Archivi

Messaggio per la Quaresima 2017
Messaggi
02-03-2017

Papa Francesco ci ripropone la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (cf Lc 16, 19-31) come traccia da seguire per la nostra conversione quaresimale. Il povero Lazzaro richiama i molti poveri della terra. Non pochi di essi, percorrendo distanze considerevoli, mettendo a repentaglio la loro esistenza, giungono sino a noi, in cerca di una nuova esistenza, spogliati di tutto e sfiniti. Il loro volto dev’essere sollecitazione a cambiare vita. Ogni Lazzaro in cui ci imbattiamo deve essere occasione concreta, suggerisce il pontefice, per fare l’esperienza della Quaresima, ossia per convertirsi, per essere maggiormente se stessi mediante il dono. La Parola di Dio espressa nella parabola del povero e del ricco è essa stessa un dono per noi, per l’uomo, perché lo libera e lo apre alla trascendenza, ossia ad un’altra visione della vita, che viene così tutta orientata a Dio. Lo sguardo viene cambiato e, con esso, anche il cuore. Si passa dalla corruzione del peccato che sfigura la persona, intrappolandola nell’esteriorità, in se stessa, nell’avere, nel denaro che prende il posto di Dio, e si giunge ad un’esistenza nuova, aperta al dono, ad una relazionalità fatta di fraternità, di gratuità, di esultanza di vita.
La conversione richiesta dalla Quaresima, da viversi anche mediante i «piccoli» ma potenti mezzi del digiuno, della preghiera e dell’elemosina, si estende naturalmente in un’opera grandiosa, mondiale: la costruzione di una famiglia umana, ove non vi siano povertà, diseguaglianze, conflitti, bensì cibo ed acqua potabile per tutti, sviluppo integrale e sostenibile, inclusivo di ogni persona e di ogni Paese. Il ricordo del cinquantesimo anniversario, che ricorre quest’anno, della grande enciclica del beato Paolo VI, ossia della Populorum progressio, può diventare, in proposito, un ammaestramento, un modello di traduzione delle esigenze del Vangelo nel sociale. Viviamo, allora, la Quaresima anche come costante impegno di partecipazione alla redenzione di Cristo dei legami e delle istituzioni sociali, dei popoli della terra. Ma non dimentichiamo l’esemplarità della trasfigurazione dei nostri santi, compreso il servo di Dio padre Daniele. Preghiamo per la preparazione del Sinodo dei giovani, che ha ora un suo nucleo germinale nella Consulta giovanile, nata da poco, con lo sguardo rivolto all’incremento di una Chiesa giovane.

Messaggio per la Giornata per la custodia del Creato (1 settembre 2016)
Messaggi
29-08-2016

Anche quest’anno la Chiesa italiana desidera che il prossimo 1° Settembre 2016, sulla base del Messaggio La misericordia del Signore per ogni essere vivente, riflettiamo sulla Custodia del Creato. Ad un tale impegno sollecita anzitutto il grido della stessa terra. Nel nostro Paese vi sono numerosi casi di degrado, di inquinamento nelle città, di avvelenamento di territori che mettono a rischio la salute e la vita di molti e che, oltre ad essere penalmente perseguibili, si configurano come veri e propri peccati che postulano una conversione ecologica.

L’invito dei vescovi italiani è semplice e chiaro. Nell’anno della Misericordia dobbiamo pensare che essa non concerne solo gli uomini e le loro relazioni interpersonali ma anche il loro rapporto con il creato. Bisogna vivere e realizzare la Misericordia di Dio – oltre che nell’ambito antropologico, nel mondo del lavoro, della finanza, dell’economia, della politica, dei mass media, della sanità, della scuola, come illustrato nella Lettera pastorale alla Diocesi -, anche in ambito ecologico!

Tra le vie indicate per farlo vi è quella della ricezione della Laudato si’, l’ultima enciclica di papa Francesco. Sebbene nella nostra Diocesi si siano sviluppate molteplici iniziative con cui la si è presentata, spiegata e, in parte, tradotta in pratica con gesti significativi sul piano del cambio degli stili di vita, della bonifica di porzioni del territorio, rimane sempre il compito di una ricezione più sistematica e penetrante in ambito pastorale ed educativo, di una mobilitazione corale, di piccole azioni quotidiane migliorative di quanto già si fa. Per quanto concerne le comunità cristiane, le scuole cattoliche, i movimenti, le organizzazioni di ispirazione cristiana, vanno senz’altro incrementate una catechesi, una formazione, una messa in rete delle varie iniziative. Si tratta di elaborare itinerari pastorali, progettualità culturali e sociali che: muovono dal presupposto di una chiamata e di una vocazione alla custodia del creato, alle quali corrispondono un compito missionario e di testimonianza; che tengono presente il principio morale dell’ecologia integrale; che presuppongono un aggiornamento dell’educazione alla fede, della formazione ad una spiritualità ecologica, che abilita ad essere custodi e promotori del creato, a confessare i propri «peccati contro la creazione» (cf Laudato si’, n. 8), a declinare eticamente il rapporto tecnologia, lavoro ed ambiente, a coltivare una legalità e una democraticità non solo formali.

Non bisogna perdere la speranza. Gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e a rigenerarsi, ad ammirare il bello, ad uscire dal pragmatismo utilitaristico. Non esistono sistemi sociali e culturali che annullino completamente l’apertura al vero, al bene e alla bellezza. In questo modo è possibile risalire la china, impiantare una nuova cultura, mobilitare le coscienze, formare movimenti di consumatori che smettono di acquistare certi prodotti e, così, diventino, con il loro portafoglio, decisori del destino di certe imprese che puntano solo al profitto e non rispettano l’ambiente. Formando la responsabilità dei consumatori si riesce ad incidere sulle politiche e sull’economia.

ESSERE PROTAGONISTI di UNA STORIA DI MISERICORDIA
Messaggio del Vescovo all'inizio della Quaresima
Messaggi
05-02-2016

Il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016 ci sollecita a vivere un’esistenza nuova non solo mediante parole o gesti formali ma coi fatti, con la conversione del cuore. Per questo il sottotitolo del Messaggio è «Misericordia io voglio e non sacrifici» (Mt 9,13). Si tratta di un Messaggio che ripropone ai credenti le opere di misericordia corporali e spirituali.

Trasformato dall’esperienza della misericordia di Dio, il popolo cristiano diventa capace, a sua volta, di misericordia. L’accoglienza della misericordia vivente, che è Cristo, ci rende più simili a Dio, persone abitate dagli stessi sentimenti e dallo stesso Spirito di Gesù, che noi riusciamo a manifestare nei confronti dei nostri fratelli e sorelle in umanità e nella fede. Il Messaggio ci invita, in particolare, a non separare le opere corporali da quelle spirituali e viceversa. «Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle, bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori».

La misericordia va vissuta, pertanto, a trecentosessanta gradi, come la giustizia più grande. Non può essere rinserrata solo nelle opere caritative e di assistenza. Tocca tutte le dimensioni della vita. Va vissuta, come spiegato anche nella Lettera pastorale di quest’anno, in tutti i luoghi dell’esistenza, non esclusa la famiglia, ma anche nel lavoro, nella finanza, nell’economia, nella politica, nei mezzi di comunicazione sociale, nei rapporti con il creato, nella cultura, nella scuola, nell’impegno della cura della salute.

Non dimentichiamo il digiuno quaresimale, per meglio vivere la misericordia. Pratichiamo l’astinenza dal cibo, dall’uso eccessivo della televisione e di tutti i nuovi mezzi di comunicazione. Quest’ultimi non vanno demonizzati, ma non si può ignorare che possono farci perdere il contatto con le persone reali e concrete, di distoglierci dalla preghiera, di rinchiuderci entro un mondo surreale. Abbiamo, invece, bisogno di un incontro e di una comunicazione più profondi con le persone, con la realtà, con i problemi stessi. La superficialità, l’uniformarsi ai luoghi comuni non consentono di penetrare fin nelle giunture del tessuto sociale, dell’animo umano, della coscienza.

Non vale, allora, il digiuno dalle opere di misericordia! Non vale il digiuno dallo studio, dall’impegno di conoscere, di distinguere ciò che bene e ciò che è male! Non vale il digiuno dal vivere Cristo e dall’essere testimoni credibili e, quindi, coerenti con il Vangelo!

Notificazione per l’apertura del Giubileo Straordinario della Misericordia
Orientamenti pastorali
27-11-2015

Dio, che rivela la sua misericordia con il perdono, ci chiama, attraverso Papa Francesco, a vivere un Anno Santo della Misericordia in cui siano sperimentate prima di tutto delle opere di misericordia per il corpo e per lo spirito, ponendo il segno del pellegrinaggio come esemplificativo della vita cristiana nel cammino in questa terra per giungere a contemplare il Volto misericordioso del Padre manifestato da Cristo Signore nella Carità dello Spirito Santo.

  1. Secondo le indicazioni della Bolla “Misericordiae Vultus” e già in parte anticipate nella mia Lettera Pastorale “Misericordiosi come il Padre”, stabilisco che luoghi del pellegrinaggio nella nostra Diocesi ai fini di lucrare l’Indulgenza e vivere l’esperienza della Misericordia sono:
  1. la Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo in Faenza;
  2. la Concattedrale di S. Stefano Papa in Modigliana;
  3. l’Insigne Collegiata di S. Michele Arcangelo in Bagnacavallo.

Domenica 13 dicembre 2015 alle ore 17 nella Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo in Faenza verrà aperta un’apposita “Porta santa” e celebrata una solenne Eucarestia. Perciò dispongo che in quella terza domenica di Avvento sia sospesa la celebrazione di tutte le S. Messe pomeridiane e serali in tutto il territorio della Diocesi.

Nella domenica successiva 20 dicembre l’Anno giubilare verrà aperto nelle altre due Chiese Giubilari.

Il 13 novembre 2016 si chiuderà in tutto il mondo l’Anno Giubilare.   

  1. In tali Chiese Giubilari i fedeli, dopo un opportuno percorso almeno spirituale, loderanno il Signore che è grande nel perdono accostandosi con gioia al Sacramento della Riconciliazione o Confessione nelle modalità, che saranno pubblicizzate dai Presbiteri responsabili per territorio, e vivendo momenti liturgici, comunitari o anche personali, tenendo presente del Calendario di massima.

Inoltre, ricorrendo l’ottavo centenario della conferma dell’Ordine domenicano da parte di papa Onorio III, la possibilità di acquistare l’indulgenza plenaria di cui al punto 1., è concessa a tutti i fedeli che si recheranno in forma di pellegrinaggio nelle chiese o nelle cappelle della Famiglia domenicana.

  1. I Presbiteri che hanno la facoltà di confessare nella nostra Diocesi o dal loro Ordinario sono già a conoscenza che possono assolvere da tutti i peccati riservati all’Ordinario del luogo, per risanare tutte le ferite che lacerano le coscienze e la società fra cui il peccato di procurato aborto.
  1. Oltre gli eventi previsti nel calendario diocesano per il pellegrinaggio a Roma o in altri luoghi giubilari, è facoltà di chiunque organizzare pellegrinaggi. Tuttavia si abbiano a mente le disposizioni spirituali che devono muovere i fedeli a questo santo viaggio, cogliendo specialmente le occasioni non solo di riflessione, ma di fattiva carità.

Anche nel particolare rapporto con il Successore di Pietro e la sua Sede, i fedeli sono invitati a rendere più viva ed evidente la comunione della Chiesa che ci invita a essere misericordiosi come il Padre congiungendoci nell’amore del Cristo, fasciando le ferite del corpo e dello spirito dei nostri fratelli.    

Non si accontentino perciò i pastori di anime di curare il momento celebrativo dell’anno giubilare che sta per iniziare né i fedeli si sentano gioiosi solo dell’incontro con il Signore o della comunione con la Chiesa e il successore di Pietro, bensì dei passi compiuti nel cammino verso una vera conversione che ci avvicina alla Gerusalemme del Cielo, dalle cui dodici porte entrano i segnati per vivere alla Luce dell’Agnello, quando Dio sarà tutto in tutti.  

Faenza, 22 novembre 2015

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo

                        + Mario Toso, vescovo

                        dott. Marco Mazzotti, Vice cancelliere