Dove abita l’uomo: luoghi, relazioni, intrecci. La mostra del Museo Diocesano fino al 7 gennaio 2024 presso la chiesa di Santa Maria dell’Angelo

Lo spazio abitato dall’arte per riflettere sugli spazi abitati dall’uomo. La mostra, a cura del vice-direttore del Museo Diocesano Giovanni Gardini Dove abita l’uomo. Luoghi, relazioni, intrecci inaugurata lo scorso venerdì 8 settembre presso la chiesa di Santa Maria dell’Angelo a Faenza, ha un significato profondo, unico, in una città che diventa un luogo particolare, un riferimento spaziale puntuale in questo settembre 2023 che prelude un autunno da colori e odori diversi.  Undici gli artisti e le artiste in esposizione con opere che spaziano dal mosaico alla fotografia, coniugando forme e colori con il contemporaneo. La mostra è visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30 dal 9 settembre fino al 7 gennaio 2024.

Un anno particolare

«La mostra – spiega il curatore Giovanni Gardini – era stata pensata ben prima degli eventi alluvionali e ciò che è successo a maggio ci ha portato inevitabilmente a riprogettarla, a ridarle un significato diverso». Ecco allora che il tema dell’abitare diventa metafora di qualcosa che ha a che fare con l’identità di un territorio, di una comunità. E proprio dalla comunità, dalla scuola Sant’Umiltà di Faenza, è arrivato un importante contributo. «I ragazzi hanno raccolto testimonianze, narrazioni e fotografie confluite in un libro che sarà disponibile durante la mostra – ha spiegato la docente Giulia Zoli – e i loro racconti, registrati qui proprio mentre veniva allestita la mostra, sono fruibili per i visitatori tramite qr code posti di fianco alle fotografie realizzate da Andrea Bernabini, Marco Parollo, Adriano Zanni e Richard Betti».

 

Tra antico e contemporaneo

«Si tratta di un dialogo tra antico e contemporaneo essenziale per entrare nella realtà dell’uomo di oggi- , spiega monsignor Mariano Faccani Pignatelli, direttore del Museo Diocesano – Il tema è molto vasto e include tre dimensioni: quella orizzontale che intende la casa come relazione tra le persone sottolineando l’aspetto della comunità, quella verticale che indica la sorpresa, ciò che non ci si aspetta, e quella della casa come luogo, che tocca direttamente il tema dell’alluvione». La mostra coniuga linguaggi e materiali diversi, abbracciando anche il mosaico. Una preview della VIII Biennale del Mosaico che si terrà a Ravenna dal 14 ottobre 2023 al 14 gennaio 2024, appuntamento corale che quest’anno mette al centro il tema del contrasto, caro al mosaicista Alberto Burri. Proprio il contrasto tra nero e oro caratterizza l’opera di Marisa Zattini, che ha realizzato una foresta fossile dalle dimensioni apocalittiche: sulle cortecce di questi tronchi neri le lettere dorate ebraiche che compongono la parola verità e che fanno da cornice a un crocifisso in cartapesta esposto che nei giorni successivi all’alluvione è stato lasciato, ancora sporco di fango, davanti la porta del convento delle suore di Sant’Umiltà, che lo hanno poi consegnato al Museo Diocesano perchè potesse far parte dei suoi beni artistici. In esposizione anche le opere di Felice Nittolo, Daniela Novello, Chiara Lecca, Jessica Ferro, Matteo Lucca, Andrea Salvatori.

Per informazioni: info@museodiocesanofaenza.it, cell 333-7834993

Letizia Di Deco