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Lettera a tutta la popolazione

Lettera del Vescovo Mario e del presbiterio a tutta la popolazione

 

Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo (Ct 8,7)

 

La tragedia che stiamo vivendo non lascia spazio a molti commenti. Sentiamo che le parole non rendono giustizia e non riescono a descrivere quello che stiamo vivendo in queste ore. Il tragico numero di vittime, che speriamo si arresti, domanda una fraterna preghiera di suffragio.

Una devastazione inaspettata, la scoperta di un’impotenza disarmante, un senso di rabbia e di angoscia. Oggetti, beni, ricordi, luoghi che erano “casa” sono stati violati, come per la venuta di un ladro di notte, e le nostre sicurezze si sono sgretolate.

La scoperta della forza di questa terra che per tanto tempo abbiamo pensato di dominare, ci ha posto davanti ancora una volta alla nostra piccolezza. Allo stesso tempo ci sta mostrando il volto della vera fraternità, del dono di sé stessi per gli altri, per chi si trova nel bisogno.

Abbiamo negli occhi forze dell’ordine, pompieri, protezione civile, volontari e cittadini che coperti di fango, dalla testa ai piedi, si danno da fare con ogni mezzo per aiutare gli altri. Non dimentichiamo anche quanti non vediamo, in particolare alle Amministrazioni comunali, alla Soprintendenza e ai coordinatori della Protezione civile. A tutti il nostro grazie sincero.  È commovente pensare che quel fango che tanto ci sta creando problemi è la cosa che più di ogni altra rende visibile il nostro essere comunità.

Io per primo sono stato aiutato dai volontari della Caritas diocesana perché come tanti di voi sono stato raggiunto dall’acqua così come diversi presbiteri e diaconi con le loro famiglie.

 

Condividendo con voi questa situazione vorremmo far presente alcune sollecitudini che riteniamo importate evidenziare in queste ore.

 

– Ai volontari, che ringraziamo nuovamente per l’impegno e la generosità, raccomandiamo di avere una attenzione particolare per le persone sole, coloro che solitamente sono ai margini dei nostri centri, lontani dall’attenzione dei grandi gruppi, distanti dalle chat e dai social perché semplicemente ne sono estranee o perché non hanno parenti e amici vicini.

Pensiamo ai bambini che hanno vissuto momenti e visto immagini di una gravità spropositata; agli anziani che più di tutti sono condizionati dalla fragilità davanti a questi eventi; ai migrantie ai profughi dell’Ucraina. La paura e i traumi di queste notti devono essere affrontati con una vicinanza e un’empatia calorosa e traboccante.

 

– Il nostro essere comunità unita dipende dal pulire fango e dal lavoro assiduo, ma anche dalla semplice capacità di ascoltare chi ci sta davanti. Questa fraternità è generata da gesti, parole e anche da silenzi e sguardi.

Dobbiamo comprendere e accettare che tra quel tutto che è stato perso, le cose che più piangiamo non sono cose puramente materiali, ma sono i piccoli ricordi degli affetti di una vita. Quanti anziani dicono: “ho perso tutti i miei ricordi”.

 

– Esortiamo tutti coloro che in questo momento e nei mesi a venire avranno a disposizione ciò che è necessario per ripartire, mezzi e materiali, a non speculare bensì a favorire approvvigionamenti comuni e a prezzi calmierati.

 

– Allo stesso tempo chiediamo con forza ai proprietari di sollevare dalle spese di affitto le persone e le famiglie che vivono in case alluvionate e ad accogliere gratuitamente o applicando canoni il più possibile ribassati, quanti sono stati costretti a lasciare tutto e adesso cercano una necessaria stabilità abitativa.

 

Infine, un abbraccio colmo di affetto a chi con discrezione, nel nascondimento e costanza, come lievito in mezzo all’impasto (Lc 13, 21), sta vivendo con fede questa emergenza e in maniera discreta e semplice sta testimoniando che le nostre ferite e sofferenze hanno senso solo nelle ferite eternamente vive del Risorto. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28, 20), ascoltiamo nel Vangelo in questa domenica: verso Gesù Cristo, asceso nella gloria, sia orientato il nostro sguardo, verso i fratelli le nostre mani e il nostro cuore, perché grazie a Lui e in Lui ogni parte di noi, anche le nostre ferite, hanno spazio nel cuore di Dio, Padre che mai ci abbandona.

 

20 maggio 2023

 

Il Vescovo e il presbiterio

di Faenza-Modigliana

 


Messa di Pentecoste

Carissimi,

il lavoro di questi giorni, la risposta generosa di tante persone, la concretezza dimostrata nell’aiuto fraterno è il segno di una comunità unita.

Per nutrire questa unità sentiamo il bisogno di spazi per fermarci ed ascoltare, di tempo per domandare e chiedere, di occasioni per condividere ciò che abbiamo con chi ne manca. E abbiamo bisogno che tutto questo sia fatto nel nome del Signore, per ricordarci e per celebrare che Gesù Cristo è il fondamento del nostro amore per gli altri e delle nostre azioni verso chi è nel bisogno.

Per questo, tra i tanti eventi che subiranno annullamenti o riprogrammazioni, ritengo prioritario confermare e invitarvi ad un momento diocesano di preghiera nel giorno di Pentecoste. Perciò, al posto della Veglia che era stata programmata alle 20.30, vi invito a celebrare con me la Messa di Pentecoste alle 18.00 in Cattedrale a Faenza.

Inoltre, confermo che ogni offerta raccolta nelle parrocchie nel giorno di Pentecoste deve essere versata alla Diocesi (Colletta obbligatoria per l’alluvione) perché possa far fronte alle prime esigenze delle persone più bisognose.

Desidero invitare tutti, in particolare i volontari e quanti colpiti più duramente dall’emergenza, perché questo evento possa essere un’occasione per ascoltare la parola consolante del Vangelo, per chiedere il dono dello Spirito Santo, per raccogliere una Colletta per i più bisognosi, per pregare insieme nella condivisione delle difficoltà di questi giorni.

Che la mia benedizione possa raggiungere ogni persona

+ Mario Toso

22 maggio 2023


GESTIONE EMERGENZA

indicazioni ufficiali e link utili

pagina aggiornata 14 giugno

 

→ DONAZIONE SICURA

 

 

→ OFFERTA DI AIUTO:

 

– GESTIONE VOLONTARI

 

– DONAZIONE ELETTRODOMESTICI E ARREDI

– cosa stiamo raccogliendo al momento

 

– MESSA A DISPOSIZIONE APPARTAMENTI

 

 

→ RICHIESTA SUPPORTO:

 

– RICHIESTA VOLONTARI

 

– RICHIESTA ELETTRODOMESTICI E ARREDI

 

– RICHIESTA APPARTAMENTI

 

Le priorità nella gestione delle risorse:

→ La lettera a tutta la popolazione

→ sito della Caritas Diocesana

→ Scarica la foto per condividerla

 

 


Lettera ai presbiteri e diaconi

Carissimi,

vi raggiungo con queste poche righe per ringraziarvi di quanto state facendo nelle vostre comunità. Vi assicuro il mio pieno sostegno e tramite il Vicario generale sono in costante aggiornamento sulle varie criticità.

La vostra opera di vicinanza alla popolazione si riflette bene nell’incipit della Costituzione Gaudium et spes: attraverso i vostri volti accoglienti, le vostre parole di consolazione e le vostre mani operose la Chiesa è davvero partecipe delle tristezze e delle angosce di tutti gli uomini. E io vi ringrazio per tutto questo.

Vi chiedo in questa domenica, solennità dell’Ascensione, di leggere al termine dell’Eucarestia questa lettera del Vescovo nel quale vorrei parlare a nome di tutto il presbiterio e di diffonderla il più possibile alla popolazione anche tramite i social e i post che verranno pubblicati sul sito e nelle pagine ufficiali della Diocesi.

Insieme alle tristezze e alle angosce abbiamo anche una gioia e una speranza da annunciare: Gesù Cristo, unica salvezza dell’uomo che davvero è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28, 20).

Possa giungere ad ognuno di voi la mia benedizione.

20 maggio 2023

 
 


Messaggio del Vescovo Mario

Carissimi,

anche in occasione della seconda alluvione, nell’arco di poco tempo, desidero esprimervi la mia vicinanza e assicurarvi il ricordo alla Beata Vergine delle Grazie, che abbiamo appena celebrato, e al Signore Gesù. Oltre agli ingenti danni a persone, famiglie, imprese, comunità civili, colline, colture, frutteti, vie di comunicazione, al momento nella nostra Diocesi contiamo due vittime a Russi e una a Faenza a cui vanno le nostre preghiere. In questo scenario drammatico, anche questa volta, con l’efficace protezione della nostra Patrona, c’è stata anche una mobilitazione corale e coesa della popolazione, della Protezione civile, delle Forze dell’Ordine, degli Amministratori, di gruppi di volontari.

Non è mancata la solidarietà civile e cristiana, che fa ben sperare in una pronta ripresa in ogni settore della società e delle istituzioni. In tutto questo anche le comunità cristiane si sono rese disponibili nonostante le ferite subite per l’accoglienza di persone e gruppi di sfollati. Il Seminario, già cittadella di solidarietà, in questa drammatica occasione ha aperto ancora di più le sue porte e le sue braccia nell’accoglienza: suore clarisse di Montepaolo, 22 ragazzi minorenni, alcune famiglie di sfollati. La Caritas diocesana è pienamente mobilitata ma le urgenze sono molte.

Amiamoci gli uni gli altri, incoraggiandoci e sostenendoci reciprocamente. Operiamo con intelligenza e con il cuore aperto al dono. Non tralasciamo la preghiera e l’Eucaristia. Uniamo i nostri monasteri, le parrocchie, le famiglie, le associazioni in un cammino di più intensa condivisione nei beni spirituali e materiali. Lo spirito di Verità ci aiuti a vedere meglio gli obiettivi fondamentali e la fragilità delle nostre vite. La Beata Vergine delle Grazie accompagni le nostre comunità. Aiutiamo i nostri giovani, specie quelli che si accingono a partecipare alla prossima Giornata mondiale della gioventù. Penso che coinvolgerli nel movimento di solidarietà che la Diocesi e la società stanno vivendo a favore degli alluvionati sia un ottimo tirocinio nel vivere concretamente la propria vita come dono. Vi benedico nel Signore Gesù.

+ Vescovo Mario

18 maggio 2023

 

 

L’intervista del Vescovo sul quotidiano Avvenire:

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/un-altro-colpo-durissimo-da-affrontare-ma-la-popolazione-solidale-si-ria

19 maggio 2023

«Le chiese inondate sono San Francesco e Santa Margherita a Faenza, quelle di Gaiano, Casanola, Solarolo, Sant’Agata sul Santerno. Tutti i comuni della diocesi sono stati colpiti. Tredozio, Modigliana, Marradi, Brisighella, Castel Bolognese, Faenza, Bagnacavallo, Fusignano, Russi, Alfonsine, Cotignola ». Il vescovo di Faenza-Modigliana, Mario Toso, ci legge i messaggi ricevuti su Whatsapp dal vicario generale, don Michele Morandi. Un elenco che assomiglia alla conta dei danni dopo un sisma. Con annessa una lista di sacerdoti e religiosi che risultano isolati per le frane o bisognosi di un tetto.

Eccellenza, vedo che sono state toccate anche delle suore di clausura, le clarisse di Montepaolo.
Hanno lasciato il convento su sollecitazione della Protezione civile perché la strada per raggiungerle risulta interrotta in quattro punti. Staranno per un po’ negli ambienti del Seminario.

La lista dei preti in difficoltà si sta assottigliando?
Per ora di un nome, don Renzo Tarlazzi, che è stato accolto nella Casa del Clero di Faenza. Dal parroco di Zattaglia, don Alfiero Nannini, e dal parroco di Tredozio, don Massimo Monti, non abbiamo ancora ricevuto risposta. Speriamo in buone notizie nelle prossime ore. La Valle Acerrata mercoledì risultava completamente isolata. Per fortuna non sono state riscontrate emergenze sanitarie.

La Cattedrale è stata danneggiata?
Ci ha salvato essere leggermente sopraelevati. In episcopio è entrata l’acqua dal giardino sul retro, ha invaso una cantina, un deposito di libri, ha fatto qualche danno ma non come nelle abitazioni che sono 20 metri più in basso e hanno avuto anche tre metri d’acqua. Io ho passato la notte al piano superiore, come ci avevano detto di fare. Qui c’è ancora la luce, al piano terra no.

C’è chi dice che le mura in città abbiano creato un effetto catino.
No, le mura sono ridotte a poco. È piuttosto il cedimento in diversi punti degli argini del fiume che ha causato il dilagare dell’acqua.

Com’è l’umore della gente e anche del clero?
I sacerdoti mi sembrano sereni e la popolazione attiva, come al solito, molto solidale. La ripartenza sarà difficile e ci vorrà del tempo. Abbiamo avuto due alluvioni, una dopo l’altra. Già la prima aveva fatto danni ingenti, danni alle colture, ai frutteti. Con la seconda l’acqua ha invaso gran parte della città, un duro colpo. Però questa è gente che si dà molto da fare e si rialzerà.

La solidarietà non sembra mancare anche da fuori.

Certamente. Nella precedente alluvione abbiamo ricevuto aiuti dalla Caritas di Senigallia ma anche dalla Caritas ambrosiana. La Cei, in particolare il presidente, il cardinale Zuppi, e il segretario generale, l’arcivescovo Baturi, hanno assicurato vicinanza e aiuto concreto.

Cosa cambierà questo disastro nella consapevolezza della popolazione?
Viviamo in un contesto geologico che ha delle evidenti fragilità. Le frane che si sono verificate nella parte collinare sono avvenute in punti già soggetti, in passato, a smottamenti. Abbiamo la “vena del gesso” nella parte appenninica. A Brisighella (paese che diede i natali al cardinale Achille Silvestrini, ndr) stavamo ristrutturando la chiesa arcipetrale che si stava sventrando. C’è bisogno di cura. Si può spremere il fiume Lamone fino all’ultima goccia, ma se poi il greto non viene pulito e curato succedono dei guai.

Il lavoro materiale lo metteranno la gente e le istituzioni. L’impegno della preghiera spetta però alla Chiesa.
L’aiuto materiale c’è anche da parte nostra, con la Caritas, con l’ospitalità nelle canoniche. Per quanto riguarda la preghiera, è appena terminata la festa della patrona, la Beata Vergine delle Grazie, c’era qui anche il cardinale Bassetti. Abbiamo pregato perché la Madonna ci assistesse.

L’assistenza servirà forse ancora di più nella fase che inizia ora.
Già. Intanto l’acqua inizia a ritirarsi.