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Pellegrini di speranza: la marcia della pace a Faenza il 26 gennaio

Il 26 gennaio 2025 la comunità della Diocesi di Faenza-Modigliana si riunirà per vivere un momento di condivisione e riflessione nel segno della pace. L’iniziativa, intitolata “Pellegrini di Speranza – Lasciamo impronte di pace”, invita i fedeli a un pellegrinaggio a piedi che si concluderà con l’arrivo alla Cattedrale di Faenza.

L’evento inizierà alle 15.30 con il ritrovo nella Parrocchia di Sant’Antonino, in corso Europa 73 da cui partirà il cammino verso la Cattedrale. Un’attenzione particolare è rivolta ai più giovani: i bambini e i ragazzi, dalla prima elementare alla terza media, si ritroveranno alle ore 14.30 al Seminario in Via degli Insorti 56, Faenza, per un momento loro dedicato.

Il pellegrinaggio si concluderà alle 17.30 con un momento comune presso la Cattedrale, in Piazza della Libertà. Per chi parteciperà, è consigliato il parcheggio in Piazza delle Erbe, facilmente accessibile.

L’evento è organizzato dalla Pastorale Sociale della diocesi, con il contributo di diverse realtà ecclesiali e associative locali, tra cui Caritas Diocesana, Azione Cattolica Faenza-Modigliana, Acli, Agesci e Movimento Cristiano Lavoratori. L’iniziativa rappresenta un’opportunità per testimoniare la propria fede e promuovere un messaggio di speranza e di pace.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’organizzazione all’indirizzo email pastoralesociale@diocesifaenza.it.


In Cattedrale il rosario alla Beata Vergine delle Grazie nell’anno del Giubileo

beata vergine grazie

Nell’Anno del Giubileo della Speranza, l’Arciconfraternita della Beata Vergine delle Grazie promuove un momento quotidiano di raccoglimento spirituale con il Rosario dedicato alla Vergine Maria. A partire da martedì 7 gennaio 2025, i fedeli sono invitati a partecipare alla recita del Rosario ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle 17:20.

Un momento particolare sarà rappresentato dagli incontri mensili dell’Arciconfraternita, che si terranno ogni primo martedì del mese. Durante queste occasioni, i partecipanti potranno prendere parte al Rosario alle ore 17:20, seguito dalla Santa Messa celebrata alle 18 presso l’Altare della Madonna. Tra le date più significative, spicca quella di venerdì 4 aprile, giorno della Festa del Voto, un evento di profonda devozione e tradizione.

Il calendario proseguirà con gli appuntamenti mensili fino al mese di dicembre, culminando nella grande celebrazione della Festa della Patrona, Beata Vergine delle Grazie, che si svolgerà dal 4 all’11 maggio 2025. Questo importante celebrazione rappresenta un momento di unità per tutta la comunità, radunata nel nome della Madre Celeste per rinnovare il proprio cammino di fede.

L’iniziativa si propone come un’occasione preziosa per vivere un percorso di preghiera e comunione, incentrato sulla figura della Beata Vergine, guida e sostegno per i fedeli nell’Anno del Giubileo della Speranza.


Benedizione degli animali in occasione della festa di Sant’Antonio abate

 

BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
Piazza del Popolo
Venerdì 17 gennaio 2025

 

Cari amici,

ringrazio la Protezione civile, le unità cinofile da soccorso, SAR Team Faenza, per l’invito a benedire gli animali.

L’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, per la festa di Sant’Ambrogio, nel messaggio alla città ha detto che: «La terra non è stanca degli animali che sono di compagnia per chi è solo, rendono servizi preziosi, nutrono e allietano la vita. Gli animali fanno giocare i bambini, sorridere gli anziani e offrono aiuto nella riabilitazione di chi ne ha bisogno. La terra è stanca degli animali che invadono in modo sproporzionato le case, gli affetti, le risorse, il tempo della gente e sembra talora che prendano il posto dei bambini. È stanca di quel modo di sfruttare gli animali che manca di pietà e di buon senso» (Mario Delpini, 6 dicembre 2024).

Queste meravigliose creature di Dio sono un aiuto per chi è in difficoltà, per chi è diversamente abile, sono una compagnia per chi è solo, anche se non possono, certo, sostituire le relazioni umane. Assieme agli uomini e alle forze dell’ordine cooperano al bene della società, prestano il loro servizio nel ricercare le persone disperse o coinvolte in affari illeciti.

Grati per la fede di chi ci ha preceduto, quella fede semplice e schietta delle nostre campagne, riconosciamo anche noi che tutto ha il proprio centro e il proprio senso solo in Dio. Sant’Antonio abate, il santo invocato per la protezione degli animali, ci aiuti a riconoscere in tutta la creazione, il segno e la presenza del Signore. Con gli occhi della fede semplice di Sant’Antonio abate e anche di San Biagio vescovo e martire, che era nutrito dagli animali e li guariva mentre era rifugiato in una caverna per fuggire i suoi persecutori, riconosciamo nel creato e negli animali un dono del Signore, un segno del suo amore per noi.

 

+ Mario Toso

 


Giornata del dialogo cristiano ebraico: il 18 gennaio incontro con Miriam Camerini e don Marcello

Sabato 18 gennaio alle 18,30 alla chiesa di San Francesco di Faenza si terrà l’incontro per la XXXVI Giornata del dialogo cristiano ebraico  con Miriam Camerini e don Marcello Fabrizio preceduto da un laboratorio per i giovani in seminario a cura degli stessi relatori nella giornata del 17 gennaio.

Come consuetudine questa giornata rappresenta per la città di Faenza il primo degli appuntamenti collegati al giorno della Memoria con la possibilità specialmente per le scuole di visitare la mostra documentaria su Amalia Fleischer presso il convento di Santa Chiara.

Qui si possono scaricare i materiali per la giornata che quest’anno è dedicata al Giubileo: https://unedi.chiesacattolica.it/2024/12/02/giornata-del-dialogo-tra-cattolici-ed-ebrei-il-sussidio/

Scrive la Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo nel sussidio: In questi ultimi tempi, segnati dal tragico atto terroristico del 7 ottobre 2023, dalla guerra successiva e dall’escalation del conflitto in Medio Oriente, i rapporti tra cattolici ed ebrei, in Italia, sono stati difficili con momenti di sospetto, incomprensioni e pregiudizi. Ma il dialogo non si è interrotto. In Europa sono tornati deprecabili atti di antisemitismo e incaute prese di posizione, a volte anche violente. Proprio per questo il dialogo va rafforzato. Continuiamo a crederci. Sicuramente il dialogo non è semplice anche a causa del passato, dell’“insegnamento del disprezzo” (J. Isaac) e della troppo scarsa partecipazione delle comunità cristiane. È necessario che il dialogo non sia più una questione di nicchia. Come Chiesa cattolica ci auguriamo che l’anno giubilare porti al rilancio e all’allargamento del dialogo.

Il Giubileo è sempre un tempo di ‘ripartenza’, un tempo per fermarsi e ripartire guardando con speranza al futuro. Per fare questo è necessario fare teshuvah, cioè ritornare ad attingere alla sorgente. Proprio come dice Nostra Aetate di cui celebriamo quest’anno il 60° anniversario: “Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo” (n. 4). Ci auguriamo che l’anno Giubilare, alla luce dei tempi che stiamo vivendo, sia la rinnovata occasione per cristiani ed ebrei, di ritornare ai testi biblici letti insieme fraternamente secondo le proprie tradizioni.

Un’interessante intervista a Miriam si può leggere su Avvenire: https://www.avvenire.it/mondo/pagine/camerini

Qui si fa riferimento anche ad un’opera del faentino Giuseppe Sarti che è stata rappresentata a Gerusalemme nello scorso giugno e che la regista ha potuto preparare anche visitando i manoscritti presenti nella biblioteca Manfrediana.

 

don Mirko Santandrea

incaricato all’Ecumenismo e al Dialogo interreligioso

 


Padre Domenico Galluzzi, fondatore dell’Ara Crucis, si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione. Il 12 gennaio la celebrazione in Seminario

galluzzi

Il prossimo 12 gennaio alle 15 nella chiesa del Seminario di Faenza si chiuderà ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione di padre Domenico Galluzzi, domenicano, fondatore negli anni ‘50 del monastero Ara Crucis di via degli Insorti a Faenza e morto nel 1992, all’età di 86 anni. È stato formatore di novizi e di giovani frati, accompagnatore spirituale di vescovi, presbiteri, religiosi, consacrate, giovani, ragazze, laici, famiglie. Dagli incontri con lui si ripartiva comunque rinfrancati, seppur coi problemi rimasti irrisolti.

Delle attuali dieci monache del monastero dell’Ara Crucis, otto l’hanno conosciuto personalmente. “Mostrava Dio alle persone grazie alla cordialità, ma soprattutto alla pace che riusciva a trasmettere – raccontano -. Accogliente, saggio, capace di consolare, equilibrato, desideroso di far contenti gli altri: così lo ricordano. Spesso raccolto, sapeva ridere di gusto. Non è mai stato trascinatore di folle o scrittore brillante. Solo su una cosa si riteneva imbattibile: si è sentito molto amato e per questo ha amato tanto. Il Signore, Maria, San Domenico e tutti i santi, le persone che incontrava, i malati, i piccoli e naturalmente i sacerdoti, dei quali ha conosciuto anche le più sconcertanti debolezze. Proprio perché amava, questa scoperta non l’ha scandalizzato, ma l’ha attivato e coinvolto”.

Per la santificazione dei sacerdoti ha fondato negli anni ‘50 il monastero Ara Crucis di Faenza, che ancora oggi, prosegue la sua missione. Dopo la chiusura dPadre Domenico banner 2ella fase diocesana della causa di beatificazione, tutti i documenti raccolti verranno inviati a Roma, al Dicastero per le Cause dei santi, per la fase romana. “Il nostro intento – precisano le monache – era quello di ascoltare i testimoni, di riordinare e approfondire gli insegnamenti di padre Domenico. Quindi l’obiettivo è raggiunto in ogni caso. E ne siamo grate, perché ci sentiamo ancora più consapevoli del dono ricevuto”.

Chi era padre Domenico Galluzzi

Il Servo di Dio padre Domenico Galluzzi op nasce a Cattolica il 15 gennaio 1906. Al battesimo è chiamato Giovanni, ma riceve il nome di Domenico quando, terminato il servizio militare in Marina, nel 1928 entra tra i frati domenicani. Divenuto sacerdote il 23 luglio 1936, si spende a Bologna per la formazione dei giovani frati. Nel 1948 viene assegnato al convento di Faenza, dove la fiducia dei vescovi gli accorda incarichi importanti e delicati. Suo ideale è la santità dei sacerdoti: per loro consacra se stesso e fonda l’Ara Crucis, monastero domenicano di vita contemplativa, di cui è maestro e guida per oltre trent’anni. Si dedica all’ascolto delle persone, all’accompagnamento spirituale, ad animare gruppi di preghiera. Padre Domenico muore a Faenza il 13 gennaio 1992. Il 30 ottobre 2010 si apre l’inchiesta diocesana sulla sua vita.


Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani: il programma delle iniziative dal 18 al 25 gennaio

Dal 18 al 25 gennaio 2025 si celebrerà la tradizionale Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, un’occasione speciale per promuovere il dialogo ecumenico e la preghiera condivisa tra le diverse confessioni cristiane. Il tema di quest’anno, tratto dal Vangelo di Giovanni, è “Credi tu questo?” (Gv 11,26), un interrogativo che invita alla fede e all’apertura verso l’altro.

Il programma prevede momenti di preghiera e celebrazioni in diverse chiese della comunità, offrendo un ricco percorso spirituale per i partecipanti. La settimana si aprirà sabato 18 gennaio con la Celebrazione Eucaristica alla chiesa di San Francesco a Faenza, in Piazza San Francesco, alle ore 17.30. Lunedì 20 gennaio sarà la volta della Celebrazione Ecumenica della Parola di Dio, ospitata dalla Chiesa Evangelica Apostolica in via Piero della Francesca alle ore 20.30. La conclusione dell’intenso percorso avverrà sabato 25 gennaio, con i Vespri celebrati nella Chiesa Ortodossa Rumena in Piazza San Rocco alle ore 19.

Questa iniziativa rappresenta un forte richiamo all’unità e alla comunione tra le varie comunità cristiane, unendole nel comune obiettivo di testimoniare la fede in Cristo attraverso il dialogo e la preghiera.

Il Credo che accomuna tutti i cristiani

Quest’anno il tema della settimana è collegato ai 1.700 anni dal concilio di Nicea e si concentra sul “Credo” che accomuna tutti i credenti come ricorda anche il Papa nella bolla di indizione del Giubileo al n. 17: Il Concilio di Nicea è una pietra miliare nella storia della Chiesa. L’anniversario della sua ricorrenza invita i cristiani a unirsi nella lode e nel ringraziamento alla Santissima Trinità e in particolare a Gesù Cristo, il Figlio di Dio, «della stessa sostanza del Padre», che ci ha rivelato tale mistero di amore. Ma Nicea rappresenta anche un invito a tutte le Chiese e Comunità ecclesiali a procedere nel cammino verso l’unità visibile, a non stancarsi di cercare forme adeguate per corrispondere pienamente alla preghiera di Gesù: «Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» ( Gv 17,21). Al Concilio di Nicea si trattò anche della datazione della Pasqua. A tale riguardo, vi sono ancora oggi posizioni differenti, che impediscono di celebrare nello stesso giorno l’evento fondante della fede. Per una provvidenziale circostanza, ciò avverrà proprio nell’Anno 2025. Possa essere questo un appello per tutti i cristiani d’Oriente e d’Occidente a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua.

Materiali informativi

Qui si possono attingere i materiali per la settimana di preghiera:

https://unedi.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/32/2024/06/07/SPUC-2025-testoiTALIANO_con-sommario.docx

Si segnala anche la bellissima testimonianza ecumenica di pace promossa dalla biblioteca del Seminario che viene da Betlemme con la mostra e l’incontro il 24 gennaio sulla Tent of Nations di cui si può leggere anche qui: https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2024-12/betlemme-daoud-tent-of-nations-storie-speranza-pace.html


Alla mensa del Giubileo. Il 17 gennaio cena e testimonianze per giovani in Seminario sulla Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei

Venerdì 17 gennaio, il Seminario di Faenza ospiterà l’evento per giovani Alla mensa del Giubileo. Dall’ebreo Giuseppe all’ebreo Gesù, organizzato in occasione della Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei. La manifestazione è promossa dal settore Ecumenismo e dialogo interreligioso della Diocesi con l’Area Giovani e vocazioni. Si comincia alle 17 con un bibliodramma, momento di lettura e riflessione guidato da Miriam Camerini. A seguire, alle 19.30, la cena di Shabbat, occasione di convivialità per immergersi nelle tradizioni ebraiche. La serata si concluderà alle 21 con una riflessione biblica con don Fabrizio Marcello.

Per partecipare iscrizione entro il 13 gennaio, contattando don Mattia Gallegati al 3282481149. Il contributo per la cena è di 7 euro.

Miriam Camerini nasce a Gerusalemme la sera di Purim del 1983. Regista teatrale, attrice, cantante e studiosa di ebraismo, vive a Milano dove si dedica all’allestimento di spettacoli teatrali e musicali, festival e rassegne attorno e all’interno della cultura ebraica.

Don Fabrizio Marcello è nato e cresciuto a Bologna. Ha studiato Filosofia e teologia nel Seminario regionale Flaminio. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha prestato servizio per alcuni anni in parrocchia, per poi continuare lo studio della Bibbia a Roma, Monaco e Gerusalemme, dove attualmente vive e dove sta completando un dottorato in Scienze bibliche.

Per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si parte sabato 18 gennaio alle 17,30 con la messa alla chiesa di san Francesco e, a seguire, l’incontro sempre con Camerini e don Fabrizio.


Aperto il Giubileo in Diocesi

 

Cari fratelli e sorelle,

è con gioia e con grande emozione che vi accolgo in questa Cattedrale, per iniziare insieme, come Popolo di Dio, il cammino di conversione e di grazia che è il Giubileo.

La Chiesa ci dona questo Anno Santo come un’occasione per riorientare la nostra vita, le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri cuori all’unica cosa che veramente conta: il Signore Gesù Cristo, nostra Speranza, che non delude. «Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo – scrive papa Francesco – un nuovo Giubileo nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo!».

L’esperienza viva dell’amore di Dio. Ecco lo scopo del Giubileo: incontrare in maniera viva, personale e comunitaria, il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cf Gv 10, 7.9). Egli è la nostra speranza.   L’incontro vero con il Signore, la conversione incessante a Lui, l’esperienza continua del suo amore, la conseguente decisione di orientare tutta la nostra esistenza e le nostre scelte a Lui, sono momenti che ci trasfigurano e ci rendono sempre più cristo conformi. Ci rendono, cioè, partecipi della sua Pasqua e ci offrono il fondamento di una speranza certa. La speranza verso cui ci proietta la nostra vita in Cristo non è vuota, non è vaga, bensì è la realtà di una umanità che, vissuta da Lui con un amore totale, fin sulla croce, diventa nuova, fiorisce nella sua pienezza.

Ecco il buon annuncio, la speranza che mai tramonta: Gesù Cristo, il bambino nella culla, avvolto nelle fasce, il crocifisso, avvolto nel sudario, è risorto! Egli è il Vivente, nella sua divinità e nella sua umanità gloriosa. Noi siamo incamminati come pellegrini verso di Lui, il Signore Gesù che siede glorioso alla destra del Padre. All’inizio di questa celebrazione, sul sagrato della Cattedrale abbiamo adorato la «croce di Cristo, unica speranza» perché la sua Pasqua, il suo “passaggio” da morte a vita, la sua vittoria è «il principio unificatore della realtà», della nostra esistenza. Cristo diventa, con la sua incarnazione, morte e risurrezione il cuore del mondo. «La sua Pasqua di morte e risurrezione è il centro della storia, che grazie a Lui è storia di salvezza» – come scrive Papa Francesco nell’Enciclica Dilexit nos.

 

→ Intervento completo del Vescovo Mario

 

 


Convegno “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”

Convegno
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI,
CONCEDICI LA TUA PACE

4-5 gennaio 2025, Faenza
Casa del Clero, Via Bondiolo 42

 

 

SABATO 4 GENNAIO 2025

10.00 – Introduzione al Convegno di Argia Passoni FFFJ

10.30 – Presentazione del Messaggio della 58^ Giornata Mondiale della Pace
S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza Modigliana

15.30 – “Riconoscendo il debito ecologico, rimettere il debito estero: una questione di giustizia!”
Prof. Riccardo Moro, docente di economia internazionale e dello sviluppo

17.30 – Testimonianze della comunità di Faenza nei tempi dell’alluvione
Samuele Marchi, direttore del Giornale diocesano “Il Piccolo”

 

DOMENICA 5 GENNAIO 2025

10.00 – Ripresa lavori con le Conclusioni a partire dalla riflessione di S.E. Mons. Mario Toso
“Giubileo, evento di tutti?”

11.30 – S. Messa celebrata da S.E. Mons. Mario Toso

 

 

info@coopfratejacopa.it

 


Auguri di Natale del Vescovo Mario

 

AUGURI DI NATALE 2024
Vescovo Mario Toso

 

 

Cari fratelli e sorelle, cari bambini e nonni,
siamo alla vigilia del Natale e di un nuovo Anno Giubilare. Desidero farvi pervenire gli auguri di un santo Natale, perché possiamo accogliere con più gioia il Signore Gesù che viene tra noi per portarci la sua capacità di amare Dio e il prossimo.
Quest’anno, dopo essermi rivolto alla Diocesi intera con un Messaggio nel giorno dell’Immacolata, che ho fatto pervenire anche ai vostri parroci, di nuovo invio, in occasione del Natale e della prossima apertura dell’Anno Giubilare, il mio incoraggiamento a pregare e a cambiare ciò che nella nostra vita non è conforme all’insegnamento di Gesù Cristo. In particolare, quest’anno, mi rivolgo a voi con quanto ha scritto papa Francesco nel recentissimo Messaggio per la Giornata Mondiale per la pace che si celebrerà il prossimo 1° gennaio 2025. Mi sembra un testo utile a riflettere sull’urgenza della pace per tutto il mondo. Il titolo del Messaggio è così significativamente espresso: Rimetti a noi i nostri debiti, concedi la tua pace.
Ecco alcuni passaggi del Messaggio per la Giornata Mondiale della pace, che ci aiutano a vivere meglio il Natale in termini di trasfigurazione della nostra realtà personale e sociale: «Nel 2025 la Chiesa Cattolica – scrive papa Francesco – celebra il Giubileo, evento che riempie i cuori di speranza. Il “giubileo” risale a un’antica tradizione giudaica, quando il suono di un corno di ariete (in ebraico yobel) ogni quarantanove anni ne annunciava uno di clemenza e liberazione per tutto il popolo (cf Lv 25,10). Questo solenne appello doveva idealmente riecheggiare per tutto il mondo (cf Lv 25,9), per ristabilire la giustizia di Dio in diversi ambiti della vita: nell’uso della terra, nel possesso dei beni, nella relazione con il prossimo, soprattutto nei confronti dei più poveri e di chi era caduto in disgrazia. Il suono del corno ricordava a tutto il popolo, a chi era ricco e a chi si era impoverito, che nessuna persona viene al mondo per essere oppressa: siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, nati per essere liberi secondo la volontà del Signore (cf Lv 25,17.25.43.46.55). Anche oggi, il Giubileo – aggiunge papa Francesco – è un evento che ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra. Al posto del corno, all’inizio di quest’Anno di Grazia, noi vorremmo metterci in ascolto del “grido disperato di aiuto” che, come la voce del sangue di Abele il giusto, si leva da più parti della terra (cf Gen 4,10) e che Dio non smette mai di ascoltare. A nostra volta ci sentiamo chiamati a farci voce di tante situazioni di sfruttamento della terra e di oppressione del prossimo. Tali ingiustizie assumono a volte l’aspetto di quelle che S. Giovanni Paolo II definì “strutture di peccato”, poiché non sono dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma si sono per così dire consolidate e si reggono su una complicità estesa. Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, a partire da quelle azioni che, anche solo indirettamente, alimentano i conflitti che stanno flagellando l’umanità. Si fomentano e si intrecciano, così, sfide sistemiche, distinte ma interconnesse, che affliggono il nostro pianeta. Mi riferisco, in particolare, alle disparità di ogni sorta, al trattamento disumano riservato alle persone migranti, al degrado ambientale, alla confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, al rigetto di ogni tipo di dialogo, ai cospicui finanziamenti dell’industria militare. Sono tutti fattori di una concreta minaccia per l’esistenza dell’intera umanità».
Con queste parole nella mente e nel cuore, che ci preparano al prossimo Anno Giubilare, viviamo il Natale di Gesù in noi e nell’umanità. Auguri a tutti, piccoli e grandi.

 

+ Mario Toso