Author: samuelemarchi

TreSere catechisti: ecco il programma. Si parte lunedì 13 ottobre

Il refettorio del Seminario diocesano di Faenza ospiterà, nel corso dell’autunno, tre incontri di approfondimento e riflessione dedicati ai catechisti, organizzati dalla Scuola di formazione teologica “San Pier Damiani” in collaborazione con i settori Catechesi, Apostolato biblico e Pastorale vocazionale.

Il ciclo, intitolato “TreSere Catechisti”, si aprirà lunedì 13 ottobre con l’intervento di don Giacomo Violi, biblista di Modena, sul tema “Accompagnare per ri-accendere la speranza”. Una settimana più tardi, lunedì 20 ottobre, sarà la volta di Mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, che proporrà una riflessione su “La catechesi per una vita nella gioia piena”.

Sempre nelle stesse date di ottobre si terrà un percorso parallelo rivolto agli Under 20, guidato da don Paulraj Kasparraj, per offrire ai più giovani uno spazio di confronto e formazione.

L’ultimo appuntamento è in programma venerdì 28 novembre con don Paolo Bovina, biblista di Ferrara, che condurrà i presenti all’approfondimento di “Il Vangelo di Matteo”. Gli incontri avranno inizio alle ore 20.30 e rappresentano un’occasione preziosa di formazione e condivisione per tutti coloro che sono impegnati nell’annuncio e nell’educazione alla fede.


Al via i corsi della Scuola di formazione teologica

La fede non è mai un capitolo chiuso, e la formazione cristiana non può esaurirsi nei pochi anni del catechismo o nelle lezioni seguite da ragazzi. «La nostra conoscenza di Gesù non può rimanere ferma all’infanzia o alla giovinezza – spiega Riccardo Drei, nuovo direttore della Scuola di formazione teologica San Pier Damiani –. La vita ci porta a crescere, a fare incontri, esperienze, scelte. Gesù desidera entrare in questo processo, accompagnarci fino all’ultimo giorno. Lo studio della teologia ci aiuta ad affinare l’orecchio, ad ascoltare Dio che ci parla attraverso la Scrittura, la liturgia, le relazioni e persino il lavoro quotidiano». Con questo spirito si apre il nuovo anno 2025-26 della Scuola diocesana, un percorso pensato per tutti: laici, catechisti, operatori pastorali, insegnanti di religione, consacrati, ma anche semplici credenti desiderosi di approfondire la propria fede e persone in ricerca.

Tutte le info su corsi, orari e varie sul nuovo sito della Scuola.

Il ciclo istituzionale

L’offerta formativa si articola in due grandi filoni. Il ciclo istituzionale propone un percorso strutturato di quattro anni: un anno base seguito da tre cicli di corsi che si alternano. Chi si iscrive al primo anno avrà lezioni di Introduzione alla teologia, Introduzione alla Sacra Scrittura, Ecclesiologia, Teologia morale, Teologia spirituale e Introduzione alla liturgia. Negli anni successivi si affrontano materie quali Cristologia, Antropologia filosofica e teologica, Morale sociale, Sacramenti, Liturgia delle Ore e lo studio di testi biblici come i Libri sapienziali e il Vangelo di Giovanni.

I corsi del ciclo pastorale

Accanto a questo, il ciclo pastorale offre una serie di corsi singoli e tematici, pensati per affrontare le sfide più attuali della Chiesa e della società. Per il nuovo anno spiccano titoli come Le sfide dell’intelligenza artificiale, Ero malato e mi avete visitato, Occasioni missionarie nella parrocchia, Vivere secondo la domenica, Chiesa, famiglia educante, Introduzione all’ecumenismo e al dialogo interreligioso. Un’occasione per riflettere insieme su pastorale, catechesi, impegno sociale, dialogo e missione, con uno sguardo attento al mondo contemporaneo.

 

 

Ecco alcuni dei corsi in partenza nei prossimi giorni. Tra i corsi della Scuola di formazione teologica, figura anche quello in collaborazione con la Pastorale della salute, Ero malato e mi avete visitato. Il primo incontro sarà lunedì 27 ottobre Il malato nel nuovo testamento con don Luca Ravaglia. A seguire, il 3 novembre, La speranza nella relazione di cura, con la dottoressa Stefania Fabbri, psicologa e psicoterapeuta. Infine lunedì 10 novembre don Alberto Luccaroni tratterà de I sacramenti nella consolazione.

Il settore Ministeri istituiti propone invece il percorso Occasioni missionarie nelle parrocchie. Il primo incontro sarà mercoledì 29 ottobre La parrocchia missionaria con il vicario generale don Michele Morandi. Il successivo incontro sarà il 5 novembre con don Stefano Vecchi e l’équipe della Pastorale familiare, Incontrando le famiglie. Il terzo incontro è il 12 novembre con suor Nadia Pompili Quali esperienze proporre ai giovani “lontani”. Il 19 novembre Accoglienza e ri-accoglienza nella Chiesa con don Matteo Babini e l’équipe Catecumenato. Il 26 novembre Il tempo del creato con don Mirko Santandrea e infine il 3 dicembre Il consiglio pastorale con l’équipe del Cammino sinodale.

Un’ulteriore occasione di formazione è il percorso Temi di Pastorale sociale. Il primo incontro sarà lunedì 17 novembre con Giampaolo Venturi su Encicliche sociali tra Ottocento e Novecento. Seguiranno ulteriori incontri il 24 novembre e il 1 dicembre. Tutti gli incontri si svolgono in Seminario nella sala San Pier Damiani alle 20.30 (viale Stradone 30, contributo serata 5 euro).

La Scuola non rilascia titoli di studio accademici, ma un attestato diocesano che certifica i corsi frequentati e gli esami sostenuti. I contributi sono 90 euro l’anno per il ciclo istituzionale (o 30 euro a corso) e 5 euro a serata per i corsi pastorali. «L’intento – sottolinea Drei – è quello di proporre a tutti un cammino sostenibile, senza barriere economiche, ma con serietà e impegno».

Il vescovo Mario: “Contrastare il divorzio tra fede e vita”

La missione della Scuola, come ricorda il vescovo Mario nel documento di presentazione, è quella di «contrastare il divorzio tra teologia e pastorale, tra fede e vita». Non uno studio astratto, dunque, ma un’occasione per leggere la realtà alla luce del Vangelo al servizio della Chiesa (Lumen Gentium). I riferimenti sono quelli del Concilio Vaticano II: la Scrittura come “anima di tutta la teologia” (Dei Verbum), la liturgia come “sorgente del vero spirito cristiano” (Sacrosanctum Concilium), la Dottrina sociale come via di dialogo con i problemi e le ferite del nostro tempo (Gaudium et spes).

«La teologia – spiega Drei – non serve a riempire la testa di concetti, ma ad allargare lo sguardo. Ci aiuta a vedere Dio all’opera non solo nei luoghi sacri, ma anche nella quotidianità: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni. Può darci le parole giuste per rendere ragione della nostra fede, ma anche, semplicemente, può insegnarci a porci le domande giuste, quelle che fanno crescere». L’obiettivo è creare una «mentalità teologale», cioè un modo di pensare che unisca ragione e fede, capace di illuminare la vita personale e comunitaria. «La formazione teologica – conclude Drei – non è solo un arricchimento individuale: porta frutto nelle nostre comunità. Un catechista formato, un insegnante preparato, un laico consapevole diventano risorsa preziosa per tutta la Chiesa». La scuola vuole così essere un servizio alla diocesi e al territorio, perché la fede cresca matura e capace di dialogare con la storia e con il mondo di oggi.

Il nuovo anno è alle porte. Le iscrizioni sono aperte, i programmi dettagliati sono consultabili sul sito della diocesi. Non occorrono prerequisiti particolari, se non il desiderio di mettersi in gioco e di approfondire la fede. L’invito è chiaro: varcare la soglia della Scuola di formazione teologica non significa intraprendere un percorso “per specialisti”, ma accogliere un dono che può cambiare lo sguardo sulla vita e rendere più feconda la nostra appartenenza alla Chiesa.

La lezione inaugurale sarà mercoledì 1 ottobre alle 20.30 nel refettorio del Seminario diocesano con un incontro sull’Intelligenza artificiale: ospite sarà don Luca Peyron, uno dei massimi esperti italiani in materia, che tratterà di Vivere e sperare nel tempo delle macchine intelligenti.


Il 27 settembre in Seminario incontro sulla Comunità energetica “Ecologia Integrale”

Un’occasione di riflessione e di impegno concreto attende la comunità diocesana di Faenza-Modigliana. Sabato 27 settembre, dalle 10 alle 11.30, presso il refettorio del Seminario diocesano in via degli Insorti 56, si terrà un incontro dedicato alla scoperta delle Comunità Energetiche Rinnovabili, promosso da Caritas diocesana, Anspi e Azione Cattolica.

L’appuntamento si inserisce nel solco della cura del creato e dell’ecologia integrale, temi cari alla Chiesa e centrali nell’enciclica Laudato si’. Sarà un momento per comprendere che cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili, come funzionano e soprattutto come possono diventare un aiuto concreto per le famiglie in difficoltà, per le parrocchie e per i circoli del territorio.

Non si tratterà soltanto di una spiegazione tecnica, ma di un invito a guardare insieme alle possibilità di azione, di condivisione e di solidarietà che queste realtà possono generare. L’incontro rappresenta dunque un’occasione preziosa per capire, agire e coinvolgere la propria comunità in un progetto che coniuga sostenibilità e testimonianza cristiana.


Giornata diocesana del Creato a Traversara, il vescovo Mario: “Sulla questione ambientale, alle parole seguano i fatti”

Di seguito riportiamo il Messaggio del vescovo, monsignor Mario Toso, pronunciato in occasione delle Giornata di preghiera per la custodia del Creato, la cui celebrazione si è svolta il 12 settembre a Traversara, paese ferito dall’alluvione del 2024.

Il messaggio del vescovo

Saluto, in particolare, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia S. Ecc. Mons. Lorenzo Ghizzoni, i rappresentanti delle Chiese ortodosse sempre fedeli a questa iniziativa interdiocesana, la Coldiretti Ravenna, i Carabinieri-Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, Confcooperative Ravenna, il MCL Ravenna e le ACLI di Ravenna, tutti coloro che hanno promosso e realizzato la celebrazione della Giornata del Creato, che ricorre il 1° settembre e che si svolge oggi qui a Traversara. Al termine della preghiera, i partecipanti saranno invitati a condividere la cena comunitaria. Il ricavato delle libere offerte sarà destinato a sostenere la comunità di Traversara, in un gesto concreto di solidarietà. Il tema per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato è stato scelto da papa Francesco: Essere semi di Pace e di Speranza. Nel contesto del Giubileo «Pellegrini di Speranza» acquista il suo pieno significato. Ma il contesto più vasto, in cui tutti noi siamo chiamati a celebrare la Giornata di preghiera per la Cura del creato, è la realizzazione del Regno di Dio. Una tale celebrazione, che sollecita a essere semi di pace e di speranza, a compiere, cioè, azioni di giustizia, che non considerano il creato o i popoli una merce di scambio, un bene da negoziare, ma li custodiscono e li aiutano a svilupparsi nel rispetto del diritto internazionale, ha come obiettivo di costituirci realizzatori del Regno di Dio. Riusciremo ad essere costruttori del Regno di Dio – ovviamente da non intendersi come un regno terreno, cioè come una monarchia o comunque un’altra forma di governo come quelle che reggono gli Stati moderni – se vivremo l’Amore di Cristo, se moriremo in Cristo (cf Gv 12,24). Saremo veri semi di pace e di speranza, saremo efficaci costruttori del Regno di Dio – il che importa che tutti noi viviamo ordinando il creato, le istituzioni, le organizzazioni e le relazioni secondo il fine voluto dal Padre -, se saremo come il Seme, che è Cristo, se vivremo uniti a Lui, che si è consegnato interamente alla terra-umanità e morendo in questa, per Dio, con la forza dirompente del suo Dono, l’ha redenta, trasfigurata, facendo germogliare cieli nuovi e terra nuova. Per trasformare i deserti in giardini e proseguire in questo mondo la realizzazione del Regno di Dio, siamo chiamati, all’atto pratico, a prevenire anche le alluvioni – ben cinque nel nostro territorio e qui a Traversara, purtroppo, sono ancora visibili le terribili devastazioni –; a prevenirle, per quanto umanamente possibile. Ossia effettuando la messa in sicurezza dei fiumi e dei territori. Evitando la cementificazione selvaggia, l’incuria dei beni collettivi, tutelando le coltivazioni e le imprese, promuovendo l’educazione all’ecologia integrale, allo sviluppo sostenibile ed inclusivo. Il creato può cadere in rovina e trasformarsi in una trappola mortale, specie per i più poveri e gli emarginati, quando la stessa corsa alle armi – malauguratamente ripresa nel contesto della terza guerra mondiale a pezzi –, gli stessi conflitti, più di 32 nel mondo, giungono ad avere la priorità rispetto alla sicurezza alimentare, alla sconfitta della piaga della povertà, della fame nel mondo e delle carestie, provocate dalle stesse guerre, dalla volontà e dell’azione umana. Bene ha fatto il pontefice Leone XIV a citare nel Messaggioper la cura del Creato, il volume Terra e cibo, preparato, a suo tempo, dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che stigmatizzò,  circa quindici anni fa, la cosiddetta politica della «terra bruciata», ossia quell’insieme di azioni volute dai politici e dai comandi militari che con incendi delle messi, delle fattorie, con il collocamento delle mine in zone agricole o di transito, con la distruzione di materiale agricolo e di infrastrutture idriche, di depositi di combustibili e altro ancora, intendono danneggiare le popolazioni, causando spostamenti massici, concentrazioni di rifugiati in zone non accoglienti o straniere.[1] Distruggere il Creato, per questo o quel motivo, finisce per causare la rivincita della stessa natura trascurata o depredata. Il fatto si è che non abbiamo un pianeta di riserva. Occorre cambiare mentalità, stili di vita. Soprattutto, occorre prendere seriamente in considerazione la giustizia ambientale che, in realtà, è questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per noi credenti è pure un’esigenza eminentemente teologica, che richiede, al fine di non contrastare la redenzione e la trasfigurazione di Cristo, la conversione della mente e del cuore. Facciamo seguire, dunque, i fatti alle parole. Non contrastiamo l’opera di ricapitolazione di tutte le cose in Cristo. Non rinunciamo a compiere la missione dei costruttori del Regno di Dio. Apriamo e aumentiamo sentieri di speranza, con le buone pratiche, là ove ci attende Cristo redentore già presente e operante a nostro favore. Diamo gloria a Lui con le nostre molteplici opere, non esclusa la Comunità energetica che la Diocesi di Faenza-Modigliana ha fondato.

+ Mario Toso


Il Vescovo Mario nomina Don Roberto Cornacchia parroco in solido non moderatore della Parrocchia di San Lorenzo in Marradi

don roberto cornacchia

Il Vescovo Mons. Mario Toso, volendo assicurare la presenza di un altro presbitero che provveda alla cura pastorale delle parrocchie dell’Unità pastorale Marradi, ha nominato il 26 agosto scorso Don Roberto Cornacchia parroco in solido non moderatore della Parrocchia di San Lorenzo in Marradi. Affiancherà il parroco Don Mirko Santandrea nella cura pastorale della comunità. Salesiano, originario della nostra Diocesi, Don Roberto rappresenta un arricchimento prezioso per tutta la comunità diocesana che lo accoglie con gioia.

Don Roberto Cornacchia, la biografia

Nasce a Faenza il 1° novembre 1968 da Graziella e Vittorio, secondo di quattro figli, unico maschio. All’età di nove anni perde prematuramente la sorella maggiore a causa di un tragico incidente, ma la successiva nascita di due sorelle gemelle, Marina e Monica – ora sposate – riporta vita e serenità in famiglia. Partecipa assiduamente fin da piccolo alle attività della parrocchia di S. Stefano; qui riceve i sacramenti e matura nella fede, grazie anche all’amicizia con l’anziano parroco.

Frequentando la scuola media presso l’istituto delle Benedettine Vallombrosane di S. Umiltà, viene avviato allo studio della musica che culminerà con il diploma di clarinetto al Conservatorio di Pesaro. La passione per il ciclismo, ereditata dal papà, lo porterà a praticare questo sport anche a livello agonistico. Dopo il servizio militare, la ricerca di un lavoro stabile lo riconduce provvidenzialmente all’istituto di S. Umiltà come insegnante di Educazione Musicale nella scuola media e canto corale nell’istituto magistrale. Contemporaneamente inizia a frequentare l’Oratorio Salesiano. La familiarità con i Salesiani, il contatto con i giovani della scuola e dell’Oratorio lo confermano nel pensiero che il Signore gli chiede di donare la vita per il bene dei giovani. Così a 25 anni entra nel noviziato salesiano di Lanuvio presso Roma e l’8 settembre 1994 emette la prima professione religiosa come Salesiano di Don Bosco. Riceve l’Ordinazione sacerdotale il 22 giugno del 2002 nella cattedrale di Faenza. Nel 2003 consegue alla Lateranense (Roma) la Licenza in Teologia della Vita Consacrata.

I primi anni di ministero sacerdotale lo portano a Macerata (2003-2005) come animatore vocazionale dell’Ispettoria Adriatica e catechista della scuola media. Inviato in Abruzzo vi trascorre un anno a Vasto, collaborando nelle varie attività di quella Parrocchia-Oratorio, e quattro anni (2006-2010) come incaricato dell’oratorio di Sulmona.

Dopo la nascita dell’attuale Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale per tre anni è chiamato ad occuparsi della formazione dei futuri salesiani, come Socio del maestro, al Noviziato Salesiano di Genzano (2010-2013).

Ultimamente dopo una breve esperienza a Frascati come insegnante di religione, giunge a Terni dove gli viene affidata la conduzione dell’Oratorio. Invitato poi a collaborare nella parrocchia-Oratorio di Livorno, nel settembre 2016 è entrato a far parte della comunità di Macerata.

Dal 2020 al 2023 è stato nell’opera Salesiana di Latina, presso la Cattedrale di San Marco, come collaboratore in parrocchia e nelle varie attività dell’oratorio centro giovanile.

Nell’estate del 2023 viene inviato nella comunità della Parrocchia – Oratorio di Civitavecchia.  Dal 2020 ad oggi (2025) è segretario della Regione Mediterranea dei Salesiani di Don Bosco.


Il 6 settembre la Festa diocesana dei nonni a San Biagio

La comunità diocesana, alla parrocchia di San Biagio a Faenza, si prepara a vivere un momento di gioia e di condivisione con la festa dedicata ai nonni, in programma sabato 6 settembre 2025. L’iniziativa, promossa dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e diverse realtà associative del territorio (Pastorale Salute, Caritas, Unitalsi, Avulss, Anteas, Centro sociale Laderchi, Auser, Centro sociale Amici dell’Abbondanza, Centro sociale Granarolo, Centro sociale Porta Nuova Russi) si terrà dalle 15.30 alle 18.30 presso la parrocchia di via Strocchi di San Biagio, 27.

Il pomeriggio sarà un’occasione speciale per celebrare la presenza e l’importanza dei nonni nella vita delle famiglie e delle comunità. Tra musica, intrattenimento e convivialità, il programma prevede anche un momento di preghiera comunitaria: alle ore 17 verrà celebrata la Santa Messa, fulcro dell’incontro.

L’iniziativa, che si svolgerà anche in caso di maltempo negli spazi interni della parrocchia, intende essere non solo una festa, ma anche un segno concreto di vicinanza e gratitudine verso le persone anziane. Per chi avesse necessità di un passaggio o desiderasse ulteriori informazioni, è possibile rivolgersi ai referenti parrocchiali, alle associazioni o ai centri sociali coinvolti.

Un appuntamento che vuole mettere al centro il valore della memoria, dell’esperienza e dell’amore dei nonni, in una giornata di fraternità e di incontro.

 


Il 22 agosto digiuno e preghiera per la pace e giustizia. La Chiesa italiana aderisce all’invito del Papa

Il 20 agosto, al termine dell’Udienza Generale, Papa Leone XIV ha invitato “tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e preghiera, supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti in corso”. La Chiesa in Italia aderisce a questo invito, chiedendo alle comunità ecclesiali di invocare il dono della riconciliazione per la nostra Terra che, ha sottolineato il Pontefice, “continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina, e in molte altre regioni del mondo”.
“Ci uniamo al pressante appello del Santo Padre: il perdurare di situazioni di violenza, odio e morte ci impegna a intensificare la preghiera per una pace disarmata e disarmante, supplicando la Beata Vergine Maria Regina della Pace di allontanare da ogni popolo l’orrore della guerra e di illuminare le menti di quanti hanno responsabilità politiche e diplomatiche”, afferma il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI ricordando che “la pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa (Leone XIV, Udienza ai Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, 17 giugno 2025).

 


Il 12 settembre a Traversara la Giornata di Preghiera per la Cura del Creato

Il 12 settembre 2025 le comunità delle Diocesi di Faenza-Modigliana e di Ravvena-Cervia si ritroveranno a Traversara di Bagnacavallo per celebrare la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, un appuntamento che unisce fede, spiritualità e responsabilità verso l’ambiente. L’incontro, dal titolo “Semi di pace e di speranza”, si terrà alle 18 in via Traversara 26. La celebrazione sarà presieduta dal vescovo S.E. Mons. Mario Toso e vedrà la presenza di S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, in un momento di intensa preghiera e riflessione condivisa. Alla liturgia parteciperanno anche rappresentanti delle Chiese Ortodosse, a sottolineare l’importanza del dialogo ecumenico attorno alla salvaguardia del creato.

Al termine della preghiera, i partecipanti saranno invitati a condividere la cena comunitaria. Il ricavato delle libere offerte sarà destinato a sostenere la comunità di Traversara, in un gesto concreto di solidarietà.

L’evento è promosso dalla Diocesi di Faenza-Modigliana e dall’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, con il contributo di Coldiretti Ravenna, Confcooperative Romagna, dei Carabinieri – Comando Gruppo Nucleo Forestale Ravenna, e di associazioni come MCL Ravenna e ACLI Ravenna. Una sinergia che ribadisce quanto la cura del creato sia una responsabilità comune, capace di unire istituzioni, realtà associative e cittadini in un’unica missione.

“Abbiamo scelto questa parrocchia e frazione – spiega don Luca Ghirotti, del Settore di Pastorale sociale perché è una delle più colpite dalle diverse alluvioni. L’incuria per la casa Comune, il cambiamento climatico, in quel luogo, hanno prodotto danni visibili. Là vogliamo andare a pregare insieme con i nostri vescovi (la giornata è organizzata insieme all’arcidiocesi di Ravenna), ai preti delle chiese ortodosse e alle famiglie ancora in difficoltà. Pregare per la custodia del creato è pregare per la pace. Pregheremo anche per la pace, consapevoli che molti degli attuali conflitti sono in atto per le risorse della Terra e per luoghi diventati inospitali all’uomo. La preghiera è il fuoco che alimenta la storia ed è capace di cambiarla, nulla è impossibile a Dio. Dopo la preghiera si è pensato ad un momento di fraternità con la possibilità di cenare e devolvere il ricavato della cena a Traversara tramite i canali della Caritas”.


Il gesto. Il 27 luglio nella Diocesi di Faenza suoneranno le campane per chiedere la fine della guerra a Gaza

In accordo con altri vescovi italiani, il vescovo monsignor Mario Toso invita a un gesto concreto per la pace in Palestina. Domani alle 22 anche a Faenza e nelle parrocchie della Diocesi suoneranno le campane di molte chiese per chiedere la fine del conflitto a Gaza.

Il Vescovo insieme ad altri presuli, ha aderito a questa iniziativa e ci sollecita a far sentire la voce delle comunità cristiane che chiedono la pace. Chiediamo al Signore dii essere costanti e convinti nella preghiera, nell’azione formativa e nell’impegno concreto, per costruire istituzioni di Pace.