AMMISSIONE ALL’ORDINE SACRO DI LUCA GHIROTTI E MATTEO BABINI

Faenza, Seminario 16 giugno 2019

Cari Luca e Matteo, oggi sarete ammessi tra i candidati all’Ordine sacro, al diaconato e al presbiterato. Così, direte davanti a tutti il vostro desiderio di diventare sacerdoti di Cristo, per la Chiesa, per le comunità cristiane, per il mondo. Crediamo che sia particolarmente significativo che manifestiate ufficialmente il vostro orientamento di dono a Cristo nel giorno beatificante della solennità della santissima Trinità. Vi affidate a Cristo con la consapevolezza che Lui vi conduce a dimorare nella comunione della famiglia di Dio. E rimanendo in quella comunione, che inonda di Amore e di Luce tutto l’universo, è bello sentirsi amati ed inviati ad annunciarlo e a testimoniarlo. Nella solennità della Trinità trovate un’indicazione unica e straordinaria di vita: essere mandati a vivere e a servire la comunione di Cristo col Padre.

Tra i vostri fratelli e sorelle sarete, allora, portatori di un’esistenza che si modella in termini di dono a tutti, di mutua crescita, nell’unità e nella condivisione.

Non dimenticate, poi, che fate la vostra scelta in un momento storico che registra la scarsità delle vocazioni sacerdotali, almeno nei nostri territori. Essere, questa sera, testimoni della vostra decisione ci rallegra e ci incoraggia: il Signore continua a mandare operai nella sua messe. Ma se oggi c’è una crisi nel numero dei sacerdoti, c’è soprattutto una crisi di identità dei sacerdoti. Un fatto che è altrettanto grave, se non di più. Spesso il presbitero si trova ad andare controcorrente. Così, è solo, nel senso che non sempre è compreso, ed è anche poco supportato. Ugualmente, il sacerdote, per i molti compiti e per la sua vita di corsa non ha sempre l’opportunità di radicarsi profondamente nella vita del Sommo Sacerdote.

Nel momento in cui dichiarate di essere pronti ad accogliere la divina chiamata, prendete chiara coscienza che il vostro sostegno sarà dato soprattutto dalla compagnia del Signore, dalla condivisione intima della sua missione e del suo Amore. In comunità cristiane ove silenziosamente, purtroppo, cresce una certa «apostasia», ossia la separazione progressiva da Cristo, dalla sua Chiesa, cari Luca e Matteo, per essere luce e lievito, siete chiamati ad affondare le vostre radici in Gesù. La vostra affettività sia temprata dalla tenerezza dell’Amore che colma e fa traboccare la comunità di Dio Trinità.

Bisogna vincere la tentazione di essere troppo presi dalle molteplici attività, pur necessarie per la vita della comunità cristiana. Occorre inginocchiarsi di più davanti all’Amore di Dio Crocifisso. La rovina della civiltà cristiana occidentale, ben rappresentata dal disastroso rogo di Notre Dame di cui siamo stati testimoni, potrà essere superata solo dal sincero ritorno a Dio, dall’accoglienza di quella vita d’amore che Egli ci ha consegnato con la Pentecoste.

Il vostro «eccomi, manda me» sia particolarmente gioioso. Nulla vi turbi. Il Signore Gesù pone in noi la sua fiducia nonostante la nostra fragilità. Come a Pietro dice «seguimi» e «pasci i miei agnelli». Confidate, allora, nel Pastore dei pastori. Il vostro «sì» quotidiano sgorghi da quell’intima amicizia con Cristo e da quella comunione con il suo Spirito filiale che farà crescere in voi un vero amore di offerta, un’offerta sacrificale di voi stessi, sulle orme dell’Inviato dal Padre. Solo vivendo col Signore Gesù, nutrendovi della sua Parola, del suo Corpo e del suo Sangue, Egli si formerà in voi, nei vostri sentimenti. Plasmerà la vostra anima. Il suo Cuore missionario diventerà il vostro cuore.

Ma perché Cristo sia tutto in tutti, a cominciare da se stessi, occorre imparare a rinunciare al proprio egoismo, alle proprie vedute anguste, al proprio io testardo. Per acquisire la docilità dell’Agnello che sale sulla croce, per vincere il male e la morte, non c’è altra strada che ripercorrere mille volte, nelle varie vicende della vita, passo dopo passo, la salita al monte Calvario, con Lui. Solo la Croce di Cristo salva il mondo, noi presbiteri, noi tutti credenti. Siate, allora, umili nel dono della vostra vita. Predisponetevi a imitare Gesù, mite di cuore. Chiedete di essere liberati dal desiderio di essere lodati, approvati, applauditi. Conta di più che siate fedeli a Cristo e al suo Vangelo. Conta che riusciate ad innamorare gli altri di Cristo, il vero Redentore, vero Dio e vero Uomo. Potrà sembrare arduo ed aspro il cammino che vi attende. Vi consoli il pensiero che la Croce è il vertice dell’Amore, luogo ove si manifesta il massimo dell’amore, per amore. La croce è luogo di gioia e di serenità per chi compie la volontà di Colui che chiama ed invia. Vi consoli la compagnia di tanti santi, dei santi della nostra Diocesi di Faenza-Modigliana, di Maria Beata Vergine delle Grazie.

+ Mario Toso