Domenica 15 gennaio in Seminario a Faenza si terrà la serata diocesana di presentazione alla Giornata mondiale della Gioventù 2023 di Lisbona. Un incontro per tutti i giovani, gli educatori, i sacerdoti che vogliono conoscere il programma dettagliato del nostro pellegrinaggio a Lisbona. Il percorso di preparazione e tutte le info per vivere questa esperienza con papa Francesco e tutti i giovani del mondo.
La Diocesi di Faenza-Modigliana propone una tre giorni di riflessioni a Firenze con incontri e testimonianze sul tema dell’impegno politico dei cattolici. Il ritrovo è il 27 gennaio alle 8 alla stazione dei treni di Faenza. Il rientro è invece in programma il 29 gennaio alle 19.45, sempre alla stazione dei treni.
Il prezzo complessivo dei tre giorni è di 120 euro, comprensivi di pernottamento, tutti i pasti escluso un pranzo, e i viaggi.
Iscrizioni con caparra da 20 euro a Luca Ghirotti (anche su Satispay 333 4122749).
L’area Giovani e Vocazioni della Diocesi di Faenza-Modigliana rilancia il cammino del Sinodo dei Giovani 2017-19 con nuovi eventi aperti a tutta la comunità. Gli incontri, dal taglio interattivo, saranno condotti da Riccardo Pollini, laureato in Scienze dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che presenterà la sua tesi dedicata proprio al Sinodo dei Giovani di Faenza. Si parte lunedì 16 gennaio alle 20.45 a Modigliana, nel salone del circolo parrocchiale (piazza Battisti, 9). Il secondo incontro sarà alla parrocchia di San Michele di Bagnacavallo lunedì 30 gennaio alle 20.45, mentre lunedì 6 febbraio alle 20.45 l’incontro avrà luogo nella parrocchia del Paradiso di Faenza.
A tutti e tre gli incontri parteciperà anche il vescovo monsignor Mario Toso.
È morto oggi, alle 9.34 del 31 dicembre 2022 il Papa Emerito Benedetto XVI, le cui condizioni di salute si erano aggravate negli ultimi giorni. “Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9:34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano”, si legge nel comunicato della Santa Sede. Il papa emerito e 265esimo Papa della Chiesa cattolica aveva 95 anni.
Dalla mattina di lunedì 2 gennaio 2023, il corpo del Papa Emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli. Con animo grato per il dono del Papa Benedetto XVI, il vescovo monsignor Mario Toso si unisce alle preghiere per il ritorno del Pontefice alla Casa del Padre e invita la comunità diocesana a partecipare alla preghiera. Martedì sera 3 gennaio alle 20,30 in Cattedrale a Faenza, sarà presieduta dal nostro vescovo una S. Messa in suffragio di Benedetto XVI.
“E’ morto serenamente” riportano dalla Santa Sede
E’ morto serenamente, nella sua stanza al primo piano del Monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini Vaticani, il Papa emerito Benedetto XVI, assistito amorevolmente dal suo segretario particolare e Prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Gaenswein, e dalle quattro laiche consacrate Memores Domini che erano al suo fianco già durante i suoi otto anni di pontificato, cui sono seguiti quasi sette anni di vita a servizio della Chiesa “nascosto al mondo”, come lui stesso aveva annunciato con la storica rinuncia dell’11 febbraio 2013. L’allarme per le condizioni di salute di Joseph Ratzinger, che avrebbe compiuto 96 anni il prossimo 16 aprile, era cominciato in tutto il mondo dopo le parole pronunciate da Papa Francesco, al termine dell’udienza generale del 28 dicembre: “Vorrei chiedere a tutti voi una preghiera speciale per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine”. “Posso confermare che nelle ultime ore si è verificato un aggravamento dovuto all’avanzare dell’età”, aveva dichiarato ai giornalisti poche ore dopo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “La situazione al momento resta sotto controllo, seguita costantemente dai medici. Al termine dell’udienza generale Papa Francesco si è recato al monastero Mater Ecclesiae per visitare Benedetto XVI. Ci uniamo a lui nella preghiera per il Papa emerito”. Più confortante il bollettino del portavoce vaticano relativo al giorno dopo, 29 dicembre: “Il Papa emerito è riuscito a riposare bene la notte scorsa, è assolutamente lucido e vigile e oggi, pur restando gravi le sue condizioni, la situazione al momento è stabile. Papa Francesco rinnova l’invito a pregare per lui e ad accompagnarlo in queste ore difficili”. La stampa tedesca, nello stesso giorno, aveva fatto sapere come il Papa emerito avesse rifiutato il ricovero in ospedale per poter rimanere in quella che in questi quasi dieci anni è stata la sua casa. L’ultimo bollettino medico del portavoce vaticano, prima dell’annuncio della morte di stamattina, risale a ieri alle 15: “”La scorsa notte il Papa emerito ha potuto riposare bene. Anche ieri pomeriggio ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa nella sua camera. Allo stato attuale la sua condizione è stazionaria”.
Quella di Joseph Ratzinger, dunque, è stata una morte naturale dovuta all’avanzare dell’età: un appuntamento a cui il Papa tedesco, pastore mite e forte dalla fede granitica, si era adeguatamente preparato, come aveva già confidato al suo biografo, Peeter Seewald, nel 2016, nel suo libro “Ultime conversazioni”: “Bisogna prepararsi alla morte. Non nel senso di compiere certi atti, ma di vivere preparandosi a superare l’ultimo esame di fronte a Dio. Ad abbandonare questo mondo e trovarsi davanti a Lui e ai santi, agli amici e ai nemici. A, diciamo, accettare la finitezza di questa vita e mettersi in cammino per giungere al cospetto di Dio. Cerco di farlo pensando sempre che la fine si avvicina. Cercando di prepararmi a quel momento e soprattutto tenendolo sempre presente. L’importante non è immaginarselo, ma vivere nella consapevolezza che tutta la vita tende a questo incontro”. Illuminanti, a questo proposito, sono le parole affidate alla lettera scritta all’indomani del Rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, la sua diocesi, l’8 febbraio 2022: “Ben presto mi troverò di fronte al giudice della mia vita. Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato (Paraclito). In vista dell’ora del giudizio mi viene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte”.
In occasione di queste festività, l’incontro del vescovo Mario con i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino accompagnati dal loro assistente spirituale don Vasyl Romaniuk.
Si ricorda che, in occasione delle festività natalizie, gli uffici della Curia – in viale Stradone 30 nel Seminario di Faenza – saranno chiusi da sabato 24 dicembre a sabato 7 gennaio 2023.
L’apertura al pubblico riprenderà poi con i consueti orari: martedì e giovedì – ore 9:30 -12:30.
Più che un’operazione di archivio è il desiderio di fare incontrare Benigno Zaccagnini (1912-1989) con le generazioni del nuovo millennio. E così mettere attenzione ancora una volta alle carte di Zac. Un libro per le nuove generazioni, certo, ma ancora una volta anche per gli antichi amici con lui impegnati nei lunghi decenni del secondo dopoguerra a ricostruire il nostro Paese – nella prospettiva della nuova e antica Europa – devastato dalle ideologie (prima ancora dalle violenze fisiche), del fascismo che si era scontrato con don Giovanni Minzoni e la sua passione per i giovani ad Argenta poi in subordine al nazismo hitleriano la devastazione delle organizzazioni che i cattolici già prima della guerra avevano promosso, sulla scia di don Romolo Murri, poi ancora più lucidamente alla scuola di Alcide De Gasperi e don Luigi Sturzo. E qui in Romagna animati e incoraggiati da sacerdoti entusiasti convinti nel loro impegno pastorale di “uscire dalle chiese” e portare con coraggio il fermento del Vangelo in un’Italia che voleva delineare il proprio futuro ben oltre a dove le squadracce fasciste l’avevano colpito con il tragico avvento del fascismo al potere. Mentre anche la destra storica, laico-liberale, stava a guardare.
Ed ecco il settimo volume, anche questo affidato alle edizioni Studium di Roma, con il titolo “Caro Zaccagnini… Lettere scelte a un credente prestato alla politica”, a cura di Aldo Preda con testi di vari autori che testimoniano la stima per l’onorevole Zaccagnini, il suo partecipare alla tessitura della democrazia repubblicana, senza pregiudizi nei confronti delle persone, ma senza cedere di fronte alle esigenze fondative della “verità”. La pubblicazione è stata possibile grazie al Centro Studi Donati, Acli, cooperativa La Pieve, Banca di credito cooperativo ravennate, forlivese, imolese. Già partecipando alla lotta messa in cantiere dall’antifascismo per la “Resistenza” alle ideologie del nazifascismo e poi per la elaborazione della Carta Costituzionale, Zac aveva preso il nome di battaglia “Tommaso Moro”. Nei precedenti volumi, ma ancora in questo che sto recensendo, echi preziosi della sua attiva partecipazione nelle file dell’Azione Cattolica a Ravenna, nella Fuci durante gli anni di università (facoltà di Medicina) dell’allora don Giovanni Battista Montini (futuro Paolo VI). Erano tempi e scelte politiche che rendevano difficile il “dialogo”.
Della sua capacità di dialogo sono testimonianza, fra le altre, gli scambi di lettere fra l’onorevole Nilde Jotti (Pci) presidente della Camera dei Deputati, e il presidente della Repubblica, il socialista Sandro Pertini. È doveroso qui aggiungere (senza poterli richiamare singolarmente) i nomi di amici della Dc fino al XIV Congresso del febbraio 1980 che vide (noi diremmo oggi, purtroppo) la sconfitta di Zaccagnini come segretario del partito. Dalla partecipazione all’Assemblea che darà vita alla Costituzione della Repubblica, ai suoi contenuti fondativi (oggi non sempre riconosciuti) una eco nelle pagine che raccontano e documentano l’impegno di Benigno appena terminata la guerra, per recuperare, dopo il grande silenzio, la memoria del “martirio” di don Minzoni, ad Argenta e a Ravenna, ma la conoscenza di questa memoria si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Lo ricorda, ed è stata per me e altri una simpatica sorpresa, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che nelle pagine introduttive non solo conferma la sua partecipazione, l’anno prossimo, al centenario del “martirio” di don Minzoni, ma scrive con ammirazione un prezioso profilo di Benigno, incontrato molte volte, lui giovane sacerdote della Comunità di Sant’Egidio a Roma, ospite a cena nella casa della sua famiglia. E ne viene per tutti noi un richiamo al “come” oggi deve farsi concretezza l’impegno politico e nelle pluriforme della vita sociale, per i credenti e quanti si mettono in ascolto della “ragione” illuminata dalla fede vissuta, seppur con tante contraddizioni, nel corso della nostra storia. Concludo queste righe di recensione invitando alla lettura della lettera che Benigno scrisse alla sua carissima Anna, dal letto dell’ospedale (giugno 1984) dove era stato ricoverato. Un congedo che è anche (e soprattutto) un arrivederci nella grande Casa comune del Paradiso.
Piero Altieri
Alla Riunione Cattolica Torricelli i saluti del vescovo e l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti
La presentazione del volume, a cura del Centro Studi Donati, con Acli, Riunione Cattolica Torricelli, Mcl Faenza e con il contributo de La Bcc, si terrà venerdì 30 dicembre alle 11 nel salone della Riunione Cattolica Torricelli (via Castellani 25). L’evento sarà aperto dai saluti del vescovo, monsignor Mario Toso, del sindaco Massimo Isola e di Giacomo Severi (La Bcc). Seguiranno interventi del cardinale Gualtiero Bassetti e dell’onorevole Giuseppe Matulli. Le conclusioni sono affidate al curatore del volume Aldo Preda.
Vieni Signore Gesù! Vieni con la tua giustizia e la tua pace. Abbiamo manifestato per la pace. Abbiamo pianto perché popoli cristiani, che dicono di conoscerti e di amarti, continuano a combattersi, a uccidersi. Nonostante le tragedie umane, le distruzioni insensate, la ferocia contro i propri fratelli, la guerra non sembra placarsi. Le nubi hanno fatto piovere il Giusto. Il Salvatore è già venuto e per ogni giorno della nostra vita viene sempre. Dunque, cosa deve avvenire perché l’umanità non distrugga se stessa? Quale alba deve sorgere su di noi recidivi, ribelli rispetto al dono del Signore? Non bastano i morti, le famiglie distrutte, le inaudite violenze delle torture sugli innocenti? Non bastano la ferocia e l’accanimento distruttivo che lasciano solo macerie e non aprono spiragli alla voglia del perdono, all’abbraccio fraterno? Perché il fuoco che il Signore è venuto a portare non riscalda ancora i nostri cuori e non li mobilita, con slancio e bramosità di bene, nell’opera congiunta della costruzione diuturna della pace? Forse, in noi non c’è desiderio di Dio. Il nostro cuore è pieno di tutto e non c’è posto per Lui, che viene con splendore a visitarci, per farci dono di Lui stesso amore infinito, senza tramonto. Forse, in noi non c’è conversione vera e profonda. Forse, non vogliamo che Dio abiti in noi, con noi. Il nostro io si è ingrandito a dismisura, al punto che ci riempie con tutto sé stesso e non lascia spazio per Colui che ci ama e si fa uno di noi per dirci quanto ci ama perdutamente. Perché il nostro cuore e il nostro spirito non vibrano più per Colui che è Signore-nostra-vita, Signore-nostra-giustizia, Signore-nostra-pace? Siamo, forse, impazziti? Di fronte al Signore che viene a visitarci possiamo rallegrarci solo mediante una conversione che fa ritrovare noi stessi secondo quell’immagine secondo cui siamo fatti.
Carissimi tutti, piccoli, grandi, nonni, il vescovo che il Signore ha affidato alla vostra misericordia, vi supplica, vi prega, vi scongiura: non tenete chiuse le porte del vostro cuore a Colui che viene per donarci il Padre e lo Spirito d’amore, perché siamo davvero un’unica famiglia, che vive della sua Vita, della sua Bellezza, della sua Creatività. Il sovrabbondante dono che il Figlio ci reca è potenza di Dio che fa nuove tutte le cose, le nostre famiglie, le nostre comunità, associazioni, aggregazioni e movimenti. Accogliamo l’Amore pieno della Verità! Buon Natale e felice anno nuovo.
In occasione del Natale la Pastorale della Disabilità della Diocesi di Faenza-Modigliana propone tre preghiere in CAA (Comunicazione aumentativa alternativa) per dare a tutti la possibilità di imparare le preghiere assieme. I testi dell’Ave Maria, Padre Nostro e Gloria sono inoltre proposte in dialetto romagnolo. La Comunicazione Aumentativa Alternativa è un approccio dai vari volti, ma dallo scopo univoco di offrire alle persone con bisogni comunicativi complessi la possibilità di comunicare tramite canali che si affiancano a quello orale.
Per riflettere sulle parole del Papa, domenica 1° gennaio, la Diocesi, propone una Passeggiata per la Pace in luoghi simbolici della città di Faenza. Il ritrovo è alle ore 16 presso il Seminario, in viale Stradone, 30. Parteciperanno al corteo ucraini e russi e fedeli di diverse religioni. In questo modo, si riprende un percorso di dialogo e riconciliazione, dallo stesso luogo in cui lo scorso 6 marzo si era tenuta la Preghiera ecumenica per la Pace, celebrata insieme a fratelli ucraini, moldavi e rumeni, di diverse confessioni cristiane.
Nel Seminario si ricorderà il Papa Giovanni XXIII, che proprio sessant’anni fa, pubblicò la sua ultima Enciclica: la “Pacem in terris” nella quale si definiva “follia” la guerra. Attraversando la strada si renderà omaggio ai sanitari impegnati in questi anni ad affrontare la pandemia. Si proseguirà per via Giovanni da Oriolo per transitare davanti alla chiesa di San Savino, in uso alla Chiesa ortodossa Moldava legata al Patriarcato di Mosca e poi davanti alla chiesa di San Vitale in uso alla Chiesa cattolica Ucraina. Si svolterà su via Paganelli e da qui, attraverso via Ugonia, si raggiungerà il Museo delle Ceramiche distrutto e poi ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Si proseguirà su viale Baccarini, costeggiando il monumento alla Resistenza e poi su viale IV novembre e viale delle Ceramiche. Qui si ricorderanno due civili uccisi per rappresaglia, nel 1944, al Ponte di Felisio, vicino a Solarolo. Si proseguirà con la visita alle famiglie di profughi ucraini ospitati presso il monastero di Santa Chiara. Le clarisse, attualmente a Monte Paolo, festeggeranno nel 2023 ottocento anni di vita. Poi, attraverso corso Garibaldi si giungerà in piazza della Libertà e quindi piazza del Popolo. Accanto alla Torre dell’Orologio, vi è la targa che ricorda i 1015 faentini civili, morti nell’ultima guerra. Nei pressi l’asta portabandiera sormontata dal simbolo della Repubblica. Alla nascita della quale hanno contribuito in modo significativo anche due figli di Faenza: Pietro Nenni e Benigno Zaccagnini. Personaggi di prima grandezza, di opposti schieramenti politici dell’epoca, furono eletti il 2 giugno 1946 alla Costituente. Qui 75 anni fa, approvarono la Costituzione il cui art. 11 ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ritornando sui propri passi si salirà sulla scalinata del Duomo, dove si ricorderà San Nevolone, qui venerato. Francescano secolare del 1200 e pacificatore tra fazioni cittadine. Fu, probabilmente, tra coloro che, vivente San Francesco, si rifiutavano di giurare di seguire in armi il proprio Podestà in osservanza alla propria regola che vietava di giurare e usare e portare armi. Il Papa di allora li prese sotto la propria protezione. A seguito di ciò, ad essi vennero affidati servizi civili di assistenza e di manutenzione pubblica. La camminata si concluderà alle ore 18 all’interno della Cattedrale con la messa celebrata dal vescovo Mario Toso.