[apr 7] Intervento – assemblea iniziale Visita pastorale Sant’Agata e San Martino

07-04-2024

Carissime comunità di Sant’Agata e Villa S. Martino,

dopo il Triduo pasquale, si spalanca nella vita della Chiesa la celebrazione ininterrotta della Risurrezione del Signore.  Una tale celebrazione è il fulcro di una nuova creazione del mondo. Da essa riceve incremento lo sviluppo dell’universo nel Risorto. Il Tempo pasquale, i cinquanta giorni che ci porteranno alla celebrazione della Pentecoste, sono come un’estensione della domenica di Pasqua, come un unico grande giorno in cui celebriamo l’immenso dono della vita nuova di Cristo: una vita nuova delle persone e delle creature di questo mondo, dei popoli. Come al tempo della alluvione sovrabbondò l’acqua che distrusse case e coltivazioni ora, in tempo di primavera, nonostante le devastazioni passate, prevale la primavera, una nuova vita. Nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie, dopo le alluvioni e il terremoto è iniziato il tempo di una rinascita che è tanto più efficace perché avviene in modo comunitario, mediante la solidarietà di tutti. Si ricompatta la vita della comunità cristiana, delle associazioni, delle famiglie. Si riscopre ciò che è necessario per risorgere, per ricostruire ciò che si era frammentato. È Gesù Cristo e il suo amore che ci consentono di attingere alla fonte di una vita cristiana rigogliosa che porta forze nuove nel pensiero e nei comportamenti. I molti, grazie a Cristo, diventano un cuor solo e un’anima sola (cf At 4, 32-35).

La Visita pastorale, che si svolge in questo tempo particolare, ha non a caso questi scopi: risvegliare l’amore per Gesù Cristo; intensificare l’annuncio della sua Parola di salvezza; accogliere e celebrare il suo sacrificio unico per la nostra salvezza; testimoniare la carità di Cristo che fonda il nostro essere fratelli.

Lui è l’uomo nuovo, l’uomo vero, come era stato pensato da Dio dall’eternità: tutti siamo chiamati a diventare immagine di questo uomo nuovo, a vivere in Lui, a vivere nel suo amore, che rivela l’essere di Dio. Dio ha assunto la condizione di servo per redimerci nella totalità del nostro essere, grazie al suo Amore donato, accolto, celebrato, testimoniato.

La salvezza che ci offre il Risorto non ha confini e non ha ostacoli se non la nostra superbia. Non possiamo produrre da soli la nostra salvezza. Possiamo solo riceverla gratuitamente se siamo uniti a Lui, sommo sacerdote, l’unico capace di squarciare il velo che ci teneva separati da Dio. Rimanere in Lui è la nuova ed unica condizione per la gioia piena, per la vera realizzazione umana e cristiana.

Leggendo le vostre relazioni, ascoltando i vostri interventi, non ho altro da dirvi se non di continuare nell’annuncio, nella celebrazione, nel vivere la carità di Cristo verso ogni uomo, soprattutto i più piccoli di questo mondo. Questo è l’orientamento e il criterio di verifica di ogni comunità cristiana: come stiamo annunciando il Risorto? Come lo stiamo celebrando, soprattutto nell’Eucaristia domenicale? Come lo stiamo servendo nei più piccoli e bisognosi? Quest’unica missione della Chiesa è la risposta concreta a rimanere in Lui.

Fratelli e sorelle, come ho già detto, non può mancare il ricordo dei tragici giorni dell’alluvione. Le vostre comunità sono state colpite in maniera violenta e inaspettata, direi più che in altre parti della nostra Diocesi. A nome di tutta la Diocesi intendo ringraziarvi per la testimonianza di generosità, di solidarietà, di fraternità che è scaturita da quell’emergenza. Le difficoltà non sono finite, ma la vostra determinazione è una testimonianza efficace della solidità delle relazioni che dovrebbe animare ogni comunità cristiana e ogni comunità civile.

Siamo tutti fratelli dello stesso Padre, che il Signore ci ha insegnato a chiamare Padre nostro, e insieme continuiamo a pregarlo perché ci doni quanto è necessario ad una vita serena e dignitosa, un lavoro sicuro, un’istruzione efficace, una prospettiva di pace e sicurezza.

Camminiamo coscienti che il Risorto non è assente. È con noi come con i discepoli di Emmaus. È il capofila della nuova creazione. Partecipiamo, allora, alla sua grande opera di redenzione e di trasfigurazione del mondo.

Egli continua ad operarvi. Il Risorto avvolge il creato misteriosamente e lo orienta ad un destino di pienezza in Cristo. Chiama ciascuno di noi ad associarci alla sua opera di umanizzazione e di divinizzazione perché il creato diventi sempre più creazione nuova, un mondo che si sviluppa in Dio.

È specialmente mediante il Battesimo che diventiamo co-risorti in Cristo, siamo chiamati ad una incessante collaborazione con Lui per creare cieli nuovi e terra nuova, un mondo di pace. Cristo risorto è già posto al centro del mondo come pilastro architettonico della nuova creazione e della pace. Accogliamone l’insegnamento e lo Spirito d’amore. Immaginiamo l’opera di educazione delle nostre famiglie e delle nostre associazioni come momento in cui i ragazzi e i giovani si modellano, con l’aiuto dei genitori e delle guide spirituali, secondo l’immagine del Figlio di Dio e di sua Madre Maria, grandi missionari del Padre.

La Divina Misericordia che oggi celebriamo diventi punto di riferimento della nostra missione e della nostra opera educativa. Samo credenti, non increduli.