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Lettera ai Capi Rioni di Faenza per il Palio del Niballo 2009
Lettere
19-06-2009

Quando si avvicina il momento culminante della fase preparatoria del Palio, viene spontaneo pensare all’impegno che viene richiesto ai Rioni e a tutti i collaboratori; sono alcune settimane durante le quali tutto converge ad un unico scopo, che è quello di partecipare alla gara con la migliore preparazione possibile.

 

Consentitemi di riferire questo pensiero a una frase di S. Paolo: ‘Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre’ (1Cor 9,24).

 

Tra la corsa nello stadio e la corsa della vita non c’è solo una allegoria, ma c’è anche la formazione di una personalità che sa affrontare la fatica, la fedeltà e la collaborazione. L’impegno che viene chiesto oggi non finisce con la conclusione della gara, ma, se è stato vissuto con un certo spirito, continua il suo effetto nella vita.

 

È questo l’auspicio che faccio a tutti voi, pensandovi occupati a fare di tutto per un risultato soddisfacente nella prossima disputa della giostra del Niballo.

A proposito della lettera del Papa
Lettere
22-03-2009

La lettera del Papa sulla remissione della scomunica ai quattro vescovi lefevriani ha dato l’occasione per un nuovo attacco alla Chiesa da parte dei laicisti nostrani. Questa lettera è ancora una volta la prova, se ce n’era bisogno, della fortuna di avere il Papa, che alla fine dei conti mette in chiaro come devono essere le cose nella Chiesa di Cristo (la grande Chiesa, come la chiama Benedetto XVI).

Il Papa ha parlato col cuore in mano, per dirci tutta la sua sofferenza nel vedersi non capito, e ‘da alcuni gruppi apertamente accusato’ di voler tornare indietro a prima del Concilio. Prima di chiudere la sua lettera il Papa con le parole di S. Paolo ai Galati ha detto che ‘questo ‘mordere e divorare’ esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata’.

Non è parso vero ai giornali laicisti avere una occasione così ghiotta per mettere gli uni contro gli altri, facendo l’elenco di chi è con il papa e di chi è contro. Non credeteci: non è l’amore alla verità che li spinge a questo, ma l’istinto di dividere per diffondere zizzania (diavolo significa colui che divide).

Il Card. Silvestrini non è il capostipite di nessuna fronda. Un uomo che ha dato tutta la vita per servire la Chiesa e il Papa, sa troppo bene chi è il punto di forza nella Chiesa, come credente, come ecclesiastico e come diplomatico. Anche per lui vale la regola di valutare il presente alla luce del suo passato.

Con questa azione diversiva, la grande stampa laicista ha distolto l’attenzione sulla parte centrale della lettera del Papa, che mette in risalto le priorità del suo pontificato: ‘Nel nostro tempo in cui vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio’ Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più’.

Se questo è il problema più grande oggi, superiamo le divisioni e mettiamoci insieme per il bene della Chiesa e del mondo. La ricerca della riconciliazione con un gruppo di credenti a rischio di scisma dice la passione per l’unità della Chiesa, ed è un invito per tutti a trovare l’unità con il Papa sulle verità importanti spesso negate dai nemici della Chiesa e purtroppo talvolta non accolte pienamente nemmeno dai cristiani.

In conclusione, come risposta a questo gesto paterno del Papa, tutti dobbiamo chiederci se siamo sempre leali con il suo magistero, senza sottintesi o reticenze, indebolendo così la testimonianza che Cristo oggi ci chiede di dare al nostro mondo confuso e disorientato.

Ripartire da Cristo
Lettera per l'anno pastorale 2004-2005
Lettere
23-09-2004

Un intervento del Vescovo all’inizio dell’anno pastorale non vuole aggiungere un altro documento ai molti che già esistono, ma intende essere una indicazione attorno alla quale fare unità nella nostra Chiesa particolare.
È chiaro che la comunione ecclesiale vera non è legata alle proposte annuali, ma ha ben altri fondamenti: dal dono dello Spirito, alla partecipazione alla stessa Eucaristia; dall’ascolto della stessa Parola di Dio, all’accoglienza della successione apostolica nella stessa persona del Vescovo diocesano. Tuttavia ormai da tempo si sente la necessità di avere una indicazione unitaria per ogni anno pastorale, vista la frammentazione delle proposte pastorali con le quali dobbiamo convivere, che sono per un verso una ricchezza, ma per altro verso sono anche una fatica. L’indicazione unitaria dà ovviamente per scontato che vi siano delle linee pastorali importanti già condivise, come l’anno liturgico, la preparazione ai sacramenti, le feste parrocchiali, la formazione dei giovani e degli adulti; e non pretende raggiungere tutto ciò che viene fatto durante un anno nelle comunità cristiane. La cosiddetta ‘pastorale ordinaria’ è la spina dorsale della vita cristiana, e la sua forza sta nell’essere consolidata nel tempo nelle singole comunità

Insieme alle poche cose concrete sulle quali cercheremo di lavorare insieme in quest’anno, si è voluto richiamare l’attenzione su qualche indicazione pastorale e spirituale, che andrà indubbiamente ripresa per trarne le dovute conseguenze. Potrà essere questo un lavoro da fare insieme agli organismi consultivi (Consiglio Pastorale e Consiglio Presbiterale), così che le prossime proposte pastorali nascano da un discernimento comunitario. Ringrazio quanti vorranno accogliere questa lettera con la dovuta collaborazione ecclesiale, nella certezza che ognuno deve fare la propria parte per il bene di questa amata Chiesa di Faenza-Modigliana per ottenere la benedizione del Signore e non venire meno lungo la via. La Beata Vergine delle Grazie ci accompagni con il suo amore materno, e ci mantenga nella gioia di lavorare sempre nella vigna del Signore.
+ Claudio Stagni, vescovo