Archivi della categoria: NOTIZIE ISTITUZIONALI

Nomine per la Parrocchia di San Francesco

Preso atto della partenza dei Frati Minori Conventuali, volendo provvedere al bene spirituale della comunità parrocchiale di San Francesco a Faenza, il Vescovo S.E. Monsignor Mario Toso ha nominato il 14 luglio scorso don Maria Paulraj Kasparraj, 45 anni, amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Francesco, con tutti i diritti e i doveri esclusivamente connessi alla cura animarum, cioè la cura pastorale. Don Paul, originario dall’India, è da circa due anni in servizio presso la nostra diocesi.

Inoltre, il Vescovo Mario Toso ha nominato don Stefano Lega amministratore parrocchiale della parrocchia di San Francesco munendolo di tutti i diritti e i doveri previsti dal diritto per la legale rappresentanza. Dal punto di vista pastorale, don Stefano Lega -, che mantiene gli uffici diocesani attualmente ricoperti e la cura pastorale dei giovani dell’Unità Pastorale di Brisighella –  per la parrocchia di San Francesco curerà il servizio di assistenza ecclesiale del Gruppo Scout Agesci Faenza 1.

La nomina ha effetto dal 7 settembre 2025 e, per sua natura, è ad nutum Episcopi.


Nuovo direttore della Scuola diocesana di teologia San Pier Damiani

Il Vescovo Mario, accettando le dimissioni presentate da don Luca Ravaglia, il 7 luglio ha nominato il prof. Riccardo Drei Direttore della Scuola diocesana di Teologia “San Pier Damiani”.

Ringraziando don Luca per il servizio svolto in questi anni, in particolare per la riorganizzazione del piano di studi che ha dato maggior rilievo allo studio della Sacra Scrittura, auguriamo un fecondo lavoro al nuovo Direttore.

Riccardo Drei, Incaricato del Settore Cultura e Arte sacra, è laureato in Architettura presso l’Università di Ferrara. Presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna in Bologna, ha conseguito il baccalaureato in Sacra Teologia nel 2018 e il 4 giugno di questo anno ha conseguito la Licenza in Teologia dell’Evangelizzazione con una tesi intitolata “Ti interessa essere (come il) Padre. Una proposta spirituale per vivere la paternità oggi”.

 


Diocesi in lutto: Don Tarcisio Dalle Fabbriche torna alla Casa del Padre. Il 15 luglio la santa messa esequiale

don tarcisio dalle fabbriche

Il Vescovo Mario, insieme al presbiterio, annunciano il decesso di don Tarcisio Dalle Fabbriche, giovedì 10 luglio 2025.

Don Tarcisio Dalle Fabbriche è nato a S. Andrea in Panigale (Faenza) il 4 novembre 1947. Ordinato presbitero il 16 ottobre 1971 e incardinato nella Diocesi di Faenza, il 1° novembre dello stesso anno viene nominato cappellano a S. Marco in Faenza, per poi diventare nel 1973 cappellano a Russi. Consegue la licenza in teologia presso l’Università di S. Tommaso d’Aquino in Roma. Nel 1980 viene nominato parroco di Basiago a cui viene aggiunta nel 1987 la parrocchia di san Giovannino. Il 29 settembre 1998 viene nominato parroco di San Giuseppe artigiano in Faenza, e il 2 agosto 2007 viene nominato parroco di S. Lucia delle Spianate, incarico che ricoprirà fino al 4 novembre 2023. Ha fatto parte del Consiglio per gli Affari economici della Diocesi, del Consiglio di amministrazione della Casa del Clero e del Collegio dei Consultori. È stato coordinatore del servizio di culto della Chiesa di San Girolamo dell’Osservanza, Vicario del Vicariato Forese Sud e per questo membro di diritto del Consiglio presbiterale.

 

Momenti di preghiera

Venerdì 11 luglio alle ore 19.00 presso la chiesa di S. Giuseppe in Faenza.

Domenica 13 luglio alle ore 20.30 presso la chiesa di S. Lucia delle Spianate.

La Santa Messa esequiale, presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Mario Toso, sarà celebrata martedì 15 luglio alle ore 10 alla chiesa di San Giuseppe a Faenza.

L’esposizione della salma avverrà a partire da lunedì mattina, alle 7:30, fino alle 18:30 con orario continuato presso l’obitorio di Faenza; martedì mattina invece dalle 7:30 alle 9: 30. Alle 10 la salma arriverà alla chiesa San Giuseppe. Dopo la funzione religiosa si procederà per la tumulazione nel cimitero dell’Osservanza alle ore 11:30.

 


Diocesi in lutto per suor Maria Vincenza Geltrude del Sacro Cuore di Gesù. Il 17 maggio le esequie

Nella giornata di oggi suor Maria Vincenza Geltrude del Sacro Cuore di Gesù è tornata alla Casa del Padre.

Suor Vincenza è la settima dei nove figli di Vincenzo e Maria Frega. Nasce a San Silvestro e fin da bambina viene coltivata in Lei una Fede profonda e una Carità generosa. Il Rosario quotidiano con tutta la famiglia è la cornice della sua vocazione religiosa. Nasce il 1 gennaio, festa della Madre di Dio e muore il 15 maggio, festa della Beata Vergine delle Grazie, Patrona della Toscana e nella novena a Santa Umiltà. E’ sempre vissuta nella preghiera nel servizio della Comunità nel nascondimento e nella relazione affettuosa con le sorelle. Gli ultimi nove anni della Sua vita sono stati purificati da una sofferenza fisica che l’ha costretta a letto. Ha sempre offerto tutto al Signore per La Chiesa.

Stasera e domani sera ore 18,30 S. Messa e venerdì 16 maggio ore 20 Santo Rosario (in monastero). Sabato 17 maggio alle ore 11 la santa messa delle esequie nella chiesa di Sant’Agostino, presieduta dall’Abate generale della nostra Congregazione Vallombrosana, Padre Giuseppe Casetta.. Seguirà la tumulazione al Cimitero dell’Osservanza.


Il vescovo Mario sull’elezione di Papa Leone XIV

 

Di seguito le prime dichiarazioni del vescovo monsignor Toso per l’elezione del nuovo Pontefice, papa Leone XIV.

 

Accogliamo con profonda gratitudine e gioia l’elezione al soglio pontificio di Papa Leone XIV. Il suo primo gesto – salutare il popolo con le parole “La pace sia con voi” – ha subito indicato la direzione spirituale e pastorale del suo ministero: quella di una pace che affonda le radici in Cristo Risorto, una pace capace di essere insieme disarmata e disarmante, e che chiama ogni cristiano a farsene artigiano nel mondo di oggi.

È molto significativa la scelta del nome “Leone XIV”, che richiama esplicitamente papa Leone XIII, il pontefice  della Diuturnum illud, dell’Immortale Dei,  della Libertas paestantissimum (encicliche “politiche”, nelle quali critica le dottrine razionalistiche e naturalistiche alla base dello Stato liberal borghese, e nelle quali propone una libertà legata alla verità) e della più nota Rerum novarum, che diede un forte impulso alla dottrina sociale della Chiesa. Con questo nome, il nuovo Papa sembra già indicare un pontificato attento alla giustizia sociale, alla dignità del lavoro e alla libertà della Chiesa, ad una democrazia con una anima etica, scelta sulla base della libertà e della responsabilità. È un segno profetico per un tempo in cui si avverte l’urgenza di pace, della giustizia e della fraternità tra i popoli, in un contesto di crisi profonda delle istituzioni democratiche e di terza guerra mondiale a pezzi.

Il nuovo Papa, statunitense, porta in sé un respiro autenticamente internazionale: è stato missionario in Perù, ha guidato l’Ordine di Sant’Agostino e ha recentemente ricoperto l’incarico di Prefetto del Dicastero per i Vescovi. La sua esperienza lo rende un pastore che conosce la Chiesa nelle sue molteplici dimensioni e che si propone come costruttore di ponti, dialogo e speranza. Ci ha già incoraggiati – come discepoli di Cristo – a camminare insieme, uniti e senza paura, mano nella mano.

Ha ricordato con semplicità e profondità di essere figlio di Sant’Agostino, facendo sue le parole del grande Padre della Chiesa: “Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo.” In questa dichiarazione si riflette già un pontificato che si vuole profondamente vicino al popolo, radicato nella fede e aperto al mondo.

Papa Leone XIV ci invita a costruire una nuova civiltà dell’amore, fondata sulla fraternità, sulla solidarietà, sulla giustizia sociale ma anche sull’ecologia integrale. Sicuramente solleciterà la riforma delle Istituzioni internazionali come l’ONU e richiamerà l’importanza di pensare e di  innalzare nuove istituzioni internazionali che promuovano tutti insieme la custodia del Creato, come ad esempio una Organizzazione mondiale dell’Ambiente.

Come Chiesa faentina, lodiamo il Signore per questo dono. Il nuovo Papa ci unisce più profondamente a Cristo e ravviva la nostra fede, mentre camminiamo nella storia come popolo di Dio, chiamato a dare il nostro apporto alla costruzione del Regno. Accompagniamo Papa Leone XIV con la preghiera, la fedeltà e l’impegno quotidiano per la pace e la giustizia.

 

 


Messaggio del Vescovo Mario per la morte di Papa Francesco, “La Speranza prevalga sul dolore”. L’invito a tutta la Diocesi a pregare per lui

In questo momento di profondo dolore per la Chiesa universale e per l’intera umanità, la Diocesi di Faenza-Modigliana si unisce con commozione e preghiera al lutto per la scomparsa del Santo Padre, Papa Francesco. Il Vescovo monsignor Mario Toso invita tutti i fedeli, le comunità parrocchiali, le realtà ecclesiali e gli uomini e le donne di buona volontà ad accompagnare spiritualmente il Papa con la preghiera, facendo prevalere la Speranza sul dolore. «In questo passaggio così intenso e doloroso – dichiara il Vescovo – vogliamo ricordare le parole luminose che Papa Francesco ci ha lasciato nella Bolla di indizione dell’Anno Giubilare. Egli ci ha indicato nella Croce il segno vivo di una Speranza che non delude mai: è lì che si radica la nostra missione, è lì che trova senso il nostro impegno apostolico».

“La Croce, segno vivo di una Speranza che non delude mai”

“Nel corso del suo pontificato – ha aggiunto il vescovo -, Papa Francesco ha saputo parlare al cuore di milioni di persone, diventando una guida spirituale non solo per i cattolici, ma anche per i credenti di altre religioni e per tutti coloro che, nel mondo, cercano giustizia, pace e verità. Con riconoscenza profonda, custodiamo la sua testimonianza evangelica, il suo instancabile servizio alla Chiesa e la sua dedizione ai più poveri e fragili. Affidiamolo alla misericordia del Padre, certi che continuerà ad accompagnarci dal Cielo”. Il vescovo ha poi invitato tutte le comunità parrocchiali a proporre momenti di preghiera in suffragio del Santo Padre. Verrà comunicata prossimamente la data di una celebrazione eucaristica diocesana.

Direttorio per l’Iniziazione cristiana degli adulti

 

→ Decreto del Vescovo Mario

 

DIRETTORIO
PER L’INIZIAZIONE CRISTIANA DEGLI ADULTI
NELLA CHIESA DI FAENZA-MODIGLIANA

 

L’Iniziazione cristiana

1. L’incarnazione, la passione, morte, sepoltura e risurrezione di Gesù Cristo sono la rivelazione e il compimento dell’amore increato della Trinità: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna»[1]. Mediante i sacramenti dell’Iniziazione cristiana – Battesimo, Confermazione, Eucaristia – ogni uomo entra in relazione vitale con questo mistero d’amore; come accompagnato per mano, diviene adulto nella fede, venendo inserito nella Trinità, per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito Santo.

2. Il percorso dell’Iniziazione è un cammino di fede nell’amore della Trinità, nella fede in Gesù Cristo e attualizzato nella Chiesa mediante lo Spirito Santo. La Chiesa non presenta un Dio indefinito, ma introduce alla conoscenza, all’amore, alla comunione con un Dio che ha assunto una forma ben precisa e al quale siamo chiamati a conformarci: Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore. «In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati»[2], poiché «se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio»[3] e «chi crederà e sarà battezzato sarà salvo»[4].

3. L’Iniziazione cristiana è un percorso prolungato, graduale, integrale, con cui la Chiesa accoglie, accompagna, istruisce, introduce alla vita cristiana nella sua totalità coloro che consapevolmente e liberamente cercano il Dio vivo. Questa iniziazione non è «una semplice esposizione di verità dogmatiche e di norme morali, ma costituisce una vera scuola di formazione, debitamente estesa nel tempo, alla vita cristiana, in cui i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestro»[5].

4. Lo sviluppo di un cammino strutturato, che prevede dei gradi, delle soglie e dei passaggi, è fondato nella fede sacramentale della Chiesa[6]. L’efficacia dei sacramenti non dipende solamente da noi e, allo stesso tempo, non riveste «un carattere automatico»; i sacramenti richiedono un contatto adeguato con essi: «umile, supplicante, aperto al dono»[7]. Sono in relazione alla fede e alla libertà di ciascuno di noi. Il Signore agisce sempre efficacemente nei sacramenti, ma se noi non crediamo nella verità e nella libertà, rimaniamo come sordi e quelle azioni rimangono per noi mute e senza significato[8]. La libertà e la fiducia nella Chiesa, che si esprimono in una relazione reale con la comunità, sono elementi essenziali per ogni cammino.

5. Questo aspetto teologico di partenza è illuminante nel considerare la situazione della nostra Chiesa diocesana. I percorsi dell’Iniziazione cristiana, infatti, devono misurarsi con il cambiamento d’epoca attuale. «Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati. Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica»[9]. «Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone»[10].

6. Diventa sempre più difficile coniugare la perdita di fede che segna la nostra cultura con la celebrazione dei sacramenti che sono pretesi come dovuti, soprattutto dove essi rivestono un carattere più sociale che spirituale, dove sono attesi più per l’occasione di festa e di regali che per l’incontro vivo e ardente con il Risorto.

7. «Si impongono, dunque, la fedeltà alla dottrina della Chiesa, la carità e la prudenza pastorale, insieme alla creatività nell’accoglienza e nell’offerta di itinerari catecumenali. Non difendendo sufficientemente ciò che il sacramento è e significa, per paura dei requisiti minimi, [si] suppone un danno maggiore alla sacramentalità della fede e della Chiesa. Va a detrimento dell’integrità e della coerenza della stessa fede che si intende salvaguardare»[11]. Detto altrimenti: la celebrazione dei Sacramenti richiede un cammino di fede e di conversione all’interno della comunità, e la partecipazione alla vita della Chiesa. L’integrazione nel territorio o altri motivi familiari e sociali, come pure la celebrazione di un altro sacramento[12], non sono un motivo sufficiente per la celebrazione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

8. L’Iniziazione cristiana, pertanto, non riveste un’importanza solo per coloro che visibilmente estranei alla Chiesa chiedono di ricevere i sacramenti, ma anche per le nostre comunità che sono chiamate a misurarsi con modalità concrete di annuncio, di accoglienza e di testimonianza verso un’umanità sempre più estranea ai contenuti della fede. «L’iniziazione cristiana nel corso del catecumenato non deve essere soltanto opera dei catechisti o dei sacerdoti, ma di tutta la comunità dei fedeli, soprattutto dei padrini, in modo che i catecumeni avvertano immediatamente di appartenere al popolo di Dio»[13]. La sfida è che l’Iniziazione cristiana non rimanga un settore staccato o affidato a pochi “addetti ai lavori” ma sia un autentico stile, un tratto distintivo delle nostre comunità.

9. «Il catecumenato non è qualcosa di aggiuntivo, ma momento fondamentale dell’attività delle nostre comunità ecclesiali, anche se nel presente possono essere pochi gli adulti che domandano esplicitamente il Battesimo. […] Esso costituisce il modello di ogni processo di iniziazione cristiana»[14]. Anche la catechesi ordinaria dei bambini e dei ragazzi, come ogni altra azione pastorale, è chiamata a riscoprire la dimensione catecumenale: l’importanza della libertà, la maturazione di un atto di fede responsabile, l’incorporazione ad una comunità visibile, un percorso graduale, la celebrazione liturgica, il servizio agli altri, soprattutto gli ultimi, la missionarietà, etc…[15]. La fedeltà al Vangelo e la fede nel Risorto danno consistenza all’accoglienza della comunità che si esprime non in proposte generiche ma in percorsi capaci di generare una scelta matura di fede. L’impegno pastorale richiesto per accompagnare un adulto nella fede, il tempo, le risorse materiali e spirituali, lo stile, le relazioni, sono espressione della maternità della Chiesa che deve ispirare gli altri percorsi parrocchiali considerati troppo “distanti” o meno esigenti.

10. Il percorso catecumenale è necessario per gli adulti, già battezzati, che chiedono di completare l’Iniziazione cristiana (in particolare la celebrazione della Confermazione). Anche gli adulti già battezzati e cresimati che nel tempo si sono allontanati dalla vita della Chiesa e che desiderano riscoprire la propria fede possono vivere il percorso catecumenale come occasione di re-iniziazione.

11. Mentre una comunità accompagna il percorso dei suoi catecumeni, allo stesso tempo rivive con essi la propria sequela libera e gioiosa del Signore, contrasta l’automatismo e la consuetudine, e ravviva il dono di grazia che sono il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia.

 

Norme generali

12. Le norme del presente Direttorio attuano nella Diocesi di Faenza-Modigliana quanto stabilito dal Rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti[16], dal Codice di Diritto Canonico[17] e dalle disposizioni della Conferenza Episcopale Italiana[18].

13. Tali norme devono essere applicate a tutti coloro che, compiuti i 7 anni di età, fanno richiesta di diventare cristiani[19].

14. Il Rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti si applica alle molteplici situazioni pastorali e propone diversi percorsi:

– il Rito del catecumenato secondo i vari gradi, obbligatorio per tutti coloro che chiedono i sacramenti e hanno superato l’«età del catechismo» (che hanno compiuto 14 anni)[20].

– Il Rito più semplice dell’Iniziazione di un adulto è permesso solo con dispensa del Vescovo; solo nei casi singoli e straordinari, il parroco (sentito il parere dell’Incaricato) può richiedere al Vescovo un permesso scritto[21].

– Il Rito dell’Iniziazione cristiana di un adulto in prossimo pericolo di morte o nell’imminenza della morte è sempre permesso[22].

– La Preparazione alla Confermazione e all’Eucaristia degli adulti battezzati da bambini che non hanno ricevuto la catechesi è obbligatoria per tutti coloro che chiedono i sacramenti e hanno superato l’età del catechismo (che hanno compiuto 14 anni).

– Il Rito dell’Iniziazione cristiana dei bambini nell’età del catechismo è obbligatorio per tutti i bambini e i ragazzi che chiedono i sacramenti (dai 7 ai 14 anni).

– Il Rito dell’ammissione alla piena comunione della Chiesa cattolica di coloro che sono già stati validamente battezzati.

15. I bambini nell’età del catechismo (7-14 anni) possono accedere ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana (Battesimo – Confermazione – Eucaristia) solo tramite il Rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti[23]. Il Vescovo è il responsabile dell’Iniziazione cristiana di tutti coloro che “usciti dall’infanzia, hanno raggiunto l’uso di ragione”[24]. Per motivi pastorali, è il parroco di residenza, insieme alla comunità a cui il bambino appartiene, che deve curarne la formazione in vista della ricezione dei sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Il parroco è tenuto a darne comunicazione, tramite l’Incaricato, al Vescovo, che deve dare il proprio consenso alla celebrazione dei sacramenti; il parroco insieme all’Incaricato svilupperà un cammino personalizzato che tenga conto della ricchezza del Rito.

16. L’Incaricato del Settore Catecumenato:

– accompagna i parroci e i catechisti nella programmazione, nell’accompagnamento, nella personalizzazione, nella celebrazione dell’Iniziazione cristiana degli adulti, dai 14 anni in su;

– raccoglie le richieste dei candidati, il giudizio scritto del Parroco che verifichi l’idoneità del richiedente, sia per l’ammissione al catecumenato e sia per la celebrazione dei sacramenti di coloro che hanno superato i 14 anni;

– supporta la formazione e collabora con le parrocchie in ogni aspetto dell’Iniziazione, in particolare con riferimento alle relazioni con catechisti specifici per ogni catecumeno;

– programma le celebrazioni e gli incontri diocesani con i catecumeni e i neofiti, in particolare con riferimento alle celebrazioni dei riti principali con il Vescovo in Cattedrale;

– incentiva la dimensione catecumenale ad ogni livello, tramite incontri di approfondimento, di studio e verificando il rispetto delle norme generali.

17. Nei percorsi sono intrecciate una dimensione diocesana e una dimensione parrocchiale. I passaggi principali si celebrano in Cattedrale alla presenza del Vescovo o di un suo delegato:

– Rito dell’ammissione al Catecumenato;

– Rito dell’elezione (prima domenica di Quaresima);

– Sacramenti dell’Iniziazione (Veglia di Pasqua);

– Tempo della mistagogia e prima Penitenza;

– altri momenti diocesani come ritiri spirituali, liturgie della Parola, catechesi battesimali, anniversario dei sacramenti[25], etc.

18. Nel cammino catecumenale è fondamentale la dimensione parrocchiale: l’intera comunità è chiamata ad accompagnare i propri catecumeni, coinvolgendoli nella vita ordinaria della parrocchia. Poiché si tratta di un percorso che va riscoperto, il parroco curi che nella catechesi venga fornita una formazione alla comunità sui diversi riti e passaggi. Il contatto con la comunità deve integrare quattro dimensioni imprescindibili: catechesi(conoscenza del mistero della salvezza, della Scrittura, della fede della Chiesa); conversione personale (vita di preghiera, coerenza di vita); riti liturgici (liturgia domenicale con congedo dopo l’omelia, celebrazione della parola, esorcismi minori, unzioni, benedizioni, momenti diocesani); testimonianza di vita (collaborazione nei servizi caritativi e nell’evangelizzazione). In particolare, ogni comunità, sotto la guida del parroco:

– individua uno o più catechisti per un accompagnamento personalizzato (soprattutto nella lettura della Scrittura e nella catechesi);

– accoglie i catecumeni alla liturgia domenicale e li congeda dopo l’omelia[26];

– coinvolge i catecumeni nei servizi concreti verso gli ultimi;

– invita i catecumeni agli incontri spirituali e agli altri incontri parrocchiali;

– prega per loro soprattutto nelle preghiere dei fedeli e in ogni altra occasione;

– accompagna i catecumeni nei passaggi graduali in Cattedrale;

– accompagna i neofiti dopo la celebrazione dei sacramenti nel tempo della mistagogia.

19. Ogni cristiano deve avere a cuore che il Vangelo si diffonda e che alla Chiesa siano aggiunti sempre nuovi figli. Chiunque entra in contatto con una persona che mostra il desiderio di diventare cristiana è tenuto ad avvisare il parroco di residenza di quest’ultima, il quale, accompagnato dall’Incaricato del Settore Catecumenato, pensa al cammino più adatto alla persona. Il dialogo costante tra il parroco, i garanti, i catechisti e l’Incaricato, sia durante il tempo del precatecumenato sia durante il tempo del catecumenato, è finalizzato al bene della persona che richiede l’Iniziazione cristiana e ne garantisce una vera incorporazione alla Chiesa.

10. Ogni percorso si basa sulla libertà e sulla serietà del catecumeno[27] che, sia per essere ammesso tra i catecumeni sia per essere iscritto tra gli eletti a ricevere i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, deve presentare richiesta scritta al Vescovo. Infatti, al Vescovo è affidato il discernimento sull’idoneità del candidato per l’ammissione ai diversi gradi del percorso. La richiesta del catecumeno e il giudizio scritto del parroco, formulato dopo aver ascoltato coloro che ne hanno curata la formazione, sono consegnati all’Incaricato del Settore Catecumenato.

21. «La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e inoltre da varie circostanze»[28]. Per sua natura, l’Iniziazione cristiana richiede un certo periodo di tempo per permettere l’inserimento graduale delle persone nella vita ordinaria delle nostre comunità (preghiera, annuncio, liturgia, carità) e lo sviluppo di relazioni significative con il Signore e con i fratelli. Allo stesso tempo, ogni percorso è personalizzato in relazione alla persona e al contesto. Solo con il permesso scritto del Vescovo, considerata la maturità della persona e la straordinarietà della situazione, un catecumeno potrà essere ammesso alla celebrazione dei sacramenti entro due anni dall’inizio del cammino[29]. Il cammino non si conclude con la celebrazione dei Sacramenti, ma continua nel tempo della mistagogia dove la comunità è chiamata ad accompagnare i neofiti nei primi passi nella nuova vita di fede[30].

22. Vengono costituiti un libro unico diocesano dei catecumeni[31] e un libro unico diocesano degli eletti ai sacramenti[32]. Tali libri sono custoditi nell’Archivio vescovile assieme ai giudizi di idoneità e ai dati personali dei candidati[33].

23. I dati personali vengono trattati nel rispetto del Decreto generale sulle Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza della Conferenza Episcopale Italiana del 25 maggio 2018.

 

 

APPENDICI

 

→ I vari passaggi in sintesi

→ Richiesta per l’Ammissione al Catecumenato

→ Richiesta per l’Iscrizione del nome

 

 

 

Note

[1] Gv 3, 16.

[2] At 4,12.

[3] Gv 3, 3.

[4] Mc 16, 16.

[5] AG 14.

[6] Cf. CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 51: «Non è possibile pensare una fede senza espressione sacramentale, né una pratica sacramentale senza fede ecclesiale. I segni sacramentali, infatti, suscitano, esprimono e custodiscono la fede. Non esiste, quindi, una comprensione solo soggettiva della fede (fides qua), che non sia legata all’autentica verità di Dio (fides quae), trasmessa nella rivelazione e custodita dalla Chiesa».

[7] CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 1.

[8] Cf. CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 1 e 88-90. CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 90: «Certamente la fede del ricevente non è la causa della grazia che opera nel sacramento, ma costituisce parte della disposizione adeguata e necessaria per la sua fruttuosità, di modo che possa essere fecondo. Senza alcun tipo di fede, sembra difficile poter affermare che si possieda il minimo indispensabile rispetto alla disposizione, che comprende, nel suo grado inferiore, non porre impedimento alcuno. In questo senso, senza un minimo di fede, il dono di Dio che converte il battezzato nel “sacramento” vivente di Cristo, nella lettera di Cristo (cf. 2 Cor 3,3), non riesce a produrre il suo frutto. D’altra parte, chi confessa Cristo come suo Signore e Salvatore, non esiterà ad associarsi il più intimamente possibile, e dunque sacramentalmente, al nucleo centrale del mistero salvifico di Cristo: la Pasqua».

[9] Francesco, Udienza del Santo Padre alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 21 dicembre 2019.

[10] Benedetto XVI, Porta Fidei, 2.

[11] CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 90.

[12] Come, per esempio, il sacramento del Matrimonio per il quale sono previste una forma di celebrazione fra una persona cattolica con una persona catecumena o non cristiana, e una forma di celebrazione «nella Liturgia della Parola» per gli stessi battezzati poiché «nell’esperienza pastorale italiana si verifica sempre di più il caso di coppie che, pur non avendo maturato un chiaro orientamento cristiano e non vivendo una piena appartenenza alla Chiesa, desiderano la celebrazione religiosa del Matrimonio essendo battezzati e non rifiutando esplicitamente la fede. Sembra opportuno in tali situazioni prevedere, come suggerisce l’edizione latina del 1990, la possibilità di celebrare il sacramento del Matrimonio “extra Missam”» (cfr. Presentazione al Rito del Matrimonio 7, Premesse generali, 21, 22, 36). Si consideri anche la questione del tempo necessario, infra Art. 20 e nota 29.

[13] AG 14.

[14] CEI, Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 41. Un esempio: Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale, 19.

[15] Cfr. Progetto diocesano di Catechesi; Rito del Battesimo dei bambini, 5; Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale, 19; Rito del Matrimonio, 15-22.

[16] Rito dell’Iniziazione cristiana degli adulti, LEV 1978.

[17] Cann. 849-878 e cann. 787-789 CIC.

[18] CEI, L’iniziazione cristiana. 1. Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 1997; CEI, L’iniziazione cristiana. 2. Orientamenti per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi dai 7 ai 14 anni, 1999; CEI, L’iniziazione cristiana. 3. Orientamenti per il risveglio della fede e il completamento dell’iniziazione cristiana in età adulta, 2003.

[19] Queste norme valgono anche per tutti gli aderenti ai Movimenti e Associazioni presenti sul territorio che continuano a fare riferimento alla parrocchia e al Settore Catecumenato diocesano.

[20] RICA 68-239; CEI, Orientamenti per il catecumenato degli adulti.

[21] RICA 240-277. Cf. Infra Art. 19.

[22] RICA 278-294; Cf. RICA 16-17 e can. 861, §2 CIC. In pericolo di morte qualsiasi persona (anche non battezzata ma con l’intenzione di fare ciò che fa la Chiesa) può celebrare validamente il Battesimo con la formula «N. io ti battezzo nel nome del Padre (prima infusione d’acqua naturale anche non benedetta sulla testa) e del Figlio (seconda infusione) e dello Spirito Santo (terza infusione)». È auspicabile che tutti – soprattutto le ostetriche, gli infermieri, i medici e i chirurghi – conoscano il meglio possibile il modo esatto e le circostanze per celebrare il Battesimo in caso di necessità. Il Settore Catecumenato e il Settore Pastorale della salute proporranno annualmente un incontro di formazione rivolto in particolare al personale sanitario.

[23] Can. 852, §1; can. 97, §2 CIC.

[24] Can. 852, §1 CIC.

[25] RICA 238.

[26] Cf. RICA 19, 107. Conclusa l’omelia, dopo un momento di silenzio, chi presiede la celebrazione si rivolge direttamente ai catecumeni con queste parole: «Cari catecumeni, andate in pace e il Signore sia sempre con voi». I catecumeni rispondono: «Rendiamo grazie a Dio». Una volta usciti, i catechisti possono prolungare la catechesi sul Vangelo, proporre un momento di condivisione, di servizio, condividere un pasto, etc.

[27] CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 84.

[28] RICA 20. Cf. RICA 19: «è un periodo di tempo piuttosto lungo»; CEI, Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 72: «per almeno due anni».

[29] CEI, Orientamenti per il catecumenato degli adulti, 72: «La durata del tempo del catecumenato dipende dalla grazia di Dio e da varie circostanze. La sua estensione dovrà, tuttavia, abbracciare “un periodo di tempo piuttosto lungo” (RICA, 19) per favorire una seria conversione e un’adeguata maturità nella fede. L’esperienza suggerisce che una conveniente durata del catecumenato dovrebbe estendersi per almeno due anni, con la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione nella Veglia pasquale del secondo anno». Cfr. ivi 89: «A volte la determinazione di richiedere i sacramenti dell’iniziazione cristiana, oppure di completare la stessa iniziazione, può nascere in prossimità della celebrazione Matrimonio. Se questo desiderio è degno di essere sostenuto, è altrettanto vero che non si possono bruciare i tempi e le tappe. C’è rischio di creare nuovi problemi per la fede dei coniugi e per la stessa crescita cristiana dei figli». Cf. anche CTI, La reciprocità tra fede e sacramenti, 90.

[30] RICA 235-239: «Durante tutto il Tempo di Pasqua, nelle Messe domenicali, si riservino ai neofiti posti particolari tra i fedeli». «Tutti i neofiti si impegnino a partecipare alle messe con i loro padrini. Nell’omelia e, secondo l’opportunità, anche nella preghiera dei fedeli si faccia riferimento ad essi».

[31] RICA 17, can. 788, §1 CIC.

[32] RICA 22.

[33] Cf. infra Art. 16, 19.

 

 

→ Direttorio per l’Iniziazione cristiana degli adulti nella Chiesa di Faenza-Modigliana.pdf


Modifiche alla viabilità in via Insorti, Vittorio Veneto e strade limitrofe

Modifiche alla viabilità in via Insorti, Vittorio Veneto e strade limitrofe.

 

Buongiorno,
a seguito di lavori indifferibili da parte della Soc. ITALGAS RETI spa e autorizzati relativi alla sostituzione rete gas,  il tutto dovuto a motivi di sicurezza connessi allo stato delle condotte gas da sostituire e per garantire un assetto distributivo migliore nell’area oggetto di intervento, si comunica la modifica alla viabilità sotto allegata.

Il lavoro sarà svolto per fasi, dal 10/03/2025 al 21/03/2025, o comunque fino a fine lavori e compatibilmente alle condizioni meteorologiche in merito alla SOLA FASE 1.

La fase 1 è relativa al tratto dalla Rotatoria Donatori di Sangue a poco prima della Via Campana, interessando 1 sola corsia.
Sarà permesso, come sotto meglio descritto dalla Polizia Municipale:
dalla circonvallazione: entrata dalla rotatoria donatori di sangue – direzione rotatoria Lama (Fontanone)
da Via Giuliano da Maiano: solo svolta a destra direzione rotatoria Lama (Fontanone)
dalla rotonda Lama (Fontanone): DIVIETO DI ACCESSO PER TUTTI,  in direzione via Insortieccetto veicoli diretti al parcheggio, scuola Europa, residenti e frontisti di via Insorti, Pola, Campana, ultima possibilità di svolta Via Campana;
da viale vittorio Veneto: strada chiusa e divieto di transito all’intersezione con via Insorti; per i veicoli provenienti da via Oberdan le ultime deviazioni possibili saranno la via Montevecchi o la via Torino.

La segnaletica di preavviso sarà posata dalla ditta esecutrice dei lavori.

Dopo la FASE 1, le successive prevedranno la chiusura completa della carreggiata 0-24, compreso weekend per tutta la durata dei lavori, l’ultima fase ancora da ben definire nelle sue modifiche.

Ogni fase avrà una durata stimata in 2 settimane, che potrebbero aumentare in base anche agli allacci da realizzare nel tratto specifico.

La PISTA CICLOPEDONALE in fregio alla Via Insorti in collegamento fra Via Canal Grande e Viale Stradone, sarà sempre accessibile.


In preghiera per le vittime delle guerre e per Papa Francesco

papa francesco

Su richiesta del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, la Conferenza Episcopale Italiana propone di celebrare una Santa Messa per le vittime delle guerre che imperversano in Ucraina e in Terra Santa, il giorno venerdì 21 marzo 2025. Ogni parroco può organizzare autonomamente la celebrazione della Santa Messa nella propria parrocchia; segue lo schema della Preghiera dei fedeli predisposto dall’Ufficio liturgico nazionale.

Inoltre, insieme alla Presidenza della CEI, «rinnoviamo la vicinanza […] a Papa Francesco, ricoverato da venerdì 14 febbraio al Policlinico A. Gemelli. Nell’affidare al Signore l’operato dei medici e del personale sanitario, ci stringiamo al Santo Padre con affetto, invitando le comunità ecclesiali a sostenerlo con la preghiera in questo momento di sofferenza» (Comunicato della Presidenza CEI, 19 febbraio 2025).

 

 

Preghiera dei fedeli per le vittime delle guerre

Preghiera dei fedeli per Papa Francesco