[mar 11] Intervento – Inaugurazione mostra “Anastasis”

11-03-2023

Faenza, Santa Maria dell’Angelo, 11 marzo 2023.

 

Il titolo della mostra che questa sera inauguriamo, Anastasis, oltre la notte, è un atto di sfida. Le opere degli artisti che qui vengono messe in relazione fra di loro costituiscono un percorso artistico, culturale e spirituale che non può lasciarci indifferenti.

Noi intendiamo proporre una possibile chiave di lettura: la passione di Dio per l’uomo apre l’uomo alla passione per Dio e per ogni uomo.

Che cosa significa?

Il mistero della morte, il mistero del dolore e della sofferenza che contempliamo nella carne straziata del Figlio di Dio è il mistero della notte, dell’oscurità che sperimentiamo anche nella nostra vita. Il pianto delle donne, il pianto di Maria che vede il corpo di suo Figlio calare dalla croce, deve essere il nostro pianto per i corpi che vengono abbandonati e lasciati soli anche oggi, in tanti luoghi, a partire dalle spiagge del mondo.

Questo mistero non ha alcuna risposta se non il pianto: ricchi, poveri, peccatori, discepoli, di fronte alla perdita sono come bambini davanti al mistero della nostra fragilità e dei nostri limiti.

Il pianto ci rende fratelli e sorelle, compagni di viaggio, animati dalle stesse speranze, dagli stessi desideri, dalle stesse paure.

 

Per questo dico che il titolo è una sfida: oltre la notte. Come può l’uomo oltrepassare la sua notte? Non siamo sommersi dagli eventi che sembrano affermare l’invincibilità di questa oscurità?

 

L’Anastasis, Gesù Cristo, risollevato dall’oscurità della morte è la chiave, la via che ci apre alla luce, oltre la notte, verso un’esistenza di resurrezione poeticamente espressa dai suggestivi e rasserenanti colori della scenografia di Romolo Liverani.

La passione di Dio che si manifesta nell’amore traboccante della croce, della morte fino alla fine, sboccia all’aurora del primo giorno della settimana. Quando quelle donne, con il viso ancora rigato dalle lacrime, vanno per ungere il corpo di un morto, trovano un sepolcro vuoto. “Non è qui!”. È il motivo per cui ogni mattina cantiamo con la preghiera della Chiesa, che il Risorto ci ha visitato “dall’alto come sole che sorge”: Cristo e la sua resurrezione sono la speranza dell’uomo, oltrepassamento della più oscura delle notti.

Desidero ringraziare le autorità, gli intervenuti, il Museo Diocesano, qui rappresentato da Mons. Mariano Faccani Pignatelli e dal dott. Giovanni Gardini, che ha curato questa mostra, perché attraverso il linguaggio culturale e l’esperienza artistica queste opere ci parlano, ci testimoniano la vera speranza dell’uomo. Confido che questa mostra possa essere l’occasione per affrontare in modo sempre nuovo le domande fondamentali che la fede pone all’uomo in ogni tempo.

 

 

                                                               + Mario Toso