OMELIA per le ESEQUIE di don ORESTE MOLIGNONI

Fossolo di Faenza - 14 ottobre 2015
14-10-2015

Poco fa nel Vangelo abbiamo ascoltato le parole di Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Esse illuminano la nostra fede e sostengono la nostra speranza nel momento che stiamo vivendo, mentre, raccolti attorno al nostro caro Don Oreste, ci apprestiamo a dargli l’ultimo saluto, con sentimenti di affetto e di viva riconoscenza. Con lui vogliamo confessare, con particolare intensità, che nell’Eucaristia siamo misteriosamente resi partecipi della morte e risurrezione del Signore, coinvolti in un’opera grande di ricapitolazione di tutte le cose nell’Uomo Nuovo, Principio e Fine di ogni cosa. Mediante Cristo che tutto assume e trasfigura, Dio prepara, sin da ora, per i suoi servi buoni e fedeli, il premio della vita che non avrà mai fine.

Questa è la fede che ha guidato la lunga e feconda vita sacerdotale di Don Oreste. Con questa fede egli ha celebrato il Sacrificio, la S. Messa, cercando in essa il riferimento costante della sua vita spirituale, per essere di Cristo, con Cristo, per Lui, con animo indiviso, fedele al suo Signore. Da qui ha attinto la forza per il suo zelante ministero sacerdotale, esercitato quasi per intero in questa comunità parrocchiale di Fossolo. Qui, per 57 anni, Don Oreste ha celebrato l’Eucaristia e ha nutrito i suoi parrocchiani con il Pane della vita, affinché fossero essi stessi «eucaristizzati», più capaci di dono e di servizio, con i sentimenti del Redentore. Qui ha donato il perdono di Dio nel sacramento della riconciliazione, perché la misericordia rigenerasse e aiutasse a rialzarsi lungo il cammino; ha predicato il vangelo di Cristo, quale parola viva, efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio, penetrante nel discernere i sentimenti e i pensieri del cuore. Qui ha introdotto i neonati nel Popolo santo di Dio attraverso il sacramento del Battesimo perché si riconoscessero figli nel Figlio e fratelli con pari dignità. Nel grembo di comunione del popolo di Dio che è in Fossolo ha preparato i ragazzi alla Cresima e i giovani al matrimonio affinché fossero credenti adulti, costruttori della comunità, testimoni credibili, inviati; ha benedetto coloro che sono partiti per impegni di missione e sono ritornati rinfrancati nella fede e nella carità di Cristo; infine, ha accompagnato tanti fratelli e sorelle nell’ultimo passaggio da questo mondo al Padre perché fossero da lui accolti, accompagnati dal grande Pastore i cui occhi vedono oltre le tenebre. Confidiamo che ora il Padre abbia accolto anche lui nella sua casa per partecipare al convito del cielo. Per questo nostro fratello si è ormai compiuta la “beata speranza” che, come ripetiamo ogni giorno nella celebrazione eucaristica, attendiamo cercando di vivere pellegrini sulla terra, “liberi dal peccato” e con lo sguardo rivolto alle cose di lassù. Pensiamo che don Oreste, presbitero cuore a cuore con Cristo, ora prende parte al convito messianico di cui parla Isaia nella prima Lettura, dove la morte è eliminata per sempre e le lacrime sono asciugate su ogni volto (cfr Is 25,8). In attesa di condividere anche noi, l’eterno convito di amore, ci accompagna la certezza espressa nel Salmo responsoriale: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla” (Sal 22,1). Sì, per l’uomo che vive in Cristo, la morte non fa paura; egli sperimenta in ogni momento quanto il salmista afferma con fiducia: “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me” (22,4).

Tu sei con me”: questa espressione rimanda ad un’altra che Gesù risorto rivolse agli Apostoli: “Io sono con voi” (Mt 28,20). Don Oreste ha vissuto questa presenza trasfigurante. Per questo ha sempre desiderato che la sua esistenza e il suo ministero sacerdotale fossero un messaggio di speranza, la comunicazione di un’esperienza beatificante. Attraverso il suo sorriso buono e il suo apostolato si è prodigato di dire a tutti che Cristo è sempre con noi, vive in noi, facendoci continuamente suoi per un destino di gloria.

San Paolo ci ha ricordato nella seconda Lettura che se moriamo con Cristo, “vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo; se lo rinneghiamo, anch’egli ci rinnegherà” (2 Tm 2,11-12). L’intero progetto di vita del cristiano non può che essere modellato su Cristo: tutto con Lui, per Lui e in Lui a gloria di Dio Padre. Ebbene, è stata proprio questa fondamentale verità ad orientare l’esistenza del nostro caro Don Oreste. Possiamo affermare che le parole dell’Apostolo Paolo sono state la guida di ogni sua scelta e decisione.

Raccolti qui, preghiamo perché questo nostro fratello presbitero possa vedere faccia a faccia Gesù Cristo, quel Signore che si è impegnato a servire su questa terra con fedeltà e amore.

Rendiamo grazie per il dono di averlo conosciuto e per tutti i benefici che in lui e mediante lui il Signore ha elargito alla Chiesa e in particolare a questa comunità.

Il testamento spirituale che il caro Don Oreste ci ha lasciato esprime bene il senso della sua esistenza e del suo ministero tra noi:

Questa mia vita terrena, che concluderò il giorno in cui il Signore mi chiamerà a Sé, l’ho considerata sempre nella fede. Queste le mie ultime volontà.

Funerale semplicissimo.

Invece di fiori, offerte per le opere di bene.

Non possiedo beni all’infuori di quello che si trova in casa. Ai parenti dico: nulla possiedo, nulla posso lasciarvi a simbolico compenso di quanto per me avete

fatto e per la presenza continua; Dio vi ricompenserà.

Lasciandovi, vi raccomando, anche in mia memoria la fraternità, poiché Dio ha la sua forza che non cessa nel cambiare vita. La fedeltà alla legge cristiana ed a tutti

i principi ed insegnamenti di Gesù Cristo.

L’unità nella sua Chiesa. Vogliatevi bene e siate comprensivi,

sicché nessuna offesa esca mai dalla vostra bocca.

Ringrazio i giovani e gli abitanti di allora di S. Agata, ove fui cappellano per nove anni, tutti pieni di affetto e di bontà per me inesprimibili, e dai quali ho avuto tali

testimonianze di bontà, di solidarietà, di aiuto che non so dimenticare né esprimere.

La tomba non potrà estinguere la mia gratitudine. La mia mite voce vi ripete sempre la mia riconoscenza.

Per i miei parrocchiani. Sono oltre cinquant’anni che vivo in mezzo a voi.

Quante testimonianze di bontà mi avete dato. Sono stato insufficiente all’opera mia?

Certamente.

Ma voi avete riparato per me. Grazie a voi tutti che mi avete accompagnato con le vostre preghiere e sofferenze.

Grazie a voi parrocchiani che mi avete accolto nelle vostre dimore come fratello e uomo di Dio. A tutti grazie per le preghiere di suffragio.

Un grazie particolare al mio Vescovo che è stato sempre disponibile nei miei confronti.

Vogliatevi bene sempre fra voi, in questo mi sentirò fra voi sempre vivo. Amatevi come Cristo vi ha amato. In questo ed in questo solo è il Regno di Dio.

Ogni infrazione è dolore. Mi affido alla materna intercessione della Vergine Maria, madre di Misericordia che mia madre mi ha insegnato ad amare fin da bambino.

Che Dio vi benedica.

don Oreste

Don Oreste ha affidato la sua vita e la sua morte a Maria Madre di misericordia e proprio a Lei vogliamo consegnare la sua anima.

La Vergine Maria che Don Oreste ha amato e invocato tante volte durante la sua vita terrena, lo riceva adesso tra le sue braccia come figlio carissimo e lo accompagni all’incontro con Cristo, perché lo introduca nel suo regno di luce e di pace.