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I Domenica di Avvento: la Diocesi celebra la giornata per la Casa del clero

Ci ritroviamo in questa prima domenica di Avvento per ricordare la Casa del Clero, struttura eretta per accogliere sacerdoti “fisicamente non più giovani”. Al momento sono ospitati e custoditi tredici sacerdoti, assistiti secondo le condizioni di ciascuno. Particolarmente importanti sono i momenti di vita comunitaria: la condivisione dei pasti in refettorio e soprattutto la celebrazione della Messa ogni mattina alle 10. Questo momento è davvero il più importante perché lì ci si sente veramente famiglia, tutti assieme al Signore, e lì si portano e si accettano i problemi della salute, delle sofferenze fisiche, e non solo, da sopportare… Nella celebrazione Eucaristica si ricarica ogni mattina la batteria del nostro cuore.

In questo ultimo anno sono tornati alla casa del Padre don Pietro Magnanini e don Giuseppe Gallazzi, due sacerdoti molto stimati e amati, che nel loro ministero hanno trasmesso bontà d’animo, una fede grande e saggia, cultura umana e religiosa e sempre totale disponibilità verso tutti.

Una casa di relazioni

Ognuno dei sacerdoti presenti porta con sé un vissuto di relazioni, situazioni, problemi affrontati che difficilmente sono paragonabili alla vita dei nostri giorni; eppure quanta saggezza esce da questi ricordi e memorie. Proprio per questo è sempre auspicabile che i sacerdoti ospiti alla Casa del clero abbiano la possibilità di incontrare qualcuno dalle parrocchie dove hanno vissuto il loro ministero, per fare memoria e rivivere tanti momenti della vita umana e religiosa… di altri tempi.

Questa casa vuole essere anche punto di riferimento per i sacerdoti ancora in piena attività pastorale, anche per i più giovani. È vero che idee, proposte pastorali, tecnologie e metodi di lavoro sono oggi molto diversi da quelli di un tempo, ma tutti abbiamo in comune un obiettivo da proporre e raggiungere: conoscere sempre meglio e più il Signore per volergli bene e in questo trovare felicità. La gestione di questa struttura con tutti i servizi connessi richiede un impegno economico notevole, per la maggior parte coperto dalle rette dei sacerdoti accolti, ma anche la Diocesi deve intervenire per chiudere il bilancio.

Come donare

Il nostro vescovo monsignor Mario Toso ha voluto che, nella nostra Diocesi, ogni anno la I domenica di Avvento fosse riservata alla conoscenza di questa realtà ed anche poter dare un aiuto economico sia attraverso le proprie parrocchie o direttamente con l’Iban della Casa del clero: IT36 G085 4223 7000 0000 0035 922. Un aiuto altrettanto gradito e utile è sempre ben accetto per coloro che volontariamente mettono qualche ora a disposizione per i tanti servizi necessari in questa struttura.

Per questo e per qualsiasi necessità di informazioni o altro contattare il coordinatore Danilo Cicognani: 0546 661396 oppure 347 7108552.


Schede di Avvento: “camminiamo nella luce del Signore”

Le quattro settimane di Avvento ci incoraggiano a riconoscere la misteriosa presenza del Signore
che squarcia i cieli per visitare il nostro presente
e colmarlo del chiarore della sua luce e della fragranza del suo profumo.
– Mons. Baturi, Segretario CEI

 

Per aiutare le comunità a celebrare l’Avvento, vengono pubblicate le schede dell’Ufficio Liturgico nazionale della CEI
e le schede bibliche preparate dal Settore Catechesi.

 

→ Introduzione all’Avvento

 

I DOMENICA DI AVVENTO (30 novembre)

→ Schede bibliche
→ Schede liturgiche

 

II DOMENICA DI AVVENTO (7 dicembre)

→ Schede bibliche
→ Schede liturgiche

 

IMMACOLATA CONCEZIONE B.V. MARIA (8 dicembre)

→ Schede liturgiche

 

III DOMENICA DI AVVENTO (14 dicembre)

→ Schede bibliche
→ Schede liturgiche

 

IV DOMENICA DI AVVENTO (21 dicembre)

→ Schede bibliche
→ Schede liturgiche

 

→ Celebrazione penitenziale

→ Novena di Natale (16-24 dicembre)

→ Canto della Kalenda (Elogio del Natale)

→ Canto dell’annuncio della Pasqua (Epifania)

 

Altre proposte:

→ Il Calendario liturgico dell’Emilia-Romagna

→ Avvento: attendere è #andareverso (percorso Uniti nel dono)


Ordinazione di Rosario Oddo, Opera Santa Maria della Luce

 

Ordinazione presbiterale di Don Rosario Oddo nella Cattedrale di Faenza

La comunità diocesana di Faenza-Modigliana si prepara a vivere un momento di grande gioia: l’ordinazione presbiterale di Don Rosario Oddo, appartenente all’Opera Santa Maria della Luce.
La celebrazione si terrà sabato 15 novembre alle ore 18.00 nella Cattedrale di Faenza, e sarà presieduta da S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza-Modigliana.

Durante la liturgia, Don Rosario riceverà l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria, segni del dono dello Spirito Santo che lo configureranno pienamente a Cristo sacerdote.
L’intera comunità è invitata a partecipare, unendosi nella preghiera e nella gioia per questo importante passo nel cammino di fede e di servizio della nostra Chiesa.


Seconda edizione del libro del Vescovo “Gioia e speranza”

La seconda edizione di Gioia e speranza. Evangelizzazione, catechesi, insegnamento sociale di S.E. Mons. Mario Toso, giunge in coincidenza con la promulgazione dell’Esortazione apostolica Dilexi te sull’amore verso i poveri di Leone XIV. In questa Esortazione Leone XIV offre ulteriori motivazioni di impegno nell’evangelizzazione del sociale. Egli sostiene che la proposta del Vangelo non è soltanto quella di un rapporto individuale ed intimo con il Signore. La proposta è più ampia ed è rappresentata dalla partecipazione dei credenti alla costruzione del Regno di Dio. Le comunità cristiane, le varie Associazioni e Movimenti, sono chiamate e inviate a edificare una società animata dall’amore di Cristo che ricapitola in sé tutte le cose, in tutti gli ambiti della vita sociale.

Il volume, anche in dialogo con il Documento finale del Cammino sinodale, apre linee di impegno e di azione nell’ambito dell’evangelizzazione, della catechesi, dell’insegnamento sociale.

Il libro è acquistabile in libreria e negli store online.

 

 

 


Diocesi in lutto per don Giuseppe Gallazzi. Il 3 novembre le esequie in Cattedrale presiedute dal Vescovo

Comunità diocesana in lutto per la morte di don Giuseppe Gallazzi, nella serata del 29 ottobre 2025. La santa messa esequiale, presieduta dal vescovo monsignor Mario Toso, sarà celebrata lunedì 3 novembre alle 10 in Cattedrale a Faenza. La salma sarà esposta all’obitorio dell’ospedale di Faenza domenica 2 novembre, dalle 7.30 alle 18 e lunedì 3 novembre dalle 7.30 alle 9.30.

Don Giuseppe Gallazzi nacque a Sant’Ilario d’Enza (Reggio Emilia) il 30 marzo 1946. Venne ordinato presbitero il 4 ottobre 1969. È stato vicario cooperatore a Granarolo fino al 1982 quando diviene parroco di Villa Prati. Nel 1995 è nominato parroco di Santo Stefano in Cotignola e arciprete del capitolo Collegiato. Negli anni 1975-80 è stato addetto alla cassa diocesana. Nel 1998 viene nominato amministratore parrocchiale di S. Severo in Serraglio. È stato vicario foraneo di Bagnacavallo–Cotignola e membro di diritto del Consiglio Presbiterale.

Nel novembre del 2009 venne nominato parroco in solido non moderatore di S. Maria in Alfonsine, Ss. Cuore in Alfonsine e S. Giuseppe in Fiumazzo e successivamente amministratore parrocchiale di Madonna del Bosco (5 novembre 2013) e di Taglio Corelli (31 maggio 2014). Dal 18 gennaio 2014 al 9 dicembre 2015 è stato membro del Consiglio di amministrazione della Casa del Clero “Cardinale Amleto G. Cicognani”. Dal 24 luglio 2021 è stato nominato parroco in solido non moderatore della Parrocchia di S Giovanni Battista in Fusignano. Dopo breve malattia si è addormentato nel Signore, il 29 ottobre 2025.


Iniziative pastorale sociale

La Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana invita a partecipare a tre significative iniziative che uniscono cultura, fede e impegno civile.

 


1. Mostra su Alcide De Gasperi – “Un uomo ispirato dalla fede”

Dal 3 al 7 novembre, presso il Salone delle Bandiere (sede del Comune di Faenza), sarà allestita una mostra dedicata alla figura di Alcide De Gasperi, statista e padre della democrazia italiana.
L’esposizione ne racconta la profondità umana e spirituale, mettendo in luce la fede che ha ispirato la sua azione politica e sociale.

Diversi insegnanti di religione delle scuole superiori accompagneranno le classi quarte e quinte alla visita, ma l’iniziativa è aperta anche ai gruppi giovanili di parrocchie, movimenti e associazioni.
Su richiesta è possibile partecipare a una visita guidata (per informazioni e prenotazioni: pastoralesociale@diocesifaenza.it – Luca Ghirotti 333 4122749).

La sera di mercoledì 5 novembre si terrà inoltre un incontro con il senatore Giorgio Tonini, che offrirà una riflessione sull’eredità politica e culturale di De Gasperi.

 


2. Corso per “Animatori di Comunità” della Comunità Energetica Rinnovabile

Il secondo appuntamento è rivolto a giovani e adulti, universitari o lavoratori, interessati ai temi dell’ecologia e della solidarietà.
La Comunità Energetica Rinnovabile Ecologia Integrale, che ha già avviato i primi impianti e raggiunto un centinaio di soci, intende farsi conoscere nelle comunità parrocchiali e associative del territorio.

Per questo organizza un corso di formazione per “animatori di comunità”, con l’obiettivo di formare persone capaci di promuovere e diffondere il progetto solidale della CER nei propri ambienti di vita e di fede.
Gli incontri si terranno il 10 e il 17 novembre.

 


3. Tre incontri “Temi di pastorale sociale”

La Pastorale Sociale ha contribuito al programma della Scuola di formazione teologica della Diocesi di Faenza-Modigliana con tre incontri su temi che si ritengono particolarmente significativi: le encicliche sociali fra Ottocento e Novecento,  Monti di Pietà e Monti dotali fra solidarietà e finanza, l’impegno dei cattolici in politica: Alcide De Gasperi ed Aldo Moro. L’anno prossimo sarà l’ottavo centenario dalla morte di S. Francesco al quale molto è dovuto in riferimento alla nascita dei Monti di pietà. Saranno con noi a ragionare su questi temi esperti di particolare competenza quali Giampaolo Venturi, storico e studioso delle encicliche sociali, Giulia Gioeli, dell’Istituto italiano per gli Studi Storici e Leonardo Brancaccio, segretario generale della Scuola di Economia civile. In questo link si trova una piccola guida dei corsi proposti: https://www.scuolateologia.diocesifaenza.it/temi-di-pastorale-sociale/

 


L’equipe di Pastorale Sociale ringrazia tutti coloro che parteciperanno e invita a diffondere queste iniziative nei propri contesti comunitari e associativi.

 

 

 

     


Al via i corsi della Scuola di formazione teologica

La fede non è mai un capitolo chiuso, e la formazione cristiana non può esaurirsi nei pochi anni del catechismo o nelle lezioni seguite da ragazzi. «La nostra conoscenza di Gesù non può rimanere ferma all’infanzia o alla giovinezza – spiega Riccardo Drei, nuovo direttore della Scuola di formazione teologica San Pier Damiani –. La vita ci porta a crescere, a fare incontri, esperienze, scelte. Gesù desidera entrare in questo processo, accompagnarci fino all’ultimo giorno. Lo studio della teologia ci aiuta ad affinare l’orecchio, ad ascoltare Dio che ci parla attraverso la Scrittura, la liturgia, le relazioni e persino il lavoro quotidiano». Con questo spirito si apre il nuovo anno 2025-26 della Scuola diocesana, un percorso pensato per tutti: laici, catechisti, operatori pastorali, insegnanti di religione, consacrati, ma anche semplici credenti desiderosi di approfondire la propria fede e persone in ricerca.

Tutte le info su corsi, orari e varie sul nuovo sito della Scuola.

Il ciclo istituzionale

L’offerta formativa si articola in due grandi filoni. Il ciclo istituzionale propone un percorso strutturato di quattro anni: un anno base seguito da tre cicli di corsi che si alternano. Chi si iscrive al primo anno avrà lezioni di Introduzione alla teologia, Introduzione alla Sacra Scrittura, Ecclesiologia, Teologia morale, Teologia spirituale e Introduzione alla liturgia. Negli anni successivi si affrontano materie quali Cristologia, Antropologia filosofica e teologica, Morale sociale, Sacramenti, Liturgia delle Ore e lo studio di testi biblici come i Libri sapienziali e il Vangelo di Giovanni.

I corsi del ciclo pastorale

Accanto a questo, il ciclo pastorale offre una serie di corsi singoli e tematici, pensati per affrontare le sfide più attuali della Chiesa e della società. Per il nuovo anno spiccano titoli come Le sfide dell’intelligenza artificiale, Ero malato e mi avete visitato, Occasioni missionarie nella parrocchia, Vivere secondo la domenica, Chiesa, famiglia educante, Introduzione all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. Un’occasione per riflettere insieme su pastorale, catechesi, impegno sociale, dialogo e missione, con uno sguardo attento al mondo contemporaneo.

 

 

Ecco alcuni dei corsi in partenza nei prossimi giorni. Tra i corsi della Scuola di formazione teologica, figura anche quello in collaborazione con la Pastorale della salute, Ero malato e mi avete visitato. Il primo incontro sarà lunedì 27 ottobre Il malato nel nuovo testamento con don Luca Ravaglia. A seguire, il 3 novembre, La speranza nella relazione di cura, con la dottoressa Stefania Fabbri, psicologa e psicoterapeuta. Infine lunedì 10 novembre don Alberto Luccaroni tratterà de I sacramenti nella consolazione.

Il settore Ministeri istituiti propone invece il percorso Occasioni missionarie nelle parrocchie. Il primo incontro sarà mercoledì 29 ottobre La parrocchia missionaria con il vicario generale don Michele Morandi. Il successivo incontro sarà il 5 novembre con don Stefano Vecchi e l’équipe della Pastorale familiare, Incontrando le famiglie. Il terzo incontro è il 12 novembre con suor Nadia Pompili Quali esperienze proporre ai giovani “lontani”. Il 19 novembre Accoglienza e ri-accoglienza nella Chiesa con don Matteo Babini e l’équipe Catecumenato. Il 26 novembre Il tempo del creato con don Mirko Santandrea e infine il 3 dicembre Il consiglio pastorale con l’équipe del Cammino sinodale.

Un’ulteriore occasione di formazione è il percorso Temi di Pastorale sociale. Il primo incontro sarà lunedì 17 novembre con Giampaolo Venturi su Encicliche sociali tra Ottocento e Novecento. Seguiranno ulteriori incontri il 24 novembre e il 1 dicembre. Tutti gli incontri si svolgono in Seminario nella sala San Pier Damiani alle 20.30 (viale Stradone 30, contributo serata 5 euro).

La Scuola non rilascia titoli di studio accademici, ma un attestato diocesano che certifica i corsi frequentati e gli esami sostenuti. I contributi sono 90 euro l’anno per il ciclo istituzionale (o 30 euro a corso) e 5 euro a serata per i corsi pastorali. «L’intento – sottolinea Drei – è quello di proporre a tutti un cammino sostenibile, senza barriere economiche, ma con serietà e impegno».

Il vescovo Mario: “Contrastare il divorzio tra fede e vita”

La missione della Scuola, come ricorda il vescovo Mario nel documento di presentazione, è quella di «contrastare il divorzio tra teologia e pastorale, tra fede e vita». Non uno studio astratto, dunque, ma un’occasione per leggere la realtà alla luce del Vangelo al servizio della Chiesa (Lumen Gentium). I riferimenti sono quelli del Concilio Vaticano II: la Scrittura come “anima di tutta la teologia” (Dei Verbum), la liturgia come “sorgente del vero spirito cristiano” (Sacrosanctum Concilium), la Dottrina sociale come via di dialogo con i problemi e le ferite del nostro tempo (Gaudium et spes).

«La teologia – spiega Drei – non serve a riempire la testa di concetti, ma ad allargare lo sguardo. Ci aiuta a vedere Dio all’opera non solo nei luoghi sacri, ma anche nella quotidianità: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni. Può darci le parole giuste per rendere ragione della nostra fede, ma anche, semplicemente, può insegnarci a porci le domande giuste, quelle che fanno crescere». L’obiettivo è creare una «mentalità teologale», cioè un modo di pensare che unisca ragione e fede, capace di illuminare la vita personale e comunitaria. «La formazione teologica – conclude Drei – non è solo un arricchimento individuale: porta frutto nelle nostre comunità. Un catechista formato, un insegnante preparato, un laico consapevole diventano risorsa preziosa per tutta la Chiesa». La scuola vuole così essere un servizio alla diocesi e al territorio, perché la fede cresca matura e capace di dialogare con la storia e con il mondo di oggi.

Il nuovo anno è alle porte. Le iscrizioni sono aperte, i programmi dettagliati sono consultabili sul sito della diocesi. Non occorrono prerequisiti particolari, se non il desiderio di mettersi in gioco e di approfondire la fede. L’invito è chiaro: varcare la soglia della Scuola di formazione teologica non significa intraprendere un percorso “per specialisti”, ma accogliere un dono che può cambiare lo sguardo sulla vita e rendere più feconda la nostra appartenenza alla Chiesa.

La lezione inaugurale sarà mercoledì 1 ottobre alle 20.30 nel refettorio del Seminario diocesano con un incontro sull’Intelligenza artificiale: ospite sarà don Luca Peyron, uno dei massimi esperti italiani in materia, che tratterà di Vivere e sperare nel tempo delle macchine intelligenti.


Giornata diocesana del Creato a Traversara, il vescovo Mario: “Sulla questione ambientale, alle parole seguano i fatti”

Di seguito riportiamo il Messaggio del vescovo, monsignor Mario Toso, pronunciato in occasione delle Giornata di preghiera per la custodia del Creato, la cui celebrazione si è svolta il 12 settembre a Traversara, paese ferito dall’alluvione del 2024.

Il messaggio del vescovo

Saluto, in particolare, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia S. Ecc. Mons. Lorenzo Ghizzoni, i rappresentanti delle Chiese ortodosse sempre fedeli a questa iniziativa interdiocesana, la Coldiretti Ravenna, i Carabinieri-Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, Confcooperative Ravenna, il MCL Ravenna e le ACLI di Ravenna, tutti coloro che hanno promosso e realizzato la celebrazione della Giornata del Creato, che ricorre il 1° settembre e che si svolge oggi qui a Traversara. Al termine della preghiera, i partecipanti saranno invitati a condividere la cena comunitaria. Il ricavato delle libere offerte sarà destinato a sostenere la comunità di Traversara, in un gesto concreto di solidarietà. Il tema per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato è stato scelto da papa Francesco: Essere semi di Pace e di Speranza. Nel contesto del Giubileo «Pellegrini di Speranza» acquista il suo pieno significato. Ma il contesto più vasto, in cui tutti noi siamo chiamati a celebrare la Giornata di preghiera per la Cura del creato, è la realizzazione del Regno di Dio. Una tale celebrazione, che sollecita a essere semi di pace e di speranza, a compiere, cioè, azioni di giustizia, che non considerano il creato o i popoli una merce di scambio, un bene da negoziare, ma li custodiscono e li aiutano a svilupparsi nel rispetto del diritto internazionale, ha come obiettivo di costituirci realizzatori del Regno di Dio. Riusciremo ad essere costruttori del Regno di Dio – ovviamente da non intendersi come un regno terreno, cioè come una monarchia o comunque un’altra forma di governo come quelle che reggono gli Stati moderni – se vivremo l’Amore di Cristo, se moriremo in Cristo (cf Gv 12,24). Saremo veri semi di pace e di speranza, saremo efficaci costruttori del Regno di Dio – il che importa che tutti noi viviamo ordinando il creato, le istituzioni, le organizzazioni e le relazioni secondo il fine voluto dal Padre -, se saremo come il Seme, che è Cristo, se vivremo uniti a Lui, che si è consegnato interamente alla terra-umanità e morendo in questa, per Dio, con la forza dirompente del suo Dono, l’ha redenta, trasfigurata, facendo germogliare cieli nuovi e terra nuova. Per trasformare i deserti in giardini e proseguire in questo mondo la realizzazione del Regno di Dio, siamo chiamati, all’atto pratico, a prevenire anche le alluvioni – ben cinque nel nostro territorio e qui a Traversara, purtroppo, sono ancora visibili le terribili devastazioni –; a prevenirle, per quanto umanamente possibile. Ossia effettuando la messa in sicurezza dei fiumi e dei territori. Evitando la cementificazione selvaggia, l’incuria dei beni collettivi, tutelando le coltivazioni e le imprese, promuovendo l’educazione all’ecologia integrale, allo sviluppo sostenibile ed inclusivo. Il creato può cadere in rovina e trasformarsi in una trappola mortale, specie per i più poveri e gli emarginati, quando la stessa corsa alle armi – malauguratamente ripresa nel contesto della terza guerra mondiale a pezzi –, gli stessi conflitti, più di 32 nel mondo, giungono ad avere la priorità rispetto alla sicurezza alimentare, alla sconfitta della piaga della povertà, della fame nel mondo e delle carestie, provocate dalle stesse guerre, dalla volontà e dell’azione umana. Bene ha fatto il pontefice Leone XIV a citare nel Messaggioper la cura del Creato, il volume Terra e cibo, preparato, a suo tempo, dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che stigmatizzò,  circa quindici anni fa, la cosiddetta politica della «terra bruciata», ossia quell’insieme di azioni volute dai politici e dai comandi militari che con incendi delle messi, delle fattorie, con il collocamento delle mine in zone agricole o di transito, con la distruzione di materiale agricolo e di infrastrutture idriche, di depositi di combustibili e altro ancora, intendono danneggiare le popolazioni, causando spostamenti massici, concentrazioni di rifugiati in zone non accoglienti o straniere.[1] Distruggere il Creato, per questo o quel motivo, finisce per causare la rivincita della stessa natura trascurata o depredata. Il fatto si è che non abbiamo un pianeta di riserva. Occorre cambiare mentalità, stili di vita. Soprattutto, occorre prendere seriamente in considerazione la giustizia ambientale che, in realtà, è questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per noi credenti è pure un’esigenza eminentemente teologica, che richiede, al fine di non contrastare la redenzione e la trasfigurazione di Cristo, la conversione della mente e del cuore. Facciamo seguire, dunque, i fatti alle parole. Non contrastiamo l’opera di ricapitolazione di tutte le cose in Cristo. Non rinunciamo a compiere la missione dei costruttori del Regno di Dio. Apriamo e aumentiamo sentieri di speranza, con le buone pratiche, là ove ci attende Cristo redentore già presente e operante a nostro favore. Diamo gloria a Lui con le nostre molteplici opere, non esclusa la Comunità energetica che la Diocesi di Faenza-Modigliana ha fondato.

+ Mario Toso


Il 6 settembre la Festa diocesana dei nonni a San Biagio

La comunità diocesana, alla parrocchia di San Biagio a Faenza, si prepara a vivere un momento di gioia e di condivisione con la festa dedicata ai nonni, in programma sabato 6 settembre 2025. L’iniziativa, promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e diverse realtà associative del territorio (Pastorale Salute, Caritas, Unitalsi, Avulss, Anteas, Centro sociale Laderchi, Auser, Centro sociale Amici dell’Abbondanza, Centro sociale Granarolo, Centro sociale Porta Nuova Russi) si terrà dalle 15.30 alle 18.30 presso la parrocchia di via Strocchi di San Biagio, 27.

Il pomeriggio sarà un’occasione speciale per celebrare la presenza e l’importanza dei nonni nella vita delle famiglie e delle comunità. Tra musica, intrattenimento e convivialità, il programma prevede anche un momento di preghiera comunitaria: alle ore 17 verrà celebrata la Santa Messa, fulcro dell’incontro.

L’iniziativa, che si svolgerà anche in caso di maltempo negli spazi interni della parrocchia, intende essere non solo una festa, ma anche un segno concreto di vicinanza e gratitudine verso le persone anziane. Per chi avesse necessità di un passaggio o desiderasse ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi ai referenti parrocchiali, alle associazioni o ai centri sociali coinvolti.

Un appuntamento che vuole mettere al centro il valore della memoria, dell’esperienza e dell’amore dei nonni, in una giornata di fraternità e di incontro.