OMELIA per la GIORNATA MONDIALE DELLA PACE 2013

01-01-2013

Quando 45 anni fa Paolo VI propose di celebrare la Giornata mondiale della pace il primo giorno dell anno, certamente non si illudeva di raggiungere il risultato in poco tempo. Se propose questa giornata di preghiera e di riflessione sapeva che la pace è possibile, è un dono di Dio che va chiesto, ed è un dono affidato agli uomini; ma fintanto che celebreremo il primo giorno dell anno, dovremo anche pregare per la pace.

Lo sguardo alla realtà del mondo di oggi è semplicemente sconfortante; non sono diminuite le guerre, le rivoluzioni, le violenze, i soprusi, e spesso vi si è aggiunta una motivazione religiosa, che, è bene precisare, non è mai quella cristiana.

Afferma il Papa all inizio del suo messaggio: Allarmano i focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualista espressa anche da un capitalismo finanziario sregolato. Oltre a svariate forme di terrorismo e di criminalità internazionale, sono pericolosi per la pace quei fondamentalismi e quei fanatismi che stravolgono la vera natura della religione, chiamata a favorire la comunione e la riconciliazione tra gli uomini (n.1).

La solennità della Maternità divina di Maria ci chiede di fermare la nostra riflessione sul disegno divino di salvezza, di cui abbiamo celebrato l avverarsi nel mistero dell Incarnazione del Figlio di Dio. Come conseguenza di quel mistero siamo tutti figli di Dio, anche quelli che non ci credono o non lo sanno; per cui esiste una radice oggettiva della nostra fraternità e dell esigenza di una pace cercata e possibilmente realizzata da subito.

La realizzazione della pace dipende soprattutto dal riconoscimento di essere, in Dio, un unica famiglia umana La pace non è un sogno, non è un utopia: è possibile (n.3).

Se la pace è possibile, ben vengano coloro che ci credono e lavorano per essa: Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

La promessa indicata da Gesù non deve essere intesa solo riferita all eternità, ma già adesso ha la sua attuazione: La beatitudine consiste nell adempimento di una promessa rivolta a tutti coloro che si lasciano guidare dalle esigenze della verità, della giustizia e dell amore (n.2).

È interessante cogliere l attualità del Beati gli operatori di pace , perché sono tanti coloro che ne parlano, la reclamano, la pretendono dagli altri, ma pochi sono coloro che fanno qualcosa di positivo per portare un mattone alla costruzione della pace, che invece avanza solo se c è chi la fa crescere.

L operatore di pace, secondo la beatitudine di Gesù, è colui che ricerca il bene dell altro, il bene pieno dell anima e del corpo, oggi e domani (n. 3).

Il Papa entra nel merito di varie operazioni che i costruttori di pace devono affrontare e che in modo sintetico provo ad elencare.

Come condizione preliminare per la pace, si deve smantellare la dittatura del relativismo e della pretesa di una morale autonoma e individuale, che prescinda dalla legge morale naturale;

la pace comporta la costruzione di una convivenza sociale fondata sulla verità, sulla libertà, sull amore e sulla giustizia, come scrisse già Papa Giovanni XXIII nella Pacem in terris 50 anni fa;

per diventare costruttori di pace bisogna pregare Dio per chiedere la redenzione conquistataci da Gesù suo Figlio;

i veri operatori di pace difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni, dal concepimento alla morte naturale;

anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna; è un principio inscritto nella natura umana stessa, riconoscibile con la ragione, comune quindi a tutta l umanità, nonostante i tentativi di destabilizzarlo;

promuovere la libertà religiosa, insidiata soprattutto nei confronti del cristianesimo, perché si possa testimoniare la propria religione;

contrastare le ideologie del liberismo radicale e della tecnocrazia, che vorrebbero promuovere la crescita economica a scapito della funzione sociale dello Stato e della solidarietà, nonché dei diritti e dei doveri sociali tra cui principalmente quello del lavoro;

operare per un nuovo modello economico, a fronte di quello prevalso negli ultimi decenni che ricercava il massimo profitto in una visione individualistica ed egoistica, verso una prospettiva che rispetti la persona umana, valorizzi le capacità intellettuali e l intraprendenza, e operi per uno sviluppo economico vivibile e umano; si tratta di esercitare l attività economica per il bene comune, andando oltre il proprio interesse, a beneficio delle generazioni presenti e future;

infine gli operatori di pace devono considerare la crisi alimentare mondiale, che è ben più grave di quella finanziaria, e che richiede interventi di solidarietà a livello locale e internazionale.

Prima di concludere il Papa ricorda il ruolo primario dell educazione alla pace, in cui hanno un compito importante i genitori, ai quali deve essere riconosciuta la libertà di educazione. Ricorda pure il ruolo della scuola e dell università, nel promuovere una vera cultura della pace.

La forza della parola del Papa sta nella libertà con cui egli si rivolge a tutti gli uomini, auspicando che possano essere veri operatori e costruttori di pace. Questa infatti non è una prerogativa solo per qualcuno, e tutti possono aiutare la pace universale iniziando a costruirla nel proprio cuore, nella famiglia e con il prossimo; la pace infatti è un bene indivisibile da ricercare sempre e dovunque.

La Vergine santa, Madre di Dio e Madre nostra ci aiuti ad essere fedeli discepoli di suo Figlio, il principe della pace, al quale chiediamo di benedirci e custodirci in questo anno e per sempre. Amen.