[mag 15] Omelia – Ordinazione diaconale di Stefano Lega

15-05-2022

Faenza, Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo, 15 maggio 2022

Cari fratelli e sorelle, il tempo della Chiesa è tempo intermedio tra l’Ascensione di Cristo e la comparsa di un «nuovo cielo», di «una nuova terra». La comunità cristiana, come le prime comunità, al pari di quella di Gerusalemme e di Antiochia, costituisce in terra un insieme di credenti adunati per realizzare il Regno di Dio, ossia un’umanità in cui Dio abita in tutti. L’obiettivo della Chiesa è di annunciare a tutti la vita nuova portata da Cristo mediante la sua incarnazione, morte e risurrezione. L’ordinazione diaconale di Stefano Lega va letta in questo contesto, come una missione che ha l’obiettivo di aiutare i fratelli a vivere l’amore di Cristo, un amore trasfigurante, che fa sì che Dio sia tutto in tutti, redimendo e divinizzando.

«Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5), abbiamo appena udito: l’amore di Gesù rinnova, cambia, trasfigura. In forza del suo amore il Signore Gesù  ci invita ad amare i fratelli come Lui li ha amati (Gv 13,34). Questo amore è il primo strumento di evangelizzazione, la prima forma di testimonianza.

Cari fratelli e sorelle, tramite l’azione dello Spirito Santo, che tra poco invocheremo, questo nostro fratello candidato al diaconato, Stefano Lega, sarà reso partecipe dell’essere per gli altri di Cristo stesso. La sua umanità sarà trasfigurata, resa più bella e luminosa da Cristo Risorto. Il Signore Gesù di cui parlerà e per cui sceglierà di vivere sarà realmente presente in lui, trasparirà e opererà nella sua vita, come quella di un «servo» che dona se stesso perché gli altri abbiano una vita piena.

 

Caro Stefano, vieni ordinato diacono perché hai risposto di sì all’amore di Dio. Grazie all’amore di Cristo e alla comunione con Lui, Egli sarà più intimo a te di quanto tu lo sia a te stesso. Come ha insegnato S. Agostino, noi ameremo in Dio e con Dio: ameremo non solo con le nostre semplici forze umane, fragili e ferite dall’egoismo, ma con la sue stesse capacità di dono. Guarderemo all’altra persona non più soltanto con i nostri occhi e con i nostri sentimenti, ma secondo la prospettiva di Dio e di Gesù Cristo. Vedremo con gli occhi di Dio e di Gesù Cristo. Ci immedesimeremo in Colui che ha dato la vita per tutti e dei molti ha formato una sola famiglia di figli per Dio, impegnati a far sì, come già accennato, che Dio sia in tutti.

In un circolo prodigioso di vita donata e ricevuta, attraverso l’incarnazione di Gesù che pone la nostra umanità in comunione con Dio, potremo riconoscere nell’altro l’immagine divina, il Figlio di Dio, il fratello. Crescerà la nostra disponibilità ad andare incontro al prossimo, ad enunciargli e a mostrargli l’amore che viene dall’alto. Queste nostre nuove capacità ci renderanno più sensibili  anche di fronte a Dio. Apriranno maggiormente i nostri occhi su quello che Dio fa per noi, su come Egli ci ama.

Consacrando il tuo celibato per mezzo dell’ordinazione diaconale, sarai costituito dono per sempre per Gesù Cristo, per la Chiesa, per gli uomini, in particolare per gli «ultimi». Il diacono, infatti, non vive più per sé stesso, non si appartiene, ma vive per Gesù Cristo. Aderendo a Lui con cuore indiviso, caro Stefano diventerai servo: di Cristo, della Chiesa, dei fratelli, specie dei più poveri.

Il diacono è, nella Chiesa, segno sacramentale specifico di Cristo servo. Il diacono è costituito custode e animatore del servizio, ricordando a tutti noi che la fede possiede un’essenziale dimensione sociale, di servizio a Dio e ai fratelli.

Gli Atti degli Apostoli oggi ci offrono una descrizione dell’instancabile operosità di Paolo e Barnaba, solleciti nella testimonianza, nel confermare ed esortare i discepoli e nel designare in ogni comunità alcuni anziani e collaboratori, affidandoli al Signore (At 14,21-27). Così anche tu sarai di aiuto al vescovo e al suo presbiterio nel ministero della parola, dell’altare e della carità, nel servizio ai fratelli. Secondo la missione a te conferita dal vescovo, avrai il compito di esortare e istruire nella dottrina di Cristo i fedeli e quanti sono alla ricerca della fede. Guiderai le preghiere, amministrerai il Battesimo, assisterai e benedirai il Matrimonio, porterai il Viatico ai moribondi, presiederai il rito delle Esequie. Eserciterai il ministero della carità in nome del vescovo o del parroco (Pontificale Romano, Rito dell’ordinazione di un diacono).

 

Una volta ordinato diacono ti sarà consegnato il libro dei Vangeli: la tua prima diaconia. Il compito primario e qualificante del tuo ministero saranno la missione di annunciare il Vangelo, di essere con tutta la tua vita autentico e appassionato testimone della sua parola. Una missione che non può rimanere circoscritta nella sola sfera liturgica, ma che prosegue e si diffonde in tutte le attività di servizio, in campo ecclesiale, sociale, civile, nell’educazione.

Cari ragazzi, adolescenti, giovani, in questa bella occasione ora mi rivolgo a voi. Mentre vi parlo immaginate di sentire Stefano stesso. In un tempo difficile, in cui i rapporti con gli altri sono stati messi a dura prova e sono sempre più mediati dai mezzi digitali; in questo tempo in cui sembra che non ci siano più punti di riferimento certi, in cui ciò che è giusto e vero spesso si confonde con l’ingiusto e la menzogna; in una società che propone come unico traguardo la propria auto-realizzazione e il proprio benessere, non abbiate paura di compiere scelte coraggiose e in controtendenza: fatevi amici di Gesù, seguite il suo esempio di amore, vivendo non ripiegati su voi stessi ma disponibili a donarvi per gli altri, per sempre. Interrogatevi senza timore sulla strada che il Signore vi sta indicando per la vostra vita, cogliete i segni che Lui già sta indicandovi, facendovi aiutare e guidare da persone più avanti nel cammino e di cui vi fidate.

Caro Stefano, in questo ambito in cui sei già impegnato, avrai il compito di accompagnare questi giovani con l’esempio, con l’ascolto e con l’invito a formarsi nella fede e nell’appartenenza a Cristo, per essere disponibili al dono di sé, al servizio della Chiesa e della società civile. Senza una fede ben radicata e formata dal punto di vista affettivo, intellettuale e culturale, infatti, c’è il rischio di non riuscire ad aiutare la propria Chiesa ad annunciare coraggiosamente il Vangelo. Amate la Chiesa per amore di Gesù Cristo e dei vostri fratelli. Amate non per un tornaconto, ma in maniera disinteressata.

La nostra comunità diocesana in questo momento si stringe a te e alla tua famiglia. Prega per te e per i tuoi genitori. Ti accompagnino l’intercessione e la protezione della Beata Vergine delle Grazie e di San Pier Damiani, nostri patroni. L’Eucaristia che celebriamo ci renda sempre più uniti a Cristo, servo dell’amore di Dio.

                                          + Mario Toso