Raccolti nella nostra bella cattedrale concludiamo l’anno 2015 celebrando la Messa vespertina della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Alla contemplazione del mistero della divina maternità si unisce, pertanto, il cantico della nostra gratitudine per il 2015 che tramonta e il 2016 che già intravvediamo. Il primo sentimento che si affaccia è quello della riconoscenza. Ringraziamo il Signore per i molti benefici che ci ha elargito, colmando tutte le nostre componenti ecclesiali, comunità e Centri pastorali di tanta tenerezza. Penso al vescovo emerito, S. Ecc. Mons. Claudio Stagni, al sottoscritto, ai presbiteri, ai diaconi, alle persone consacrate, ai tanti fedeli laici qui convenuti, ma anche alle molteplici associazioni, aggregazioni e movimenti.
Alla fine di quest’anno, il ringraziamento va anche a tutti coloro che hanno collaborato, in vario modo, all’annuncio della fede e alla testimonianza della carità, specie ai più poveri. Quanto bene è stato compiuto nella nostra Diocesi, grazie all’aiuto del Signore e della Beata Vergine delle Grazie, dei nostri santi copatroni e dei beati! Un ringraziamento speciale va alla Madre di Dio, che è anche madre nostra. Donandoci il Figlio del Padre consente a noi di partecipare al suo essere filiale, di diventare figli nel Figlio. E ciò ci consente di vivere con la sua capacità di amare, di divenire protagonisti nel mondo della giustizia più grande.
Il nostro grazie riconoscente va anche al Sommo pontefice, papa Francesco, per lo slancio missionario che sta imprimendo alla Chiesa intera, sollecitandola a vivere intensamente il Giubileo straordinario della Misericordia. Il prossimo 2016 dovrebbe vederci, assieme in particolare alle altre Diocesi italiane, impegnati nel rileggere, approfondire, tradurre nei vari ambiti pastorali, la sua lettera apostolica Evangelii gaudium. Con il suo discorso tenuto a Firenze, il 10 novembre nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore, davanti a tutti i vescovi e i rappresentanti del V Convegno Nazionale della Chiesa italiana, ha nuovamente sollecitato le comunità parrocchiali, i Centri pastorali, associazioni, movimenti ed aggregazioni ad uscire, annunciare, dimorare, educare, trasfigurare le relatà nelle quali viviamo ed operiamo quotidianamente.
Come insegna l’Anno straordinario del Giubileo, e come cerca anche di spiegare la Lettera pastorale Misericordiosi come il Padre,1 la trasfigurazione della nostra esistenza e del mondo avviene annunciando e testimoniando che Gesù Cristo è la Misericordia di Dio. La nostra umanità per divenire più se stessa necessità di sperimentare l’Amore misericordioso del Padre. Detto altrimenti, per essere più umana ha bisogno di Dio, di essere divinizzata, ossia di essere resa più capace di vero, di bene e di Dio, grazie ad una più intensa comunione con Colui che è l’Uomo Nuovo, il Nuovo Adamo.
Questa è, allora, la nostra preghiera questa sera: soccorri, Signore, con la tua misericordia la nostra Diocesi. Aiutala ad andare incontro a coloro che hanno bisogno di Te, non solo a coloro che necessitano di cose materiali, di un lavoro, di ospitalità, ma specialmente a coloro che non ti conoscono o che hanno abbandonato le nostre comunità per la nostra controtestinianza e la nostra incapacità di rispondere alle loro domande più profonde. Aiuta la nostra Diocesi a guardare avanti, ad avere una visione di futuro, a non adagiarsi, ad offrire speranza soprattutto alle nuove generazioni di credenti. Sia capace di rinnovarsi nelle sue prassi pastorali e nelle sue istituzioni.
Abbiamo tanti altri motivi di ringraziamento. Basta che pensiamo al folto gruppo di fedeli laici e di giovani che animano la vita comunitaria e si dedicano alla catechesi. E, tuttavia, nelle nostre comunità non possiamo dire che l’«emergenza educativa» sia alle spalle. In alcune parrocchie, purtroppo, mancano catechisti. Ma anche non ci sono sufficienti guide per l’accompagnamento delle nuove generazioni nell’inserimento nel mondo del lavoro e nella società, come anche nella vita parrocchiale ed associativa.
Chiediamo al Signore di benedire le iniziative missionarie della nostra Diocesi, nonché i giovani che, grazie a Dio, intendono consacrarsi al sacerdozio. Sono una dozzina. Per noi rappresentano un fondato motivo di fiducia nel futuro.
Ringraziamo, inoltre, tutti coloro che ci hanno aiutati a realizzare quei «segni» giubilari della misericordia, che sono stati individuati come emblematici per la nostra Diocesi, ossia: la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico; l’inaugurazione del nuovo Centro di ascolto e della nuova Casa per il clero.
Cantando il Te Deum pregheremo: «Salvum fac populum tuum, Domine, et benedic Hereditati tuae- Salva il tuo popolo, Signore, guarda e proteggi i tuoi figli che sono la tua eredità».
Con tenacia e paziente fiducia lavoriamo per la difesa della vita, per la famiglia, chiesa domestica e semenzaio della società.
È senz’altro confortante constatare che il lavoro intrapreso dalle parrocchie, dai movimenti e dalle associazioni, dal Centro Diocesano per la pastorale famigliare, nelle sue molteplici articolazioni, continua a svilupparsi e a portare risultati importanti.
Cari fratelli e sorelle della Chiesa che è in Faenza-Modigliana, chiediamo al Signore che faccia di ciascuno di noi un autentico fermento di speranza nei vari ambienti di vita, perché ci possa essere un futuro migliore. È questo l’augurio per tutti. Maria, Madre della Misericordia, interceda per noi.
1 Cf M. TOSO, Misericordiosi come il Padre, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2015.