Gesù si trova all’estero, fuori del territorio di Israele, dove ha guarito la figlia di una donna pagana, e rimane in terra pagana, nella Decapoli, mentre si dirige verso il lago di Genezaret. Probabilmente anche il sordomuto che gli conducono da guarire è pagano. Anche questo è un piccolo segno che Gesù è venuto per salvare tutti, andando oltre i confini che riducevano il popolo eletto al solo popolo ebraico.
Gesù, che altre volte ha guarito con un semplice atto della sua volontà e un gesto compiuto anche da lontano, questa volta compie un rito, cioè pone dei gesti uniti a parole: effatà, apriti. Vuole quindi dare una particolare importanza a quello che sta facendo, per indicare forse che si stavano realizzando i tempi nuovi che Isaia profeta aveva preannunziato: ‘Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi’. Sono i segni della nuova creazione, di fronte alla quale si potrebbe ripetere come nella prima creazione: ‘Dio vide che era cosa buona’. In modo analogo anche la gente diceva di Gesù: ‘Ha fatto bene ogni cosa’.
Mi pare che possa essere questa la prima considerazione da fare in questa ordinazione diaconale di Fr. Marco: anche quanto sta avvenendo ora in questa chiesa parrocchiale di S. Maria di Alfonsine appartiene al piano della salvezza, ed è un segno di quanto Dio sta operando nel mondo per raddrizzare le cose, servendosi della povera collaborazione degli uomini. Alla fine diremo anche noi: ‘Gesù ha fatto bene ogni cosa: ha chiamato Fr. Marco a servirlo nella sua Chiesa, per testimoniare l’amore verso i piccoli, i poveri e i sofferenti’.
Anche tu appartieni a un progetto di Dio, iniziato con la nascita nella tua famiglia che ti ha accolto e ti ha educato. Questo progetto poi si è sviluppato nella comunità cristiana di Alfonsine che ti ha fatto crescere nella fede, e si è precisato in incontri e percorsi che ti hanno portato a trovare nella famiglia francescana il modo concreto di vivere la tua vocazione. Di tutto questo hai voluto rendere grazie qui, questa sera, vivendo in mezzo ai tuoi parenti, amici e fratelli di fede l’Ordinazione diaconale, per dire a tutti la gioia di sentirti strumento nelle mani di Dio in mezzo ai tuoi fratelli.
Anche le parole del salmo ci hanno ricordato che il Signore continua ad agire per mezzo di noi: ‘Il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti, il Signore protegge i forestieri’, e tutto questo lo fa attraverso l’amore che ci ha donato, l’unica vera novità che può cambiare il mondo.
Quello che adesso nel sacramento dell’Ordine viene chiesto a Fr. Marco, è stato chiesto a tutti nel battesimo. Di fronte al racconto evangelico della guarigione del sordomuto, è bello ricordare che anche nel nostro battesimo fu ripetuto il gesto di Gesù. Il celebrante come ultimo gesto che rivelava quanto nel sacramento era avvenuto, toccando le orecchie e le labbra del battezzato disse: ‘Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua parola e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre’.
La fede nasce dall’ascolto, dirà S. Paolo. E questa è la seconda cosa importante nell’ordinazione del diacono. Tra poco il Vescovo consegnandoti il Vangelo dirà: ‘Ricevi il vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre a ciò che proclami, insegna ciò che credi, vivi ciò che insegni’. La fede e la vita sono a sostegno dell’annuncio della parola di Dio, che non può essere proclamata come un cembalo che squilla, perché se non c’è la carità, anche la parola di Dio è vuota.
Come vedi, il diacono scelto dagli Apostoli per il servizio delle mense, riceve il mandato di annunciare il Vangelo, con le parole e con la vita. Non ci può essere nella Chiesa un servizio vero che non nasca dall’Eucaristia e che non porti in dono la Parola di Dio. Poi ogni ministero avrà una sua connotazione particolare per la vita della comunità, ma ognuno nasce da quella sorgente e porta a quella conoscenza.
Come religioso francescano tu sei discepolo del grande diacono Francesco d’Assisi, il quale rimase diacono probabilmente per umiltà, non sentendosi degno di diventare presbitero, ma forse anche per ricordare alla Chiesa che esiste il ministero del servizio ai poveri, che assume un valore particolare se vissuto come frutto dell’amore di Cristo. Il Figlio dell’uomo che è venuto per servire e non per essere servito, ha voluto nella sua Chiesa un ministero che realizzasse come segno sacramentale questo dono. A me piace pensare che anche S. Francesco rimanendo diacono, abbia voluto dare risalto nella Chiesa al servizio a Cristo Signore nei piccoli e nei poveri.
E qui viene l’ultima considerazione suggeritaci da S. Francesco povero e umile, e dal passo della lettera di S. Giacomo: ‘Dio, non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?’ Il diacono, in questo caso aiutato dalla spiritualità francescana, mantiene nella comunità cristiana l’attenzione ai poveri, perché non succedano discriminazioni, ma anzi si conservi la via maestra di Cristo, il quale da ricco che era si è fatto povero per noi.
L’attenzione ai poveri non è solo una esigenza per una emergenza sociale mondiale; questo, caso mai, rende più urgente mettere in opera tutte le risorse e collaborare con tutti coloro che sono responsabili della pace.
La scelta dei poveri, ai quali portare anzitutto la carità della verità di Cristo salvatore, nei quali vedere la via della Chiesa per la nuova evangelizzazione è soprattutto in questo nostro tempo necessaria per dare speranza a chi soffre, a chi è solo, è chi è privato della dignità umana a causa della miseria, della fame e della guerra.
Vogliamo chiedere per Fr. Marco la grazia di saper servire sempre Cristo nei poveri, di custodire il dono del diaconato anche quando sarà presbitero e di vivere la povertà nell’umiltà della vita francescana.
La Vergine Maria, Serva del Signore che si è messa a disposizione di Dio e lo ha riconosciuto come colui che disperde i superbi e innalza gli umili, ti accompagni con il suo amore materno e ti benedica da questa chiesa a Lei dedicata, oggi e sempre.