Dopo l’assemblea diocesana, il punto sui 4 Cantieri del Cammino sinodale

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Ci si rimette in viaggio. Insieme. A seguito dell’assemblea diocesana convocata dal vescovo monsignor Mario Toso dedicata al Cammino sinodale del 12 marzo scorso in Cattedrale a Faenza con il cardinale Matteo Zuppi, l’équipe sinodale coglie l’occasione per fare il punto sui quattro cantieri su cui stanno lavorando i gruppi sinodali in questo secondo anno di ascolto.

I cantieri dell’Annuncio e delle Relazioni: “Non riduciamo la Chiesa a un gruppo Whatsapp”

«Ritessere le relazioni è un tema bellissimo. Le nostre comunità devono essere comunità. Noi dobbiamo chiederci, le nostre comunità sono comunità? Qualche volta ci ignoriamo. ]Spero che le nostre comunità non diventino un gruppo WhatsApp, ma una famiglia». Con queste parole il cardinale Zuppi ha affrontato la tematica dell’annuncio e delle relazioni che sono due cantieri fondamentali del cammino sinodale. Come stiamo annunciando il Risorto? Come possiamo ritessere le relazioni fra le nostre comunità e all’interno di esse? «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35). Possiamo dire che questo è il grande tema emerso con forza dal primo anno di ascolto: una comunità che vive relazioni vere, gioiose, accoglienti, profonde è una comunità che annuncia e manifesta il Risorto e il suo amore per ogni uomo.

La relazione fra i discepoli, e fra i discepoli e ogni uomo, non è qualcosa di aggiunto al nostro essere cristiani, ma è la forma più vera, autentica e concreta della fede in Gesù. Il rischio che le nostre iniziative o il nostro stare insieme sia un freddo gruppo whatsapp deve spaventarci: le comunità appiattite nel “funzionalismo” oppure nell’organizzare eventi, ma non aperte alla condivisione delle fatiche e delle gioie, non attente alla ricerca dei lontani, sono realtà non feconde, destinate magari a coinvolgere tante persone, ma non portando a nessuna di esse la forza vitale del Vangelo. Il Vangelo, l’annuncio dell’amore di Dio per ogni uomo che è la morte e risurrezione di Gesù Cristo, non può che essere il cuore di ogni relazione dentro e fuori la Chiesa.

A partire da queste intuizioni con il quale il cardinale ha rilanciato l’impegno dei gruppi sinodali, nell’oggi siamo chiamati a confrontarci con la questione dei linguaggi, dei giovani, della ferialità (la quotidianità), con la frammentazione delle nostre realtà e con la catechesi. Queste non sono tematiche scelte a caso, ma sono le questioni emerse con più intensità e frequenza rispetto all’annuncio e alla relazione: sono parole che esprimono un desiderio di concretezza e di scelte coraggiose che è necessario progettare insieme. I cantieri non hanno scadenza: non si tratta di completare un compitino, di progettare un’iniziativa in più, da aggiungere alle altre. Il cammino intrapreso di ascolto, di discernimento e di progettazione deve essere radicato nell’ordinarietà del nostro essere Chiesa. La sinodalità non è qualcosa che si aggiunge, ma uno stile con il quale dobbiamo riscoprire il nostro essere comunità, il nostro essere discepoli del Risorto.

Il cantiere della Liturgia: andare in profondità, oltre i giudizi superficiali

La liturgia è sentita come il culmine e la fonte della vita della comunità. È anche la manifestazione concreta del radunarsi insieme delle persone. Eppure, attorno a essa ci sono tensioni: una liturgia distante dalla vita, che non parla più alle persone, con riti rigidi. E allo stesso tempo, il Papa sta scrivendo molto sul tema, indicando quale deve essere l’orientamento della Chiesa. Ne sono un esempio la lettera Desiderio desideravi e il motu proprio Traditiones custodes. Se volessimo riassumere tutti questi spunti in poche parole: la riforma del Concilio è lontana dall’essere compiuta.

Ancora oggi abbiamo bisogno di riprendere in mano il Concilio (la costituzione Sacrosantum Concilium sulla liturgia) e andare in profondità, non accontentarci di giudizi superficiali. Riprendere in mano, approfondire, sviluppare azioni concrete. Il Papa ci dà alcune coordinate: al rito non possiamo rinunciare (DD 44). Se non possiamo rinunciarvi, dobbiamo entrarci dentro, più in profondità. Con questa e altre provocazioni, il cantiere della liturgia nei prossimi mesi proporrà alcuni incontri nel quale essere formati dalla liturgia mediante la stessa celebrazione. Un esempio è la proposta della Pastorale vocazionale e dell’équipe del Cammino sinodale che organizzerà per le domeniche di Pasqua la celebrazione dei Vespri in Seminario con una piccola rilettura e riflessione sul senso della Liturgia delle Ore.

Il cantiere dei Ministeri: la corresponsabilità

Come il nostro essere battezzati si esprime in un servizio che è ministero, istituito o di fatto? Davanti al desiderio di avere guide e orientamenti chiari, come vivere l’autorità nella comunità? Come vivere la corresponsabilità con i preti? Come sviluppare una formazione che aiuti a crescere come membra vive della comunità? Il cantiere dei ministeri finora è il cantiere diocesano con meno adesioni da parte di gruppi sinodali. Può essere invece l’occasione per riflettere su alcune domande chiave per il futuro della nostra Chiesa, come quella legata alla ’corresponsabilità’, emersa anche dall’incontro con il cardinale Zuppi.