Desidero incontrarvi

La Visita pastorale alla Chiesa di Faenza-Modigliana

 

 

INTRODUZIONE

  

Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io (2 Cor 1, 11-12).

Ci possono essere tanti motivi per incontrarsi. Ma l’incontro nel nome del Signore Gesù Cristo parte da una spinta precisa: comunicarsi Lui.

Aver conosciuto il Signore, aver gustato la Sua misericordia, sapersi in Lui e vedere fiorire attorno a noi i germogli di una nuova primavera, ci muove all’incontro tra di noi per essere uniti nel ringraziarLo.

Questo ci da gioia e in questa gioia noi tutti, Vescovo e popolo di Dio vogliamo essere collaboratori (2 Cor 2, 24), attingendo forza per continuare, con rinnovato slancio, ad annunciare il Vangelo senza vergogna (1 Rm 1, 16).

 

 

 

Mario Toso S.D.B.

Per Grazia di Dio e della Sede Apostolica

Vescovo di Faenza-Modigliana

D.20/2023-70

  

Indizione della Visita pastorale

alla Chiesa di Faenza-Modigliana

Notificazione

 

«Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno» (At 15,36)

Carissime comunità parrocchiali, carissimi presbiteri e diaconi, carissimi fratelli e sorelle,

in questi anni ho avuto modo di conoscere la ricchezza e la bellezza della nostra Chiesa. Per tempo ho posto mano alla riforma della Curia, in modo da rendere le Aree e i settori pastorali più «sinodali» e più ministeriali all’evangelizzazione, per esprimere sempre meglio il servizio del Vescovo alla sua Chiesa. Dopo la partecipazione alla XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi a Cracovia dal 26 al 31 luglio 2016, abbiamo avviato il progetto del Sinodo dei giovaninella nostra Diocesi. Un evento che ha richiesto un’attenta e articolata preparazione. È stato preceduto da momenti di riflessione sulla Chiesa, sulla pastorale vocazionale e giovanile, da alcune indagini sulla condizione giovanile nel nostro territorio, specie dal punto di vista religioso, con l’aiuto di IUSVE.[1] Ma non solo. È stata prevista una Giornata di riflessione, assieme ad altri momenti formativi, come snodo di raccordo tra la fase preparatoria e la fase della celebrazione. Essa ha visto coinvolti non solo la Commissione preparatoria, i giovani della Consulta di pastorale giovanile, ma anche gli altri Sinodali, scelti tra i giovani delle Unità pastorali, delle associazioni e dei movimenti, tra i direttori e gli incaricati dei settori pastorali diocesani, tra i presbiteri, i diaconi, i religiosi e le religiose, i seminaristi e i propedeuti, gli insegnanti di religione, i giovani migranti e anche i giovani che abitualmente non frequentano. Tutta la chiesa diocesana è stata rappresentata. Nel Decreto di indizione del Sinodo diocesano ci si ripropose di potenziare l’ascolto dei giovani-adulti del territorio diocesano perché: a) diventassero protagonisti nel rinnovamento e nella costruzione della comunità ecclesiale, scegliendo gradualmente il proprio ministero; b) fossero gradualmente protagonisti e costruttori della società secondo lo spirito del Vangelo, il principio dell’incarnazione, la testimonianza della vita e l’azione; c) divenissero gradualmente abili ed efficaci comunicatori della fede ai giovani, a partire da una vita che è luce e che irradia Cristo. Il Sinodo diocesano dei giovani Chiamati alla gioia venne concluso il 9 giugno 2019. Gli Orientamenti sinodali, raccolti sotto il titolo Collaboratori della vostra gioia (2 Cor 1, 24), assieme ad un Vademecum, sono stati pubblicati nel Documento post-sinodale del febbraio 2020. Sono stati anticipati nella Lettera pastorale Voi siete la luce del mondo per l’anno 2019-2020, ove si parla della loro attuazione contemporaneamente alla riorganizzazione territoriale delle parrocchie.[2]

Proprio per far rivivere lo Spirito del Sinodo dei giovani e per verificarne l’attuazione degli Orientamenti nella nostra Diocesi sono stati ultimamente convocati i giovani sinodali in occasione della presentazione della ricerca pubblicata da Riccardo Alberto Pollini.[3] Ove ciò è avvenuto si è potuto constatare un notevole interesse da parte di coloro che non hanno avuto la fortuna di essere sinodali.

Con il Sussidio pastorale per l’anno 2020-2021 si è puntata l’attenzione sul nuovo Messale Romano, sulla conversione pastorale delle nostre comunità parrocchiali, sul Nuovo Direttorio per la Catechesi, sui gruppi ministeriali, sul binomio evangelizzazione e scuola cattolica.

L’impegno del Sinodo dei giovani ha ricevuto un rafforzamento e un ampliamento ecclesiale e pastorale – sul piano della comunione, della partecipazione e della missione – con il coinvolgimento della Chiesa italiana nel Cammino sinodale 2021-2025. Ora ci si trova nel secondo anno di tale cammino, incentrato sui cantieri dell’annuncio, delle relazioni, dei ministeri e della liturgia.

Pertanto, in un contesto di post-pandemia, di terza guerra mondiale, di cambiamenti climatici, di massicce migrazioni, di transizione ecologica, di digitalizzazione, di agricoltura e di industria 4.0, di progressiva scristianizzazione, la Visita pastorale del Vescovo è volta ad incontrare le varie comunità e i vari soggetti ecclesiali per confermarli nella fede, per renderli più capaci di incarnare il Vangelo nella storia e di costruire il Regno di Dio.

 Vengo per stare in mezzo a voi come figlio, fratello e padre. È un’occasione certamente unica, per condividere il nostro amore a Gesù Cristo, Via, Verità e Vita. La Visita, che è uno dei compiti del vescovo previsto dal Codice di Diritto canonico (cf. cann. 396-398 CJC), sarà l’occasione per riconoscere tutto il bene presente nelle nostre parrocchie e per guardare al futuro dell’evangelizzazione nel nostro territorio.

Nei prossimi mesi, con l’ausilio dei miei collaboratori, sarà avviato il cammino di preparazione nei primi gruppi di parrocchie che riceveranno la Visita. La relativa comunicazione sarà data con buon anticipo in modo da poter organizzare la Visita.

Il senso, gli atteggiamenti e le modalità della Visita saranno presentati in un testo a parte, lasciando tuttavia che ogni gruppo di parrocchie si muova con creatività secondo le esigenze specifiche.

Tutto ciò premesso, stabilisco quanto segue:

1 – È indetta la Visita pastorale alle parrocchie della diocesi di Faenza-Modigliana ai sensi dei cann. 396-398 CJC. Tale Visita inizia a partire dalla prossima Solennità di tutti i Santi dall’Unità pastorale delle Alfonsine.

2 – Sono soggetti alla Visita pastorale le persone, le istituzioni cattoliche, gli oggetti e i luoghi sacri che si trovano nella Diocesi, ossia i presbiteri, gli appartenenti a Istituti di Vita consacrata in cura d’anime, i laici, le associazioni di fedeli (cf. can. 305), le scuole cattoliche di ogni ordine e grado (can. 806), le reliquie, le immagini sacre, i beni ecclesiastici, le sacre suppellettili, le opere d’arte, le chiese, gli oratori, i cimiteri (cf. can. 1205).

3 – Sono soggetti alla Visita i monasteri sui iuris e le case degli istituti di diritto diocesano sul territorio (can. 628 §1, 1 e 2).

4 – Sono soggetti alla Visita pastorale anche gli Istituti di diritto pontificio:

  1. nelle opere di culto e di apostolato pubblico che si indirizzano al bene delle anime, nel giusto equilibrio fra dono del loro carisma e responsabilità pastorale del Vescovo (cf. can. 678 §1);
  2. le opere affidate dal Vescovo ai Religiosi (can. 681 §1);
  3. chiese e oratori di detti Istituti a cui i fedeli abitualmente accedono, scuole e altre opere di religione o carità spirituale o temporale affidate ai religiosi (can. 683 §1).

5 – Per rendere più agevole il servizio che si attua nella Visita pastorale, mi riservo di nominare dei Convisitatori per i singoli settori.

6 – I competenti Uffici della Curia diocesana aiuteranno i Parroci e i Legali rappresentanti di enti, istituti e associazioni sopra ricordati a svolgere una serena verifica di quanto richiesto dalla Chiesa. Le persone interessate risponderanno, perciò, a questo impegno come al Vescovo stesso.

Faenza, 13 maggio 2023

Solennità della Beata Vergine delle Grazie

                                             

  + Mario Toso

 

IL SENSO DELLA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO

  

Voi stessi, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. Ma, dopo aver sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro invito alla fede non nasce da menzogna, né da disoneste intenzioni e neppure da inganno; ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.[4]

 

Con queste parole l’Apostolo Paolo parla di come ha visitato la Chiesa di Tessalonica. Parole di fuoco, parole preoccupate di far capire l’importanza del Vangelo e della sua trasmissione: si tratta di qualcosa di essenziale e di fondamentale per la vita della Chiesa. E non solo: la passione per Dio e per la sua “buona notizia”, che è Gesù Cristo, non può essere slegata da una passione travolgente per l’uomo, in tutto il suo essere. Amore per Dio e amore per i fratelli. La Chiesa vive l’intersezione di queste due dinamiche in tutte le sue attività e manifestazioni. L’annuncio del Vangelo non può che essere dono della propria vita per Dio e per gli altri, vera celebrazione della Pasqua del Signore.

Infatti, quando l’Apostolo si mette in viaggio, i suoi piedi non sono spinti dal desiderio di controllo, ma dall’amore e dalla preoccupazione per quei volti, per quei fratelli e sorelle che avevano iniziato a seguire il Signore.

Alla Chiesa di Corinto, Paolo ribadisce:

Quando uno dice: “Io sono di Paolo”, e un altro: “Io sono di Apollo”, non vi dimostrate semplicemente uomini? Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio[5].

 Perciò, il Vescovo non visita la Diocesi per controllare le diverse realtà che compongono la Chiesa, ma per incontrare le persone, per rinnovare, per confermare il cammino cristiano delle comunità. È la presenza dell’Apostolo, la presenza dell’inviato, di colui che manifesta e conserva l’unità della Chiesa. Il Vescovo, successore degli apostoli, conferma nella fede le nostre comunità cristiane, collegandole, in certo modo, con le prime. La Visita è un dono per farci sentire Chiesa. Ci convoca e ci chiama a vivere la grazia e la bellezza della fede e del mandato

La Visita rende presente l’unico Pastore, il Signore Gesù che continuamente si prende cura delle pecore e del gregge, preoccupato che nessuno vada perduto (cf. Gv 6, 35-40). La cura del Vescovo è segno della cura di Cristo: la Visita è sacramento, reale presenza del Risorto che viene a cercarci come il buon Pastore, che viene per stare in mezzo a noi.

È, dunque, un’occasione per ravvivare ciò che ci rende  Chiesa unita: la fede nel Risorto, l’annuncio gioioso del Vangelo, la sua celebrazione nella liturgia e la vita rinnovata che si esprime nella carità verso ogni uomo e nella cura del creato.

Perché a questo siamo chiamati: essere campo di Dio, edificio di Dio, popolo che Lui si è acquistato[6].

I soggetti coinvolti nella Visita

La Visita avrà come primi referenti il parroco, il vicario parrocchiale (ove è presente), i preti comunque residenti e i collaboratori parrocchiali, gli eventuali diaconi permanenti, le religiose e i religiosi. Il loro compito sarà di collegamento e di accompagnamento delle varie tappe della Visita. Sarà decisivo anche il compito degli Organismi di comunione(Consiglio pastorale e Consiglio per gli affari economici) e degli operatori pastorali (in ambito catechistico, formativo, liturgico, caritativo…), nel preparare la Visita, attraverso un confronto su un preciso questionario; nel promuoverla, nel suo svolgimento, evidenziando le realtà vitali e le questioni più urgenti di ogni parrocchia. La Visita sarà anche l’occasione per il Vescovo di incontrare i giovani, specie coloro che hanno partecipato al Sinodo dei giovani.

Tempi e modi della Visita

La preparazione e lo svolgimento della Visita, seguiti dai Vicari e da alcuni preti convisitatori, potrebbero avvenire nei vari luoghi della Diocesi, con caratteri originali e propri, senza ripetersi in modo identico in ogni realtà. Questo perché venga riconosciuto il volto e l’identità di ogni parrocchia, delle unità pastorali, con la loro storia unica e speciale. La Visita coinvolgerà gruppi di parrocchie vicine, muovendosi in libertà nei vari territori della Diocesi. I gruppi di parrocchie vicine corrisponderanno a criteri di vicinanza e di omogeneità territoriale, di appartenenza comunale e sociale, e infine di collaborazioni già avviate a livello pastorale. Va ricordato che ci sarà il tempo e l’opportunità per ogni singola parrocchia di incontrare il Vescovo, che passerà anche a trovare gli ammalati.

La Visita occasione formativa

La Visita sarà una grande occasione formativa per ogni parrocchia. Il suo valore è più ampio della Visita stessa. Il desiderio è che possa suscitare una crescita spirituale in ogni parrocchia, confermando in tutti i cristiani battezzati il valore e la bellezza della fede. Sarà l’occasione per fare il punto della strada percorsa, per delineare la realtà oggettiva di ogni parrocchia (tramite il questionario), e per confrontarsi e rilanciare le scelte pastorali che stanno maturando in Diocesi. Darà anche l’occasione di muovere altri passi. Non va dimenticato il confronto con la Parola di Dio e la preghiera davanti al Santissimo sacramento.

 

Brani degli Atti degli apostoli

– La comunità di Gerusalemme (At 2,42-47)

– Filippo e l’etiope (At 8, 26-40)

– Barnaba e la comunità di Antiochia (At 11, 19-26)

– Giacomo e la comunità di Gerusalemme (At 15, 1-35)

– Paolo ad Atene (At 17, 22-34).

Altri brani

 Benedetto XVI, Caritas in veritate nn. 1-9: un cristianesimo di carità senza verità può venire scambiato per una riserva di buoni sentimenti.

Francesco, Evangelii Gaudium: pastorale in conversione (nn. 25-27); la parrocchia (n. 28); tentazioni degli operatori pastorali: no all’accidia egoista, no alla mondanità spirituale, no alla guerra tra noi, la pastorale giovanile, ecc. (nn. 76-109); la dimensione sociale dell’evangelizzazione (capitolo quarto).

Francesco, Laudato sì.

Francesco, Fratelli tutti.

Toso, Lettere e Sussidi pastorali.

 

TRACCE DI CONFRONTO

 

Traccia per la verifica e il discernimento degli Organismi di comunione (CPP e CPAE)

In questo tempo in cui è richiesta la conversione pastorale delle nostre comunità, come funzionano gli organismi di comunione?

Alcune domande:

– la nostra parrocchia si pone in atteggiamento di ascolto, per intercettare le domande e le esigenze delle persone? Quali attenzioni per gli adulti e per i giovani?

– Nelle nostre parrocchie viviamo uno stile condiviso oppure c’è il rischio di muoversi settorialmente, senza una direzione unitaria o in base a quello che si è sempre fatto?

– Viene curato lo scambio e l’intreccio delle tre dimensioni a cui tende tutta la vita cristiana: annuncio, liturgia, carità? Sono favorite proposte di incontro e collaborazione tra operatori pastorali della catechesi, della liturgia e della carità?

Qualità delle relazioni

La propria fede cresce in un contesto di forti legami tra le persone. Il Vangelo viene annunciato in pienezza ove si intessono relazioni personali, da persona a persona, e ove ci si prende cura degli altri.

Domande:

– quali scelte e situazioni parrocchiali contribuiscono a migliorare la qualità delle relazioni in termini di ascolto, condivisione ed accoglienza reciproca?

– Sono favorite proposte di dialogo-scambio-collaborazione tra generazioni? Se sì, quali sono?

– Sugli aspetti di ascolto e relazionali la parrocchia ha investito anche in formazione e in esperienze? Quali risorse ed energie sono attivate?

– Ci sono situazioni faticose: divergenze, contrapposizioni, conflittualità? Le possibili ferite e rotture possono diventare momenti di crescita?

Parola di Dio ed Eucaristia

Le parrocchie diventano evangelizzanti se offrono una proposta spirituale e formativa di qualità e motivante. Va ritrovato il senso spirituale e formativo delle parrocchie, perché non assomiglino a stazioni di servizio, ma siano «presenza ecclesiale nel territorio, ambito dell’ascolto della Parola, della crescita della vita cristiana, del dialogo, dell’annuncio, della carità generosa, dell’adorazione e della celebrazione» (cf. EG n. 28).

 

Domande:

– quale desiderio spirituale si avverte in parrocchia? Cosa ci chiedono le persone rispetto all’incontro personale con il Signore Gesù?

– Quale cura per la celebrazione dell’Eucaristia nel Giorno del Signore? Quali scelte celebrative e quale accoglienza delle persone?

– Quali percorsi di evangelizzazione sono stati attivati in questi anni? Quali attenzioni e caratteristiche può assumere l’annuncio del Vangelo in questo tempo di grandi cambiamenti considerando che non si può più dare per presupposta la fede?

– Quale cura per la vita di preghiera? Vi sono gruppi di preghiera per le vocazioni?

– Sono programmati momenti per la formazione biblica, teologica e liturgica?

Parrocchia e territorio

L’annuncio libero e gratuito del Vangelo, in quanto annuncio dell’incarnazione, morte e risurrezione di Cristo, è prospettiva di umanizzazione, promozione di un umanesimo compiuto negli ambienti e contesti di vita. Sono tanti gli ambiti e le questioni sociali in cui spendersi: famiglia, lavoro, economia, politica, migrazioni, salvaguardia del creato, legalità e bene comune, diritto alla salute, fragilità esistenziali, educazione, formazione delle nuove generazioni, mezzi di comunicazione. Si tratta, in sostanza, dell’ambito dell’evangelizzazione del sociale.

Domande:

– quali questioni sociali e culturali avvertiamo più rilevanti nel nostro territorio? Come vengono accolte e interpretate dalla parrocchia, anche ripensando scelte ed azioni pastorali?

– Che tipo di servizio la parrocchia offre al territorio in termini di formazione, progetti, strutture e collaborazioni?

– Chi sono gli interlocutori principali con cui la parrocchia dialoga? Quali potenzialità e quali criticità sono emerse?

La prospettiva dei ministeri

La «pastorale» non è solo compito del presbitero, ma coinvolge la responsabilità di tutti i battezzati, secondo i carismi, le attitudini, le disponibilità di ciascuno. Per questo vanno incentivate forme di corresponsabilità e collaborazione pastorale qualificate e riconosciute, quali sono i ministeri istituiti, i gruppi ministeriali: non per esigenze meramente organizzative, ma per corrispondere alla dinamica propria del costituirsi della comunità cristiana come comunità di discepoli-testimoni.

 

Domande:

– avvertiamo la bontà di alcuni ministeri per la nostra parrocchia e per le parrocchie senza parroco stabile?

– La nostra comunità è pronta per questa prospettiva dei ministeri, evitando che i ministeri siano solo una delega o una supplenza?

– Quali punti di forza intravediamo nei ministeri? E quali criticità?

Compito degli organismi di comunione

Talora si auspica una maggiore fiducia e condivisione di responsabilità nelle scelte di fondo della comunità e nella gestione degli spazi, delle strutture e degli impegni economici delle comunità, attraverso un confronto reale che si può realizzare negli organismi di comunione CPP e CPAE o in altre sedi.

Domande:

– sono presenti in parrocchia CPP e CPAE? Sono rinnovati secondo le indicazioni della Diocesi? Con quale frequenza si riuniscono? C’è partecipazione? La comunità è stata coinvolta nell’indicazione e nel voto dei candidati?

– Sono valorizzati secondo il loro compito e ruolo? Quale dialogo tra CPP e CPAE?

– Sono presenti i giovani negli Organismi di comunione?

 

Traccia per la verifica e il discernimento degli operatori pastorali (catechesi, liturgia, carità)

Annuncio e catechesi

– Esiste un gruppo di catechisti in parrocchia? Con quale formazione?

– Quali sono le proposte di catechesi e di primo annuncio attivate in parrocchia?

– Quale coinvolgimento ha avuto il nuovo cammino dell’IC rispetto all’intera comunità, agli adulti e ai bambini/ragazzi?

– Quale realtà di catechisti e accompagnatori degli adulti è presente in parrocchia? Con quale formazione?

– Si è investito nella pastorale battesimale? C’è un cammino di post-battesimo?

– I momenti di celebrazione del cammino di IC sono curati e partecipati?

– Chi cura l’annuncio e la catechesi di adolescenti e giovani? Quali proposte vengono fatte?

– Quale attenzione per altri momenti decisivi nella vita delle persone come il tempo del fidanzamento, la preparazione al matrimonio, il trasferimento di nuove famiglie, la perdita del lavoro, la vicinanza nella sofferenza e nella morte?

– Quale investimento per una formazione biblica, liturgica, teologica?

Liturgia

– Esiste un gruppo liturgico o un coordinamento liturgico in parrocchia?

– Il ritmo dell’anno liturgico è prezioso. Come si colloca la liturgia nella vita della comunità?

– Quale cura per la celebrazione eucaristica domenicale?

– Ci sono attenzioni particolari per la celebrazione dei battesimi, dei riti del catecumenato degli adulti, del sacramento della riconciliazione, dei matrimoni, delle esequie e per favorire lo spirito di preghiera (liturgia delle ore, adorazione eucaristica…)?

– Ci sono dei ministri straordinari della Comunione? Con quale formazione e coordinamento?

– Ci sono giovani coinvolti nella dimensione liturgica della comunità?

Carità

– C’è la Caritas parrocchiale? C’è un gruppo di persone che coordina la vita caritativa della comunità?

– C’è in parrocchia una mappatura delle povertà? C’è un collegamento con la Caritas diocesana? Quale scambio e correlazione?

– Che tipo di educazione «pedagogica» alla carità viene promossa per tutta la parrocchia?

– C’è collaborazione tra Caritas, catechisti, pastorale vocazionale e giovanile?

– Ci sono giovani coinvolti, in vario modo, nella dimensione della carità?

– Ci sono rapporti con le istituzioni civili?

 

Traccia per la verifica e il discernimento degli educatori (gruppi di ac, gruppi scout, gruppi parrocchiali)

– C’è un gruppo di educatori in parrocchia?

– Quali sono le urgenze educative del nostro tempo? Come vengono intercettate dalla parrocchia?

– Che percorsi educativi ci sono in parrocchia per i bambini, ragazzi, adolescenti, giovani?

– Quali proposte estive sono attuate in parrocchia? Grest, campi, altri tipi di esperienze?

– Ci sono attività per adolescenti? Gruppo giovanili?

– Quale dialogo tra educatori, genitori e famiglie?

– C’è connessione tra proposte vicariali e diocesane?

– C’è cura anche per i giovani «lontani»?

– Come vengono progettati, attuati e verificati in CPP i percorsi educativi di AC, dello scoutismo e dei gruppi parrocchiali?

– Le varie associazioni ecclesiali ricevute da papa Benedetto e anche da papa Francesco sono state invitate a coltivare la dimensione parrocchiale. Cosa si sta facendo in proposito?

– Per i capi scout: conoscono il Patto associativo e le linee guida dell’Associazione? C’è confronto e integrazione con i percorsi dell’IC dei bambini e dei ragazzi?

 

Traccia per la verifica e il discernimento della pastorale dei giovani

Il Signore chiama sempre i giovani a essere testimoni credibili, coraggiosi ed entusiasti, a non aver paura di parlare di Dio al mondo, agli altri giovani.

– Dove sono impegnati i giovani sopra i 18 anni? Quali interessi manifestano?

– Quale ricerca spirituale, quale desiderio di incontrare il Signore?

– I giovani manifestano sensibilità e appartenenza nei confronti della propria comunità?

– Se non c’è un gruppo, esperienza in parrocchia, c’è una proposta a livello interparrocchiale o a livello vicariale?

– Ci sono stati giovani nel Sinodo dei giovani. Si sono incontrati per verificare la loro crescita ecclesiale e missionaria?

– Le nostre proposte di preghiera, liturgia, Parola di Dio tengono conto dei nostri giovani?

– C’è un continuo ascolto dei giovani? Li coinvolgiamo nei gruppi ministeriali?

 

Indice

Desidero vedervi

Indizione della Visita pastorale

Il senso della Visita pastorale del Vescovo

Tracce di confronto

  • Organismi di comunione
  • Operatori pastorali
  • Educatori
  • Pastorale dei giovani

 

 

 

 

[1] Cf. D. Girardi – M. Toso, Prove di sintonia. Giovani e Chiesa in un’esperienza sinodale, Edizioni libreriauniversitaria.it, Padova 2019. L’indagine presentata in questo volume è stata commissionata dalla Diocesi di Faenza-Modigliana all’Istituto Universitario Salesiano Venezia.

[2] Cf. M. Toso, Voi siete la luce del mondo. Lettera pastorale per l’anno 2019-2020, pp. 21-31.

[3] Cf. R. A. Pollini, Esperienze sinodali. Giovani e Chiesa in cammino, Edizioni libreriauniversitaria.it, Padova 2022.

[4] 1 Ts 2, 1-9.

[5] 1 Cor 3, 4-9.

[6] Cf. Congregazione per i Vescovi, Apostolorum successores. Direttorio per il ministero pastorale dei Vescovi, 2004, n° 220.

 

 

 

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