OMELIA per l’APERTURA del CAPITOLO ELETTIVO delle CLARISSE

Faenza, Monastero S. Chiara - 29 agosto 2016
29-08-2016

All’inizio del Capitolo elettivo è prevista la celebrazione della Messa votiva dello Spirito Santo. In vista di ciò si è scelta la Messa del giorno di Pentecoste. A suo modo anche un Capitolo elettivo è momento di Pentecoste, di rinnovamento della missione, mediante il dono dello Spirito Santo che unifica (cf At 2, 1-11) e colma le persone della presenza di Dio.

La Chiesa universale ha bisogno di una rinnovata Pentecoste, ma anche ogni monastero ed ogni comunità. Questa comunità, a partire dalla propria specifica identità, prega perché lo Spirito Santo aiuti: ad essere, innanzitutto, conformi all’immagine del Figlio di Dio, via, verità e vita, per vivere totalmente consacrate a Lui; in secondo luogo, a seguire il Maestro nella via che è stata indicata a Chiara da Francesco, modello sublime di amante e di imitatore di Gesù Cristo.

La venuta dello Spirito è invocata per una nuova primavera spirituale nella propria vita e in quella comunitaria!

L’elezione di una nuova Abbadessa è, infatti, per la comunità momento di speciale unità nella carità, come è scritto nelle vostre Costituzioni (Roma 1986, p. 140). Non è un mero atto di routine o di mero adempimento delle norme statutarie. È occasione di sentirsi e di farsi comunione più intima con Dio e tra sorelle, per guardare al futuro, ancora una volta, reinterpretando il proprio carisma religioso e spenderlo a favore della Chiesa e dell’umanità. Non va dimenticato che la precondizione di un’unità più intensa ed efficace è rappresentata dalla fedeltà alla Parola di Dio e all’amore fraterno. Solo così il Padre e il Figlio prendono dimora in noi. Assieme ad essi prende pure dimora quello Spirito d’amore che li unisce in un abbraccio di affetto e di tenerezza eterni (cf Gv 14,15-16). Noi, voi, siamo avvolti dal loro abbraccio che riscalda il cuore e sollecita a riprendere sempre il largo in questo momento storico che è unico rispetto ad altri scenari.

Quando noi abitiamo in Dio Trinità, e siamo pervasi dal suo Spirito d’Amore, ne veniamo trasfigurati e potenziati nelle nostre capacità di conoscere il vero e di scegliere il bene e Dio. Siamo anche posti in grado di compiere meglio il discernimento nella nostra vita e nel lavoro della vigna: sia che si debba eleggere una nuova Abbadessa; sia che si debba pensare ad una tale elezione anche in funzione del rilancio del proprio carisma e della propria missione nel mondo e in questa città.

Lo Spirito manda a noi i raggi della sua luce; dà forza d’animo allorché siamo tiepidi; sana ciò che sanguina nel nostro spirito e nelle relazioni interpersonali. Piega ciò che è rigido e fossilizzato nella comunicazione reciproca. Scalda ciò che è gelido nella comunione fraterna e nell’amore a Dio, lo Sposo. Offre i suoi santi doni: di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio, perché portiamo frutti abbondanti di dono generoso a Cristo nel territorio e nella Chiesa, a servizio del Regno di Dio.

Nel tempo, la vostra comunità di Clarisse che professano la Regola di Urbano IV, ha visto dapprima un forte ridimensionamento dell’attività educativa mediante la scuola, e poi il suo definitivo spegnersi. E, tuttavia, non è mai cessata un’altra opera educativa importante ed alta – per cui tutti ve ne siamo profondamente grati -, mediante: la preghiera, lo studio, la riflessione, il confronto, l’accoglienza di gruppi giovanili e persone desiderosi di silenzio, ascolto della Parola di Dio, partecipazione a momenti liturgici e di formazione, con una particolare dedizione alla preghiera per l’unità dei cristiani e il dialogo religioso.

La ricerca comunitaria di prospettive, anche nuove, per il futuro del vostro monastero è d’obbligo. Ma è imprescindibile e prioritaria la vostra esistenza come figlie di Dio, a Lui consacrate per una vita contemplativa, stabilmente e fortemente radicate nella Trinità. Solo così sarete, saremo, eredi di Dio e della sua gloria (cf Rom 8, 8-17). Il nostro essere pellegrini dell’Assoluto in questo mondo contingente, ci insegna e ci abitua a riconoscere ciò che è caduco, passeggero e secondario rispetto alla nostra vocazione di credenti, chiamati alla gioia della vita con Dio. Proprio il nostro essere di Cristo non può essere indebolito. Da esso, coltivato quotidianamente, deriveranno nuovi semi di futuro e nuovi germogli di vita. Non dimenticate di portare nel vostro cuore la Chiesa della Romagna in cui siete inserite: una Chiesa fortemente impoverita di vocazioni sacerdotali e di vita consacrata, bisognosa di una pastorale vocazionale più incisiva e più sistematica, più supportata dalla preghiera al padrone della messe. Tutta la comunità cristiana che è in Faenza-Modigliana vi accompagna e vi ricorda a Maria, Madre della Chiesa. Santa Chiara e san Francesco vi proteggano e vi aiutino a diffondere sempre il profumo della buona fama, perseverando nella via della santa semplicità, dell’umiltà e della povertà (cf Costituzioni, p. 79).