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Buone vacanze
Messaggio del vescovo Mario in occasione del periodo estivo
Messaggi
25-07-2015

 Le ferie sono un momento atteso da tante persone. Per altre, purtroppo, restano un desiderio non realizzabile per tanti motivi, non ultimo quello economico oppure di salute. Diverse sono le persone che durante l’estate sono impegnate nel raccolto dei campi, per le quali le ferie sono forse in altra stagione. Non ultimo, per diverse famiglie quest’estate è segnata dalla preoccupazione per il proprio futuro lavorativo.

Perché allora indirizzare un messaggio per le vacanze?

Ogni persona ha bisogno di un tempo in cui prendersi cura della propria integrità di corpo e anima. Visitare una città d’arte, fare una passeggiata nei sentieri di montagna, così come partecipare alle tante iniziative che le nostre parrocchie realizzano per i nostri ragazzi e le famiglie o recarsi in un luogo di forte spiritualità, sono strumenti per raggiungere il vero obiettivo della vacanza: liberare il tempo. Per fare questo i Padri del deserto davano tre consigli: “Fuge, tace, quiesce”, cioè fuggi, taci, rappacificati.

Fuggi: andare in vacanza significa ripetere l’esperienza di Abramo che lascia la casa di suo padre e la sua vita di tutti i giorni. Si tratta di prendere la distanza giusta dal lavoro e dalle preoccupazioni, per essere capaci di vedere con occhi nuovi la realtà e la vita sociale.

Taci: un consiglio controcorrente in un mondo tempestato di parole. Il silenzio, aiutato da un sano rapporto con il creato, ci insegna a parlare e a gestire meglio il fuoco che a volte si accende nel nostro cuore e nei nostri rapporti interpersonali.

Rappacificati: potremmo spiegarlo in “Fai pace con te stesso”. Ogni riposo che porta la calma, porta anche alla riconciliazione e alla cura della nostra vita interiore.

Seguendo questi tre consigli, le vacanze possono diventare per tutti una bella opportunità: per i credenti come esercizio di comunione con Dio, per tutti come percorso di nuova umanizzazione.

Non è quindi il luogo a fare la vacanza, ma lo spirito con cui viviamo le nostre giornate.

Di cuore, quindi, buone vacanze a tutti. 

MESSAGGIO al VESCOVO ELETTO S. ECC. MONS. MARIO TOSO
Messaggi
19-01-2015

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Venerato padre e fratello, la Chiesa di Faenza-Modigliana loda il Signore che ancora una volta, nella continuità della successione apostolica, le si è mostrato fedele.
Insieme alla Provvidenza di Dio ringraziamo il Santo Padre, il papa Francesco, perché ha scelto Lei, Ecc.mo Mons. Mario Toso, per inviarla in mezzo a noi per essere visibile principio e fondamento di unità, in comunione con il pastore della Chiesa universale.
Grazie anche a Lei per avere detto sì al Papa: noi l’accogliamo nella fede come l’inviato di Dio, e cercheremo di seguirla in tutto ciò che vorrà indicarci. Impareremo a conoscerci reciprocamente, anche se le cose importanti le conosciamo già.
Lei viene a noi come grande liturgo per offrire con noi e per noi l’Eucaristia, soprattutto nella nostra bella cattedrale, per la nostra santificazione e la salvezza del mondo; viene a noi come profeta per far risuonare la parola di Dio e viene a noi per guidare la nostra Chiesa come la famiglia dei figli di Dio.
Il nostro popolo, schietto e cordiale, l’accoglie con gioia. Sappiamo di avere un pastore che camminerà con noi nei momenti sereni e in quelli difficili; anche tra la nostra gente non mancano problemi economici, sofferenze per le malattie, disagi nelle famiglie e nella società. Ella con la sua parola e la sua preghiera saprà tenerci vicino al Signore e ricordarci che il Padre che è nei cieli ci ama sempre.
Desideriamo che il Suo incontro con la nostra Chiesa sia pieno di speranza, soprattutto per la storia di santità che in essa è fiorita dagli antichi S. Pier Damiani, Umiltà e Nevolone, ai più recenti Beata Raffaella, con i servi di Dio Vincenzo Cimatti, Nilde Guerra e Daniele Badiali.
Fin da ora pregano per Lei sei monasteri di Clausura, le famiglie religiose maschili e femminili, 80 presbiteri, 12 diaconi permanenti, 19 Unità pastorali con 88 parrocchie, associazioni e movimenti e tutto il popolo di Dio, che l’aspetta nella fede. Nel Suo giorno onomastico, invochiamo anche la protezione di S. Mario, Suo patrono.
Cammineremo insieme nella speranza e sotto la protezione della Beata Vergine delle Grazie patrona della Città e Diocesi, per il bene di tutta la nostra gente.
L’aspettiamo con gioia e fin d’ora ci benedica.
Faenza, 19 gennaio 2015
                                                         + Claudio Stagni

MESSAGGIO alla DIOCESI
Messaggi
19-01-2015

Mentre ringraio Papa Francesco che mi invia a voi come vescovo, desidero salutare nel nome del Signore S.E. Mons. Claudio Stagni,per tanti anni zelante Pastore della nostra Diocesi, i Confratelli della Regione Pastorale dell’Emilia-Romagna, i sacerdoti, i diaconi, le Comunità parrocchiali e le Unità pastorali con i rispettivi Consigli pastorali e gli operatori, le religiose e i religiosi – specialmente in questo Anno della Vita Consacrata -, i seminaristi, le donne e gli uomini della Chiesa che è in Faenza-Modigliana, in particolare gli ammalati, i volontari e i giovani, tanto cari a me Salesiano. Desidero, altresì, rivolgere un particolare saluto alle autorità civili e militari con le quali la comunità ecclesiale condivide la sollecitudine per il bene comune.

Vengo per camminare insieme a tutti voi, mosso dal desiderio di stare con Cristo e di seguirLo, per meglio servire le persone e le comunità.

Come ben evidenzia la Lettera per l’Anno pastorale 2014/2015, le parrocchie, comunità di comunità, possono essere fonte a cui gli assetati si dissetano, centri di generazione alla fede in Gesù Cristo, di incessante invio missionario, solo se prima vivono in uno stato di permanente comunione con Colui che redime e salva. «Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte», diceva san Giovanni Bosco, di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita.

Per meglio prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare, occorre essere completamente di Cristo, profondamente uniti a Lui e tra noi, mediante una continua conversione spirituale, pastorale, pedagogica.

«Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente» (Salmo 49,8-9). Solo Cristo può salvarci e liberarci. Mentre si incarna divinizza ed umanizza insieme. Noi tutti siamo chiamati a collaborare con Lui, mediante diversi ministeri, vocazioni e carismi.

Quanto più vivremo la comunione dello Spirito santo, condividendo il suo Amore, portando i pesi gli uni degli altri (cf Gal 6,2), tanto più saremo luce per il mondo e sale della terra. Le nostre comunità saranno ricche di vocazioni forti. Quanto più costruiremo l’edificio della nostra esistenza su Gesù Cristo, vivendo Lui, come dice san Paolo (cf 1Cor 12-26) formando un corpo compatto e ricco di membra vitali, tanto più saremo capaci di far nascere nelle famiglie, nelle relazioni interpersonali, nelle istituzioni sociali e pubbliche, nella cultura un nuovo umanesimo: trinitario, comunitario, relazionale, inclusivo. Tanto più potremo elaborare e coltivare una visione delle cose e del mondo conformi allo sguardo di Dio, commisurata all’altissima vocazione a cui siamo destinati.

Cristo, l’Uomo Nuovo, è principio di ogni rinascimento spirituale, morale, sociale ed educativo. È lui che consente di superare la sclerosi del cuore, l’inerzia intellettuale, la mediocrità dell’azione, il disorientamento.

Guardiamo in avanti, mettiamoci tutti come popolo in movimento verso la pienezza dell’umanità di Cristo. La nostra vita ha un senso e una direzione ben precisa. Mediante un’evangelizzazione, che non dimentica la dimensione sociale della fede, anticipiamo tale pienezza nel tessuto e nell’ethos della nostra società, dell’Europa, per offrire a tutti consolazione e speranza, indicando il fondamento granitico della dignità trascendente della persona, la prospettiva ideale e storica della civiltà dell’amore fraterno.

Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono siano le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo (cf Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, n. 1).

I nostri patroni, la Madonna delle Grazie e san Pier Damiani, ci aiutino, mi aiutino.

Pregate per me e beneditemi nel nome del Signore. A mia volta, desideroso di incontrarvi, vi penso e vi benedico.

Roma, 19 gennaio 2015.

                                   + Mario Toso, SDB

BIOGRAFIA DI MONS. MARIO TOSO
Altri documenti
19-01-2015

Ordinato sacerdote da S. Ecc. Mons. Girolamo Bortignon, vescovo di Padova, a Campodarsego (PD) il 22 luglio1978, S. E. Mons. Mario Toso, salesiano, è nato a Mogliano Veneto (TV) il 2 luglio 1950. Si è laureato in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1978) con una tesi sul pensiero tomista di Étienne Gilson, noto storico e filosofo francese, mettendo in luce la peculiarità del metodo filosofico «realista» per quanto concerne la metafisica, la gnoseologia e la politica. Ha successivamente acquisito i titoli ecclesiastici di Licenza in filosofia (Università Pontificia Salesiana) e in teologia (Università Pontificia Lateranense).  Attualmente è professore incaricato di Magistero sociale presso la Lateranense, dove ha incominciato il suo insegnamento nel 1994 e, dopo la nomina a vescovo, è divenuto professore emerito di Filosofia sociale e politica dell’Università Salesiana, dove è stato docente ininterrottamente dal 1980 al 2010. Nella medesima Università ha insegnato Dottrina sociale della Chiesa, come anche in diversi Istituti di Scienze Religiose a Roma, Formia, Frosinone, L’Aquila.
È stato Rettore magnifico dell’Università Pontificia Salesiana di Roma per un sessennio (2003-2009). Prima era stato Decano della Facoltà di Filosofia (1994-2000) nella medesima Università, ma anche Direttore dell’Istituto di Scienze sociali e politiche, ufficio a cui è stato rinominato appena terminato il suo mandato di Rettore, il 30 giugno 2009. Mons. Mario Toso è stato Fondatore e Presidente della Fondazione per la Pontificia Università Salesiana dal 2006; Presidente e Co-fondatore dell’Associazione “pro universitate” Don Bosco; Presidente di URBE (Unione Romana Biblioteche Ecclesiastiche). È Vicedirettore della Rivista di dottrina sociale della Chiesa «La società» sin dalla sua fondazione nel 1991.
Si è in particolare dedicato a riflettere sulla democrazia e sulla figura dello Stato del benessere, sulla sua complessa riforma in senso societario, sull’impegno dei credenti in campo sociale e politico, ponendosi in un più generale contesto filosofico, storico, etico, culturale, approfondendo il pensiero di don Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Jacques Maritain, Emmanuel Mounier, del cardinale Pietro Pavan e del beato Giuseppe Toniolo.
Come studioso e specialista della CEI  ha seguito l’iter dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro nella fase in cui sono stati elaborati i documenti Evangelizzare il sociale (1992), Democrazia economica, sviluppo e bene comune (1994), nonché alcuni sussidi sul rapporto Etica e finanza ed anche nel periodo in cui sorse, crebbe e si ripensò la coraggiosa esperienza delle Scuole di formazione all’impegno sociale e politico. È stato membro dell’«Osservatorio nazionale», dei gruppi «Società civile-terzo settore», «Economia solidale», «Etica e finanza».
In quanto Consultore per circa vent’anni del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha partecipato attivamente a momenti di riflessione, oltre che sull’evangelizzazione del sociale, sulla non violenza e sui problemi della distribuzione della terra; assieme ad altri esperti, ha dato il suo decisivo e qualificante apporto alla stesura di varie bozze, relative al progetto di una sintesi aggiornata della Dottrina sociale della Chiesa, confluite nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa (Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Città del Vaticano 2004). È stato anche coinvolto nel lavoro preparatorio di vari documenti e dell’ultima Enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate.
È nominato Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e Vescovo titolare di Bisarcio (Sardegna) il 22 ottobre 2009.
Viene ordinato Vescovo il 12 dicembre 2009, nella Basilica papale di san Pietro.
È stato membro della Commissione disciplinare della Curia romana.

È autore di una quarantina di libri sulle tematiche dell’evangelizzazione del sociale, del lavoro, della famiglia, della politica e della dottrina o insegnamento sociale della Chiesa, tra i quali:
 

  1. TOSO MARIO, Fede, ragione e civiltà, Biblioteca di Scienze Religiose 72, LAS, Roma 1986,  pp. 302.
  2. TOSO MARIO, Realtà e utopia della politica, Dehoniane, Roma 1989,  pp.102.
  3. TOSO MARIO, Dottrina sociale oggi, SEI, Torino 1996, pp. 259.
  4. TOSO MARIO, Verso quale società? L’apporto della dottrina sociale per una nuova progettualità, LAS, Roma 2000, pp. 491.
  5. TOSO MARIO, Umanesimo sociale. Viaggio nella dottrina sociale e dintorni, LAS, Roma 2002, 2.a ed., pp. 502.
  6. TOSO MARIO, Welfare Society. La riforma del welfare: l’apporto dei pontefici, LAS, Roma 2003, 2.a ed., pp. 621.
  7. TOSO MARIO, Democrazia e libertà. Laicità oltre il neoilluminismo postmoderno, LAS, Roma, pp. 248.
  8. TOSO MARIO, Il realismo dell’amore di Cristo. La Caritas in veritate: prospettive pastorali e impegno del laicato, Studium, Roma 2010, pp. 93.
  9. TOSO MARIO, Nuova evangelizzazione del sociale. Benedetto XVI e Francesco, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2014, pp. 71.
  10. TOSO MARIO, Il Vangelo della Gioia. Implicanze pastorali, pedagogiche e progettuali per l’impegno sociale e politico dei cattolici, Ed. Società Cooperativa Sociale Frate Jacopa, Roma 2014, pp. 67.
  11. TOSO MARIO, Riappropriarsi della Democrazia, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2014, pp. 63.

Inoltre, ha scritto più di duecento saggi in varie Riviste italiane ed internazionali. Mentre ha lavorato presso il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha seguito la preparazione e la pubblicazione di diversi testi di riflessione tra i quali: Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale (Libreria Editrice Vaticana, 2011); La vocazione del leader d’impresa (Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, 2012); Acqua. Un elemento essenziale per la vita (Libreria Editrice Vaticana, 2013); Energia, giustizia e pace (Libreria Editrice Vaticana, 2013); Terra e cibo, (Libreria Editrice Vaticana, 2015).
 

Messaggio per la Giornata della Vita
Messaggi
08-01-2015

Solidali per la vita, è il messaggio per la Giornata per la vita del 1° febbraio. La solidarietà si oppone direttamente all’individualismo. Riflettendo su questo contrasto, forse ci rendiamo conto di quanto sia necessario essere solidali per la vita. Fin dalla nascita ognuno di noi entra in un contesto di relazioni solidali, senza delle quali non potrebbe nemmeno esistere. Così la stessa esistenza è un contributo dovuto alla comunità, che ha bisogno da parte di tutti e di ciascuno di ciò che ognuno può dare, salvo soffrire di un progressivo impoverimento a tutti i livelli, economico, culturale, spirituale.
La solidarietà poi diventa addirittura indispensabile nelle situazioni di emergenza come la malattia, la vecchiaia, le calamità naturali. Da soli, che cosa possiamo fare?
Pensare allora come sia devastante per il bene comune la tentazione di chiudersi in un individualismo egoistico, a cominciare dall’accogliere la vita del nascituro solo se ci va bene; o dalla pretesa di volere il figlio al momento che decidiamo noi anche con pratiche permesse dalla legge ma non dalla morale; oppure decidere di accogliere il figlio solo se è sano, come se i figli sani non dessero problemi a volte più di quelli che hanno qualche limite. 
La solidarietà che viene invocata nel messaggio dei vescovi si estende alla partecipazione delle situazioni degli altri nel dare una famiglia a chi non ce l’ha, o nell’adottare una famiglia, o nell’accogliere i migranti. Dobbiamo chiederci se il futuro del mondo sarà migliore con una solidarietà diffusa nelle famiglie e tra le famiglie e verso chi può avere bisogno, o se sarà più vivibile un mondo dove ognuno bada a se stesso, e cerca di soddisfare in modo egoistico il proprio interesse, pronti solo a pretendere dalla comunità senza sentirsi in dovere di dare.
Una giornata di riflessione e di preghiera può far bene a tutti, soprattutto per preparare un futuro migliore per i figli che verranno.

Buon Natale 2014
Messaggi
23-12-2014

L ‘augurio di Buon Natale fiorisce inevitabilmente sulla situazione attuale: la diffusione della corruzione ad alti livelli dell amministrazione pubblica, con un conseguente senso di avvilimento. Il Natale non può essere ovviamente l evento che magicamente fa sparire tutto il male e improvvisamente tutto va a posto; però
Sarebbe facile e ingeneroso concludere che non c è niente da fare, che non ci si può fidare di nessuno, che non sappiamo come andremo a finire.
Il Natale è l evento che ci alimenta la speranza nel disegno di Dio sul mondo, che ha voluto coinvolgere l uomo con il suo peccato, per liberarlo da tutto questo e rendergli possibile vivere da figlio di Dio. Dio ha sempre saputo come era fatto il mondo e che cosa l uomo cercava nel suo cuore. Eppure non ha disdegnato di farsi uomo, di venire a condividere dall interno la nostra condizione per cambiare il nostro cuore e la nostra vita. La risposta vera a tutto quello che nel mondo è male, violenza, cattiveria, corruzione non è la rassegnazione, ma prendere atto della presenza di Dio tra gli uomini e fare la nostra parte per accoglierlo e diffondere pure la buona notizia della nostra salvezza.
Augurare Buon Natale vuol dire che siamo convinti che se Dio si è fatto uomo, c è la speranza di cieli nuovi e di terra nuova; questi, seppure proiettati nell eternità, iniziano ora mediante la promozione della giustizia, della pace, dell amore e della bontà; e nel fare questo non siamo soli, perché il Signore ci è accanto e sono già tanti coloro che non solo capiscono questo, ma si stanno impegnando.
Buon Natale dunque, perché la nascita di Gesù è comunque motivo di vera speranza.