Author: marinocola

Ordinazione di Rosario Oddo, Opera Santa Maria della Luce

 

Ordinazione presbiterale di Don Rosario Oddo nella Cattedrale di Faenza

La comunità diocesana di Faenza-Modigliana si prepara a vivere un momento di grande gioia: l’ordinazione presbiterale di Don Rosario Oddo, appartenente all’Opera Santa Maria della Luce.
La celebrazione si terrà sabato 15 novembre alle ore 18.00 nella Cattedrale di Faenza, e sarà presieduta da S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana.

Durante la liturgia, Don Rosario riceverà l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria, segni del dono dello Spirito Santo che lo configureranno pienamente a Cristo sacerdote.
L’intera comunità è invitata a partecipare, unendosi nella preghiera e nella gioia per questo importante passo nel cammino di fede e di servizio della nostra Chiesa.


Seconda edizione del libro del Vescovo “Gioia e speranza”

La seconda edizione di Gioia e speranza. Evangelizzazione, catechesi, insegnamento sociale di S.E. Mons. Mario Toso, giunge in coincidenza con la promulgazione dell’Esortazione apostolica Dilexi te sull’amore verso i poveri di Leone XIV. In questa Esortazione Leone XIV offre ulteriori motivazioni di impegno nell’evangelizzazione del sociale. Egli sostiene che la proposta del Vangelo non è soltanto quella di un rapporto individuale ed intimo con il Signore. La proposta è più ampia ed è rappresentata dalla partecipazione dei credenti alla costruzione del Regno di Dio. Le comunità cristiane, le varie Associazioni e Movimenti, sono chiamate e inviate a edificare una società animata dall’amore di Cristo che ricapitola in sé tutte le cose, in tutti gli ambiti della vita sociale.

Il volume, anche in dialogo con il Documento finale del Cammino sinodale, apre linee di impegno e di azione nell’ambito dell’evangelizzazione, della catechesi, dell’insegnamento sociale.

Il libro è acquistabile in libreria e negli store online.

 

 

 


Presentazione della nuova Esortazione apostolica “Dilexi te” di Papa Leone

Il Vescovo S.E. Mons. Mario Toso invita tutta la Diocesi alla presentazione della nuova Esortazione apostolica Dilexi te giovedì 4 dicembre, ore 20.30 in Cattedrale a Faenza.

 

 


 

Carissimi,

il 4 ottobre papa Leone XIV ha firmato Dilexi te, l’Esortazione apostolica dedicata all’amore verso i poveri preparata da papa Francesco come approfondimento dell’Enciclica Dilexit nos. Ora l’Esortazione rivista e approvata da papa Leone XIV viene donata a tutta la Chiesa perché «tutti i cristiani possano percepire il forte nesso che esiste tra l’amore di Cristo e la sua chiamata a farci vicini ai poveri» (Dilexi te, n. 3).

Dilexi te – Ti ho amato: in quel «tu» oggetto dell’amore di Dio, non riconosciamo solo l’individuo preso singolarmente, ma la Chiesa. Ci sentiamo tutti chiamati in causa come Popolo di Dio, Chiesa di Faenza-Modigliana. Infatti, in quest’anno giubilare il papa ci invita a comprendere sempre meglio che «la proposta del Vangelo non è soltanto quella di un rapporto individuale e intimo col Signore. La proposta è più ampia: “È il Regno di Dio” (cfr Le 4, 43); si tratta di amare Dio che regna nel mondo», (Dilexi te, 97) ovvero, riguarda la dimensione pubblica della fede che ci chiama a realizzare un mondo di fraternità e pace.

«Il cristiano non può considerare i poveri solo come un problema sociale: essi sono una “questione familiare”. Sono “dei nostri”. Il rapporto con loro non può essere ridotto a un ‘attività o a un ufficio della Chiesa» (Dilexi te, 104). Pertanto, per presentare adeguatamente questo importante documento del Magistero della Chiesa, desidero invitare ciascuno di voi e le realtà che rappresentate (Parrocchie, Settori pastorali, Associazioni e Movimenti ecclesiali) alla presentazione diocesana con il prof. Stefano Zamagni, giovedì 4 dicembre p.v. nella Cattedrale di Faenza, alle ore 20.30.

A questa presentazione diocesana dell’Esortazione apostolica, seguirà domenica 28 dicembre alle ore 18 la chiusura dell’Anno giubilare con una celebrazione in Cattedrale. Invito fin da subito ogni comunità a ritenere questi due momenti diocesani prioritari rispetto ad ogni altra iniziativa parrocchiale per testimoniare «una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato» (Leone XIV, Omelia per l’inizio del ministero petrino, 18 maggio 2025).

Vi saluto in Cristo,

+ Mario Toso

 

 

Invito Vescovo 4 dicembre pdf

 


Iniziative pastorale sociale

La Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana invita a partecipare a tre significative iniziative che uniscono cultura, fede e impegno civile.

 


1. Mostra su Alcide De Gasperi – “Un uomo ispirato dalla fede”

Dal 3 al 7 novembre, presso il Salone delle Bandiere (sede del Comune di Faenza), sarà allestita una mostra dedicata alla figura di Alcide De Gasperi, statista e padre della democrazia italiana.
L’esposizione ne racconta la profondità umana e spirituale, mettendo in luce la fede che ha ispirato la sua azione politica e sociale.

Diversi insegnanti di religione delle scuole superiori accompagneranno le classi quarte e quinte alla visita, ma l’iniziativa è aperta anche ai gruppi giovanili di parrocchie, movimenti e associazioni.
Su richiesta è possibile partecipare a una visita guidata (per informazioni e prenotazioni: pastoralesociale@diocesifaenza.it – Luca Ghirotti 333 4122749).

La sera di mercoledì 5 novembre si terrà inoltre un incontro con il senatore Giorgio Tonini, che offrirà una riflessione sull’eredità politica e culturale di De Gasperi.

 


2. Corso per “Animatori di Comunità” della Comunità Energetica Rinnovabile

Il secondo appuntamento è rivolto a giovani e adulti, universitari o lavoratori, interessati ai temi dell’ecologia e della solidarietà.
La Comunità Energetica Rinnovabile Ecologia Integrale, che ha già avviato i primi impianti e raggiunto un centinaio di soci, intende farsi conoscere nelle comunità parrocchiali e associative del territorio.

Per questo organizza un corso di formazione per “animatori di comunità”, con l’obiettivo di formare persone capaci di promuovere e diffondere il progetto solidale della CER nei propri ambienti di vita e di fede.
Gli incontri si terranno il 10 e il 17 novembre.

 


3. Tre incontri “Temi di pastorale sociale”

La Pastorale Sociale ha contribuito al programma della Scuola di formazione teologica della Diocesi di Faenza-Modigliana con tre incontri su temi che si ritengono particolarmente significativi: le encicliche sociali fra Ottocento e Novecento,  Monti di Pietà e Monti dotali fra solidarietà e finanza, l’impegno dei cattolici in politica: Alcide De Gasperi ed Aldo Moro. L’anno prossimo sarà l’ottavo centenario dalla morte di S. Francesco al quale molto è dovuto in riferimento alla nascita dei Monti di pietà. Saranno con noi a ragionare su questi temi esperti di particolare competenza quali Giampaolo Venturi, storico e studioso delle encicliche sociali, Giulia Gioeli, dell’Istituto italiano per gli Studi Storici e Leonardo Brancaccio, segretario generale della Scuola di Economia civile. In questo link si trova una piccola guida dei corsi proposti: https://www.scuolateologia.diocesifaenza.it/temi-di-pastorale-sociale/

 


L’equipe di Pastorale Sociale ringrazia tutti coloro che parteciperanno e invita a diffondere queste iniziative nei propri contesti comunitari e associativi.

 

 

 

     


In memoria di Mons. Pietro Magnanini. Le esequie il 30 settembre a Bagnacavallo

Questa mattina, 27 settembre 2025, all’ospedale civile di Faenza è morto serenamente all’età di 97 anni Mons. Pietro Magnanini.

Possiamo contare Mons. Pietro Magnanini nel numero e nella storia dei preti diocesani cultori degli studi umanistici e letterari. È ben nota la sua dedizione alle lingue antiche e moderne, all’insegnamento e alla manualistica.

Finché ebbe buona salute faceva le sue ferie in una parrocchia in Germania, per dare una mano e – diceva – tener allenata la lingua.

Un linguista enciclopedico: conosceva le principali lingue moderne europee dell’ovest e dell’est.

La sua dote naturale per le lingue gli ha permesso di imparare anche le lingue dell’oriente antico: tra le altre – e soprattutto – le lingue bibliche originali (ebraico, aramaico e greco). Negli ultimi anni di attività ha pubblicato gli appunti dei corsi tenuti nella sua lunga carriera di insegnamento. Nella sua libreria potevi trovare cose rare, ad esempio una grammatica di Geroglifico, o appunti sul dialetto aramaico moderno parlato a Ma’alula in Siria. Una intelligenza molto dotata e soprattutto curiosa e versatile.

Autore di grammatiche di Russo, Arabo, Ebraico e Aramaico, tra le sue pubblicazioni troviamo un’opera storica e culturale sull’Ebraismo e una, più nota, sull’Islamismo in sette volumi. La sua curiosità lo spingeva a conoscere mondi diversi e apparentemente lontani, e questo rimane un’eredità preziosa per noi e per i nostri tempi, in cui la conoscenza e l’incontro troppo spesso cedono il posto alla contrapposizione e alla violenza.

A questo proposito, chi ha conosciuto don Pietro ricorda di lui una personalità mite, per natura estraneo agli estremismi e alle contrapposizioni, anzi un uomo animato da un sincero spirito di ospitalità, con uno sguardo abitualmente illuminato da un sorriso buono e partecipante, di quelli che ti mettono a tuo agio.

Una mente raffinata e molto colta, in una persona semplice e alla mano.

Conoscendolo giorno dopo giorno, scoprivi che il Dottor Monsignor Magnanini era don Pietro, con una personalità positiva, accogliente, interessata all’altro, incoraggiante. Uno che, invecchiando, della natura umana si era fatto un’idea molto realista. Uno che, se ti trovavi in una situazione difficile o a un bivio della tua vita, ti si affiancava per individuare insieme vie d’uscita, possibilità e prospettive.

Fu soprattutto un prete autentico. Ha incarnato il tratto mite del Buon pastore. Ha vissuto la spiritualità del sacerdote di Cristo, immerso in lui e nell’ascolto di lui, un ascolto attento e silenzioso, intelligente e obbediente. Sono i tratti di chi ama Gesù davvero: sta fedelmente seduto ai piedi del Maestro, immerso nella sua Parola, completamente ricettivo e in grande pace.

 

+ Mario Toso, Vescovo

La Santa Messa esequiale per don Pietro, presieduta dal Vescovo Mario, sarà celebrata martedì 30 settembre alle 10.15 nella chiesa arcipretale di San Michele in Bagnacavallo. La salma, a cassa chiusa, sarà visitabile lunedì 29 dalle 8.30 fino alle 18 presso l’obitorio dell’ospedale civile di Faenza. 


Nominata la nuova Equipe del Cammino sinodale diocesano

Il Vescovo in data 28 luglio 2025, in seguito alla richiesta del Card. Mario Grech, Segretario generale del Sinodo dei Vescovi, che richiede che “le équipe esistenti siano valorizzate ed eventualmente rinnovate”, ha nominato una nuova équipe per sostenere la fase attuativa del Cammino sinodale.

La nuova équipe, fra membri confermati e nuove nomine, è composta da:

Cristina Dalmonte, Referente diocesano
don Michele Morandi, Referente diocesano
Maria Elena Cembali
don Marco Corradini
diac. Giulio Donati
Vincenza Morini
Susanna Rondinini
Alessandra Scalini
Benedetta Scocca
Massimiliano Spata
sr. Maria Elisa Visani
Francesca Zinzani
Marino Angelocola, Segretario

 

Per ripercorrere la storia del Cammino sinodale e i documenti principali → www.diocesifaenza.it/la-storia-del-cammino-sinodale

Direttorio per la celebrazione della Domenica e della Liturgia della Parola con comunione eucaristica

 

→ Decreto di S.E. Mons. Mario Toso (18 luglio 2025)

 

 

La domenica[1]

 

  1. Il primo giorno della settimana[2], passato il sabato[3], la Chiesa convocata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, si riunisce in assemblea per ascoltare la Parola di Dio e partecipare all’Eucaristia celebrando la Pasqua, la morte e risurrezione del Signore Gesù. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la Santa Chiesa rende presente questo grande evento[4] e permette ai fedeli di venirne a contatto e di essere ripieni della grazia della salvezza[5]instaurando una contemporaneità tra la Pasqua e il nostro «oggi», lo scorrere di tutti i secoli[6]. La domenica è, quindi, la festa primordiale, fondamento e nucleo di tutto l’anno liturgico[7].

 

La santificazione della festa nell’Eucaristia domenicale[8]

 

  1. Per questo motivo, la Chiesa, nostra madre, propone e chiede ad ogni discepolo di rinnovare la comunione con il mistero pasquale nel giorno del Signore crocifisso, sepolto e risorto (dies dominicus – il giorno del Signore). La santificazione della festa è l’opera di Cristo che con il suo sacrificio ci dona la salvezza eterna. Pur non essendo la sua unica azione nel mondo, l’Eucaristia è il culmine e la fonte della vita della Chiesa. Nella celebrazione di questo sacramento, la Chiesa celebra la sua stessa vita, la sua stessa sostanza, perché Cristo e la sua Pasqua irrompono nel nostro tempo e nel nostro spazio.
  1. Pertanto, la celebrazione propria della domenica, la santificazione propria della festa, non è frutto di un’iniziativa individuale o associata di fedeli, ma è iniziativa di Gesù Cristo che desidera salvarci insieme, nella Chiesa[9]. L’Eucaristia è intessuta di elementi propri (la convocazione dei fedeli, la presenza di un ministro ordinato mandato dal Vescovo, il rispetto di un “ordine”) che la preservano dal rischio di diventare espressione dell’emotività del momento o di un rigido rubricismo o di un “qualcosa” a nostra misura, perché non viviamo più per noi stessi, ma per Cristo morto e risorto, mediante lo Spirito Santo. Essa è «riunione dei fedeli per manifestare che la “chiesa” non è un’assemblea formatasi spontaneamente, ma convocata da Dio, e cioè il popolo di Dio organicamente strutturato, cui presiede il sacerdote nella persona di Cristo Capo»[10].
    Il protagonista è il Risorto[11]: fin dal segno di croce iniziale siamo convocati dall’amore trinitario a prendere vita dalla Pasqua[12]. Prima della comunità, prima di noi stessi, prima del sacerdote, è Cristo il protagonista dell’Eucaristia. Lui ci convoca ad entrare in comunione con questa offerta di sé al Padre nello Spirito.
  1. «La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa. Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente»[13]. Questo precetto mostra come questa azione di Cristo e della Chiesa sia il fondamento del nostro essere discepoli, la sostanza di ogni nostra azione. Se non rimaniamo nella comunione con il Risorto, non abbiamo in noi la vita: è Lui che ci chiama ed entra nella nostra vita per rimanere con noi tramite i segni sacramentali[14].

 

La Liturgia della Parola e altre celebrazioni

 

  1. L’Eucarestia è fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione in quanto racchiude il bene più prezioso della Chiesa, cioè Cristo stesso. Pertanto, tutti i sacramenti, così come i ministeri e le opere di annuncio e carità sono strettamente unite all’Eucarestia nella quale Cristo ci unisce alla Sua offerta[15].
  1. Nessun’altra azione della Chiesa può sostituire la celebrazione dell’Eucaristia. La Liturgia delle Ore e la Liturgia della Parola, pur essendo preghiera di Cristo e della Chiesa, estendono, preparano, partecipano al mistero pasquale eucaristico, ma non lo possono in alcun modo sostituire[16]. In particolare, queste azioni liturgiche possono essere celebrate in preparazione dell’Eucaristia domenicale o nei Tempi di Quaresima e Avvento, in occasione di pellegrinaggi, feste patronali, ritiri spirituali, celebrazioni penitenziali, veglie di preghiera[17], ma non possono sostituire l’Eucaristia[18].
  1. Le trasmissioni televisive o radiofoniche non permettono in sé di soddisfare il precetto domenicale, che esige la partecipazione all’assemblea dei fratelli mediante la riunione in un medesimo luogo e la conseguente possibilità della comunione eucaristica[19].
  1. La partecipazione degli ammalati e delle persone impedite da gravi motivi (per es. la cura dei lattanti)[20] alla Pasqua di Cristo, invece, è già nella loro partecipazione alla sofferenza, alla malattia e alla costrizione. Questa condizione di per sé li pone nel cuore stesso di Dio. La comunione sacramentale, soprattutto se realmente portata la domenica con il pane consacrato nell’Eucaristia domenicale, la Scrittura ascoltata con fede, ne sono il segno più eloquente che è reso possibile attraverso il servizio di ministri ordinati, istituiti e straordinari. Per questo, è bene che a quanti sono impediti di partecipare alla celebrazione eucaristica della comunità, si porti con premura il cibo e il conforto dell’Eucaristia soprattutto nel giorno del Signore, nella domenica, perché possano così sentirsi uniti alla comunità stessa, e sostenuti dall’amore dei fratelli[21].
  1. Papa Francesco ricorda che «la pastorale d’insieme, organica, integrata, più che essere il risultato di elaborati programmi è la conseguenza del porre al centro della vita della comunità la celebrazione eucaristica domenicale, fondamento della comunione»[22].

 

Norme generali

 

  1. Non è consentita alcuna celebrazione della Liturgia della Parola con comunione sacramentale, nel giorno festivo domenicale. L’Ordinario può dispensare per giusta causa.
  1. La Liturgia della Parola con comunione sacramentale può essere celebrata negli altri giorni feriali della settimana alle seguenti condizioni[23]:

a. nulla osta dell’Ordinario;

b. convocazione e presenza del Popolo di Dio;

c. presidenza di un ministro ordinato (presbitero o diacono) o di un ministro istituito o incaricato dal Vescovo;

d. osservanza del Rito per una celebrazione comunitaria del Rituale della comunione fuori della Messa e culto eucaristico[24].

  1. Prima di richiedere il nulla osta all’Ordinario per la celebrazione della Liturgia della Parola con comunione sacramentale, si valutino attentamente i seguenti aspetti[25]:

a. si verifichino le distanze che rendono impossibile, anche a costo di un certo sacrificio, la partecipazione all’Eucaristia domenicale;

b. si faccia attenzione affinché nei fedeli non si generi confusione fra Eucaristia festiva e Liturgia della Parola con la Comunione o ci si abitui a tale situazione. Queste celebrazioni devono sempre essere propedeutiche alla Messa festiva;

c. si vigili affinché la mancanza della celebrazione della Messa festiva, e del presbitero stabilmente residente, non venga ad occultare il senso del ministero ordinato per la vita della Chiesa dando adito a visioni di Chiesa non aderenti alla verità del Vangelo e alla Tradizione ecclesiale, oppure si favorisca un senso di abbandono da parte della Chiesa che possa indurre a vivere solo saltuariamente la vita ecclesiale;

d. vi sia un segno minimo di comunità radunata, si favorisca una partecipazione attiva dei fedeli;

e. si preghi sempre durante la celebrazione per implorare il dono di vocazioni al presbiterato;

f. nella chiesa in cui vi è stata la celebrazione della Messa, non si celebri nello stesso giorno la Liturgia della Parola con comunione sacramentale.

  1. I parroci, personalmente e/o mediante il servizio dei presbiteri collaboratori, dei diaconi, degli accoliti e dei ministri straordinari della comunione, abbiano una cura particolare perché, soprattutto nel giorno di domenica, sia portata la Santa Comunione a tutti i fedeli impossibilitati a muoversi per grave causa – come la malattia, la cura dei malati o dei bambini.
  1. Resta ferma la necessità del nulla osta dell’Ordinario diocesano per la ripresa e la trasmissione delle azioni liturgiche[26], dato che non costituiscono una reale partecipazione all’azione liturgica e rischiano di generare prassi contrarie alla fede sacramentale della Chiesa.
  1. La cura, la preparazione, la bellezza, il canto, non sono elementi aggiuntivi alla liturgia, ma sono parte essenziale della celebrazione cristiana[27]. In ascolto del fedele popolo di Dio, si ricerchi in ogni rito la qualità e non la quantità, rispettando tutte le norme contenute nei libri liturgici approvati[28] perché l’azione liturgica risplenda di nobile semplicità[29].
  1. Si rivedano le celebrazioni eucaristiche festive secondo i seguenti criteri:

a. è possibile celebrare solo una S. Messa prefestiva nella stessa chiesa, valutando inoltre se non sia opportuno celebrarne solo una nella medesima Unità pastorale;

b. per evitare il rischio che la partecipazione all’Eucaristia sia un atto di devozione privato, che essa si riduca all’offerta di un servizio religioso slegato dalla vita della comunità, per consentire che più presbiteri possano essere disponibili per celebrare in zone della Diocesi senza la presenza permanente di un parroco, si riveda il numero delle S. Messe privilegiando l’individuazione di un’unica celebrazione comunitaria o comunque di ridurne al minimo il numero anche valutando la capienza stessa della chiesa;

c. si consideri attentamente l’opportunità di conservare le celebrazioni eucaristiche domenicali nelle quali non è possibile garantire il carattere festivo, il servizio liturgico, la cura del canto[30];

d. le celebrazioni del Triduo pasquale e delle solennità del Signore siano fatte in un’unica chiesa nella quale si possano garantire la celebrazione conveniente dei diversi riti, la presenza di ministri preparati, il canto delle parti proprie delle celebrazioni[31];

e. si preveda a livello di Vicariato la condivisione e la programmazione delle celebrazioni eucaristiche.

 

 

Faenza, 18 luglio 2025

 

 

Note

[1] Cfr. Can. 1246 – §1.

[2] Gv 20,1; Lc 24,1.

[3] Mc 16,1; cfr. Mt 28.

[4] Messale Romano, Annuncio della Pasqua, p. 996.

[5] Sacrosantum Concilium, n. 102.

[6] Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n. 5.

[7] Sacrosantum Concilium, n. 106.

[8] Cfr. Can. 1247.

[9] Lumen gentium, n. 9.

[10] Congregatio pro Cultu Divino, Direttorio per le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero, in Notitiae 263 (1988), n. 12.

[11] Francesco, Desiderio desideravi, n. 57.

[12] Francesco, Desiderio desideravi, n. 43.

[13] Cann. 1247, 1248 – §1.

[14] Cfr. Lc 24.

[15] Presbyterorum Ordinis, n. 15; cfr. Christus Dominus, n. 30

[16] Cfr. Principi e norme per la Liturgia delle Ore, n. 12.

[17] Chiesa di Faenza-Modigliana, Direttorio per il ministero e la formazione dei diaconi permanenti, nn. 36-38.

[18] Can. 897: «Gli altri sacramenti e tutte le opere ecclesiastiche di apostolato sono strettamente uniti alla santissima Eucaristia e ad essa sono ordinati».

[19] Cfr. Giovanni Paolo II, Dies Domini, n. 54.

[20] Cfr. CCC 2181.

[21] Rituale Romano, La santa comunione fuori dalla Messa, n. 14.

[22] Francesco, Desiderio desideravi, n. 37.

[23] CEER, Radunati nel giorno del Signore, §§ 7-8.

[24] CEI, Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 1991 (1979), pp. 22-37. Durante la celebrazione si proclamino le letture bibliche del giorno secondo quanto indicato dal Lezionario.

[25] CEER, Radunati nel giorno del Signore, §§ 7-8.

[26] Giovanni Paolo II, Dies Domini, n. 54; Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, n. 57.

[27] Francesco, Desiderio desideravi, n. 22; Dicastero per la Dottrina della Fede, Nota Gestis verbisque, n. 20.

[28] Francesco, Desiderio desideravi, n. 23.

[29] Sacrosantum Concilium, n. 34.

[30] Cfr. Infra, n. 15.

[31] Messale Romano, p. 136: «Per svolgere con dignità le celebrazioni del sacro Triduo, si richiede un congruo numero di ministri laici, accuratamente istruiti su ciò che dovranno compiere. Il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote riveste una particolare importanza nelle celebrazioni di questi giorni. […] Le celebrazioni del sacro Triduo si svolgano nelle chiese cattedrali e parrocchiali, e solo in quelle chiese in cui si possano compiere degnamente, cioè con la partecipazione dei fedeli, con un numero congruo di ministri e con la possibilità di proclamare in canto almeno alcune parti. Conviene dunque che le piccole comunità, le associazioni e i gruppi particolari di qualsiasi genere si riuniscano in tali chiese, perché le sacre celebrazioni possano svolgersi con la dovuta solennità».

 

→ Direttorio per la celebrazione della Domenica e della Liturgia della Parola con comunione eucaristica

 

→ Il commento del Vicario generale, don Michele Morandi, per “Il Piccolo”


Lettera del Vescovo Mario alle comunità di San Francesco e Brisighella

Cari don Marco, don Paul, don Stefano e comunità cristiane di S. Francesco d’ Assisi in Faenza, S. Michele Arcangelo in Brisighella, S. Giovanni Battista in Ottavo, S. Pietro in Fognano.

Cari gruppi AGESCI Faenza 1 e Val di Lamone.

Questa settimana, in vista della partenza dei Frati minori conventuali, ho provveduto alle nuove nomine.

La scarsità numerica del clero richiede urgentemente una rinnovata impostazione del ministero presbiterale e, di conseguenza, delle comunità cristiane.  Il presbitero si configura sempre di più nel suo ministero di annuncio, di guida della comunità e di presidenza dei i sacramenti, in comunione con il Vescovo. Questo carattere di presidenza non è meramente per l’organizzazione, ma per garantire che quanto si annuncia, si celebra e si decide, sia secondo il Vangelo e la Tradizione degli Apostoli.

In questo senso, i presbiteri, non potranno e non dovranno essere ovunque, ma si dovranno occupare soprattutto della formazione dei fratelli adulti e giovani perché possano insieme con loro animare la comunità, far conoscere, amare e celebrare il Signore Gesù. In questo senso si curi particolarmente la formazione culturale e spirituale di ciascuno anche attraverso i colloqui individuali.

P. Paul sarà, amministratore cura animarum, di fatto Parroco, della Parrocchia di S. Francesco d’Assisi e don Stefano, che mantiene l’incarico gravoso di Economo diocesano, sarà Legale rappresentante della stessa parrocchia dovendo amministrare, in comunione con il Parroco e coadiuvato concretamente dal Consiglio per gli affari economici i beni della parrocchia. Don Stefano, per quanto concerne la cura pastorale, si occuperà della sola assistenza spirituale del gruppo AGESCI Faenza 1.

Per quanto concerne l’Unità pastorale di Brisighella, don Stefano si occuperà unicamente di animare, insieme al Parroco don Marco, la pastorale dei ragazzi e l’assistenza del Clan del gruppo Val di Lamone.

Chiedo a tutti, una decisa conversione pastorale, adeguata alle forze che ci sono, ma non per questo meno evangelica e ad accogliere le inevitabili diminuzioni del numero delle S. Messe fin troppo abbondanti data la partecipazione e la capienza delle Chiese.

Infine non dimentichiamo, di curare il discernimento vocazionale dei giovani perché rispondano con prontezza alla chiamata per il ministero ordinato a servizio della nostra Chiesa.

Faenza, 16 luglio 2025

+ Mario Toso, Vescovo