OMELIA per la DEDICAZIONE della CHIESA di SAN SEVERO

San Severo di Cotignola, 17 settembre 2006
17-09-2006

‘Oggi la salvezza è entrata in questa casa’. L’iniziativa di Dio non cessa mai di stupire, perché non solo ha mandato suo Figlio nel mondo per salvarlo, ma lo fa entrare nella casa di Zaccheo per un incontro personale con lui; e vuole moltiplicare le case dove si possano trovare le condizioni necessarie perchè si ripete l’incontro personale dell’uomo con Dio.
Per la verità Dio non ha bisogno di un luogo particolare per incontrarci; ma siamo noi che ne abbiamo bisogno, che siamo condizionati anche dal luogo; così come senza una casa non si può avere una famiglia, senza una chiesa non si può avere una comunità cristiana.
Anche questa chiesa parrocchiale di San Severo è una casa, nella quale entrano gli uomini per incontrare Dio; e qui Dio si fa incontrare nell’Eucaristia che viene celebrata, nella sua parola che viene proclamata, nella persona del ministro, sacramento di Cristo, capo e pastore della comunità, nella stessa comunità riunita in assemblea nel suo nome. Dio vuole incontrarci in questa casa per salvare ciò che era perduto, darci il perdono dei nostri peccati, ascoltare le nostre preghiere, darci la speranza della vita risorta.
Perché si consacrano le chiese? Questa chiesa non era già santificata dalla presenza dei santi misteri che qui da sempre vengono celebrati?
In passato la consacrazione della chiesa era un fatto raro, anche per la lunghezza del rito che era previsto. Si preferiva la semplice benedizione, con la quale si apriva la chiesa al culto e vi si poteva celebrare la Messa.
Il rito della consacrazione o dedicazione della chiesa è un gesto attraverso il quale si intende destinare in modo definitivo questo luogo al Signore; mediante la dedicazione questo luogo diventa segno del mistero della Chiesa. Possiamo dire di questo luogo di pietra, ciò che si dice della Chiesa di Cristo, sacramento di salvezza per tutti gli uomini.
Ecco allora il significato della chiesa consacrata. Da questa celebrazione e da quest’oggi la vostra comunità parrocchiale ha finalmente il segno vero di ciò che è nella realtà. Voi siete ‘pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo’. La comunione che unisce una comunità cristiana non è solo un fatto morale, costituito dalla buona volontà di tutti a stare insieme, a non litigare, a collaborare; è molto di più: è una unità profonda, opera dello Spirito Santo, alimentata dalla preghiera e dall’Eucaristia; è una comunione che appartiene al tempo ed è legata a tutti coloro che da sempre e dappertutto hanno creduto in Cristo; ma è anche una comunione che è unita con tutti i Santi che sono nell’eternità, fra i quali noi oggi sentiamo presente in particolare San Severo vescovo, patrono di questa parrocchia.
Tutto questo mistero di comunione con Cristo, con i Santi e con coloro che ci hanno preceduto è rappresentato da questo luogo di pietra; ciò che avviene qui dentro fa crescere la fede, alimenta la speranza, rafforza la carità; queste pareti, le immagini che le ornano parlano della Madonna e dei Santi, ma anche di coloro che hanno vissuto in questo territorio e sono passati nell’eternità. Qui si ricordano anche i nostri morti, che una volta erano sepolti accanto alla chiesa, perché continuavano ad essere anch’essi pietre vive in Cristo risorto.
Dalla comunione nello Spirito Santo, significata dall’insieme delle pietre unite di questa chiesa, dovrà crescere la costruzione fatta di pietre vive, cioè di cristiani credenti in Cristo Gesù; e dalla grazia che qui verrà donata a tutti i credenti, crescerà un popolo che dovrà proclamare le opere meravigliose di Dio con una vita santa, e che sappia portare fuori dal tempio le realtà grandi e belle che ha incontrato qui dentro.
In questa data, nell’anniversario della dedicazione della chiesa, ogni anno voi farete la festa della vostra comunità cristiana, che in questo giorno è stata tutta dedicata a Dio, rinnovando la consacrazione già avvenuta per ognuno personalmente nel Battesimo.
La presenza della chiesa in un territorio e il segno verticale del campanile in mezzo alle case degli uomini stanno ad indicare un fatto e una speranza: il fatto è Cristo che ha portato la sua opera di salvezza fino in questa terra, e vi ha iniziato a costruire il suo Regno con l’opera dei suoi discepoli; la speranza è che tutti possiamo ritrovarci nella casa del Padre, di cui questa casa di Dio è profezia e aiuto per arrivarci.
Il Papa Benedetto XVI continua a dirci che l’assenza di Dio per il nostro mondo è una povertà pericolosa. L’arrivo tra di noi di altre culture e di altre religioni dà risalto al materialismo pratico in cui viviamo. ‘La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca’ (Monaco, 10/09/06).
Custodire la chiesa, mantenerla e abbellirla, volergli bene e usarla per quello che è il suo scopo, non è un servizio solo ai cristiani, a ma tutti gli uomini. Quanto più sarà presente il senso di Dio, quanto più cresceremo come figli suoi e fratelli tra di noi, quanto più avremo presente che siamo in cammino verso un mondo più bello che deve venire nell’eternità, tanto più daremo senso alla nostra vita. Il cristiano è un uomo che vive in pienezza.
Qualche anno fa si trovava scritto sui muri delle chiese: Meno chiese e più case. Si potranno anche fare più case, ma non si fa più famiglia, senza la chiesa o prescindendo da quello che attorno ad essa si fa per i ragazzi, per i giovani, per gli anziani, per i malati e per tutti coloro che arrivano ad essa.
Ma per fare questo dobbiamo essere ‘più Chiesa’, meglio appoggiati a Cristo, pietra angolare, scartata dagli uomini, ma per noi preziosa e scelta. E’ giusto essere contenti di avere una chiesa bella, pulita e ornata; ma sarà motivo di gioia maggiore essere una comunità come il Signore ci vuole, segno di speranza e strumento di futuro, annunciatrice della buona notizia che Dio è in mezzo a noi e ci unisce in un popolo che lavora per il Regno di Dio, regno di santità, di amore, di giustizia e di pace.