OMELIA per la festa di SAN GIORGIO, patrono degli Scout

25-04-2015

Cari Scout di Faenza,

oggi festeggiamo san Giorgio, patrono in particolare degli Esploratori.

Baden-Powel sollecitava gli scout a guardare a san Giorgio come punto di riferimento per il proprio cammino formativo. E invitava anche a concentrarsi, più che sulla figura del cavaliere antico, sul significato della sua lotta contro il drago. Il drago simboleggia il male che uccide. San Giorgio combatte contro Satana, che mira a distruggere le persone, soprattutto i cristiani. Ma, potremmo domandarci, come è possibile che avvenga questa devastazione? Basti pensare alla persona di Giuda. Come leggiamo nei Vangeli, Satana, il nemico, l’avversario, l’accusatore, si impossessò di lui e lo indusse, prima, a tradire Gesù, e poi, a disperare del perdono che il Signore gli avrebbe certamente concesso, fino a suicidarsi.

Sappiamo che san Giorgio è chiamato dagli orientali «il grande martire» ed è festeggiato nei riti siro e bizantino. Aveva intrapreso la carriera militare ai tempi di Diocleziano, ma, a causa della fede venne perseguitato e torturato. Essendosi rifiutato di abiurare (sapete che cosa significa abiurare?), verso l’anno 303fu decapitato a Lidda l’odierna Lod, in Palestina. Con il suo martirio offre anche oggi a tutti noi un esempio di fortezza e di perseveranza nella fede in Cristo, in ogni circostanza della vita.

Guardando a san Giorgio, un esploratore e una guida sanno di poter vivere anch’essi la grande avventura di figli di Dio, fedeli e pronti nel compiere il bene, anche a costo di dover superare prove difficili. La lotta vittoriosa di san Giorgio contro il drago di Selem è simbolo della lotta del bene contro il male, la lotta che deve sostenere ogni credente che voglia seguire Gesù. Il cristiano che, come Gesù, si impegna a vincere il male operando il bene e donandosi totalmente al Padre, incontra sulla sua strada il sacrificio e talora la morte. È a causa della sua determinazione a seguire Gesù in tutto e per tutto, che san Giorgio è andato volontariamente incontro alla morte. Non si è mostrato cristiano solo a parole, ma ha dato la prova di esserlo, annunciando Gesù Cristo con la sua stessa vita.

In sostanza, nel suo tempo san Giorgio non ha esitato a dire a tutti che per lui Gesù Cristo era la persona più importante, per cui considerava essenziale suo dovere annunciarlo, comunicarlo e testimoniarlo. È stato ucciso per la sua fedeltà a Cristo. Ma quanti altri sono stati uccisi per amore a Gesù! Nel passato, la Chiesa è stata Chiesa di martiri, ma lo è anche oggi. Tra i martiri contemporanei papa Francesco indica quei nostri fratelli sgozzati sulla spiaggia della Libia; quel ragazzino bruciato vivo dai compagni, soltanto perché cristiano; quei migranti che sono stati buttati in mare, perché nel pericolo invocavano il Signore Gesù; quegli etiopi e quegli studenti kenioti assassinati, soltanto perché cristiani.

Chi ci dà la capacità di annunciare Gesù Cristo, di testimoniare che lo amiamo più della nostra vita? Cristo stesso! Egli è il pane della vita che, alimentandoci, ci dà la forza e la capacità di annunciarlo, come Filippo lo annunciò a quell’eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia di cui ci parlano gli Atti degli apostoli (cf At 8, 26-40). Se letteralmente lo mangiamo e facciamo comunione con Lui, diventeremo capaci di essere, come Lui ‘ il martire e il testimone per eccellenza ‘, pane che si dona, che nutre e che sostiene. Non solo riusciremo a dar da mangiare il pane materiale agli affamati ‘ «Date voi stessi da mangiare» ha ordinato Gesù ai suoi discepoli ‘, ma soprattutto riusciremo a donare Lui, il pane vivo disceso dal cielo, quel pane che fa vivere in pienezza e che sazia la nostra fame di eternità (cf Gv 6,44-51).

Il vostro, cari scout, è un grande metodo educativo, che insegna con l’agire e che tiene conto del volume totale delle dimensioni della persona, e quindi anche di quella religiosa. Cristiani non si nasce. Cristiani si diventa a poco a poco, ogni giorno. E lo si diventa vivendo appunto da cristiani, annunciando Cristo e testimoniandolo nel proprio gruppo oltre che nel proprio ambiente. Ma ricordate che senza Cristo, vero pane della vita, non sarà possibile tener fede neanche alla Promessa scout che insieme reciteremo fra breve.