[apr 4] Omelia – Messa del Voto alla Beata Vergine delle Grazie

messa voto
04-04-2023

Faenza, cattedrale 4 aprile 2023.

Celebriamo presso l’altare della Madonna delle Grazie la Festa del voto alla Beata Vergine. La festa ricorda il Voto che Faenza fece alla Madonna dopo il terribile terremoto che colpì la città il 4 aprile 1781. Il disastroso sisma provocò il crollo di molti edifici, ma una sola vittima. La città si votò alla Madonna come segno di ringraziamento. Anche quest’anno intendiamo rinnovare il voto per chiedere la protezione sulla Città e sulla Diocesi e su tutti i suoi abitanti contro ogni forma di calamità, per la guarigione dei malati, la consolazione delle famiglie, il riposo eterno per i defunti.

La città di Faenza dal 1781 ad oggi è molto cambiata. A motivo di varie ragioni è cresciuta la presenza di più etnie, religioni. In questi ultimi tempi ci sono state varie ondate di persone straniere, che sono state accolte e si stanno gradualmente inserendo in questo territorio. Manca ancora un progetto completo di promozione e di integrazione. Non basta l’accoglienza e l’aiuto a trovare un lavoro. Per quanti sono arrivati già da tempo e sono inseriti nel tessuto sociale è importante il concetto di «cittadinanza». Esso si basa sull’eguaglianza dei diritti e dei doveri. Ciò che diventa imprescindibile per la costruzione di una città unita e solidale, nella condivisione e nella costruzione del bene comune, è che tutti si riconoscano fratelli, capaci di cercare il vero e il bene. È solo ponendosi su una piattaforma condivisa, rappresentata dalla comune ricerca del vero e del bene e di Dio, che persone diverse, provenienti da contesti vitali e culturali differenti, possono diventare un dono per le altre. Tutti possono arricchirsi della civiltà degli altri. Bisogna però che vi sia uno scambio e un dialogo sincero e franco tra le culture, senza che ognuno perda la propria identità. Una sana apertura all’altro non si pone in contrasto con l’identità. Mantenere la propria identità è fondamentale per tessere un vero dialogo. Un gruppo o un Paese che progredisce sulla base del proprio originale substrato culturale è un tesoro per tutta l’umanità. Ciò che accresce la reciproca appartenenza alla città è il sapere dialogare condividendo il meglio di sé stessi, in un dare e ricevere incessante. La discussione pubblica, se veramente dà spazio a tutti e non manipola né nasconde l’informazione, è uno stimolo costante che permette di raggiungere più adeguatamente la verità condivisa, il bene comune.

In breve, ciò che fa della città un solo corpo è il gusto di riconoscere l’altro, il dialogo sociale, la condivisione dei beni morali più alti, il gettare ponti di solidarietà, il costruire insieme il bene di tutti, la pace.

Mentre siamo qui davanti alla Vergine delle Grazie chiediamo la pace sociale, il rispetto reciproco, l’apertura alla cura di ognuno, operando non solo per noi stessi, ma anche per gli altri. L’amore condiviso per la stessa Madre Maria e per il suo Figlio ci fa riconoscere tutti fratelli. Rende più robusto il legame tra etnie e religioni diverse. Aiuta a riconoscere la trascendenza, che ci porta al rispetto della libertà religiosa di tutti.

Qui, però, preghiamo la Beata Vergine non solo come patrona della città con riferimento ai terremoti e alle guerre. Preghiamola anche perché ci aiuti a liberare la nostra città da altri mali, altrettanto distruttivi della nostra umanità e dell’ethos della nostra comunità: la corruzione, l’illegalità, il malaffare, la droga, la prostituzione, ma anche la povertà e l’indifferenza: mali tutti che umiliano la dignità delle persone e dei giovani, non poche volte dimenticati ai margini della società.

La fede dei faentini verso la Madonna delle Grazie è sempre stata riconosciuta dai concittadini che hanno rivestito cariche pubbliche nel corso dei secoli. Per questo motivo, anche nella ricorrenza di quest’anno, vogliamo fare memoria di tutti coloro che, a vario titolo, si sono adoperati per il bene della nostra comunità.

+ Mario Toso