[feb 2] Omelia – Messa di Trigesima di mons. Vittorio Santandrea

02-02-2021

Pieve Cesato, 2 febbraio 2021.

Cari fratelli e sorelle, celebriamo questa sera, a quaranta giorni dalla nascita, la festa della Presentazione del Signore Gesù al tempio di Dio, che significa l’atto di offrire il Figlio dell’Altissimo al Padre che lo ha mandato (cf Lc 1,32). Il vecchio sacerdote Simeone definisce il Messia del Signore Luce delle gentie gloria di Israele (cf 2,32). Connessa a questa festa è la benedizione delle candele o candelora. Esse simboleggiano Gesù Luce del mondo. Noi che abbiamo tenuto in mano le candele accese siamo chiamati ad essere nel mondo riflesso della luce di Cristo. Noi non siamo la Luce del mondo. Lo è Cristo, che con la nostra vita santa ed immacolata dobbiamo mostrare come Colui che illumina gli uomini e li conduce verso la Gerusalemme celeste. La nostra vita è un pellegrinaggio, è la vita di un popolo in cammino, avente come sacerdote e guida Gesù Cristo. Quando ci muoviamo in processione, la croce di Cristo ci precede, apre il nostro cammino. È Lui che ci conduce.

In questa sera celebriamo la Messa di trigesima per Mons. Vittorio Santandrea, parroco amato di questa diletta comunità parrocchiale. Egli ha proprio impersonato il Sommo sacerdote, Gesù Cristo. In tal modo, ha guidato il popolo di Dio, residente a Pieve Cesato, verso la salvezza, l’ha sollecitato a guardare alle cose di lassù, da dove egli ci guarda e ci segue con cuore trepidante ed amoroso. Questa santa Messa di trigesima è l’occasione adatta per dare lettura del suo testamento spirituale, che è del 01/09/2012. Ecco i principali passi: «Signore, ti dono la mia vita, accoglila quando tu vuoi, come l’ultimo atto di partecipazione al Mistero pasquale. La mia professione di Fede, ora e in punto di morte, vuole essere questa :”Credo risorgerò, questo mio corpo vedrà il Salvatore”. Pensando agli infiniti benefici ricevuti dal Signore negli anni di Sacerdozio e in tante realtà: Brisighella/Baccagnano, Boncellino, Fusignano, san Marco, Pieve Cesato, sento il bisogno di chiedere perdono a Dio e ai fratelli nella fede in Cristo per le innumerevoli debolezze compiute come uomo e come Sacerdote. Avrei dovuto essere santo, ma sono sempre stato mediocre, anche se ho cercato di servire con impegno le Comunità che mi sono state affidate. Ringrazio la testimonianza di vita, la laboriosità e la fede dei miei genitori e, in particolare, della mamma Anna che tanto ha faticato per la sua numerosa famiglia e che tanto ha sofferto. Così pure ringrazio il fratello Umberto e le sorelle Concetta, Maria Luisa e Francesca. Ricordo e ringrazio i Vicari Cooperatori don Luca Ravaglia e don Marco Corradini. Ringrazio ancora le tante persone che la Provvidenza mi ha fatto incontrare nelle scuole ove ho insegnato […]; negli ospedali ove sono stato cappellano […]; nelle parrocchie ove ho esercitato il mio ministero. Da tante persone, anche se lontane dalla pratica cristiana, ho ricevuto aiuto e molte premure. Ora chiedo al Signore che mi usi la sua grande misericordia. Mi affido alla Beata Vergine Maria, venerata coi titoli di Madonna del Popolo, Madonna dell’Attenzione, Madonnadel Miele. Signore, so che sto per salire al tuo Monte, porto con me le sofferenze dell’uomo che cade, che ha negli occhi una visione di CIELO=Paradiso. È l’ultima ferrata. Normalmente la spinta viene da chi sta dietro. Ma la spinta di Dio è più un’attrazione che ci trascina, senza che abbiamo ancora fatto l’esperienza di quello che promette, senza che l’abbiamo sperimentata del tutto. Lo sottolinea il Salmo 31: “Ti farò saggio, ti indicherò la via, ti darò consiglio”. Tutto è al futuro. Ecco, allora, la mia spinta quando è attrazione ha il nome della speranza: quello che Dio ha fatto, lo farà ancora; quello che ha indicato, lo indicherà ancora; quello che ha dato, lo darà ancora.

Vi chiedo di pregare perché questo avvenga anche per me».

Mons. Vittorio vi ha accompagnati sino a poco tempo fa con la sua sollecitudine pastorale, il suo sorriso, la sua ferma determinazione. Ho in mente i suoi ultimi bollettini parrocchiali, che in parte ho citato nell’omelia delle esequie in cattedrale. In particolare, accenno al caldo invito che vi rivolse perché sia costituito, tra i vari gruppi pastorali, un gruppo ministeriale di laici, laiche e altri soggetti. Mons. Vittorio giustificava così la nascita di un tale gruppo: «Stanno nascendo le Unità/Comunità pastorali che – per forza di cose – dovranno impostare e strutturare una gestione interparrocchiale delle risorse spirituali e materiali. I campanilismi non hanno più futuro. Tutti siamo chiamati a vivere e a gestire i cambiamenti». Subito dopo, riferendosi sempre ai gruppi parrocchiali, aggiungeva, per far prendere coscienza della necessità di essere una comunità unita ed articolata: «Non uno deve fare tutto, ma ognuno è prezioso nella vita della Comunità». «Dalla collaborazione si deve passare alla corresponsabilità sinodale». È chiaro che per la costituzione di un gruppo ministeriale, che coopera con il parroco e fa capo a lui, come ho spiegato nell’ultima Lettera pastorale Voi siete la luce del Mondo, occorre che ci sia un discernimento attento su laici e laiche, diaconi e religiosi, ai quali affidare, tramite un mandato del vescovo o una chiamata da parte del parroco, vari servizi a favore della comunità. Per l’assunzione dei vari ministeri è indispensabile un minimo di preparazione teologica, che si realizza mediante momenti formativi ad hoc. La questione non è quella di sostituire con i laici i preti che mancano e che non possono essere presenti stabilmente. Si tratta, invece, di far partecipare pienamente i laici alla vita della Chiesa. L’impegno per la costituzione di un gruppo ministeriale va accompagnato, inoltre, dalla costante preghiera al Signore Gesù, perché mandi operai nella sua messe, in particolare santi sacerdoti. Rispetto a ciò, dev’essere sempre viva una seria pastorale vocazionale, nella parrocchia e in ogni associazione, ed anche l’accompagnamento spirituale, specie di coloro che manifestano una chiamata al ministero presbiterale.

Il Signore vi aiuti e vi benedica nel nuovo cammino.

                                            + Mario Toso