Il 27 novembre si è celebrata la Giornata della Casa del Clero

Da qualche anno il nostro vescovo Mario Toso ha voluto dedicare la prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico, alla conoscenza e al sostegno dell’importante e necessaria struttura della Casa del Clero Card. Cicognani, inaugurata il 25 giugno 2016. Qui vengono accolti sacerdoti e persone religiose di età avanzata, bisognosi di essere custoditi anche per il loro stato di salute. Al momento sono accolti sette sacerdoti e una suora in appartamentini individuali a seconda delle condizioni e necessità di ciascuno e due sacerdoti nei posti convenzionati con l’Opera Santa Teresa. Il coordinatore della Casa del clero Danilo Cicognani, sempre vicino a tutti gli ospiti della Casa, ricorda alcuni sacerdoti che, in questi anni, sono passati dalla… ‘casa del clero… alla casa del Cielo’.

Dalla casa del clero… alla casa del Cielo

don Piero drei
Il ricordo più vicino è rivolto a don Piero Drei, arrivato nelle nostre stanze dell’Rsa nell’estate del 2017 poi a novembre trasferitosi negli appartamenti. Ho passato molto tempo con lui, è stato un prete sempre in moto, abbiamo trascorso molte mattine a camminare insieme finché la salute gliel’ha consentito. Per lui era fondamentale entrare in relazione con le persone e sentiva molto il passaggio dalla parrocchia di Glorie alla Casa del Clero per l’assenza dei bimbi dell’asilo, dei parrocchiani e dei collaboratori. Nonostante questa fatica è riuscito a ricostruire rapporti andando a servire a San Pier Laguna e dialogando con i nostri volontari. Ha mantenuto rapporti coi ragazzi seguiti al Ceis di Ravenna, alle loro famiglie; durante questi ultimi anni ha continuato a chiamarli e invitarli; teneva anche appesi quadri che gli erano stati regalati da loro. Ha sopportato in modo esemplare la sua malattia… una vera croce da portare, soprattutto nell’ultimo anno; un anno nel quale lentamente ma progressivamente si è visto portar via le proprie autonomie fino al saluto conclusivo dal letto di ospedale. Nella convivenza col proprio dolore don Piero ha lasciato a tutti una testimonianza di fede profonda e autentica. Don Piero pregava spesso: quando lo si andava a trovare voleva pregare insieme il Santo Rosario. Don Romano Baldassari è arrivato nella nostra struttura già in conclamata malattia. Una delle malattie più invalidanti e impegnative. Sei lunghi anni che lentamente l’hanno spento. Nei primi tempi ho potuto condividere uno sprazzo del don Romano di un tempo. Camminando insieme gustava le cose belle del creato che lui amava, poi la preghiera alla Madonnina, la sua capacità di scherzare e farsi capire con gli sguardi quando le parole non potevano più assisterlo. Di don Romano ci tengo a dire che faticava molto a esprimersi, ma credo che per molto tempo abbia capito tutto quello che gli succedeva intorno anche se non riusciva a esprimerlo… Occorreva tempo per ascoltarlo, per osservarlo, ma alla fine ci si intendeva. Anche per lui, le ultime frasi che gli ho sentito pronunciare sono state le preghiere.
don-antonio-bandini
Don Antonio Bandini è stato con noi poco. Mi colpì la prima volta che lo incontrai quando mi disse: «Io coi preti non ci voglio stare, sono una brutta razza!». Poi una volta arrivato, pur muovendosi con la carrozzina, voleva a tutti i costi incontrare e dialogare coi confratelli a tavola; li andava proprio a salutare uno a uno. Era una persona che non si lamentava mai. Anche per lui la relazione coi parrocchiani è stata una grande forza, tanto che durante i pochi mesi trascorsi in questa casa, diverse volte ho organizzato coi suoi amici delle video-chiamate. Mi dispiace averlo visto così gravato dalla malattia, mi sarebbe piaciuto conoscerlo in forma.
Fra Agostino Vandi è stato con noi quasi quattro anni; una persona squisita che ha speso la vita per i Francescani di Faenza lavorando sodo e pregando. Alla Casa del Clero era molto fedele nel pregare i “suoi 50 Padre nostro”. Era una presenza gentile e, per l’età, direi pure delicata. Sempre in pace, ricordava con passione il proprio lavoro nella “cerca”, scherzando diceva di aver “finito” tre camion. Del vescovo monsignor Giuseppe Fabiani posso dire poco perché è arrivato allettato ed è stato molto in casa; è comunque stato un onore la sua presenza per noi. Comunicava soprattutto con delle occhiate perché faticava a parlare.
Monsignor Roberto Brunato, è difficile pensare che siano già passati quattro anni dal suo saluto o arrivederci. Una persona calda, simpatica. Lo riesco a ricordare solo col sorriso, nonostante gli ultimi mesi costretto a letto. Mi è stato accanto in dei momenti di fatica facendomi vedere un po’ di luce dove mi parevano esserci ombre. Una presenza preziosa. Monsignor Giuseppe Piazza è stato con noi davvero poco. Ricordo che sempre amava parlare di Lourdes. Mi torna in mente un episodio: fece recitare a tutti i confratelli a tavola più volte una preghiera a lui cara dedicata alla Madonna. Mi sembrava iniziasse più o meno così: “vorrei essere un fiore, un fiore che…”. Dopo aver spiritualmente vissuto e annunciato tante apparizioni sulla terra…, andando in paradiso è lui che finalmente è apparso alla Madonna! La vicinanza che la Provvidenza mi ha dato di vivere con voi sacerdoti, particolarmente negli ultimi giorni della vostra vita terrena, mi porta a un profondo e sincero senso di gratitudine per il bene da voi ricevuto e per quanto ancora farete dal Cielo, grazie.

Danilo Cicognani

Nella foto: don Piero Drei, don Marco Farlofi e don Romano Baldassari