[mar 30] Omelia – Veglia Pasquale nella Notte Santa

30-03-2024

Fratelli e sorelle,

la gioia e la luce del Signore Risorto illuminano questa notte santa. Mentre ascoltiamo il racconto della storia della salvezza il cero pasquale, che è Cristo Risorto, ci conduce come Chiesa a gioire, ad esultare, a cantare la nostra lode a Dio nell’Alleluia. Come diceva S. Pier Damiani, il cero è per noi immagine di Cristo e della Chiesa. Ardendo si consuma e illumina l’assemblea. La comunità cristiana, sull’esempio del Cero pasquale, è chiamata a consumarsi e a bruciare per essere luce e gioia per il mondo intero.

Gesù Cristo è morto. È disceso agli inferi. È risorto! Se ci uniamo al nostro Salvatore, risuscitato dall’amore del Padre, la morte non è l’ultima parola, non è l’approdo definitivo dell’uomo. Ogni oscurità è in Lui vinta: la morte è sconfitta, il peccato è redento. Per noi uomini e la nostra salvezza, il Signore si è caricato delle nostre colpe e vincerle con il suo amore. Seppur trafitto e sacrificato, vive e si erge trionfante sul tempo e sulla storia. In Lui, Uomo Nuovo, anche noi «possiamo camminare in una vita nuova».

La Pasqua, vittoria di Dio sul peccato e sulla morte, ci chiama ad essere associati alla risurrezione di Cristo. Se viviamo con Lui, che ha vinto la morte, anche noi vinceremo la morte, e già ora possiamo camminare da “co-risorti”, da viventi in Lui. Cambia il senso della vita. Abbiamo nuove prospettive di impegno e di responsabilità. La speranza non ha confini. Siamo chiamati ad andare al largo. Si spalancano scenari grandiosi ed entusiasmanti di comunione e di fraternità. Ma ad una condizione.

Se siamo «intimamente uniti a lui»: questa è l’unica condizione. Non siamo noi a possedere la vita vera, ma essa ci è donata dal Signore. L’unico ostacolo ad essa può essere solo il nostro rifiuto. L’annuncio dell’angelo «non è qui!», per chi ha fede è la promessa di una vita nuova che continua, permeando il tempo e lo spazio, la nostra storia, le nostre famiglie. C’è, dunque, bisogno del nostro sì, sempre. Cristo, dopo la sua risurrezione non si è assentato dalla storia, dal mondo. Egli continua ad operarvi. Il Risorto avvolge il creato misteriosamente e lo orienta ad un destino di pienezza. Chiama ciascuno di noi ad associarci alla sua opera di trasfigurazione del mondo perché diventi sempre più creazione nuova, un mondo che si sviluppa in Dio.

È specialmente mediante il Battesimo che diventiamo co-risorti in Cristo, siamo chiamati ad una incessante collaborazione con Lui per creare cieli nuovi e terra nuova, un mondo di pace. Cristo risorto è già posto al centro del mondo come pilastro architettonico della nuova creazione e della pace. Accogliamone l’insegnamento e lo Spirito d’amore.

Lasciamo sempre spazio al Signore nell’ascolto delle Scritture, nella preghiera personale, nel vivere in consonanza con il suo progetto di una pace universale. Viviamo la carità e la prossimità verso ogni piccolo di questo mondo, impegnandoci per costruire una società nella giustizia e nella pace.

È questa la vita nuova che ci tiene costantemente protesi verso un mondo che si trasfigura in Dio. Solo il Risorto può cambiare la nostra vita e aprirla ad un di più, al divino. Grazie all’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo la pace è possibile ed è già posta in atto anche per ogni uomo ed ogni popolo, ma non senza l’uomo e i popoli. Questa è la condizione dei co-risorti. La Seconda guerra mondiale è finita, grazie a Dio e agli uomini. Ma nonostante il Figlio dell’uomo abbia resa possibile la pace per ogni tempo e per tutti i popoli ecco che si è resa possibile una «terza guerra mondiale a pezzi». La pace è possibile se lo vorrà l’umanità, se lo vorremo anche noi. Tanti progressi sono stati compiuti in questo mondo, ma ciò non vuol dire fine automatica della malvagità, della cattiveria, dell’ingiustizia e dell’ineguaglianza. Non è bastato per i popoli europei l’avere scelto delle costituzioni democratiche esemplari, quanto a rispetto della dignità e della libertà delle persone, delle famiglie, della laicità. Ai popoli sono state date dal Risorto possibilità di ulteriori conquiste civili e, tuttavia, non sono mancate occasioni di regresso, di mortificazione delle grandi ed alte affermazioni valoriali delle loro costituzioni. Se, grazie al Risorto, l’universo è posto in movimento verso uno sviluppo in Dio, i credenti e gli uomini di buona volontà sono chiamati a contemplare e ad assecondare il mistero di un mondo che già geme, come scrisse san Paolo, nelle doglie del parto di un mondo nuovo (cf Rm 8, 19-22). Ma il creato non è il solo. Anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente, aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Se il mondo, per la risurrezione di Cristo, canta un Amore infinito, perché non averne cura? Perché imporre violenze e guerre?

Donaci un cuore nuovo. Metti dentro di noi uno spirito nuovo. Togli da noi il cuore di pietra e donaci un cuore di carne (cf Ez 36, 18-28). Co-viviamo con il Vivente; co-risorgiamo con il Risorto. A Lui, vincitore della morte, luce che illumina ogni oscurità, ogni onore e gloria nei secoli dei secoli! Amen. Buona Pasqua e un santo bacio a tutti nel Signore risorto (cf Rm 16).

                                               + Mario Toso