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Calvari: apre la mostra al Museo Diocesano

Opere salvate e riemerse dal fango, che ritrovano una nuova luce con l’avvicinarsi della Pasqua. L’unione di tre istituti museali di Faenza – il Museo Diocesano, il Museo Guerrino Tramonti e il Museo Carlo Zauli – ha portato alla realizzazione di un percorso legato alla Via crucis dal titolo “Calvari”, che ha luogo in due sale, riaperte solo ora al pubblico, al Museo Diocesano (piazza XI febbraio, 10, Faenza).

Via Crucis d’autore in sinergia con il Museo Zauli e il Museo Guerrino Tramonti

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“La collaborazione tra Museo Diocesano, Museo Guerrino Tramonti e Museo Carlo Zauli – ha detto don Mariano Pignatelli, direttore del Museo Diocesano di Faenza – mette in evidenza come questi poli possono mandare non solo messaggi di arte e cultura, ma anche di fede”.

Le formelle di Guerrino Tramonti

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L’esposizione metterà in scena alcune prove di formelle che l’artista Guerrino Tramonti realizzò per il Crocifisso della Chiesa del Paradiso e che sono state recuperate dagli scantinati del museo nei giorni successivi all’alluvione. “Abbiamo salvato dal fango una copia dell’originale crocifisso che Guerrino Tramonti donò alla Chiesa del Paradiso nel 1984 – spiega Milena Camposano Tramonti – un’opera particolarmente complessa perché composta da nove parti e passata in forno per ben tre volte; l’ultimo passaggio prevede la polvere di vetro che dà questo effetto cristallino”. Niccolò Bosi, presidente del Consiglio Comunale, ricorda che “dagli scantinati uscivano opere d’arte che sembravano provenire da un sito archeologico, è nata così l’idea di organizzare questa Mostra. Un segno forte sia della sofferenza vissuta, sia di rinascita”.

La Via Crucis di Carlo Zauli

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Anche dal Museo Carlo Zauli sono ‘riemerse’ dalle cantine circa 1500 stampi e gessi, oltre alle formelle della Via Crucis esposte nella mostra. “La plasticità di queste forme è diversa da tutte le altre – ha sottolineato Monica Zauli, che per l’omonimo Museo cura l’archivio oltre agli allestimenti e la didattica – e sono le copie dell’originale smaltata di cui non conosciamo il committente. Risale al decennio che va dagli anni ’40 a metà degli anni ’50, periodo in cui mio padre si dedicò alle vie crucis”.

Il restauro di un ovale di terracotta grazie alle Lioness

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Il terzo filone di opere è fornito dal Museo Diocesano di Faenza che espone una Via Crucis del Comerio oltre a un ovale del XVIII in terracotta monocroma, sempre parte delle collezioni del Museo, che verrà restaurato grazie al contributo del Lions club Faenza Lioness per opera di Michele Pagani: “Siamo particolarmente grati a Simonetta Baroncini, Presidente del Lions club Faenza Lioness  – ha detto Giovanni Gardini, vice direttore del Museo – per l’attenzione rivolta alla nostra istituzione museale. Sponsorizzare il restauro di un’opera d’arte significa infatti restituire un patrimonio a tutta la comunità faentina e non solo. L’occasione di un restauro, inoltre, è sempre un tempo prezioso di studio e di indagine e ci aspettiamo delle scoperte anche per questa bellissima opera raffigurante la crocifissione di Cristo”.

“Calvari” sarà visitabile il venerdì dalle 16 alle 18.30sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30 fino al 28 aprile.


“Dante e i mosaici: sguardi su Ravenna e Torcello” l’8 giugno con Penni e Simonini

Si terrà martedì 8 giugno 2021 alle 17, alla Chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza, una conversazione su Dante e i mosaici, tra Ravenna e Torcello”, insieme a Emanuela Penni, docente di iconografia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Forlì e a Ivan Simonini, scrittore e presidente delle Edizioni del Girasole, entrambi autori di libri che indagano il rapporto tra i mosaici bizantini di Ravenna e Venezia e l’influenza che questi hanno avuto su Dante nella composizione della Divina Commedia. A guidare la conversazione sarà la prof.ssa Michela Dal Borgo, responsabile del Settore Apostolato Biblico della Diocesi di Faenza- Modigliana.

L’incontro è inserito all’interno del calendario di eventi culturali pensato in occasione della mostra di Felice Nittolo Dante è vivo, cento opere per cento canti, a cura del Museo Diocesano di Faenza. Nell’occasione sarà possibile visitare anche la mostra. Ingresso libero, nel rispetto delle normative anti Covid-19.

NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI

Ivan Simonini (foto), nato a Modena nel 1949, da mezzo secolo vive a Ravenna. Come assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Ravenna dal 1988 al 1991, ha promosso la nascita della Fondazione Flaminia che in quel triennio riportò a Ravenna l’università con i nuovi corsi di laurea in Beni Culturali e Scienze Ambientali. Come scrittore ha tra l’altro pubblicato: La basilica degli specchi. Ravenna e i ravennati nella letteratura universale (1993), Mille e una Eva. Dialogo di Aladino con il genio e la zingara (2001), Il soldino. Paradossi e profezie (2005), I mosaici ravennati nella Divina Commedia (2021, seconda edizione riveduta, accresciuta e capovolta). Attualmente è presidente delle Edizioni del Girasole, la più antica casa editrice ravennate oggi in attività.

Emanuela Penni ha studiato al Liceo Classico Morgagni di Forlì e si è laureata in Lettere Classiche a Bologna con una tesi su  S. Apollinare Nuovo. Ha poi conseguito il diploma di specializzazione e il dottorato di ricerca in Archeologia Tardo-antica e Medievale. Insegna nelle scuole medie superiori e all’Istituto Superiore di Scienze Religiose delle Diocesi di Ravenna, Cesena, Imola, Faenza, Forlì. Ha partecipato a campagne di scavo a Rimini, al Canale Emiliano Romagnolo, a Senigallia, a Savignano sul Rubicone e a Classe. Tra le sue varie pubblicazioni: “La Basilica di Sant’Apollinare Nuovo di Ravenna attraverso i secoli” (2004),  “L’arianesimo nei mosaici di Ravenna” (2011), “La liturgia diventa arte: il Battistero Neoniano e la Cattedra di Massimiano a Ravenna” (2017). Ora, questo viaggio con Dante a Torcello, nel triangolo magico Bisanzio-Ravenna-Venezia.