Author: samuelemarchi

San Valentino: il 12 febbraio Ape-ritiro, pizzata e veglia in cammino verso il matrimonio

Anche quest’anno festeggiamo l’Amore, l’Amore delle oltre cento coppie che decidono di approfondire il loro cammino verso il matrimonio, frequentando i vari percorsi in preparazione. Ci si ritrova <domenica 12 febbraio, insieme anche alle coppie di sposi che sono affezionate a questo momento diocesano, alla parrocchia San Francesco a Faenza.
Il programma di quest’anno sarà in versione estesa. Oltre alla tradizionale veglia delle 20,30, in cui riflettiamo, meditiamo, preghiamo come coppia, è stato introdotto, presso i locali del teatro parrocchiale, l’Ape-ritiro dalle 17 alle 19 e volendo la pizzata insieme dalle 19 alle 20, in attesa della veglia.
L’Ape-ritiro vuole essere un momento laboratoriale di esperienza e confronto all’interno della coppia. Spesso il nostro modo di rapportarci con la realtà circostante è chiuso, staccato. Con questa attività di coppia, vogliamo dare la possibilità di guardare e sperimentare il mondo che ci circonda con altri occhi, con cuore aperto.
I due momenti, fanno parte della stesa iniziativa, sono pensati per essere vissuti insieme, in particolare per le coppie incamminate verso il matrimonio.
Le iniziative sono comunque, frequentabili anche singolarmente, aperte a tutti, per continuare a credere nell’Amore, nella coppia, e festeggiarla, affidandola al Signore che l’ha creata, la sostiene e la ama da sempre.

 

Pastorale familiare


Giornata per la vita: il 4 e 5 febbraio anche a Faenza il Cav in piazza con le primule

In occasione della 45esima Giornata per la vita, domenica 5 febbraio, nelle parrocchie della Diocesi di Faenza-Modigliana e in piazza del Popolo di Faenza torna l’iniziativa “Una primula per la vita”.

Il ricavato andrà a sostegno delle attività del Centro di aiuto alla vita e del “Progetto Gemma” (adozione prenatale a distanza).

Volontarie e volontari del Cav di Faenza saranno inoltre sabato 4 febbraio dalle 8 alle 20 e domenica 5 febbraio dalle 8.30 alle 13 presso lo shopping center La Filanda. Sempre sabato e domenica, dalle 8.30 fino alle 19.00 circa, saremo anche in Piazza della Libertà. Sabato pomeriggio per tutti i bambini sarà presente una trucca bimbi, mentre domenica il pomeriggio sarà animato dai Bastardjazz.


Il 5 febbraio la Giornata per la Vita: il messaggio dei vescovi

In questo nostro tempo, quando l’esistenza si fa complessa e impegnativa, quando sembra che la sfida sia insuperabile e il peso insopportabile, sempre più spesso si approda a una “soluzione” drammatica: dare la morte. Certamente a ogni persona e situazione sono dovuti rispetto e pietà, con quello sguardo carico di empatia e misericordia che scaturisce dal Vangelo. Siamo infatti consapevoli che certe decisioni maturano in condizioni di solitudine, di carenza di cure, di paura dinanzi all’ignoto… È il mistero del male che tutti sgomenta, credenti e non. Ciò, tuttavia, non elimina la preoccupazione che nasce dal constatare come il produrre morte stia progressivamente diventando una risposta pronta, economica e immediata a una serie di problemi personali e sociali. Tanto più che dietro tale “soluzione” è possibile riconoscere importanti interessi economici e ideologie che si spacciano per ragionevoli e misericordiose, mentre non lo sono affatto.
Quando un figlio non lo posso mantenere, non l’ho voluto, quando so che nascerà disabile o credo che limiterà la mia libertà o metterà a rischio la mia vita… la soluzione è spesso l’aborto.
Quando una malattia non la posso sopportare, quando rimango solo, quando perdo la speranza, quando vengono a mancare le cure palliative, quando non sopporto veder soffrire una persona cara… la via d’uscita può consistere nell’eutanasia o nel “suicidio assistito”. Quando la relazione con il partner diventa difficile, perché non risponde alle mie aspettative… a volte l’esito è una violenza che arriva a uccidere chi si amava – o si credeva di amare –, sfogandosi persino sui piccoli e all’interno delle mura domestiche.
Quando il male di vivere si fa insostenibile e nessuno sembra bucare il muro della solitudine… si finisce non di rado col decidere di togliersi la vita.
Quando l’accoglienza e l’integrazione di chi fugge dalla guerra o dalla miseria comportano problemi economici, culturali e sociali… si preferisce abbandonare le persone al loro destino, condannandole di fatto a una morte ingiusta. Quando si acuiscono le ragioni di conflitto tra i popoli… i potenti e i mercanti di morte ripropongono sempre più spesso la “soluzione” della guerra, scegliendo e propagandando il linguaggio devastante delle armi, funzionale soprattutto ai loro interessi.

Così, poco a poco, la “cultura di morte” si diffonde e ci contagia.

Per una “cultura di vita”

Il Signore crocifisso e risorto – ma anche la retta ragione – ci indica una strada diversa: dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita. Ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa. Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri. Ci muove a rallegrarci per i tanti uomini e le donne, credenti di tutte le fedi e non credenti, che affrontano i problemi producendo vita, a volte pagando duramente di persona il loro impegno; in tutti costoro riconosciamo infatti l’azione misteriosa e vivificante dello Spirito, che rende le creature “portatrici di salvezza”. A queste persone e alle tante organizzazioni schierate su diversi fronti a difesa della vita va la nostra riconoscenza e il nostro incoraggiamento.

Ma poi, dare la morte funziona davvero?

D’altra parte, è doveroso chiedersi se il tentativo di risolvere i problemi eliminando le persone sia davvero efficace.
Siamo sicuri che la banalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza elimini la ferita profonda che genera nell’animo di molte donne che vi hanno fatto ricorso? Donne che, in moltissimi casi, avrebbero potuto essere sostenute in una scelta diversa e non rimpianta, come del resto prevedrebbe la stessa legge 194 all’art.5. È questa la consapevolezza alla base di un disagio culturale e sociale che cresce in molti Paesi e che, al di là di indebite polarizzazioni ideologiche, alimenta un dibattito profondo volto al rinnovamento delle normative e al riconoscimento della preziosità di ogni vita, anche quando ancora celata agli occhi: l’esistenza di ciascuno resta unica e inestimabile in ogni sua fase.
Siamo sicuri che il suicidio assistito o l’eutanasia rispettino fino in fondo la libertà di chi li sceglie – spesso sfinito dalla carenza di cure e relazioni – e manifestino vero e responsabile affetto da parte di chi li accompagna a morire?
Siamo sicuri che la radice profonda dei femminicidi, della violenza sui bambini, dell’aggressività delle baby gang… non sia proprio questa cultura di crescente dissacrazione della vita?
Siamo sicuri che dietro il crescente fenomeno dei suicidi, anche giovanili, non ci sia l’idea che “la vita è mia e ne faccio quello che voglio?” Siamo sicuri che la chiusura verso i migranti e i rifugiati e l’indifferenza per le cause che li muovono siano la strategia più efficace e dignitosa per gestire quella che non è più solo un’emergenza?
Siamo sicuri che la guerra, in Ucraina come nei Paesi dei tanti “conflitti dimenticati”, sia davvero capace di superare i motivi da cui nasce? «Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione» (Francesco, Omelia al sacrario di Redipuglia, 13 settembre 2014).

La “cultura di morte”: una questione seria

Dare la morte come soluzione pone una seria questione etica, poiché mette in discussione il valore della vita e della persona umana. Alla fondamentale fiducia nella vita e nella sua bontà – per i credenti radicata nella fede – che spinge a scorgere possibilità e valori in ogni condizione dell’esistenza, si sostituisce la superbia di giudicare se e quando una vita, foss’anche la propria, risulti degna di essere vissuta, arrogandosi il diritto di porle fine.
Desta inoltre preoccupazione il constatare come ai grandi progressi della scienza e della tecnica, che mettono in condizione di manipolare ed estinguere la vita in modo sempre più rapido e massivo, non corrisponda un’adeguata riflessione sul mistero del nascere e del morire, di cui non siamo evidentemente padroni. Il turbamento di molti dinanzi alla situazione in cui tante persone e famiglie hanno vissuto la malattia e la morte in tempo di Covid ha mostrato come un approccio meramente funzionale a tali dimensioni dell’esistenza risulti del tutto insufficiente.
Forse è perché abbiamo perduto la capacità di comprendere e fronteggiare il limite e il dolore che abitano l’esistenza, che crediamo di porvi rimedio attraverso la morte?

Rinnovare l’impegno

La Giornata per la vita rinnovi l’adesione dei cattolici al “Vangelo della vita”, l’impegno a smascherare la “cultura di morte”, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse. Rinvigorisca una carità che sappia farsi preghiera e azione: anelito e annuncio della pienezza di vita che Dio desidera per i suoi figli; stile di vita coniugale, familiare, ecclesiale e sociale, capace di seminare bene, gioia e speranza anche quando si è circondati da ombre di morte.


Il vescovo Mario dona libro in russo “Per una nuova democrazia” all’ong Memorial, premio Nobel per la pace 2022

La ricerca della verità, a ogni costo. L’andare controcorrente mettendo al centro le vite di persone dimenticate nelle atrocità dei gulag sovietici. In tutto finora è stato dato un volto, un nome e una storia a oltre tre milioni di persone, e ancora tante restano nell’oblio. Giorno dopo giorno si riporta alla luce una storia che, ancora oggi, si vuole nascondere e che ha tanto da insegnarci. Sono stati diversi gli spunti emersi dall’incontro di sabato scorso, a Faenza, con Elena Zhemkova, presidente dell’ong Memorial, associazione russa premiata con il Nobel per la pace 2022.

L’incontro organizzato dal Centro di solidarietà di Faenza, che ha avuto il patrocinio della Diocesi e del Comune, ha permesso di conoscere più da vicino l’attività dell’organizzazione Memorial, che da anni è impegnata per ricostruire e custodire la memoria delle atrocità di massa compiute per ragioni politiche dal regime sovietico all’inizio del ‘900 e per difendere i diritti umani, ovunque essi siano minacciati. Come nel caso della Russia odierna. Qui il presidente Putin, in un contesto di propaganda, ha fatto diventare reato associare la parola ‘guerra’ all’invasione Ucraina. E in questo contesto in cui la verità viene messa a tacere, anche Memorial è diventata fuorilegge, tanto che Zhemkova oggi vive in esilio a Berlino, dove porta avanti con coraggio le attività dell’ong.

La ricerca della verità. Sempre

E proprio per gettare tasselli per costruire la pace, all’incontro ha partecipato anche il vicario generale della Diocesi don Michele Morandi, che ha donato a Zhemkova il libro del vescovo monsignor Mario Toso “Per una nuova democrazia” (edito dalla Libreria editrice vaticana) tradotto in lingua russa. Nel racconto di Zemkhova, ha colpito come la ricerca sui crimini sovietici sia partita solo negli anni Ottanta, con la glasnost di Gorbaciov «Si è trattato di una liberazione – ha detto l’attivista russa – ma da allora mi sono chiesta: non ho mai saputo queste cose perché nessuno me le ha dette o perché mi andava bene la propaganda del regime e una vita tranquilla?» . Da questo interrogativo spietato, è partita la ricerca di Zehmkova. «L’esperienza progetto Memorial – spiega Alberto Billi del Centro solidarietà di Faenza – ha posto a tutti noi tante domande e interrogativi sulla nostra responsabilità su temi come la ricerca della verità. Ci ha colpito come Zhemkova abbia deciso di abbandonare i suoi progetti di vita per seguire un unico obiettivo: capire la verità, anche a costo di subire una vita scomoda e non poter tornare più in Russia».
All’incontro, moderato dal giornalista Elio Pezzi, ha partecipato anche il professor Adriano Dall’Asta, vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana, che ha sottolineato come questa tematica alberghi nel cuore di ciascuno di noi. “Un proverbio russo – ha detto – recita: dal bene al male c’è solo un passo”.
Il vicario don Michele Morandi all’incontro al salone del Podestà di Faenza.
«Anche la mostra Uomini nonostante tutto che verrà allestita dall’11 al 19 febbraio al salone delle Bandiere di Faenza – prosegue Billi – si inserisce in questo contesto e vuole lanciare tante domande ai suoi visitatori. Ci basta una vita tranquilla e agiata, o abbiamo il dovere di aspirare a qualcosa di più e lottare per la ricerca della verità? I grandi cambiamenti della storia non vengono fatti dai capi di stato, ma dalla consapevolezza che una comunità si costruisce attorno a questi temi».

Il libro

Questo saggio edito nel 2016 è lo sviluppo di un precedente volume, rivisto ed ampliato, intitolato “Riappropriarsi della democrazia”. Con riferimento all’attualità si sottolinea l’importanza di reagire all’individualismo libertario imperante che smantella lo Stato di diritto ed erode, con il bene comune inclusivo di tutti, la

Assemblea diocesana – 12 marzo

Nel contesto del Cammino sinodale, domenica 12 marzo 2023, alle 20.30, in Cattedrale a Faenza si terrà un’Assemblea diocesana con la presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.

Ci sarà una Liturgia della Parola e a seguire un dialogo con il cardinale.

Ecco il libretto della celebrazione: preghiera assemblea diocesana.

 


Sinodo dei Giovani work in progress: lunedì 6 febbraio ultimo incontro alla parrocchia del Paradiso

Lunedì scorso alla parrocchia di San Michele di Bagnacavallo si è tenuto il secondo incontro di Sinodo dei Giovani: work in progress.
Come per il primo incontro a Modigliana, anche questo ha visto la partecipazione del vescovo monsignor Mario Toso e di Riccardo Pollini, laureato in Scienze dell’Educazione presso l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, che ha presentato la sua tesi dedicata proprio al Sinodo dei Giovani di Faenza 2017-19.

Da questa tesi è nata anche una pubblicazione Esperienze sinodali edito dall’Istituto Universitario Salesiano di Venezia con introduzione del vescovo monsignor Mario Toso. Il volume è disponibile alla libreria Cultura Nuova di Faenza (piazza XI Febbraio, 13,90 euro).

Gli incontri, aperti a tutti, hanno un taglio interattivo e vogliono lanciare ulteriori stimoli in un contesto di Cammino sinodale.
Il terzo e ultimo incontro di questo ciclo si terrà lunedì 6 febbraio alle 20.45 alla parrocchia del Paradiso di Faenza.

 

Giovedì 2 febbraio a Sant’Agostino la celebrazione per la Giornata mondiale della vita consacrata

Giovedì 2 febbraio 2023 si celebra la Presentazione del Signore e la Giornata mondiale della vita consacrata. Alle 18 alla parrocchia di Sant’Agostino di Faenza sarà celebrata la messa presieduta dal vescovo Mario Toso. Sono invitati in particolare monache, suore e frati della Diocesi di Faenza-Modigliana.

Anniversari di Professione religiosa

Due anziani, Simeone e Anna, attendono nel tempio il compimento della promessa che Dio ha fatto al suo popolo: la venuta del Messia. Ma la loro attesa non è passiva, è piena di movimento. Seguiamo dunque i movimenti di Simeone: egli dapprima è mosso dallo Spirito, poi vede nel Bambino la salvezza e finalmente lo accoglie tra le braccia (cfr Lc 2,26-28) (Papa Francesco)

La storia si rinnova

80 anni di consacrazione Suor Celina Pisotta 60 anni Suor Lucia Eugubini Suor Maria Letizia Melandri Suor Maria Vincenza Melandri Suor Maria Scolastica Alpi 50 anni Suor Luisa Bassi Sr Lina Orfei

………. E continua oggi

1 anno Sr. Makdalina Nongsiej Sr. Marthina L Paliar Sr. Aitidaries Syliemlieh Sr. Rufina Nongsiej Accogliamo Gesù anche attraverso le braccia delle Sorelle della nostra Diocesi. Facciamo festa INSIEME.

Il Consiglio USMI


“Maria, madre di Misericordia”. Pellegrinaggio in Polonia dall’11 al 15 marzo

Da sabato 11 a mercoledì 15 marzo viene proposto un Pellegrinaggio in Polonia, dal titolo Maria, madre di Misericordia guidato da don Tiziano Zoli, incaricato regionale dell’Ufficio turismo e pellegrinaggi. Partendo in aereo da Forlì, e prendendo spunto dal tempo quaresimale si visiteranno tra l’altro Czestokowa, Cracovia e il santuario della Divina Misericordia, i luoghi natali di san Giovanni Paolo II e il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Per informazioni e iscrizioni entro il 3 febbraio è possibile rivolgersi all’Agenzia Viaggi Brasini (ufficio di Faenza o di Lugo 0546 680867).

Memorial, l’ong russa premiata col Nobel per la Pace 2022 a Faenza: il 28 gennaio evento patrocinato da Diocesi e Comune

Uomini nonostante tutto è il titolo dell’incontro che si terrà sabato 28 gennaio alle 10 al Salone del Podestà di Faenza. Questo rappresenta senza dubbio un evento di grande spessore culturale ed educativo per la città: ci sarà la possibilità di incontrare e conoscere direttamente i vincitori del premio Nobel per la pace 2022: l’ong russa Memorial. L’evento vede la partecipazione di Helena Zhemkova (direttrice e cofondatrice di Memorial, in foto) e del prof. Adriano Dell’Asta (professore di Lingua e Letteratura Russa all’Università Cattolica di Brescia e di Milano e vice-presidente dell’associazione Russia Cristiana). L’incontro sarà introdotto dai saluti del sindaco di Faenza, Massimo Isola e del vescovo di Faenza-Modigliana monsignor Mario Toso. Moderatore sarà Elio Pezzi, giornalista, poeta e scrittore.

L’incontro, patrocinato dal Comune e dalla Diocesi, rappresenterà la possibilità di conoscere più da vicino l’attività dell’organizzazione Memorial, che da anni è impegnata per ricostruire e custodire la memoria delle atrocità di massa compiute per ragioni politiche dal regime sovietico all’inizio del ‘900 e per difendere i diritti umani, ovunque essi siano minacciati.

Testimonianze da Memorial: dall’11 al 19 febbraio la mostra nel salone delle Bandiere

L’incontro sarà anche l’evento introduttivo della mostra che si terrà dall’11 al 19 febbraio al salone delle Bandiere di palazzo Manfredi. La mostra Uomini nonostante tutto – Testimonianze da Memorial, realizzata appunto da Memorial e da Russia Cristiana, intende infatti ricostruire, attraverso la raccolta di lettere e testimonianze, la storia di persone perseguitate dal regime sovietico durante gli inizi del novecento. Si tratta del racconto di pagine di storia europea troppo spesso dimenticate o colpevolmente passate sotto silenzio, che però ci permettono di guardare e prendere coscienza delle conseguenze dei regimi ideologici totalitari. La mostra inoltre, nella sua narrazione, intende mettere in primo piano il desiderio di bellezza e giustizia insito nel cuore dell’uomo, un desiderio che non viene soffocato neppure dalle circostanze più terribili: questo può essere il vero punto di ricostruzione della pace ieri come oggi. La mostra sarà aperta nei seguenti orari: lunedì – sabato: 8-13 e 16-19; domenica: 10-13 e 15-19 e verrà inaugurata sabato 11 febbraio alle 10 nella sala del consiglio comunale alla presenza del prof. Adriano Dell’Asta e con la partecipazione in video-collegamento da Mosca di Giovanna Parravicini, curatrice della mostra. Al termine di una breve introduzione ci si sposterà nel salone delle bandiere per assistere alla visita guidata. Per ulteriori info e prenotazioni di visite guidate: memorial.amiciziainopera.it.

Giornata per la vita: all’incontro con Costanza Miriano presentato il percorso “Monastero WiFi Faenza”

Tanta partecipazione venerdì scorso all’incontro a Faventia Sales con la giornalista Costanza Miriano, organizzato dal Centro Aiuto alla Vita di Faenza, dal titolo Avrò cura di te. Accogliere la vita nel mondo attuale. Volersi bene nella vita e nel dolore, superando le fatiche di ogni giorno e accogliendo il dono dell’altro nel matrimonio: da qui è partita la riflessione di Miriano, che ha offerto tanti spunti concreti e quotidiani. «È importantissimo in una famiglia quando i figli vedono che i genitori sanno perdonarsi a vicenda, rispettando i tempi e i limiti dell’altro. È questa la capacità di amare come Gesù ci ama, senza misure. Si parte da lì, accogliendo debolezze e fatiche».

La sfida interiore: i 7 vizi capitali

Durante l’incontro con Costanza Miriano è stata presentata l’iniziativa Monastero WiFi Faenza, che offre incontri mensili di preghiera e formazione cristiana. Gli incontri, partiti nell’ottobre scorso e guidati da don Paolo Bagnoli, si svolgono alla chiesa di Santo Stefano (via XX Settembre, 9) dalle 20.45 alle 22 e prevedono un momento di catechesi, adorazione eucaristica guidata e una preghiera conclusiva. Il percorso di catechesi quest’anno sviluppa il tema dei sette vizi capitali. Il prossimo appuntamento è venerdì 27 gennaio dove si affronterà il peccato di gola. Seguirà venerdì 17 febbraio un momento di catechesi dedicato al peccato di lussuria. Per gli altri appuntamenti si può consultare la pagina facebook Monastero WiFi Faenza. Il percorso si concluderà a giugno. Info: Roberta Ravaglioli Montevecchi monasterowifi.faenza@gmail.com.