OMELIA per l’ORDINAZIONE PRESBITERALE di DON FRANCESCO CAVINA

Faenza, Cattedrale - 1 ottobre 2011
01-10-2011


‘Voglio cantare per il mio diletto il mio cantico d’amore per la sua vigna’ La vigna del Signore degli eserciti è la casa d’Israele’.


Anche noi questa sera eleviamo un cantico d’amore per la vigna del Signore, cioè per la nostra Chiesa diocesana, che è in festa per l’ordinazione presbiterale di don Francesco. È un canto di amore e di gratitudine per quello che il Signore ha fatto e continua a fare, nella sua bontà, per la nostra Chiesa.


In particolare vogliamo ricordare i presbiteri santi e colti che abbiamo avuto, e che hanno reso celebre il nostro clero, che ha messo a disposizione della Chiesa universale insigni personalità e ha arricchito l’albo dei Servi di Dio. La Parola di Dio di questa domenica induce a chiederci che cosa ne abbiamo fatto dei profeti che ci sono stati inviati nel tempo passato e se abbiamo accolto il loro insegnamento o li abbiamo ignorati.


Vignaioli infedeli possiamo essere anche noi oggi, quando in vari modi non ascoltiamo chi ci parla in nome di Dio nel magistero della Chiesa, nelle figure dei santi o negli eventi della storia. In tutti i tempi Dio si manifesta, e tutti siamo invitati ad accogliere i segni del suo amore per noi.


Il padrone della vigna che insiste nell’inviare nuovi servi, è segno della fedeltà di Dio al suo progetto di salvezza, che arriva fino a mandare il suo Figlio: ‘Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unico Figlio, perché chi crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna’ (Gv 3,16). Dio non si arrende e il suo Figlio, pietra scartata dai costruttori, è diventata la pietra angolare sulla quale tutta la costruzione dell’opera di salvezza trova appoggio.


Di fronte all’infedeltà del suo popolo, Dio ha minacciato interventi punitivi per ricondurlo nell’ambito dell’alleanza. L’abolizione dei recinti e delle difese della vigna e la minaccia di passare la vigna ad altri lavoratori dovevano risvegliare il ricordo di quanto Dio aveva fatto e indurre al cambiamento di vita. Ma anche di fronte alla durezza del cuore Dio ha realizzato il suo progetto di misericordia.


Dio non ha attuato ciò che aveva minacciato di fare; proprio per questo il suo perdono è un motivo in più per vivere da servi fedeli.


Il versetto del Vangelo ci ha ricordato le parole di Gesù ai suoi discepoli: ‘Io ho scelto voi, perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga’ (Gv 15,16).


Caro Francesco anche tu avrai avuto l’impressione di essere dentro ad un grande mistero di amore, dove tutto coopera al bene di coloro che Dio ama. Anche tu sei stato amato da Dio prima della creazione del mondo, chiamato alla vita e alla fede nella tua famiglia e nella tua parrocchia. Poi hai capito che anche tu potevi fare qualcosa per il Signore, e hai cominciato ad aiutare i piccoli a crescere attorno alla Chiesa e a servirlo all’altare. Quando hai capito che potevi fare molto di più, ti sei reso disponibile a fare un cammino di verifica e di preparazione ad un ministero al quale oggi la Chiesa ti chiama.


Con l’Ordinazione presbiterale e il dono dello Spirito santo tu entri a far parte del nostro presbiterio, per diventare collaboratore del vescovo a servizio della nostra Chiesa, per diffondere il Vangelo e celebrare l’Eucaristia.


Nella realtà della Chiesa locale troverai la bellezza della tradizione diocesana, alla quale potrai dare il tuo contributo di giovanile generosità, secondo quanto la Chiesa  ci sta chiedendo in questo tempo.


Ci ha detto il Concilio, nel Decreto sulla vita e il ministero dei presbiteri: ‘Di ben poca utilità saranno le cerimonie più belle o le associazioni più fiorenti, se non sono volte ad educare gli uomini alla maturità cristiana’ E anche se sono tenuti a servire tutti, ai presbiteri sono affidati in modo speciale i poveri e i più deboli’ Anche i giovani vanno seguiti con cura particolare e così pure i coniugi e i genitori’ Ma la funzione di pastore non si limita alla cura dei singoli fedeli: essa va estesa alla formazione dell’autentica comunità cristiana. E per fomentare opportunamente lo spirito comunitario, bisogna che esso miri non solo alla Chiesa locale, ma anche alla Chiesa universale’ (P.O. n.6).


Queste parole traducono con molta efficacia gli insegnamenti e gli esempi degli apostoli, come ci ha ricordato anche San Paolo: ‘Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi’.


Forse qualcuno potrà chiedersi se è ancora attuale il messaggio del Vangelo e se vale ancora la pena spendere la vita per fare il prete. La storia ormai si sta incaricando di farci vedere la delusione di chi aveva riposto la sua speranza nei beni di questo mondo o nell’ebbrezza del piacere e del potere. Non ci vuole molto per vedere che ciò che dà una gioia vera è fare del bene a chi ha bisogno. E ciò che mostra l’utilità della vita è riuscire a far toccare con mano l’amore che Dio ha per tutti e per ciascuno, diventando strumento dell’amore di Cristo. Ogni cristiano è chiamato a questo, ma soprattutto chi ha lasciato padre, madre, figli e campi si troverà a contatto con chi sta cercando il volto di Dio.


Anche quando non lo dice o lo nega, in fondo l’uomo sta cercando Dio, il suo amore, la sua gioia, e se incontra qualcuno che lo può aiutare cercando insieme con lui, si potrà ravvivare la speranza.


Caro Francesco fare il prete oggi può essere difficile, soprattutto quando ti accorgi che nessuno sembra apprezzare ciò che tu porti in dono; ma può essere anche molto bello quando puoi offrire la parola che consola e dona speranza, quando puoi liberare dal peso del peccato, quando puoi accogliere e presentare a Dio nella Messa la fatica della gente e distribuire il Pane della vita.


Ringraziamo il Signore perché dietro di te altri giovani stanno cercando di vedere se il Signore li chiama, mettendo la nostra Chiesa in condizione di poter guardare con più serenità al suo futuro. Non venga mai meno la nostra preghiera per coloro che il Signore chiama e per coloro che hanno risposto, perché siano trovati fedeli, per il bene loro, della Chiesa e del mondo.


La Vergine Maria, madre di tutte le grazie, ti accompagni sempre e ti mantenga nell’amore del suo Figlio Gesù.