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Presentazione del libro “Chiesa e democrazia”

Presentazione del libro
Chiesa e democrazia

Venerdì 21 marzo, ore 20.45, Sala Giovanni Dalla Fabbriche (Via Laghi 81, Faenza, retro della filiale BCC)

Saluto di Edo Miserocchi

Intervento di Stefano Zamagni

Modera Piero Schiavazzi

 

 

Se la democrazia non gode di buona salute, perché soffre di una profonda crisi, ossia di una crisi istituzionale, e quindi una prima strada di impegno è quella di essere chiamati a rigenerare la democrazia superando populismi, individualismi libertari e neoliberismi, riformando gli stessi partiti che presentano liste bloccate;

se la crisi della democrazia maggiormente preoccupante è la crisi etico-culturale, e a motivo di questo finisce per perdere la sua anima, come già affermava Alexis de Tocqueville e come ha sottolineato il Presidente Sergio Mattarella a Trieste,[1] e quindi una seconda pista di impegno per la democrazia è quella di dare un’anima etica alla politica e alla democrazia, come indica la Dottrina sociale della Chiesa;[2]

se a fronte dell’affievolirsi delle «ragioni del Diritto» e di una corretta articolazione della convivenza tra gli Stati a livello internazionale, il presidente Mattarella, in occasione del XII anniversario del pontificato di papa Francesco, mentre è ancora ricoverato al Gemelli, sente il dovere di ringraziarlo per il suo Magistero a difesa dello Stato di diritto, dello Stato di diritto sociale come, peraltro, hanno fatto i suoi predecessori, in particolare Giovanni Paolo II, Benedetto XVI;

se in questi ultimi anni si è avuta una proliferazione di conflitti sulla faccia della terra – nel 2023 se ne sono registrati 52 –[3] e la Chiesa, specie a partire dalla Pacem in terris, ha proposto continuamente, con la legittima difesa in caso di un’ingiusta aggressione, il disarmo graduale e concertato delle armi atomiche;

se papa Francesco ha ultimamente proposto la creazione di un’agenzia internazionale per l’IA che ne promuova le applicazioni pacifiche nei vari contesti per ridurre le diseguaglianze e prevenirne gli usi dannosi, impedendone le conseguenze indesiderabili;

se in occasione dell’anno giubilare di quest’anno – si legga la bolla di indizione Spes non confundit – la Chiesa ha proposto la riduzione del debito estero e di quello ecologico dei Paesi più poveri giungendo ad indicare, con una sincera conversione spirituale e culturale, la riforma delle strutture di peccato, specie a livello internazionale;

se, come più volte papa Francesco ha stigmatizzato l’economia che uccide e se, come illustra un recente studio di Carl Rhodes (cf Il capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia, Fazi Editore, Torino 2023),[4] crescono coloro che sostengono il capitalismo woke e il primato dell’economia sulla politica, sulla democrazia non ritenuta più ministeriale al libero mercato, mentre i pontefici sostengono che il primato spetta alla politica che serve il bene comune;

se specie papa Francesco sostiene l’esigenza cogente di superare una democrazia a bassa intensità e di camminare verso una democrazia ad alta intensità;

se la forza della partecipazione civile, che rivela giovinezza e vitalità incipienti, non basta per dare attuazione, sul piano politico, al bene comune di un «noi comunitario» chiamato popolo; se, dunque, occorre anche una partecipazione politica (!), supportata da adeguata cultura e vita spirituale, da un’azione plurale, comunitaria, generativa; se occorre superare – non negare, bensì integrare e completare – il civile, se occorre essere presenti nel politico, là ove si prendono le decisioni e si approvano le leggi che aiutano la società civile a compiersi;

se tutto questo è vero, come è vero, ringrazio l’illustre professore Stefano Zamagni, già Presidente della Pontificia Accademia Sociale, per aver indicato nel volume che si è presentato questa sera uno strumento utile ad affrontare le importanti questioni che abbiamo sul tappeto. Ringrazio, inoltre, l’esimio prof. Piero Schiavazzi  – che già è stato tra noi allorché abbiamo ricordato la figura di S. Eminenza il Card. Pio Laghi -, docente di Geopolitica vaticana presso la Università degli Studi Link di Roma.

Ringrazio, infine, voi per la cordialità con cui avete partecipato a questo momento culturale che rientra nel programma della Chiesa italiana che sollecita i cattolici nel dopo la Settimana sociale dei cattolici in Italia, svoltasi a Trieste per riflettere sulle principali questioni sociali e politiche alla luce della DSC.

A questo proposito, mi permetto una riflessione finale di questo tipo, sperando di non tediarvi troppo. Parto da una domanda semplice, apparentemente banale. Ma non lo è.

Di quale DSC dobbiamo disporre per una buona politica, per una democrazia conforme alla dignità umana? È la stessa domanda che mi è stata posta dalle associazioni cattoliche e di ispirazione cristiana della Diocesi di Fidenza, dove mi sono recato qualche sera fa. Ecco, in breve, la risposta. Abbiamo bisogno di una DSC che è espressione innanzitutto di un’esperienza credente, ricca di cultura teologica ed umanista. In particolare, è bene non scordare che la DSC è frutto dell’esperienza dell’evento che è Gesù Cristo, che si incarna e redime l’umanità nella sua integralità, mediante la sua morte e risurrezione. Se desideriamo entrare nel cuore del mondo e della stessa vita sociale e democratica per redimerli – e, quindi, umanizzarli –, con Cristo, è irrinunciabile entrare nel Cuore di Cristo, cuore del mondo e del creato. Nell’Eucaristia che celebriamo, ci uniamo a Cristo, come scrive papa Francesco nell’enciclica Dilexit nos (=DN), che «è il cuore del mondo»! «La sua Pasqua di morte e risurrezione è il centro della storia, che grazie a Lui è storia di salvezza». Tutte le creature, a motivo dell’Incarnazione, morte e risurrezione del Verbo che si fa umanità, «avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio, in una pienezza trascendente dove Cristo risorto abbraccia e illumina tutto» (DN n. 31).

Di qui le radici più profonde di una nuova evangelizzazione del sociale, dell’umanizzazione più piena delle relazioni interpersonali e comunitarie, non escluse quelle della vita democratica, secondo la misura alta dell’Uomo Nuovo, Gesù Cristo, che si dona totalmente al Padre e all’umanità. L’evangelizzazione e la DSC di cui possiamo disporre sono realtà che derivano dalla nostra esperienza di fede dell’Amore di Cristo, che ci sollecita a partecipare alla sua incarnazione, opera di trasfigurazione e ricapitolazione di tutte le cose nell’Uomo celeste (cf 1 Cor15, 45-49), quelle della terra e quelle del cielo.

La DSC diviene strumento di una nuova politica se suscita un discernimento continuo che coinvolge, con il riferimento al Verbo che si fa carne, soggetti ecclesiali le cui coscienze sono sostenute dall’Amore pieno di verità e, simultaneamente, sono capaci di quella profezia che declina nella cultura contemporanea ciò che è specifico del cristianesimo, in modo che si presenti ragionevole e praticabile anche per chi non crede.

                                      + Mario Toso

[1] Cf intervento del Presidente della Repubblica alla cerimonia di apertura della 50aedizione della Settimana sociale dei Cattolici in Italia (Trieste 3 luglio 2024).

[2] Su questo si legga B. Bignami, Dare un’anima alla politica, Edizioni San Paolo, Milano 2024.

[3] Cf A. Colombo, Il suicidio della pace. Perché l’ordine internazionale liberale ha fallito (1989-2024), Raffaello Cortina Editore, Milano 2025, p. 272.

[4]È questo un testo fondamentale per comprendere uno dei trend politici ed economici più rilevanti dei nostri tempi. Secondo l’Autore il suo libro è un invito ad opporre resistenza al capitalismo woke e a non farsi ingannare.

 

 


Pellegrinaggio giubilare del Vicariato forese Ovest

Domenica 23 marzo 2025, il Vicariato Forese Ovest – Unità Pastorali Brisighella e Marradi organizza un pellegrinaggio in Cattedrale in occasione del Giubileo della Speranza. L’evento prevede un percorso di fede con diverse modalità di partecipazione: a piedi, in treno o in auto.

Il cammino a piedi partirà dalla stazione di Brisighella alle 9:45, con una tappa intermedia a Sarna per il pranzo al sacco. Per chi preferisce viaggiare in treno, la partenza è prevista da Crespino alle 14:53, con arrivo a Faenza alle 15:54. Coloro che viaggeranno in auto si ritroveranno invece alle 16:30 nel parcheggio di Faenza 1.

L’arrivo in Cattedrale alle 17:00, sarà seguito dalle confessioni e attività per i bambini in vescovado. La giornata culminerà alle 18:00 con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Mario Toso.

Il rientro sarà possibile sia in treno (con partenza da Crespino alle 20:08) sia in pullman, previa prenotazione.

Un Segno di Carità

Durante l’evento, verranno raccolte offerte per la Caritas “Madonna del Monticino”, destinate all’acquisto di beni primari per le persone in difficoltà.

Per informazioni, è possibile contattare Don Mirko Santandrea al numero 333.5202522.

Lettera del Vescovo Mario alla Diocesi – sabato 15 marzo

 

Faenza, 15 marzo 2025

In questo momento di attesa e di intenso lavoro per monitorare la situazione di allerta non ancora conclusa, risulta sempre più importante la progettualità e la cura del territorio nella prevenzione delle emergenze e della sua messa in sicurezza senza rallentamenti.

I lavori di manutenzione portati a termine hanno mostrato la loro utilità preservando le comunità da danni che, rispetto alle precedenti alluvioni, sarebbero stati maggiori. I lavori fatti sono riusciti a contenere la piena del fiume Lamone soprattutto nel territorio del Comune di Faenza e dei comuni della Bassa Romagna. In altre zone della valle del Lamone, in particolare Marradi e Brisighella, la situazione è stata peggiore, e abbiamo potuto vedere le immagini drammatiche di un’ampia esondazione. Sono diverse le persone e le famiglie che sono state sfollate temporaneamente a Faenza, Errano, Marzeno, Traversara, Russi, Boncellino, Villanova e Glorie e in altre parti della Diocesi.
Sebbene i danni siano meno consistenti dell’ultima alluvione del settembre scorso ho nuovamente sollecitato la Caritas diocesana a moltiplicare gli sforzi per venire incontro alle esigenze delle persone e delle famiglie.

Oggi, 15 marzo, a 10 anni dall’inizio del mio ministero episcopale in questa Chiesa, condividendo con voi gioie e speranze, ma altresì le sofferenze, le difficoltà delle alluvioni, il terremoto e la pandemia Covid, riconosco sempre di più la mia appartenenza a questa Diocesi, con il rammarico di non aver potuto fare di più per alleviare la sofferenza delle persone, delle famiglie colpite, sul piano materiale e soprattutto sul piano spirituale.

Comprendendo la complessità della situazione e verificando il grado di allerta di questa domenica 16 marzo, viene sì confermato il pellegrinaggio giubilare del Vicariato forese Sud, ma sollecitando le persone a scegliere in piena libertà e sicurezza. È confermato, allora, questo appuntamento per ritrovarci insieme, con quelli che potranno, per fissare il nostro sguardo alla nostra patrona, la Madonna delle Grazie, perché continui ad aiutarci con la sua amorevole cura materna.

 

+ Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana


Dieci anni con noi – Il ringraziamento del Vicario generale a nome della Diocesi

 

10 anni con noi

 

A nome di tutta la Chiesa di Faenza-Modigliana, esprimo gratitudine a Gesù Cristo, Signore dei cuori e della Storia, per il dono del ministero episcopale di S. E. Mons Mario Toso, SDB in questi dieci anni con noi.

Nel dono del Vescovo, infatti, riconosciamo la Provvidenza del Padre che non lascia soli i suoi figli.

Nel servizio di presidenza della Comunità ecclesiale, siamo grati al Vescovo per la guida sicura, la sapienza, la franchezza nell’annuncio della Parola e la tenacia nell’ esercizio di una Carità che punta al cuore dei cambiamenti necessari per rimuovere profeticamente le radici delle povertà materiali e culturali.

In questo giorno, ancora una volta difficile e sofferente per la nostra terra, colpita in questi anni da alluvioni, terremoti e uragani, ci stringiamo con forza a Lei e tra di noi, per continuare a operare secondo la missione che ci è stata affidata: trasfigurare il mondo con Cristo.

 

Faenza, 15 marzo 2025

Michele Morandi
Vicario generale

 

 

→ Alcune foto del Vescovo in questi dieci anni a Faenza

 

 


Maltempo, il vescovo Mario Toso: “Scoramento tra la gente, Caritas pronta a intervenire”

vescovo toso

“Inutile dire lo scoramento della gente nelle zone già colpite nelle tre precedenti alluvioni, come in via Cimatti, zona Borgo. Alcuni cittadini stanno prendendo in seria considerazione di abbandonare l’area”.  “Dalle foto e dalle riprese, la città di Marradi, nella zona del Mugello, appare in una situazione piuttosto drammatica”, aggiunge, ricordando che l’area è stata colpita recentemente anche da un terremoto. La diocesi, attraverso la Caritas, è già mobilitata: “Si stava apprestando ad aiutare le famiglie di Traversara, Cotignola e Marzeno, colpite dall’alluvione di settembre scorso, ma ora è sollecitata a ripristinare l’azione del primo aiuto, previo censimento delle zone nuovamente provate”.

Parte “Identikit animatori”: incontri di formazione per le attività parrocchiali estive

Un’opportunità formativa per tutti coloro che desiderano mettersi al servizio delle attività parrocchiali estive. Il percorso “Identikit Educatori” promosso dall’area Giovani e vocazioni della Diocesi in collaborazione con Anspi, si rivolge a animatori e aiuto animatori, offrendo momenti di crescita e approfondimento sul ruolo educativo. Il primo incontro, intitolato “Il cuore di esser animatori”, si terrà il 26 marzo dalle 20.40 alle 22.15, mentre il 2 aprile, alla stessa ora, il focus sarà su “Siamo animatori… con stile”Entrambi gli appuntamenti si svolgeranno al Seminario di Faenza, in via degli Insorti 56.

Il 4 maggio gli educatori riceveranno il mandato dal vescovo Mario

Il percorso culminerà il 4 maggio con una giornata speciale presso la chiesa di San Francesco a Faenza. A partire dalle 16, i partecipanti saranno coinvolti in laboratori pratici, seguiti dalla celebrazione della Messa con il mandato del vescovo monsignor Mario Toso e da un momento conviviale con la cena.

L’iniziativa, promossa in collaborazione con Anspi, rappresenta un’importante occasione di formazione e condivisione per tutti coloro che desiderano accompagnare i più giovani nelle esperienze educative estive. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare i numeri 391 4226535 oppure 334 1964005.


Domenica 16 marzo il Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale del Vicariato forese sud

Le comunità parrocchiali di Lutirano, Tredozio, Modigliana, Marzeno, Sarna e Rivalta si ritroveranno per un pellegrinaggio alla Cattedrale di Faenza in occasione del Giubileo della Speranza.

Domenica 16 marzo le parrocchie del Vicariato forese sud vivranno insieme il pellegrinaggio alla Cattedrale di Faenza. L’iniziativa coinvolgerà i fedeli di Lutirano, Tredozio, Modigliana, Marzeno, Sarna e Rivalta, che si riuniranno per un momento di preghiera e comunione spirituale.

Il ritrovo è fissato per le 16.20 presso il parcheggio del Cimitero di Faenza, in via Guglielmo Marconi. Da qui, alle 16.30, partirà la processione verso la Cattedrale. Una volta giunti a destinazione, alle 17, si terrà la preghiera di ingresso, seguita da momenti di raccoglimento e confessioni. L’evento culminerà alle 18 con la Celebrazione Eucaristica, che sarà presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso. Un’occasione significativa, che segnerà anche la conclusione della visita pastorale nelle comunità coinvolte.


Il messaggio del Vescovo Mario per la Quaresima 2025

Cari fratelli e sorelle, cari presbiteri, religiose e religiosi, cari diaconi quest’anno siamo invitati da papa Francesco, ancora ricoverato al Gemelli, a vivere la Quaresima nella fede e nella speranza. Una prima domanda che ci rivolge il pontefice è: nella mia vita di credente cammino o sono statico, non faccio alcun progresso nella fede, perché non mi converto e non cresco nell’amore al Signore Gesù e al prossimo? La conversione – il che significa anche frequenza al sacramento della riconciliazione – è fondamentale per camminare, per progredire sulla via che ha percorso Cristo stesso per dare compimento a una nuova creazione.

La seconda domanda che papa Francesco sollecita a porci è: camminiamo insieme agli altri credenti? Facciamo strada insieme o siamo solitari? Più di una volta nella nostra vita cristiana ci accontentiamo di vivere una fede poco comunitaria, poco vissuta assieme agli altri. La stessa preparazione ai sacramenti talvolta è considerata una perdita di tempo, a fronte di tanti impegni che urgono. Si cerca, allora, di vivere i sacramenti e la stessa partecipazione all’Eucaristia come un mordi e fuggi. Più in fretta si fa, meglio è. Si è più liberi se non si frequenta l’Eucaristia. Alle volte si vorrebbe la celebrazione dei sacramenti da parte di un presbitero compiacente, per pochi intimi, magari in una trattoria. Purtroppo, è capitato anche questo. E tutto finisce lì, più o meno. Non c’è, poi, tanta vita comunitaria, frequenza e preghiera. Non dimentichiamo: non è la stessa cosa camminare con Cristo o camminare raramente, o quasi mai, con Lui e la sua comunità. Non è la stessa cosa adorare, riposare in Lui o non poterlo fare. Non è la stessa cosa vivere con un vago ricordo di Cristo o essere veri missionari, che non smettono mai di essere discepoli che camminano con Lui, respirano con Lui, pregano Lui, con i propri fratelli e sorelle. Dobbiamo ritrovare il piacere o, meglio, la gioia spirituale di essere comunità, popolo, famiglia di fratelli e sorelle che si amano vicendevolmente e condividono processi e fatiche nel portare il Vangelo ovunque.

Ecco, infine, la terza domanda che papa Francesco suggerisce di porci, quasi tallonandoci, pressandoci: sentiamo l’esigenza di camminare insieme nella speranza di una grande promessa, quella della vita eterna, per non comportarci come se potessimo salvarci da soli? Davvero per noi la vita è un camminare verso la Speranza che non delude (cf Rm 5,5) o è semplicemente un rimanere intrappolati in una vita solitaria, nei nostri piccoli pensieri e nelle nostre scelte, che escludono la comunione con il Corpo di Cristo, con l’Uomo Nuovo, con l’Uomo celeste che ci dona la gioia della vita di comunione con Dio e con i nostri fratelli e sorelle (1 Cor 15, 45-49)?

Vivere la Quaresima è camminare decisamente verso la Pasqua che ci dona la vera scienza, la scienza della Croce che ci spalanca le porte della comunione fraterna e celeste, per vivere con le nostre comunità, camminando verso la città di Dio. Pasqua è vivere con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per gustare e condividere il loro assoluto Amore.

Buon cammino quaresimale e buona Pasqua!

 

+ Mario Toso

 

 

Messa del Vescovo Mario con l’imposizione delle ceneri
mercoledì 5 marzo, Cattedrale di Faenza, ore 19.00

 

 

 

Per aiutare la preparazione delle liturgie quaresimali:


In preghiera per il Santo Padre

“Tutta la Chiesa italiana, popolo di Dio e Pastori, in questo momento di grande angoscia, sente il bisogno di stringersi intorno a Papa Francesco, nell’abbraccio della preghiera, per invocare da Dio Padre il dono della salute”. Lo afferma Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, invitando le comunità ecclesiali a pregare per il Santo Padre.
L’Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto due schemi, uno per la recita del Santo Rosario e uno per l’Adorazione eucaristica, che potranno essere adattati nei diversi contesti locali. “Con la stessa incrollabile fede del centurione, ogni comunità e ciascun fedele, affidi al Signore Gesù la sofferenza di Papa Francesco confidando nella sua pronta risposta: ‘Io verrò e lo curerò’. Facciamo dunque nostra la preghiera liturgica: ‘Signore Gesù, redentore del mondo, che hai preso su di te i nostri dolori e hai portato nella tua passione le nostre sofferenze, ascolta la preghiera che ti rivolgiamo per il nostro fratello infermo: donagli fiducia e ravviva la sua speranza perché sia sollevato nel corpo e nello spirito’”.
I due schemi si affiancano ad alcune intenzioni di preghiera che possono invece essere inserite nelle Celebrazioni Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore.

 

→ Intenzioni per la S.Messa e la Liturgia delle Ore

→ Sussidio per il Rosario

→ Sussidio per l’Adorazione eucaristica

 

 

 

 


Festa di San Pier Damiani

 

 

Omelia del Vescovo Mario

 

Fratelli e sorelle,

radunati per celebrare la festa di San Pier Damiani, nostro patrono, in questo Anno giubilare, siamo invitati a rinnovare la speranza nel Signore. I santi, come ho scritto nel vademecum per il Giubileo “Pellegrini di speranza”, «sono come astri che brillano, punti di riferimento importanti per la spiritualità e per l’impegno pastorale» (Pellegrini di speranza, Edizioni delle Grazie, Faenza 2024, p.4).

San Pier Damiani è un grande testimone di santità, un punto di riferimento imprescindibile per la nostra Diocesi, un esempio di slancio missionario, di fedeltà alla Chiesa, di profondità spirituale.

Egli è stato un grande annunciatore del Vangelo: non ha avuto paura di manifestare nei suoi scritti, nel suo servizio alla Chiesa e al papa, la radicalità a cui – come discepoli del Signore – siamo chiamati. Siamo chiamati, infatti, ad annunciare la Parola, insistendo al momento opportuno e non opportuno, ammonendo e rimproverando quando necessario, esortando con ogni magnanimità e insegnamento (cfr. 2 Tm 4,2). La Parola, che è il Signore Gesù, non è qualcosa di facoltativo per la nostra vita e per la vita di chi abbiamo vicino.

«Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare» (Evangelii gaudium, 266).

Solo con questa fede San Pier Damiani è potuto diventare un infaticabile predicatore, un vero maestro nella fede, richiamando con coraggio vescovi, presbiteri, monaci, laici, alla bellezza di una vita fedele alla propria vocazione, nella verità. → Omelia completa