli scrittori e dei giornalisti, delle persone che hanno affrontato la tossicodipendenza, dei non credenti, degli universitari e dei giovani, delle persone con disabilità, degli insegnanti della scuola statale e paritaria cattolica, degli operai e dei disoccupati, degli imprenditori e dei cooperatori, dei politici e dei rionali, dei bambini e degli anziani, dei fidanzati e delle famiglie, degli adolescenti e dei loro genitori, dei presbiteri e dei diaconi, delle religiose, dei seminaristi, dei catechisti e dei volontari, dei divorziati e dei single, degli sportivi e dei migranti, dei poveri, dei movimenti, gruppi e associazioni, di tante parrocchie e zone del nostro territorio.

Alcuni dati

In totale le sintesi arrivate sono state 110, frutto del percorso realizzato dai 2.335 partecipanti (1.133 uomini, 1.202 donne, con una media d’età di 45 anni). Ogni gruppo ha organizzato in media 2,5 incontri. Complessivamente sono state coinvolte 36 parrocchie, 44 ambienti di vita e 30 organismi diocesani. Le sintesi realizzate non sono semplici verbali, ma sono frutto di un cammino sul territorio, a contatto con le persone concrete, e della condivisione di esperienze a partire dalla domanda fondamentale.

Un tessuto da rammendare

I numeri sono chiari. Questa fase di ascolto ha permesso di risvegliare una viva coscienza di comunità. Sono state riallacciate relazioni e legami, rimettendo in dialogo le persone dando uno slancio nuovo ed energico all’evangelizzazione, alle azioni caritative e associative sul nostro territorio. Le persone hanno fatto l’esperienza di essere cercate e hanno sentito che questo è lo stile della Chiesa. Ecco tracciati i prossimi passi della nostra Diocesi: l’annuncio, l’andare a cercare le persone per proporgli la buona notizia di un Dio che è amore e la celebrazione, la Sua reale presenza in mezzo a noi. Questo stile sinodale della comunità cristiana ha una ricaduta immediata sul mondo sociale: le nostre comunità si rivelano centri creativi di cultura, di nuovo umanesimo propulsive di una progettualità politica con uno sguardo ampio, con uno sguardo sulla persona. Il nostro territorio sta chiedendo che la persona torni a essere il centro della società civile, dell’agire politico, imprenditoriale, lavorativo, sociale, etc… Per questo, risulta evidente che il cammino sinodale non è solo una manifestazione dell’essere chiesa: i componenti delle comunità cristiane sono inviati, sono mandati per entrare in dialogo con il territorio, per collaborare con il mondo civile e per costruire insieme a credenti e non credenti una società che abbia al centro la persona.

La presentazione alla Solennità di Pentecoste, il 5 giugno in Cattedrale

Un segno del rinnovamento ecclesiale è l’evento che abbiamo programmato domenica 5 giugno, solennità di Pentecoste. Viene organizzato un incontro per i coordinatori dei gruppi sinodali sull’annuncio; poi in Cattedrale alle 20 ci sarà una celebrazione aperta a tutti dove verrà presentata la sintesi diocesana dell’ascolto di questi mesi. Quale segno della dimensione ecumenica dell’agire comunitario, a questa celebrazione si uniranno la comunità cattolica ucraina di rito bizantino, la comunità cattolica rumena di rito bizantino, la comunità ortodossa moldava e i rappresentanti di alcuni Comuni, tra i quali Faenza, Modigliana, Bagnacavallo.

Una così ampia partecipazione simboleggia concretamente l’importanza del cammino intrapreso e lo spessore di questo particolare evento, che oltre al valore spirituale ed ecclesiale, ha un’innegabile importanza comunitaria e sociale per il nostro territorio.