[mag 09] Omelia – Festa patronale Beata Vergine delle Grazie

Faenza, cattedrale 9 maggio 2020
09-05-2020

Maria, la madre

La Beata Vergine delle Grazie è patrona della nostra Diocesi di Faenza-Modigliana e della città di Faenza. In questi giorni di pandemia l’abbiamo pregata come nostra Madre: come Colei che sente e fa sua la sorte dei propri figli, posti in una condizione di fragilità, di pericolo, di fronte ad un male che incombe, questa volta sotto forma di un piccolo virus, invisibile, ma pericoloso, spesso mortale. Lei, che ha generato il Figlio di Dio, donandogli la vita umana, intessendo nel suo grembo quel corpo che ha spesso tenuto tra le braccia, e ha baciato, nutrito, cresciuto, con un cuore pieno di affetto, è stata accanto al suo Gesù, accompagnandolo fin sotto la croce. Quando il Figlio è stato tolto dal patibolo, trafitto con una lancia ed esangue, lo ha avuto ancora una volta sulle sue ginocchia, come bene ha raffigurato il giovane Michelangelo nella sua Pietà, capolavoro d’arte e di fede. In Colui che ha tenuto in grembo, sotto al suo cuore, e ha stretto al suo petto, la Madre ha amato ed ama tutti i bimbi del mondo. Così, in Colui che ricevette ucciso, corpo non più palpitante di vita, ha accolto ed accoglie tutti gli uomini morti di questa terra, compresi i morti per coronavirus.

In questi giorni, mentre con cuore accorato pregavamo davanti alla sua bella immagine, l’abbiamo pensata proprio così: accanto ad ogni bimbo che nasce, accanto ad ogni uomo e donna che muore. Lei – che ci ha amati e ci ama nel Figlio, fattosi carne, e al quale apparteniamo ormai per sempre -, non può non trepidare per noi suoi figli quaggiù, colpiti dal coronavirus, in isolamento o in terapia intensiva. Lei, non poteva e non può non co-soffrire con i parenti impossibilitati di essere accanto ai loro famigliari, per tenere a loro la mano, per dare una carezza, per offrire una parola di affetto, per accogliere i loro sospiri di aiuto, per pregare tra le lacrime.

Lei, ancora una volta, nell’ora di un pericolo mortale ci è accanto come lo fu con Gesù. In noi vede ed ama Lui: preso dalla paura, colpito e sfigurato dal male, col petto ansimante, agonizzante, morto. Dal cuore di Maria non viene escluso nessuno, vivo o defunto. In questi giorni dobbiamo riconoscere la sua protezione sulla nostra Diocesi e sulla nostra città. Siamo, allora, gioiosamente riconoscenti alla Beata Vergine delle Grazie. Tiene tra le mani, come frecce spezzate, rese inoffensive, i mali che distruggono la nostra vita e le nostre famiglie. Grazie o Madre! Grazie, perché non ti dimentichi dei tuoi figli, intercedendo per loro. Grazie, a nome della nostra Diocesi e a nome di questa città manfreda, a te affidata e cara da secoli.

Maria, l’inizio di una nuova umanità e creazione

Con la fase due stiamo entrando in un momento in cui non solo si debbono cercare protocolli di intesa per il ripristino o per l’apertura in sicurezza di attività lavorative, di servizi, della scuola, delle attività estive e ricreative, ma è necessario ripensare il modo di vivere, gli atteggiamenti, il modo di produrre, di lavorare, di spostarsi, di comunicare, di custodire e di coltivare il creato. Deve, insomma, prevalere una visione d’insieme che sia nuova e condivisa, a lunga gittata, che prospetta un mondo più fraterno, solidale e giusto, ove ci sia casa, pane e lavoro per tutti. Oggi c’è bisogno di una idea nuova di Paese e di Europa, di mondo. Non occorre, allora, affrettarsi a ricominciare quanto si faceva già prima e ruotava principalmente attorno all’asse del consumismo, del denaro idolatrato, del capitalismo rapace. Bisogna, piuttosto, voltare pagina, innovare. Ciò diventa possibile quando si coltivi un pensiero pensante, che elabora una nuova progettualità, basata su un umanesimo teocentrico più che antropocentrico, ossia un umanesimo aperto alla trascendenza, capace di concretizzare la realizzazione di un’ecologia integrale. Ebbene, in questa seconda fase, in cui abbiamo bisogno di una nuova umanità, di un nuovo inizio, anziché di ripetere pedissequamente il passato con i suoi errori, è per noi fondamentale guardare a Maria. Avendo detto di sì all’angelo del Signore, è divenuta causa di un nuovo inizio dell’umanità intera. Grazie a Lei, è nato l’uomo Nuovo, ossia un’umanità in pena comunione con Dio. Lei stessa, proprio perché è stata creata ed è vissuta in piena comunione con Dio, costituisce l’inizio di una nuova umanità. Tutti noi, in questo periodo, possiamo avviare un nuovo inizio, ossia una nuova società, una nuova economia e una nuova politica se sapremo essere umanità nuova, capace di vivere la stessa comunione che ha vissuto Maria con Dio e con il Figlio. Come Lei potremo, allora, accogliere il progetto di rinnovamento del mondo che Dio vuole realizzare mediante il suo Figlio, il Nuovo Adamo: lo Sposo di un’umanità che accetta il suo Amore; il Vino, che porta gioia nelle nozze tra Lui e le persone, tra Lui e la Chiesa, tra lui e il creato. Un nuovo e vero inizio ci sarà se sapremo essere umanità nuova come quella di Cristo, ossia umanità che vive in pienezza l’Amore del Padre. È questione di fede, non dimentichiamolo. Ciò che fa la differenza, e che ci rende lievito e sale nel mondo, è la fede in Cristo. Credendo Lui, vivendoLo, acquisiamo un nuovo pensiero, un nuovo modo di vedere e di amare, ciò che ci rende davvero innovatori, rivoluzionari.

Maria, nuovo inizio dell’umanità, Lei figlia del suo Figlio, come ebbe a scrivere il sommo poeta Dante, ci aiuti ad accogliere Gesù Cristo, a generarlo in questo mondo, perché possiamo continuare la nuova creazione da Lui iniziata. Ringraziamola. Come Lei diciamo sì a Dio e al suo progetto d’amore. Come Lei saremo causa di felicità per l’umanità.

+ Mario Toso