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Il gesto. Il 27 luglio nella Diocesi di Faenza suoneranno le campane per chiedere la fine della guerra a Gaza

In accordo con altri vescovi italiani, il vescovo monsignor Mario Toso invita a un gesto concreto per la pace in Palestina. Domani alle 22 anche a Faenza e nelle parrocchie della Diocesi suoneranno le campane di molte chiese per chiedere la fine del conflitto a Gaza.

Il Vescovo insieme ad altri presuli, ha aderito a questa iniziativa e ci sollecita a far sentire la voce delle comunità cristiane che chiedono la pace. Chiediamo al Signore dii essere costanti e convinti nella preghiera, nell’azione formativa e nell’impegno concreto, per costruire istituzioni di Pace.

Don Tiziano Zoli nominato assistente ecclesiale CSI e ANSPI

Volendo provvedere alla cura pastorale del Centro Sportivo Italiano, S.E. Monsignor Mario Toso ha nominato il 16 luglio scorso Don Tiziano Zoli assistente ecclesiale del CSI di Faenza-Modigliana per un quinquennio dalla data odierna.

Il CSI si propone di tradurre nella pratica sportiva gli insegnamenti della Chiesa Italiana.

Inoltre il Vescovo Mario ha nominato, il 22 luglio scorso, Don Tiziano Zoli come assistente spirituale del Comitato Zonale Anspi Faenza-Modigliana per il quadriennio in corso.


Direttorio per la celebrazione della Domenica e della Liturgia della Parola con comunione eucaristica

 

→ Decreto di S.E. Mons. Mario Toso (18 luglio 2025)

 

 

La domenica[1]

 

  1. Il primo giorno della settimana[2], passato il sabato[3], la Chiesa convocata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo, si riunisce in assemblea per ascoltare la Parola di Dio e partecipare all’Eucaristia celebrando la Pasqua, la morte e risurrezione del Signore Gesù. In ogni domenica, Pasqua della settimana, la Santa Chiesa rende presente questo grande evento[4] e permette ai fedeli di venirne a contatto e di essere ripieni della grazia della salvezza[5]instaurando una contemporaneità tra la Pasqua e il nostro «oggi», lo scorrere di tutti i secoli[6]. La domenica è, quindi, la festa primordiale, fondamento e nucleo di tutto l’anno liturgico[7].

 

La santificazione della festa nell’Eucaristia domenicale[8]

 

  1. Per questo motivo, la Chiesa, nostra madre, propone e chiede ad ogni discepolo di rinnovare la comunione con il mistero pasquale nel giorno del Signore crocifisso, sepolto e risorto (dies dominicus – il giorno del Signore). La santificazione della festa è l’opera di Cristo che con il suo sacrificio ci dona la salvezza eterna. Pur non essendo la sua unica azione nel mondo, l’Eucaristia è il culmine e la fonte della vita della Chiesa. Nella celebrazione di questo sacramento, la Chiesa celebra la sua stessa vita, la sua stessa sostanza, perché Cristo e la sua Pasqua irrompono nel nostro tempo e nel nostro spazio.
  1. Pertanto, la celebrazione propria della domenica, la santificazione propria della festa, non è frutto di un’iniziativa individuale o associata di fedeli, ma è iniziativa di Gesù Cristo che desidera salvarci insieme, nella Chiesa[9]. L’Eucaristia è intessuta di elementi propri (la convocazione dei fedeli, la presenza di un ministro ordinato mandato dal Vescovo, il rispetto di un “ordine”) che la preservano dal rischio di diventare espressione dell’emotività del momento o di un rigido rubricismo o di un “qualcosa” a nostra misura, perché non viviamo più per noi stessi, ma per Cristo morto e risorto, mediante lo Spirito Santo. Essa è «riunione dei fedeli per manifestare che la “chiesa” non è un’assemblea formatasi spontaneamente, ma convocata da Dio, e cioè il popolo di Dio organicamente strutturato, cui presiede il sacerdote nella persona di Cristo Capo»[10].
    Il protagonista è il Risorto[11]: fin dal segno di croce iniziale siamo convocati dall’amore trinitario a prendere vita dalla Pasqua[12]. Prima della comunità, prima di noi stessi, prima del sacerdote, è Cristo il protagonista dell’Eucaristia. Lui ci convoca ad entrare in comunione con questa offerta di sé al Padre nello Spirito.
  1. «La domenica e le altre feste di precetto i fedeli sono tenuti all’obbligo di partecipare alla Messa. Soddisfa il precetto di partecipare alla Messa chi vi assiste dovunque venga celebrata nel rito cattolico, o nello stesso giorno di festa, o nel vespro del giorno precedente»[13]. Questo precetto mostra come questa azione di Cristo e della Chiesa sia il fondamento del nostro essere discepoli, la sostanza di ogni nostra azione. Se non rimaniamo nella comunione con il Risorto, non abbiamo in noi la vita: è Lui che ci chiama ed entra nella nostra vita per rimanere con noi tramite i segni sacramentali[14].

 

La Liturgia della Parola e altre celebrazioni

 

  1. L’Eucarestia è fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione in quanto racchiude il bene più prezioso della Chiesa, cioè Cristo stesso. Pertanto, tutti i sacramenti, così come i ministeri e le opere di annuncio e carità sono strettamente unite all’Eucarestia nella quale Cristo ci unisce alla Sua offerta[15].
  1. Nessun’altra azione della Chiesa può sostituire la celebrazione dell’Eucaristia. La Liturgia delle Ore e la Liturgia della Parola, pur essendo preghiera di Cristo e della Chiesa, estendono, preparano, partecipano al mistero pasquale eucaristico, ma non lo possono in alcun modo sostituire[16]. In particolare, queste azioni liturgiche possono essere celebrate in preparazione dell’Eucaristia domenicale o nei Tempi di Quaresima e Avvento, in occasione di pellegrinaggi, feste patronali, ritiri spirituali, celebrazioni penitenziali, veglie di preghiera[17], ma non possono sostituire l’Eucaristia[18].
  1. Le trasmissioni televisive o radiofoniche non permettono in sé di soddisfare il precetto domenicale, che esige la partecipazione all’assemblea dei fratelli mediante la riunione in un medesimo luogo e la conseguente possibilità della comunione eucaristica[19].
  1. La partecipazione degli ammalati e delle persone impedite da gravi motivi (per es. la cura dei lattanti)[20] alla Pasqua di Cristo, invece, è già nella loro partecipazione alla sofferenza, alla malattia e alla costrizione. Questa condizione di per sé li pone nel cuore stesso di Dio. La comunione sacramentale, soprattutto se realmente portata la domenica con il pane consacrato nell’Eucaristia domenicale, la Scrittura ascoltata con fede, ne sono il segno più eloquente che è reso possibile attraverso il servizio di ministri ordinati, istituiti e straordinari. Per questo, è bene che a quanti sono impediti di partecipare alla celebrazione eucaristica della comunità, si porti con premura il cibo e il conforto dell’Eucaristia soprattutto nel giorno del Signore, nella domenica, perché possano così sentirsi uniti alla comunità stessa, e sostenuti dall’amore dei fratelli[21].
  1. Papa Francesco ricorda che «la pastorale d’insieme, organica, integrata, più che essere il risultato di elaborati programmi è la conseguenza del porre al centro della vita della comunità la celebrazione eucaristica domenicale, fondamento della comunione»[22].

 

Norme generali

 

  1. Non è consentita alcuna celebrazione della Liturgia della Parola con comunione sacramentale, nel giorno festivo domenicale. L’Ordinario può dispensare per giusta causa.
  1. La Liturgia della Parola con comunione sacramentale può essere celebrata negli altri giorni feriali della settimana alle seguenti condizioni[23]:

a. nulla osta dell’Ordinario;

b. convocazione e presenza del Popolo di Dio;

c. presidenza di un ministro ordinato (presbitero o diacono) o di un ministro istituito o incaricato dal Vescovo;

d. osservanza del Rito per una celebrazione comunitaria del Rituale della comunione fuori della Messa e culto eucaristico[24].

  1. Prima di richiedere il nulla osta all’Ordinario per la celebrazione della Liturgia della Parola con comunione sacramentale, si valutino attentamente i seguenti aspetti[25]:

a. si verifichino le distanze che rendono impossibile, anche a costo di un certo sacrificio, la partecipazione all’Eucaristia domenicale;

b. si faccia attenzione affinché nei fedeli non si generi confusione fra Eucaristia festiva e Liturgia della Parola con la Comunione o ci si abitui a tale situazione. Queste celebrazioni devono sempre essere propedeutiche alla Messa festiva;

c. si vigili affinché la mancanza della celebrazione della Messa festiva, e del presbitero stabilmente residente, non venga ad occultare il senso del ministero ordinato per la vita della Chiesa dando adito a visioni di Chiesa non aderenti alla verità del Vangelo e alla Tradizione ecclesiale, oppure si favorisca un senso di abbandono da parte della Chiesa che possa indurre a vivere solo saltuariamente la vita ecclesiale;

d. vi sia un segno minimo di comunità radunata, si favorisca una partecipazione attiva dei fedeli;

e. si preghi sempre durante la celebrazione per implorare il dono di vocazioni al presbiterato;

f. nella chiesa in cui vi è stata la celebrazione della Messa, non si celebri nello stesso giorno la Liturgia della Parola con comunione sacramentale.

  1. I parroci, personalmente e/o mediante il servizio dei presbiteri collaboratori, dei diaconi, degli accoliti e dei ministri straordinari della comunione, abbiano una cura particolare perché, soprattutto nel giorno di domenica, sia portata la Santa Comunione a tutti i fedeli impossibilitati a muoversi per grave causa – come la malattia, la cura dei malati o dei bambini.
  1. Resta ferma la necessità del nulla osta dell’Ordinario diocesano per la ripresa e la trasmissione delle azioni liturgiche[26], dato che non costituiscono una reale partecipazione all’azione liturgica e rischiano di generare prassi contrarie alla fede sacramentale della Chiesa.
  1. La cura, la preparazione, la bellezza, il canto, non sono elementi aggiuntivi alla liturgia, ma sono parte essenziale della celebrazione cristiana[27]. In ascolto del fedele popolo di Dio, si ricerchi in ogni rito la qualità e non la quantità, rispettando tutte le norme contenute nei libri liturgici approvati[28] perché l’azione liturgica risplenda di nobile semplicità[29].
  1. Si rivedano le celebrazioni eucaristiche festive secondo i seguenti criteri:

a. è possibile celebrare solo una S. Messa prefestiva nella stessa chiesa, valutando inoltre se non sia opportuno celebrarne solo una nella medesima Unità pastorale;

b. per evitare il rischio che la partecipazione all’Eucaristia sia un atto di devozione privato, che essa si riduca all’offerta di un servizio religioso slegato dalla vita della comunità, per consentire che più presbiteri possano essere disponibili per celebrare in zone della Diocesi senza la presenza permanente di un parroco, si riveda il numero delle S. Messe privilegiando l’individuazione di un’unica celebrazione comunitaria o comunque di ridurne al minimo il numero anche valutando la capienza stessa della chiesa;

c. si consideri attentamente l’opportunità di conservare le celebrazioni eucaristiche domenicali nelle quali non è possibile garantire il carattere festivo, il servizio liturgico, la cura del canto[30];

d. le celebrazioni del Triduo pasquale e delle solennità del Signore siano fatte in un’unica chiesa nella quale si possano garantire la celebrazione conveniente dei diversi riti, la presenza di ministri preparati, il canto delle parti proprie delle celebrazioni[31];

e. si preveda a livello di Vicariato la condivisione e la programmazione delle celebrazioni eucaristiche.

 

 

Faenza, 18 luglio 2025

 

 

Note

[1] Cfr. Can. 1246 – §1.

[2] Gv 20,1; Lc 24,1.

[3] Mc 16,1; cfr. Mt 28.

[4] Messale Romano, Annuncio della Pasqua, p. 996.

[5] Sacrosantum Concilium, n. 102.

[6] Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucharistia, n. 5.

[7] Sacrosantum Concilium, n. 106.

[8] Cfr. Can. 1247.

[9] Lumen gentium, n. 9.

[10] Congregatio pro Cultu Divino, Direttorio per le celebrazioni domenicali in assenza del presbitero, in Notitiae 263 (1988), n. 12.

[11] Francesco, Desiderio desideravi, n. 57.

[12] Francesco, Desiderio desideravi, n. 43.

[13] Cann. 1247, 1248 – §1.

[14] Cfr. Lc 24.

[15] Presbyterorum Ordinis, n. 15; cfr. Christus Dominus, n. 30

[16] Cfr. Principi e norme per la Liturgia delle Ore, n. 12.

[17] Chiesa di Faenza-Modigliana, Direttorio per il ministero e la formazione dei diaconi permanenti, nn. 36-38.

[18] Can. 897: «Gli altri sacramenti e tutte le opere ecclesiastiche di apostolato sono strettamente uniti alla santissima Eucaristia e ad essa sono ordinati».

[19] Cfr. Giovanni Paolo II, Dies Domini, n. 54.

[20] Cfr. CCC 2181.

[21] Rituale Romano, La santa comunione fuori dalla Messa, n. 14.

[22] Francesco, Desiderio desideravi, n. 37.

[23] CEER, Radunati nel giorno del Signore, §§ 7-8.

[24] CEI, Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 1991 (1979), pp. 22-37. Durante la celebrazione si proclamino le letture bibliche del giorno secondo quanto indicato dal Lezionario.

[25] CEER, Radunati nel giorno del Signore, §§ 7-8.

[26] Giovanni Paolo II, Dies Domini, n. 54; Benedetto XVI, Sacramentum caritatis, n. 57.

[27] Francesco, Desiderio desideravi, n. 22; Dicastero per la Dottrina della Fede, Nota Gestis verbisque, n. 20.

[28] Francesco, Desiderio desideravi, n. 23.

[29] Sacrosantum Concilium, n. 34.

[30] Cfr. Infra, n. 15.

[31] Messale Romano, p. 136: «Per svolgere con dignità le celebrazioni del sacro Triduo, si richiede un congruo numero di ministri laici, accuratamente istruiti su ciò che dovranno compiere. Il canto del popolo, dei ministri e del sacerdote riveste una particolare importanza nelle celebrazioni di questi giorni. […] Le celebrazioni del sacro Triduo si svolgano nelle chiese cattedrali e parrocchiali, e solo in quelle chiese in cui si possano compiere degnamente, cioè con la partecipazione dei fedeli, con un numero congruo di ministri e con la possibilità di proclamare in canto almeno alcune parti. Conviene dunque che le piccole comunità, le associazioni e i gruppi particolari di qualsiasi genere si riuniscano in tali chiese, perché le sacre celebrazioni possano svolgersi con la dovuta solennità».

 

→ Direttorio per la celebrazione della Domenica e della Liturgia della Parola con comunione eucaristica

 

→ Il commento del Vicario generale, don Michele Morandi, per “Il Piccolo”


Don Jean Romain Ngoa nominato consigliere spirituale diocesano del “Rinnovamento nello Spirito Santo”

Il Vescovo S.E.  Monsignor Mario Toso, volendo garantire un servizio di assistenza spirituale all’associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo” che opera per il rinnovamento della vita cristiana, il 16 luglio scorso ha nominato don Jean Romain Ngoa come consigliere spirituale diocesano dell’associazione per il quadriennio in corso. Don Jean Romain succede a don Claudio Platani a questo servizio.


Nomine per la Parrocchia di San Francesco

Preso atto della partenza dei Frati Minori Conventuali, volendo provvedere al bene spirituale della comunità parrocchiale di San Francesco a Faenza, il Vescovo S.E. Monsignor Mario Toso ha nominato il 14 luglio scorso don Maria Paulraj Kasparraj, 45 anni, amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Francesco, con tutti i diritti e i doveri esclusivamente connessi alla cura animarum, cioè la cura pastorale. Don Paul, originario dall’India, è da circa due anni in servizio presso la nostra diocesi.

Inoltre, il Vescovo Mario Toso ha nominato don Stefano Lega amministratore parrocchiale della parrocchia di San Francesco munendolo di tutti i diritti e i doveri previsti dal diritto per la legale rappresentanza. Dal punto di vista pastorale, don Stefano Lega -, che mantiene gli uffici diocesani attualmente ricoperti e la cura pastorale dei giovani dell’Unità Pastorale di Brisighella –  per la parrocchia di San Francesco curerà il servizio di assistenza ecclesiale del Gruppo Scout Agesci Faenza 1.

La nomina ha effetto dal 7 settembre 2025 e, per sua natura, è ad nutum Episcopi.


Nuovo direttore della Scuola diocesana di teologia San Pier Damiani

Il Vescovo Mario, accettando le dimissioni presentate da don Luca Ravaglia, il 7 luglio ha nominato il prof. Riccardo Drei Direttore della Scuola diocesana di Teologia “San Pier Damiani”.

Ringraziando don Luca per il servizio svolto in questi anni, in particolare per la riorganizzazione del piano di studi che ha dato maggior rilievo allo studio della Sacra Scrittura, auguriamo un fecondo lavoro al nuovo Direttore.

Riccardo Drei, Incaricato del Settore Cultura e Arte sacra, è laureato in Architettura presso l’Università di Ferrara. Presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna in Bologna, ha conseguito il baccalaureato in Sacra Teologia nel 2018 e il 4 giugno di questo anno ha conseguito la Licenza in Teologia dell’Evangelizzazione con una tesi intitolata “Ti interessa essere (come il) Padre. Una proposta spirituale per vivere la paternità oggi”.

 


Diocesi in lutto: Don Tarcisio Dalle Fabbriche torna alla Casa del Padre. Il 15 luglio la santa messa esequiale

don tarcisio dalle fabbriche

Il Vescovo Mario, insieme al presbiterio, annunciano il decesso di don Tarcisio Dalle Fabbriche, giovedì 10 luglio 2025.

Don Tarcisio Dalle Fabbriche è nato a S. Andrea in Panigale (Faenza) il 4 novembre 1947. Ordinato presbitero il 16 ottobre 1971 e incardinato nella Diocesi di Faenza, il 1° novembre dello stesso anno viene nominato cappellano a S. Marco in Faenza, per poi diventare nel 1973 cappellano a Russi. Consegue la licenza in teologia presso l’Università di S. Tommaso d’Aquino in Roma. Nel 1980 viene nominato parroco di Basiago a cui viene aggiunta nel 1987 la parrocchia di san Giovannino. Il 29 settembre 1998 viene nominato parroco di San Giuseppe artigiano in Faenza, e il 2 agosto 2007 viene nominato parroco di S. Lucia delle Spianate, incarico che ricoprirà fino al 4 novembre 2023. Ha fatto parte del Consiglio per gli Affari economici della Diocesi, del Consiglio di amministrazione della Casa del Clero e del Collegio dei Consultori. È stato coordinatore del servizio di culto della Chiesa di San Girolamo dell’Osservanza, Vicario del Vicariato Forese Sud e per questo membro di diritto del Consiglio presbiterale.

 

Momenti di preghiera

Venerdì 11 luglio alle ore 19.00 presso la chiesa di S. Giuseppe in Faenza.

Domenica 13 luglio alle ore 20.30 presso la chiesa di S. Lucia delle Spianate.

La Santa Messa esequiale, presieduta dal Vescovo S.E. Mons. Mario Toso, sarà celebrata martedì 15 luglio alle ore 10 alla chiesa di San Giuseppe a Faenza.

L’esposizione della salma avverrà a partire da lunedì mattina, alle 7:30, fino alle 18:30 con orario continuato presso l’obitorio di Faenza; martedì mattina invece dalle 7:30 alle 9: 30. Alle 10 la salma arriverà alla chiesa San Giuseppe. Dopo la funzione religiosa si procederà per la tumulazione nel cimitero dell’Osservanza alle ore 11:30.

 


Diocesi in lutto per suor Maria Vincenza Geltrude del Sacro Cuore di Gesù. Il 17 maggio le esequie

Nella giornata di oggi suor Maria Vincenza Geltrude del Sacro Cuore di Gesù è tornata alla Casa del Padre.

Suor Vincenza è la settima dei nove figli di Vincenzo e Maria Frega. Nasce a San Silvestro e fin da bambina viene coltivata in Lei una Fede profonda e una Carità generosa. Il Rosario quotidiano con tutta la famiglia è la cornice della sua vocazione religiosa. Nasce il 1 gennaio, festa della Madre di Dio e muore il 15 maggio, festa della Beata Vergine delle Grazie, Patrona della Toscana e nella novena a Santa Umiltà. E’ sempre vissuta nella preghiera nel servizio della Comunità nel nascondimento e nella relazione affettuosa con le sorelle. Gli ultimi nove anni della Sua vita sono stati purificati da una sofferenza fisica che l’ha costretta a letto. Ha sempre offerto tutto al Signore per La Chiesa.

Stasera e domani sera ore 18,30 S. Messa e venerdì 16 maggio ore 20 Santo Rosario (in monastero). Sabato 17 maggio alle ore 11 la santa messa delle esequie nella chiesa di Sant’Agostino, presieduta dall’Abate generale della nostra Congregazione Vallombrosana, Padre Giuseppe Casetta.. Seguirà la tumulazione al Cimitero dell’Osservanza.