OMELIA per la messa a XX della morte del Servo di Dio DOMENICO GALLUZZI

13-01-2012


A venti anni dalla morte del P. Domenico, abbiamo la possibilità di parlare di lui come Servo di Dio; la Chiesa ha cominciato ufficialmente a indagare sull’eroicità della sua vita cristiana e religiosa, come discepolo di Cristo e suo ministro.


La breve riflessione che faremo insieme in questa liturgia eucaristica, in onore della B. Vergine Maria, fonte della salvezza, vuole riallacciarsi all’Anno mariano che stiamo celebrando per il VI centenario del culto alla Madonna delle Grazie, e dare ragione del ruolo determinante della Vergine nella santificazione della vita del presbitero.


Non ho certo la pretesa di mostrare la devozione mariana di P. Domenico, anche se in lui domenicano questa deve essere stata profonda, teologicamente sostenuta, spiritualmente viva.


Tuttavia mi piace avviarmi con una sua osservazione: ‘Come i corpi illuminati dal sole finiscono col riscaldarsi, così il sacerdote continuando a vivere alla presenza di Maria, ne subisce il benefico effetto: un aumento di amore filiale, una profonda interiorità di vita’.


Questo rapporto vivo tra il sacerdote e la Vergine, rimanda al rapporto tra la Vergine e suo Figlio Gesù. Maria è la donna vestita di sole, che risplende di luce riflessa come la luna. Voler separare Maria da Gesù e come voler separare la luce dal sole, che ne è la sorgente. Lasciarsi illuminare dalla luce di Maria, in fondo è risplendere della luce di Cristo.


‘Quanti motivi ha il sacerdote, continua P. Domenico, per dire: ‘Non vedo chiaro, l’aridità mi penetra fino al midollo’. Ha però un motivo capace di neutralizzare gli effetti deleteri del gelo spirituale’: il focolare materno, perennemente acceso, di Maria SS.ma’.


Se l’immagine del sole ci aiuta a comprendere l’efficacia della grazia che viene dal rimanere in Maria e quindi in Cristo, l’immagine dell’acqua ci parla sul dono della vita. Soprattutto nell’ambiente arido dell’oriente si comprende come l’acqua sia fonte di vita.


Il profeta Ezechiele ci ha rivelato da dove nasce l’acqua della vita: dal tempio santo di Dio; e questa acqua dona la vita dovunque arriva. Ma qual è il principio vitale, fuori dell’immagine, ce lo rivela il Vangelo di Giovanni quando parla dei fiumi di acqua viva che sgorgano da chi crede in Gesù: ‘Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui’.


Maria è fonte della salvezza perché ci ha donato il Salvatore e continua ad essere mediatrice materna presso suo Figlio per noi, perché custodiamo la vita divina che ci è stata data nello Spirito santo mediante il battesimo, l’acqua che dà la vita, e l’alimentiamo con il cibo eucaristico.


Il rapporto sacramentale con Cristo è fondamentale; ma anche il rapporto spirituale con Maria, in una intimità assidua e nella condivisione di vita è necessario per non inaridirsi.


La realtà grande della Vergine nei confronti dei sacerdoti e dei cristiani è data dai quattro dogmi che ne definiscono l’immagine: la concezione immacolata, la maternità divina, la verginità perpetua e l’assunzione in cielo. Invece di collocare la Vergine lontano da noi in una posizione irraggiungibile, questi quattro misteri ce l’avvicinano fino a renderla per noi madre nell’ordine della grazia.


Maria concepita senza peccato ha accolto in pienezza l’opera del Redentore, che ha redento anche sua madre non liberandola da un peccato da cui era stata contagiata, ma impedendo che lo fosse. Santa Teresa di Gesù, riflettendo un giorno sull’episodio del vangelo dove Gesù perdona alla peccatrice, dicendo: ‘Molto le è perdonato perché ha molto amato’ dice: ‘Se è segno di amore il perdono, è segno di maggior amore impedire il bisogno di perdono. Se è amore quello di un padre che solleva il figlio caduto, è maggior amore quello di un padre che toglie l’inciampo perché il figlio non cada’.


Maria Immacolata ci fa comprendere l’amore del Salvatore, che vuole riconciliarci con Lui. Dirà S. Paolo: ‘Vi scongiuro in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio’.


Maria, madre di Dio, ha generato secondo la natura umana il Verbo incarnato. Nascendo da donna, Gesù ha messo in rapporto Dio e l’uomo in modo così efficace, che come Dio è diventato uomo, così l’uomo può diventare Dio. Radicalmente siamo già ‘partecipi della natura divina’ (2 Pt 1,4) mediante il battesimo; dobbiamo imparare a vivere da figli di Dio, per opera dello Spirito santo.


Maria sempre vergine. Verità di fede, proprio perché umanamente incomprensibile. Ma quanto è coerente con la realtà del mistero dell’incarnazione. Nel concepire il Figlio di Dio non c’è stata l’opera dell’uomo, ma è intervenuto lo Spirito Santo. Così nella nascita, anch’essa opera di Dio, non c’è stato ciò che solitamente è conseguenza della fecondazione umana. Vergine prima, vergine nel parto, vergine dopo il parto. Del resto che cosa poteva ancora generare la Madre di Dio, dopo aver generato il Figlio di Dio? che cosa poteva aggiungere, che non fosse già compreso nell’Unigenito del Padre? E come poteva generare secondo la carne, Lei che sarebbe stata Madre di tutti gli uomini nell’ordine della grazia?


Il sacerdote trova in Maria il sostegno alla sua verginità, quando, facendo esperienza del limite dei mezzi umani, ricorre all’intervento di Dio nei sacramenti e nella preghiera. È lì che si rende conto che ha bisogno di un rapporto verginale con Dio, per fidarsi fino in fondo dell’intervento dello Spirito Santo, credendoci davvero che è Dio che salva l’uomo, e non le nostre opere. Il prete è vergine, prima ancora che per avere tempo di fare tutto, per poter lasciare entrare totalmente Dio nel suo ministero, lasciandolo agire soprattutto dove l’uomo non può arrivare. Essere tutto di Dio, perché Dio sia tutto nella sua vita.


Maria è assunta in cielo, in anima e corpo, ha voluto precisare il Papa Pio XII nel definire il dogma.


Era sommamente conveniente che colei che ci ha dato l’autore della vita non conoscesse la corruzione del sepolcro, e soprattutto ci ricordasse qual è il nostro destino. La nostra vita infatti non può essere racchiusa in questo mondo, essendo diventati figli di Dio per essere sempre con il Padre del cielo. Nel cammino della vita, la Madre che ci ha preceduto non dimentica il suoi figli ma li segue e li sostiene fino a che non siano arrivati tutti nel Regno di suo Figlio.


Inoltre Maria, condividendo la gloria di Gesù risorto, ne condivide anche le prerogative che rendono possibile una presenza misteriosa e reale. Maria ci è accanto quindi non come gli altri Santi, ma con una vicinanza vera, simile a quella del suo Figlio; e a volte, come particolare dono, si manifesta pure a delle anime prescelte. Ma tutti la possiamo pregare vicina e presente.


‘Un augurio per tutti, ci dice il P. Domenico: vivete sempre per Maria, con Maria e in Maria e Maria vivrà per voi, con voi e in voi, madre e maestra delle vostre anime, dei vostri corpi e della vostra vita missionaria’. Questo vale per i presbiteri, per i fedeli laici e per le persone consacrate nella verginità. Il mistero della sua persona e l’opera della sua intercessione ci mantengono in un rapporto vivo con Cristo, nella Chiesa, per la salvezza del mondo. Maria è fatta così e non può essere diversamente.