Saluto ai sinodali

14-04-2018

Abbiamo invocato lo Spirito Santo. La preghiera allo Spirito, che dona pienezza di vita e di amore, ci colma di gioia ed è momento centrale del Sinodo. Non è marginale ad esso. Ne è l’anima, perché lo Spirito santo è come l’olio che penetra, permea tutto ciò che facciamo.

È con profonda gioia che introduco i lavori di questa nuova tappa del cammino del nostro Sinodo diocesano dei giovani «Chiamati alla Gioia». Nella cartella troverete una introduzione a questo incontro più ampia di quella che farò qui.

Siamo giunti ad un momento cruciale, quello che ci introduce, a breve, nella fase celebrativa, alla quale farà seguito quella attuativa.

Proprio per questo è stata prevista la giornata di riflessione odierna, che serve come snodo di raccordo tra la fase preparatoria e la fase della celebrazione. Essa vede coinvolti non solo la Commissione preparatoria, i giovani della Consulta di pastorale giovanile ma anche gli altri Sinodali, scelti tra i giovani delle unità pastorali, delle associazioni e dei movimenti, tra i direttori ed alcuni incaricati degli uffici diocesani, tra i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i propedeuti, gli insegnanti di religione, i giovani migranti e anche i giovani che abitualmente non frequentano. Tutta la chiesa diocesana è qui rappresentata e a voi sinodali, dico il mio grazie più sincero non solo per aver accettato di far parte di questa assemblea, ma anche e soprattutto per il bene che state facendo e che farete alla vostra e nostra Chiesa.

L’incontro odierno è fondamentale: per guardarsi in volto, per conoscersi – senza una conoscenza reciproca non si può lavorare insieme -, per conoscere alcuni elementi essenziali dell’ecclesiologia e di pastorale giovanile, per stringere e cementare legami di fraternità ed amicizia. Senza l’incontro e la condivisione delle ansie e delle gioie comuni, senza l’aggiornamento, il confronto e la collaborazione, il nostro Sinodo potrebbe usufruire di una coscienza comunitaria troppo sfuocata, debole, mentre occorre una chiara consapevolezza di essere Chiesa, impegnata nell’annuncio-comunicazione della fede, nell’educazione ad essa, per la speranza di tutti gli uomini di questo territorio.

Viviamo, pertanto, questo momento come un tempo di grazia, in cui informarci e formarci ulteriormente, per prepararci a vivere più intensamente l’oggi e il domani della nostra vita di Chiesa locale. Mai è finita l’opera di formazione e di autoeducazione delle quali non possiamo fare a meno. Da parte degli adulti, assieme ai giovani responsabilizzati e non tanto ingozzati di contenuti, è in particolare necessaria un’azione di conversione pastorale, che tiene conto delle fossilizzazioni della prassi cristiana, della sclerosi che talora prende le nostre comunità, delle urgenze pastorali a fronte della diminuzione delle presenze e del senso di appartenenza a Cristo, della progressiva frammentazione delle famiglie, delle nuove periferie esistenziali, dei cambiamenti socio-culturali, indettati dalla globalizzazione, dai progressi tecnologici, dalla digitalizzazione, dalle migrazioni. Non sono, poi, marginali le mutazioni antropologiche ed etiche prodotte anche dai mass media.

In questo momento, dunque, è particolarmente evidente, che in questa assemblea, c’è il coinvolgimento delle comunità, delle associazioni, delle aggregazioni, dei movimenti. Il Sinodo è esperienza ecclesiale, che non include una sola componente. Le varie comunità e le loro componenti sono state chiamate «ad uscire», ad incontrare, ad accompagnare i giovani, che sono al centro della sollecitudine pastorale, affinché essi stessi gradualmente l’assumano, con slancio e passione, nei confronti dei loro coetanei. Qui, a partire dalla fede, ossia dall’evento dell’Incarnazione, che rende più presente il Regno, tutti i Sinodali partecipano a un discernimento comunitario, scendendo in profondità sino alla «parte viva» dell’esistenza dei giovani. Un tale discernimento è relativo alla vocazione dei giovani, vero «luogo teologico». Il suo scopo è quello di aiutarli a compiere le scelte fondamentali che li avviano ad essere costruttori di se stessi, costruttori responsabili dell’edificio spirituale che è la Chiesa, nonché testimoni credibili del Risorto, in ogni ambiente di vita.

Il Sinodo si concentrerà, in particolare, su quattro aree tematiche: Chiesa, vocazione, missione, società. Si tratta di aree interconnesse, che riassumono bene la vita intera dei credenti, adulti o giovani: dal rapporto con Dio Padre e la Chiesa -comunione con Cristo e tra i credenti -, alla riscoperta della propria chiamata alla Gioia, sino all’impegno di partecipare, consapevolmente e attivamente, alla sua vita comunitaria e alla sua missione.

Il Sinodo dei giovani della Chiesa di Faenza-Modigliana non sostituisce in alcun modo il Sinodo dei vescovi; al contrario ne è una simbolica e reale partecipazione. Il frutto del Sinodo sarà quello di una serie di proposizioni che i Sinodali consegneranno al Vescovo che elaborerà, partendo da quelle proposte, il Progetto diocesano di pastorale giovanile che la nostra Chiesa diocesana sarà chiamata a seguire e a vivere nei prossimi anni, prendendo spunto anche da ciò che emergerà dal Sinodo dei vescovi e dal Documento finale che Papa Francesco presenterà al mondo e alla Chiesa.

Chiudo il mio intervento ringraziando di cuore non solo voi Sinodali, ma anche la Consulta diocesana di pastorale giovanile e la Commissione preparatoria del Sinodo che, assieme a don Francesco Cavina e agli altri presbiteri e laici, stanno facendo un ottimo lavoro di squadra.

Fin da ora vi invito anche alla Celebrazione Eucaristica che vivremo in Cattedrale sabato 12 maggio in occasione della festa della Madonna delle Grazie, patrona della nostra Diocesi; durante quella Santa Messa vi sarà consegnato il mandato, segno che nel Sinodo non rappresenterete soltanto voi stessi, ma la Chiesa della quale fate parte e che volete aiutarci a far crescere e migliorare.

Affidiamo il Sinodo dei giovani al Signore che mai smette di sorprenderci e di guidare la sua Chiesa: l’iniziativa più importante del Sinodo, sua parte essenziale, è quella della preghiera, assieme al rapporto/incontro costante con il Signore e la contemplazione del suo volto.

Cari giovani, tutta la Chiesa prega per voi e con voi, come testimonia la preghiera del Sinodo che ogni domenica viene recitata nelle parrocchie, ed anche la preghiera che ci hanno garantito e ci stanno garantendo le nostre monache di clausura, gli anziani e gli ammalati delle famiglie, delle varie strutture protette, presenti nel nostro territorio.