Omelia per le ordinazioni presbiterali

24-06-2017

Come abbiamo udito dal profeta Isaia (Is 49, 1-6), Dio sceglie fin dal grembo materno coloro che chiama ad una missione particolare. Così è stato per Giovanni Battista, per Gesù (cf Lc 1,31) ed anche per l’apostolo Paolo (cf Gal 1,15). Lo stesso possiamo dire per voi, cari ordinandi: il Signore chiama fin dal seno della propria madre e assiste con la sapienza dello Spirito, rendendo la lingua come spada. Anche voi avrete una missione essenziale da compiere: essere luce delle nazioni, apportatori di salvezza sino ai confini della terra. Verrete ordinati presbiteri per annunciare la Parola di Dio, per offrire la salvezza di Cristo, per testimoniare la sua misericordia ed edificare il suo Corpo. È giunto il momento in cui lo Spirito del Signore vi costituirà segni di redenzione, segni vivi ed efficaci, presenti tra gli uomini, a loro favore. Il servizio pastorale che assumerete vi porrà nella condizione di continuare l’opera santificatrice di Cristo mediante i sacramenti, di essere maestri, guide ed educatori del popolo di Dio. Proprio per questo, siete chiamati a modellare la vostra esistenza su Cristo, il buon Pastore, il Servo fedele della volontà del Padre.

Vivete, pertanto, centrati nel raccoglimento in Gesù Cristo, sommo Sacerdote, ponte tra Dio e gli uomini. Uniti a Lui, non sarete staccati dalla gente e dai problemi della vita quotidiana. La stessa comunione con il Figlio di Dio, l’Inviato, vi solleciterà ad uscire incontro al povero, ad essere accanto a chi cerca luce e conforto, a condividere dolori, gioie e speranze. Perché familiari ed intimi di Gesù, Uomo perfetto, la vostra umanità sarà più sorprendente, più ricca di tenerezza, più capace di accoglienza, ed apportatrice di quella consolazione profonda, che proviene da Dio Padre.

Camminando accanto ai vostri fratelli e sorelle, assetati di Infinito, potrete aiutarli meglio, perché quell’Infinito l’avete incontrato voi in primo luogo e avete dimorato presso di Lui, sperimentando la sua dolce e sconfinata Bontà. Lo Spirito del Signore Gesù, ricevuto e gustato in ogni giorno della vostra fatica pastorale, vi renderà guide sapienti e ricercate, amici sicuri che non abbandonano il proprio popolo. Chi esce trasfigurato dalla consuetudine con Dio va verso l’uomo di oggi, verso ogni persona, piccola o grande che sia, senza pose, senza schemi preconcetti, in un certo senso disarmato, senza ostilità, con il cuore in mano, offrendo un’umanità ricreata, restituita alla propria originaria ed innata bontà, all’empatia più pura e vibrante.

La familiarità con il Signore, l’assidua condivisione della sua vita e del suo progetto sull’uomo e sul creato, vi renderà inevitabilmente, al pari di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, onorati e additati come modelli da papa Francesco, presbiteri esigenti ed anche un po’ scomodi. Imitatene l’amore per Gesù Cristo, per la gente, in particolare per le nuove generazioni. Essi erano sacerdoti poveri di sostanze finanziarie, ma non di fede e di cultura. Se rimarrete fedeli a Cristo, non potrete rassegnarvi a tutto ciò che toglie dignità alle persone, libertà alla Chiesa, amore e solidarietà ai più deboli. Non dimenticate, però, che la vostra inquietudine non potrà mai essere frutto di ribellione, ma di amore per ogni uomo, per il popolo di Dio, per la carne sofferente di Cristo, che è anche quella di coloro che vengono privati della vita sin dal grembo materno. L’amicizia di Dio vi riempirà il cuore del desiderio di essere suoi missionari, vi inculcherà passione per la Verità, per quel sapere e per quell’educazione che consentono a tutti, specie ai giovani, di poter conoscere meglio il bene e di decidersi per il servizio, partecipando con passione all’opera costruttrice della casa comune.

Cari Mattia e Massimo, venite ordinati nell’anno in cui abbiamo iniziato il Sinodo diocesano dei giovani. Ne sarete protagonisti con il vostro entusiasmo di giovani presbiteri innamorati di Cristo. Aiutate i giovani, che troverete sul vostro cammino, a re-incontrare il Signore Gesù, ad offrirsi a Lui con tutto se stessi, per amare di più, per vivere colmi di gioia, per la felicità piena delle nostre comunità e delle nostre famiglie. Non sentitevi mai padroni di Gesù e delle persone. Preoccupatevi solo che il desiderio di Dio cresca in tutti. È Lui che salva. Nessun altro. Non cessate di stupirvi per le meraviglie che Egli compie nel suo popolo.

Siete stati attesi e tanto desiderati dalla nostra Chiesa, che è in Faenza-Modigliana. Benvenuti come sacerdoti nelle nostre comunità. Benvenuti nel presbiterio, che, assieme ai diaconi e al vescovo, è chiamato ad amare e a servire questa Diocesi e tutti i suoi battezzati. La nostra Chiesa conta su di voi. Vi chiede di essere fedeli e coraggiosi. Troverete tanti fratelli nel sacerdozio, alcuni dei quali vi sono stati particolarmente vicini nel cammino di formazione e nelle prime esperienze pastorali. Non esito a dirvi che incominciate il vostro ministero in un periodo storico, in cui la Chiesa non è un centro di potere, come la dipingono certi mass media e come, forse, lo è stata in passato. Troverete, sì, ricchezza di gruppi e associazioni, ma non sempre così amalgamati e preparati a tradurre in linguaggio politico le esigenze del Vangelo, come già sottolineava Giuseppe Lazzati. Cresce, purtroppo, la scristianizzazione e quella separazione tra fede e vita che san Giovanni XXIII considerava come la più grave piaga del secolo scorso. Non scoraggiatevi di fronte ai non pochi tentativi di coloro che, in maniera subdola, tentano di indebolire la comunità cristiana nella sua missione e nella sua opera educativa, esaltando e spacciando per conquiste di civiltà visioni monche e deformate della persona, della famiglia, della società, della tecnica e del lavoro. Circondatevi di collaboratori intelligenti, docili. Alimentate in loro la corresponsabilità, il senso ecclesiale, la capacità di stare nella Chiesa da persone adulte.

Siate sempre certi di avere con voi lo Spirito di Dio e del suo Cristo, la forza del loro amore. Con Colui che redime e trasfigura, parteciperete ad una nuova Pentecoste, vincerete il male con il bene, aprendo ogni persona alla capacità di vivere secondo la statura morale dell’Unigenito.

Maria, la Beata Vergine delle Grazie, vi protegga e vi sostenga nel vostro cammino.