[nov 21] Omelia – Cristo Re

21-11-2021

Modigliana, Cristo Re, 21 novembre 2021.

Care sorelle e fratelli, la solennità di Cristo re dell’universo chiude l’attuale Anno liturgico e coincide con la Giornata delle claustrali. La celebrazione di Cristo Re dell’universo ci ricorda le realtà ultime, tra le quali la regalità somma ed eterna dell’amore che è Dio Trinità e che Cristo incarnato manifesta morendo sulla croce. La capacità di amare di Cristo è offerta agli uomini di ogni tempo. Con tale capacità essi possono ricapitolare in Cristo tutte le cose, ossia viverle da figli e da figlie, con lo stesso amore di Gesù. Grazie a tale amore, accolto e vissuto, il Signore Gesù diventa principio e fine della storia umana, il punto focale dei desideri della storia e della civiltà, il centro del genere umano, la gioia d’ogni cuore,  delle aspirazioni. In tal modo, Cristo si mostra a noi come Alfa ed Omega, il principio e la fine (Ap 22, 13).

Lo Spirito d’amore del Figlio ci vivifica e ci riunisce! Ci costituisce come popolo in comunione, popolo in cammino verso la Gerusalemme celeste. Un popolo che, nella sua totalità, va incontro alla perfezione della storia. Tale perfezione corrisponde ad un mondo in cui tutte le relazioni, tutte le attività, tutte le cose sono animate ed orientate al proprio fine con l’amore di Cristo. Ognuno realizza la propria vocazione nella comunità ecclesiale, nella famiglia, nell’economia, nella politica, nella scuola, nei mass media, nella comunità internazionale se vive con  la capacità d’amare di Cristo, facendosi dono, prendendosi cura degli altri. Vivendo con la pienezza dell’amore di Cristo si  continua a costruire il Regno di Dio, inaugurato da Cristo. Si tratta di un Regno che, come dice lo stesso Gesù davanti a Pilato, «non è di questo mondo» (Gv 18,36), anche se manifestato quaggiù. Non avrà fine (cf Lc 1,32-33). Dopo la morte e risurrezione  a Gesù è dato ogni potere d’amore in cielo e in terra (cf Mt 28,18).

Care sorelle e fratelli, con la solennità di Cristo Re ci è reso noto il traguardo e il senso del nostro cammino terreno, da compiere assieme a Gesù e ai nostri fratelli. Il nostro amore umano, piccolo e fragile, sorretto e potenziato dall’amore di Cristo, sfocia nell’oceano infinito dell’amore di Cristo stesso e di Dio, dello Spirito santo. In definitiva, al principio e alla fine della nostra esistenza sta l’Essere-Amore, che è Dio, pienezza di Vita e di Verità.

La solennità di Cristo Re cade quest’anno in coincidenza con il cammino sinodale, fatto di comunione, partecipazione e di missione. Una tale solennità ci fa comprendere meglio cosa siamo e cosa è il cammino sinodale. Condividendo l’incarnazione di Gesù Cristo nel mondo capiamo che siamo tutti costituiti missionari da Lui. Facendo profonda esperienza del suo essere missionario, diventiamo tutti una missione come Lui. Tutti i battezzati, i cresimati e gli eucaristizzati assumono il suo impegno di incarnazione nel mondo per portarlo a quella perfezione per cui è stato creato da Dio: «Tutte le cose, infatti sono state create per mezzo di Cristo e in vista di lui» (Col 1,16).

Care sorelle, noi oggi preghiamo per la Chiesa intera, ma in particolare per voi claustrali. Con la vostra missione di contemplative e di persone poste in mezzo a noi come segno delle cose ultime, aiutateci ad essere missionari che si immergono nel mondo, per trasfigurarlo con la capacità di amare del Figlio di Dio, affinché Cristo diventi il cuore del mondo, sia tutto in tutti.

L’Eucaristia, nella quale facciamo comunione con Cristo e tra noi, ci corrobori sempre più nel nostro mandato missionario. Cresca l’amore per Gesù e il desiderio di annunciarlo nella società attuale. Al pari di Gesù Cristo che visse la propria esistenza come glorificazione perfetta del Padre per la salvezza dell’umanità, anche noi siamo chiamati a rendere gloria a Dio seguendo le orme di Cristo. Rivitalizziamo la nostra fede. Esprimiamo una nuova energia missionaria. Caritas Christi urget nos (2 Cor 5,14).

                                            + Mario Toso