OMELIA per la DEDICAZIONE della chiesa parrocchiale di TRAVERSARA

Traversara - 18 marzo 2012
18-03-2012


Perché si fa la dedicazione di una chiesa, se da sempre viene usata per la celebrazione della Messa e dei sacramenti e per il culto divino? Un tempo il rito era molto complesso, per cui era comprensibile che fosse rinviato. Ma oggi non può essere solo il rito più semplice a motivare questa solenne cerimonia.


‘In quanto costruzione visibile, la chiesa-edificio è segno della Chiesa pellegrina sulla terra e immagine della Chiesa già beata nel cielo. È giusto quindi che questo edificio, destinato in modo esclusivo e permanente a riunire i fedeli e alla celebrazione dei santi misteri, venga dedicato a Dio con rito solenne secondo l’antichissima consuetudine della chiesa’ (Rito, n. 28).


Con la dedicazione la vostra chiesa diventa un simbolo; questo ci ricorda la presenza di Dio tra gli uomini e che la meta della nostra vita è la patria del Cielo.


Il rito comprende la consacrazione dell’altare e delle pareti della chiesa, sulle croci appositamente collocate, con il sacro Crisma. Il Crisma è segno di Cristo Signore, con il quale vengono consacrati, cioè riservati esclusivamente a Dio i luoghi e il loro uso, le persone e la loro vita.


Il rito della dedicazione esprimerà in modo eloquente il significato di quanto stiamo celebrando, mentre la Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci aiuta ad entrare nella realtà di questo mistero.


Il mistero si presenta ogni volta che Dio entra in rapporto con l’umanità, e trova il suo culmine nell’incarnazione del Verbo. Dal momento che il Figlio di Dio ha assunto la natura umana nel grembo della Vergine Maria, la possibilità di incontrare Dio qui in terra è diventata concreta per ogni uomo. Questa possibilità non è stata riservata solo alla gente di Palestina al tempo di Gesù, ma agli uomini e alle donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi. I sacramenti, a cominciare dall’Eucarestia ne sono l’occasione.


La chiesa-edificio che ci raccoglie nella celebrazione dei santi misteri, in qualche modo partecipa della grazia del segno sacramentale e diventa essa stessa strumento di avvicinamento a Dio, soprattutto quando conserva la presenza dell’Eucaristia, e quando, mediante le immagini sacre, illustra le verità eterne.


Ciò che trasforma un edificio in una chiesa è l’assemblea riunita dalla Parola di Dio per celebrare i divini misteri. In altre parole noi diventiamo cristiani mediante la fede suscitata in noi dalla Parola di Dio e successivamente quando siamo segnati dalla grazia del sacramento del battesimo.


Abbiamo sentito il racconto della lettura dei libri della legge trovati durante la ricostruzione del tempio dopo il ritorno dall’esilio. Con quanta commozione ascoltavano quelle parole, che erano alla radice della loro identità di popolo di Dio. Sarebbe bello se  da oggi in avanti l’ascolto delle letture e del vangelo in questa chiesa suscitasse una commozione simile e trasmettesse la gioia del Signore che ci dà forza nella vita.


Il Signore è presente in questa chiesa per avere un incontro personale con ciascuno di noi. Gesù si è invitato a casa di  Zaccheo, perché Zaccheo lo desiderava ma non aveva il coraggio di dirlo. Gesù vuol venire anche a casa nostra; non gli basta la visita veloce che facciamo a volte in chiesa: ‘Oggi devo fermarmi a casa tua’. Gesù desidera stare con noi, per portare anche a noi la salvezza: ‘Oggi per questa casa è venuta la salvezza’.


E dall’incontro fedele con Lui, noi diventiamo come Lui, cioè pietre vive per costruire il Regno di Dio: ‘Avvicinandovi al Signore, pietra viva’ quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale’. Tutti, attorno a Cristo cresciamo come una nuova struttura viva, appoggiata su di Lui, ma proiettata in tutto il mondo. È la costruzione della Chiesa popolo di Dio, nazione santa, sacerdozio regale, stirpe eletta, per proclamare le opere ammirevoli di Lui.


Dio è allontanato dal mondo, dalla vita, dal lavoro; tutte le scuse sono buone per eliminare tutto ciò che ce lo farebbe ricordare: immagini, feste, eventi, persone. Eppure ormai abbiamo visto che dove scompare Dio entrano tanti padroni, più intransigenti e prepotenti, che invece di esaltare la nostra libertà di figli, ci assoggettano alle loro pretese di ricchezza, di potere, di dominio, mettendoci gli uni contro gli altri, speculando sulle differenze di razza, di religione, di condizione sociale.


Nella chiesa-edificio, convocati dalla parola di Dio, noi vogliamo crescere come Chiesa-famiglia dei figli di Dio, per essere segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, a cominciare dalla parrocchia e continuando nel luogo dove siamo chiamati a vivere.


Capite allora l’importanza che assume la vostra chiesa dalla dedicazione, per cui da ora in poi merita rispetto, come luogo consacrato, come simbolo di grandi misteri, come spazio che custodisce la storia della nostra comunità e la memoria delle tappe più significative della nostra vita di cristiani, dal battesimo e agli altri sacramenti, fino all’ultima Eucaristia che ci accompagnerà davanti a Dio. In chiesa si viene per il Signore; per parlare tra di noi abbiamo lo spazio davanti alla chiesa: educhiamo così i nostri bambini dando per primi il buon esempio.


La grazia di questo giorno verrà poi ricordata ogni anno, celebrando l’anniversario della dedicazione della chiesa come festa solenne, festa della comunità cristiana, nella quale ricorderemo la nostra comunione con la Vergine Maria Assunta in cielo, patrona di questa parrocchia. Quando i nostri padri scelsero la Vergine Assunta come titolare della chiesa, vollero dare una indicazione precisa: la nostra chiesa deve servire per farci andare tutti in paradiso, insieme alla Madonna.


Affidiamo a Lei gli impegni e i propositi di questa giornata, insieme alla protezione di tutta la parrocchia di Traversara, dei suoi pastori vivi e defunti, di coloro che partecipano più da vicino alla croce di Cristo, dei bambini che in questa chiesa imparano a conoscere e ad amare Gesù, e dove tutti lo incontriamo per portarlo ai fratelli.