OMELIA per la LITURGIA di COMMIATO a mons. PIERLUIGI MAZZONI

Dovadola, 14 luglio 2012
14-07-2012



La lontananza del Vescovo S. E. Mons. Lino Pizzi dalla Diocesi, ha indotto Mons. Vicario Generale a chiedere al sottoscritto di presiedere la liturgia di commiato del compianto arcivescovo Mons. Pierluigi Mazzoni, qui nella sua Dovadola, dove riposeranno le sue spoglie mortali in attesa della risurrezione. Non ho avuto una particolare conoscenza dell’arcivescovo Mazzoni, anche se alcune cose possiamo ricordarle insieme.


 


Anzitutto è un vescovo della santa Chiesa di Dio, che ha speso la sua vita prima nel servizio degli organismi centrali della Chiesa, dalla Congregazione dei vescovi, alla Nunziatura apostolica in Italia, poi come vescovo di Ascoli Piceno e arcivescovo di Gaeta.


Il Signore Gesù così ha pregato il Padre: ‘Voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato’. La preghiera di questa Eucaristia si accompagna alla preghiera del Signore per il nostro confratello il vescovo Pierluigi, per il quale, in forza della preghiera di Gesù e del sacrificio eucaristico chiediamo che possa presto contemplare la gloria di Cristo.


Sempre nel vangelo di Giovanni il Signore Gesù poco prima ha detto: ‘Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola’. L’annuncio del vangelo di salvezza è il ministero principale del vescovo nella sua Chiesa. Rendiamo grazie al Padre per il ministero episcopale del vescovo Pierluigi nelle Chiese locali e nella Chiesa universale, perché coloro che hanno creduto in Cristo mediante la sua parola e la sua testimonianza possano accompagnarlo nel Regno dei cieli.


Si era preparato con impegno e generosità al ministero che lo attendeva, coltivando la vita spirituale fin dalla famiglia e dalla parrocchia, poi nel seminario di Modigliana, respirando la tradizione e il clima della sua Chiesa d’origine.


Trasferito a Roma per approfondire gli studi, raggiunse rilevanti gradi accademici in diritto canonico, filosofia e teologia. Questa competenza, unita alla finezza della sua umanità e al grande senso di responsabilità, ha impreziosito il suo servizio ecclesiale, di cui ha lasciato il ricordo nella Chiesa di Ascoli Piceno e soprattutto nell’Arcidiocesi di Gaeta, che ha guidato per una decina d’anni.


Per tutto questo e per quanto rimarrà noto soltanto a Dio anche noi diciamo: ‘Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo’.


Nel momento in cui accompagniamo presso la misericordia di Dio il nostro fratello e vescovo Pierluigi, non possiamo fare a meno di ringraziare Dio per averlo donato all’affetto dei suoi cari e di questa terra, e al bene della Chiesa. Amato da Dio, come tutti, prima della creazione del mondo, chiamato alla vita e alla grazia per un progetto di santità nella carità, reso figlio di Dio nel Battesimo ricevuto in questa parrocchia: per tutto questo benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.


Mi ha particolarmente colpito la scelta di ritornare alla terra d’origine, che può rivelare alcuni aspetti assai significativi. Anzitutto un ritorno alle proprie radici sia familiari, sia cristiane, mai dimenticate anche quando la vita lo ha portato a stare lontano. Anzi: proprio ciò che in lui era cresciuto nella famiglia e nella parrocchia,  nei valori semplici e robusti di queste valli, nelle amicizie sincere e forti della terra di Romagna costituiva un patrimonio, che impreziosito dalla fede e dai vincoli ecclesiali avrebbe portato i suoi frutti.


Nel battesimo il nostro fratello è rinato come figlio di Dio, nel battesimo è morto e risorto con Cristo, e ora, in questa stessa patria attende il ritorno del Signore.


Sia benedetto Dio anche per sorella nostra morte corporale, perché se siamo figli, siamo anche eredi. Abbiamo ascoltato ancora S. Paolo dirci: ‘In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati a essere a lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo’. Non è poco aver acquisito il diritto al paradiso dal battesimo, ed avere pure, mediante il sigillo dello Spirito Santo, la caparra della nostra eredità. Ma è pur vero che rimane la nostra libertà di risposta e la misura della nostra adesione al disegno di Dio; e chi ha avuto particolari responsabilità può aver maggiore bisogno dell’aiuto solidale dei fratelli di fede nella preghiera e nelle opere di carità, per presentarsi al giudizio di Dio.


‘In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia’. Mons. Pierluigi proprio perché rimane qui tra voi, chiede anche il vostro ricordo e la vostra preghiera di suffragio.


Vergine santa, Madre della misericordia, accompagna l’anima eletta dell’arcivescovo Pierluigi presso il Padre, e mostra anche a lui, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.