[dic 17] Intervento – Convegno per il 50° della morte del Card. Amleto Cicognani

17-12-2023

La Chiesa Faentina commemora con gioia il cinquantennale della scomparsa del cardinale Amleto Giovanni Cicognani (1883-1973), servitore esemplare della Sede Apostolica, in incarichi di altissima responsabilità, che la fiducia di Giovanni XXIII e di Paolo VI chiamarono via via a ricoprire. Nonostante la lontananza dovuta agli impegni apostolici ebbe sempre nel cuore il suo paese di origine, Brisighella, ove nacque e rinacque alla fede.

Le radici della sua vocazione, della sua spiritualità, affondano nella rigogliosa tradizione ecclesiale faentina.  Prestò dapprima il suo servizio nelle Congregazioni romane, nell’insegnamento presso la Scuola giuridica dell’Apollinare, quindi fu assegnato alla legazione americana, tornò a Roma a lavorare nella Congregazione Orientale. Infine, fu alla Segreteria di Stato sotto i Sommi Pontefici Sua Santità Giovanni XXIII e Paolo VI.

Alle origini della sua vocazione e della sua formazione stanno i genitori e la famiglia, assieme allo zelante parroco monsignor Antonio Casanova, animatore di tante istituzioni di bene. Nel Seminario di Faenza incontrò due figure eccezionali che ne segnarono indelebilmente la vita, il rettore Mons. Francesco Lanzoni (1862-1929) e il direttore spirituale il Servo di Dio Mons. Paolo Taroni (1827-1901).

Alcuni anni dopo, mentre prestava servizio nelle Congregazioni romane e contemporaneamente insegnava Diritto Canonico nelle scuole dell’Apollinare del Seminario Romano, ebbe modo di favorire la pubblicazione delle opere maggiori del rettore Lanzoni, Le diocesi d’Italia dalle origini agli inizi del secolo VII (anno 604), e Genesi svolgimento e tramonto delle leggende storiche. Era la definitiva consacrazione di un lavoro protrattosi per ben quattro decenni. Scrive il Cardinale Amleto: «Ebbi l’onore e la soddisfazione di essergli tramite per un primo contatto con il Prefetto della Biblioteca Vaticana, l’illustre Cardinale inglese Gasquet, che già da alcuni anni conosceva, e di fargli accogliere la pubblicazione nell’ambita collezione Studi e Testi».

Leggiamo nel bellissimo discorso pronunciato dal Cardinale Amleto in occasione del centenario della nascita di mons. Lanzoni: «Intima trepidante commozione mi pervade l’animo nel ritrovarmi con voi […] ad onorare un nostro grande, di memoria cara e veneratissima […]»; e ancora: «[…] in noi che abbiamo goduto della sua chiara lucentezza quella face ardente è ricordo riverente di ammirazione e di affetto»; infine: «[… la figura del Lanzoni] si staglia come quella di un uomo superiore, di sacerdote esemplare, devotissimo alla Chiesa, alieno da ogni sorta di equivoci, studioso acuto, retto e coscienzioso, apostolo fervido della verità».

Senza ombra di dubbio il magistero del Lanzoni lo guidò anche negli studi romani. Tra le sue prime opere figura, infatti, un libro intitolato Il Gran precetto del Vangelo nei primi secoli del Cristianesimo del 1915, tradotto in varie lingue, sulla vita delle prime generazioni cristiane, in particolare sul precetto della Carità, che destava profonda ammirazione presso i pagani. La grande attenzione alle fonti, alla loro comprensione e al loro sapiente utilizzo, gli venivano come naturale eredità dal magistero del rettore faentino. Ad esso vanno accostati i lavori successivi, destinati agli studenti del diritto canonico presso l’Apollinare, specialmente quello sulla Storia delle fonti del diritto canonico (Historia fontium Iuris Canonici).

Anche alla predilezione per l’agiografia, nella quale il Lanzoni fu pioniere, non era con ogni probabilità estraneo l’influsso del suo antico rettore. Sua Eminenza li coltivò costantemente nel corso del servizio alla Santa Sede, a Roma, poi, più intensamente, durante la legazione americana. Scrisse nel 1926 una vita della compaesana serva di Dio Maria Saletti, nel terzo centenario della morte. Risalgono invece al periodo successivo il volume sulla Santità in America (Sanctity in America), la vita dell’apostolo dei lebbrosi padre Damiano, che scrisse nel 1947 di ritorno da un viaggio apostolico nelle isole Haway (Father Damien, Apostle of the Lepers), e il libretto dal titolo I santi che pregano con noi nella Messa, del 1958 (The saints who pray with us in the Mass). Ad essi si aggiunga una storia della Confraternita della Dottrina Cristiana (The Confraternity of Christian Doctrine: the appeal of the Church to the laity) del 1939. Per non ricordare che i maggiori.

Del periodo bellico è invece il celebre libro sul Prete nelle lettere di san Paolo (The priest in the Epistles of Saint Paul). Tali opere rivelano la profonda cultura teologica, canonistica e storica del Cardinale, che si evince del resto anche dalle altre opere e dai numerosi discorsi ed omelie (si confrontino i cinque volumi Adresses ad Sermons, 1938-1958). Da questi ultimi emerge l’altissimo senso che aveva della missione del Delegato Apostolico, a cui univa una grande sapienza pastorale e una profonda umiltà.

Sentiva un grande affetto per la sua Chiesa d’origine. Non potendo mostrarlo di persona, non permettendoglielo i suoi alti incarichi, lo esprimeva, quando se ne presentava l’occasione, con aiuti a istituzioni e persone. Dopo la guerra le necessità, peraltro, non si facevano mancare. Assieme al fratello Cardinale Gaetano Cicognani, anche lui diplomatico, rivolse dapprima la sua attenzione al paese natio. Dietro consiglio del vescovo mons. Giuseppe Battaglia procurò, nel 1947, una sede spaziosa all’asilo parrocchiale, centro insieme di attività catechistiche, ricreatorie e di Azione Cattolica. Nonostante non desiderasse apparire, tratto questo caratteristico del Cardinale, il luogo venne intitolato alla famiglia e si chiamò “Asilo Cicognani”.

A questo seguì, nel 1962, la sistemazione della chiesa Collegiata di San Michele, quella del suo Battesimo, cui furono poste, nel 1964, monumentali porte in bronzo. Nel 1963-1964, sostenne l’onere di gravosi lavori di consolidamento al Santuario del Monticino, cuore della spiritualità mariana del paese e della valle. Non è possibile elencare tutte le istituzioni brisighellesi beneficate dal Cardinale. Si ricordano le Suore della Sacra Famiglia, l’Ospedale San Bernardo, la conferenza di San Vincenzo, e varie chiese. Ancora più imponente fu il suo sostegno a favore delle istituzioni del centro diocesano. Anche qui non è possibile elencarne se non alcune. Nel 1948 il vescovo Mons. Battaglia pose la prima pietra del nuovo Seminario, simbolo della ricostruzione materiale e spirituale della Diocesi. Il Cardinale volle partecipare donando le magnifiche Cappelle che sorgono al centro del complesso, pregevoli per architettura ed ornamenti, inaugurate nel 1953.

La chiesa superiore, dedicata alla Santissima Eucaristia, è anche fisicamente il cuore del luogo. Rappresenta la Chiesa Diocesana alla cui edificazione ogni futuro sacerdote è chiamato a cooperare. Le immagini, gli ornamenti imprimono l’ideale della santità sacerdotale e della consacrazione alla salvezza delle anime.

Su di un pennacchio della volta del presbiterio sono rappresentati Sua Santità il Papa Pio XII e, inginocchiati, l’allora monsignor Amleto Giovanni con in mano il modellino della chiesa, il fratello monsignor Gaetano, ed il Vescovo monsignor Battaglia. Il fratello Gaetano donò invece i locali e molti importanti volumi della Biblioteca, colmando una lacuna piuttosto sensibile nella formazione del clero faentino, di cui anche i futuri Cardinali ebbero a soffrire durante i loro studi.

Dopo i luoghi di preghiera e di formazione per giovani avviati al sacerdozio, il Cardinale volle interessarsi ai preti che si trovavano, per età o a causa degli eventi bellici, senza abitazione. Assecondando anche in questo caso un progetto del vescovo monsignor Battaglia offrì i mezzi per erigere una casa per preti. Si accoglievano sacerdoti di diversa età, allo scopo di offrire ai più anziani compagnia e serenità, rendendoli nel contempo partecipi della vita pastorale. Tale struttura vide la luce nella canonica di San Maglorio, vicino al Museo Internazionale delle Ceramiche e alla Stazione, nel 1957.

Anche nei confronti della Cattedrale, chiesa Madre di tutta la diocesi e Cattedra del Vescovo, il Cardinale fu munifico benefattore. Assieme al fratello offrì dapprima un decisivo contributo per la costruzione del nuovo grande organo Mascioni, con comoda consolle posta in mezzo al coro, avvenuta nel 1962.

Intervenne ancora in occasione delle importanti riparazioni apportate all’insigne tempio rinascimentale dal 1968 e protrattesi per alcuni anni.

Un chiaro attestato di amore verso la Cattedrale e a tutta la Chiesa locale fu, infine, il regalo del calice d’oro che i Vescovi americani gli donarono in occasione del venticinquesimo anniversario del suo episcopato. La Diocesi di Faenza-Modigliana è grata al Signore per averle donato un figlio così illustre, modello di fede e di servizio alla Chiesa e al mondo.

 

                                                  + Mario Toso