Un mondo nuovo. Un’enciclica dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale: commento alla “Fratelli tutti” del Vescovo Mario Toso

Premessa: il «sogno» di una società fraterna

Nel contesto della pandemia del Covid-19, che mette in luce non solo i problemi della salute dei popoli, dell’ecologia integrale, ossia dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della distruzione della biodiversità, delle migrazioni ingenti di animali e di persone, ma anche i problemi connessi ad una cultura consumistica e dello scarto, delle ineguaglianze, delle ingiustizie, della fame, del deficit della politica, dello scisma tra singolo e comunità, papa Francesco promulga l’enciclica Fratelli tutti,[1] firmandola ad Assisi, ai piedi della tomba del Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia.

Il titolo Fratelli tutti è preso in prestito dalle Ammonizioni dello stesso Francesco d’Assisi. In particolare, papa Francesco, per comporre la «sua» Pacem in terris, ossia un’enciclica analoga a quella di san Giovanni XXIII, [2] avente però come perni centrali la fraternità e l’amicizia sociale, prende ispirazione da un episodio della vita del Santo di Assisi che, senza ignorare difficoltà e pericoli, va ad annunciare l’amore di Dio al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, senza nascondere la propria identità, invitandolo alla conversione. In un mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, di lotta tra cristiani e mussulmani, Francesco intende suscitare in tutti i popoli il sogno di una società fraterna, pacifica. Papa Francesco, che porta il nome del Poverello di Assisi, si fa missionario di un tale sogno nel contesto storico contemporaneo, per far rinascere tra tutti gli uomini l’aspirazione mondiale alla fraternità, alla pace. Se si vuole cambiare il mondo è importante «sognare» insieme come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne, come ospiti di una stessa terra. [3]

Note

[1] Francesco, Fratelli tutti (=FT), Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2020. Per un primo approccio all’enciclica si veda l’Introduzione di Antonio Spadaro in Francesco, Fratelli tutti, Marsilio Editori-Libreria Editrice Vaticana, Venezia-Città del Vaticano 2020, pp. 9-47; ma si veda anche la Guida alla lettura di padre Giacomo Costa che si trova  in Francesco, Fratelli tutti, Libreria Editrice Vaticana-ELLEDICI, Città del Vaticano-Torino 2020, pp. 5-26.

[2] Nella Pacem in terris, papa Giovanni XXIII evidenziò che in ogni convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona, cioè «natura» dotata di intelligenza e di volontà libera, soggetto di diritti e di corrispettivi doveri. L’ordine morale di una sana e vivace convivenza è ordine che si regge su quattro pilastri morali: libertà, verità, giustizia amore.

[3] Cf FT 8.

Il commento

1. Obiettivo e modalità della «Fratelli tutti»

2. Il discernimento proposto dalla «Fratelli tutti»

3. Il realismo teologico, antropologico e morale della parabola del buon Samaritano

4. La civiltà dell’amore fraterno

5. La fondazione trascendente della fraternità: Benedetto XVI e papa Francesco

6. Un approfondimento: Cristo «universale concreto della fraternità»

7. A mo’ di conclusione: costruzione di un mondo nuovo mediante una politica samaritana