Author: marinocola

In preghiera per il Santo Padre

“Tutta la Chiesa italiana, popolo di Dio e Pastori, in questo momento di grande angoscia, sente il bisogno di stringersi intorno a Papa Francesco, nell’abbraccio della preghiera, per invocare da Dio Padre il dono della salute”. Lo afferma Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, invitando le comunità ecclesiali a pregare per il Santo Padre.
L’Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto due schemi, uno per la recita del Santo Rosario e uno per l’Adorazione eucaristica, che potranno essere adattati nei diversi contesti locali. “Con la stessa incrollabile fede del centurione, ogni comunità e ciascun fedele, affidi al Signore Gesù la sofferenza di Papa Francesco confidando nella sua pronta risposta: ‘Io verrò e lo curerò’. Facciamo dunque nostra la preghiera liturgica: ‘Signore Gesù, redentore del mondo, che hai preso su di te i nostri dolori e hai portato nella tua passione le nostre sofferenze, ascolta la preghiera che ti rivolgiamo per il nostro fratello infermo: donagli fiducia e ravviva la sua speranza perché sia sollevato nel corpo e nello spirito’”.
I due schemi si affiancano ad alcune intenzioni di preghiera che possono invece essere inserite nelle Celebrazioni Eucaristiche e nella Liturgia delle Ore.

 

→ Intenzioni per la S.Messa e la Liturgia delle Ore

→ Sussidio per il Rosario

→ Sussidio per l’Adorazione eucaristica

 

 

 

 


Festa di San Pier Damiani

 

 

Omelia del Vescovo Mario

 

Fratelli e sorelle,

radunati per celebrare la festa di San Pier Damiani, nostro patrono, in questo Anno giubilare, siamo invitati a rinnovare la speranza nel Signore. I santi, come ho scritto nel vademecum per il Giubileo “Pellegrini di speranza”, «sono come astri che brillano, punti di riferimento importanti per la spiritualità e per l’impegno pastorale» (Pellegrini di speranza, Edizioni delle Grazie, Faenza 2024, p.4).

San Pier Damiani è un grande testimone di santità, un punto di riferimento imprescindibile per la nostra Diocesi, un esempio di slancio missionario, di fedeltà alla Chiesa, di profondità spirituale.

Egli è stato un grande annunciatore del Vangelo: non ha avuto paura di manifestare nei suoi scritti, nel suo servizio alla Chiesa e al papa, la radicalità a cui – come discepoli del Signore – siamo chiamati. Siamo chiamati, infatti, ad annunciare la Parola, insistendo al momento opportuno e non opportuno, ammonendo e rimproverando quando necessario, esortando con ogni magnanimità e insegnamento (cfr. 2 Tm 4,2). La Parola, che è il Signore Gesù, non è qualcosa di facoltativo per la nostra vita e per la vita di chi abbiamo vicino.

«Non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni, non è la stessa cosa poterlo ascoltare o ignorare la sua Parola, non è la stessa cosa poterlo contemplare, adorare, riposare in Lui, o non poterlo fare» (Evangelii gaudium, 266).

Solo con questa fede San Pier Damiani è potuto diventare un infaticabile predicatore, un vero maestro nella fede, richiamando con coraggio vescovi, presbiteri, monaci, laici, alla bellezza di una vita fedele alla propria vocazione, nella verità. → Omelia completa

 

 

 

 

 


Ero malato e mi avete visitato: formazione della Pastorale della salute

Mercoledì 5 Febbraio 2025
II malato nell’Antico Testamento
Don Pier Paolo Nava, parroco

Mercoledì 12 Febbraio 2025
Aspetto psicologico di chi si prende cura del malato
Dott.ssa Stefania Fabbri, psicologa

Mercoledì 19 Febbraio 2025
Il malato con patologia cronica: fisica o psichica
Dott. Luca Dolcini, psichiatra, Dott. Angelo Gambi oncologo

Mercoledì 26 Febbraio 2025
Il magistero del malato
Don Tiziano Zoli, parroco

Mercoledì 12 Marzo 2025
Il malato cronico in famiglia e in struttura
Dott. Franco Stefani, geriatra, Dott.ssa Gabriella Reggi, geriatra

Mercoledì 19 Marzo 2025
L’olio della consolazione: il sacramento dell’unzione degli infermi
Don Antonello Caggiano Facchini, Segretario della Commissione regionale per la Liturgia

 

Il corso è raccomandato per i ministri straordinari della Comunione (sia istituiti che istituendi) e per chiunque sia coinvolto in queste tematiche per attività professionale, in ambito famigliare o anche per sensibilità personale.

 

Iscrizione e info sul sito della Scuola diocesana di Teologia
https://www.scuolateologia.diocesifaenza.it/pastorale-della-salute

 


Formazione alla e dalla Liturgia: un nuovo corso aperto a tutti

 

«La questione fondamentale è, dunque, questa: come recuperare la capacità di vivere in pienezza l’azione liturgica? La riforma del Concilio ha questo come obiettivo. La sfida è molto impegnativa perché l’uomo moderno – non in tutte le culture allo stesso modo – ha perso la capacità di confrontarsi con l’agire simbolico che è tratto essenziale dell’atto liturgico» (DD 34). Con queste parole papa Francesco nella Lettera apostolica Desiderio desideravi, fa emergere l’importanza di una seria formazione liturgica.
«Abbiamo bisogno di Lui» (DD 11), abbiamo bisogno che il Signore, il Crocifisso e Risorto, sia presente in mezzo a noi mediante i sacramenti che ha scelto come strumenti per irrompere con la sua forza nella nostra quotidianità.
Si tratta di lasciarci attrarre e trasfigurare dai «riti e dalle preghiere» (SC 48), di entrare profondamente e attivamente in quel linguaggio simbolico al quale non possiamo rinunciare (DD 44).

Per questo il Settore Liturgia, in collaborazione con la Scuola diocesana di Teologia, propone a tutta la Diocesi un corso che vuole aiutare tutti i fedeli, le parrocchie, i tanti volontari che curano la Liturgia ad ogni livello.

Il corso si divide in tre parti principali: una prima parte teorica (quattro incontri con esperti per acquisire le basi teologiche essenziali); una seconda proposta pratica (un laboratorio a scelta fra quattro proposte); infine, una celebrazione conclusiva nella festa di San Pier Damiani insieme al Vescovo Mario.

I primi quattro incontri si terranno il lunedì sera in Seminario alle ore 20.30. Il primo incontro – “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi” – sarà un’introduzione generale alla Liturgia di don Michele Morandi, Vicario generale della Diocesi di Faenza-Modigliana (lunedì 20 gennaio); nel secondo incontro (lunedì 27 gennaio) – “Le nozze dell’Agnello: lo Sposo e la Sposa”don Gianandrea Di Donna, Direttore dell’Ufficio liturgico di Padova, approfondirà la dimensione ecclesiale, la comunità che celebra la Liturgia; nel terzo incontro (lunedì 3 febbraio), Sr. Elena Massimi, Presidente dell’Associazione dei Professori di Liturgia, introdurrà “I linguaggi della Liturgia: luogo di incontro con il mistero. I riti e i simboli della fede”; nel quarto e ultimo incontro (lunedì 10 febbraio), S.E. Mons. Ovidio Vezzoli, Vescovo di Fidenza, Vescovo delegato regionale per la Liturgia, prenderà in esame la questione del tempo della Liturgia, “Oggi si è compiuta questa Scrittura”.

A seguire, nel terzo weekend di febbraio (14-15-16 febbraio), vengono proposti quattro laboratori facoltativi che tentano di dare degli strumenti concreti a quanti operano nelle parrocchie: un laboratorio di canto, diretto dal Maestro Francesco Meneghello; un laboratorio per i fiori nella Liturgia, con Sr. Emmanuela Viviano; un laboratorio per le vesti liturgiche, con Cristina Bernardoni e Chiara Frega; un laboratorio per i ministranti e i sacristi, in particolare sul tema dei Battesimi e delle Esequie, con il diac. Stefano Lega e don Matteo Babini.

La celebrazione eucaristica nella festa di San Pier Damiani, venerdì 21 febbraio, ore 20.30 in Cattedrale, presieduta da S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza, non vuole essere una conclusione, ma l’orizzonte con il quale interpretare tutta la proposta formativa: «Penso che possiamo distinguere due aspetti: la formazione alla Liturgia e la formazione dalla Liturgia. Il primo è funzionale al secondo che è essenziale» (DD 34) insegna papa Francesco. «È la celebrazione stessa che educa», per questo essa è essenziale e costituisce la più autentica ed efficace formazione.

Tutte le informazioni, i materiali e le registrazioni, l’iscrizione obbligatoria sono disponibili sul sito diocesano: www.diocesifaenza.it/liturgia

 

 

 


Il corpo, luogo dell’incontro

IL CORPO, LUOGO DELL’INCONTRO
Aggiornamento del corso “Chiesa, famiglia educante”

 

Crediamo in un Dio che ha voluto farsi conoscere e che ha avuto a cuore di comunicarci il suo amore.  Lo ha fatto pienamente in Gesù ovvero incarnandosi. Non ha potuto, cioè, manifestarsi che in un corpo. Anche per la nostra esperienza di Dio, non si può prescindere dal corpo, così come non c’è esperienza dell’amore senza corpo.

A partire da queste suggestioni, in un percorso di tre incontri, si vogliono fornire ai partecipanti delle conoscenze per crescere nel proprio cammino personale e nel servizio di educatori.

Il corso è integrativo ed obbligatorio per tutte le figure che in Diocesi, in qualità di responsabili di attività educative, hanno già frequentato il corso base “Chiesa, famiglia educante”. L’aggiornamento dell’attestato verrà riconosciuto partecipando ad almeno due incontri.

 

Teatro Parrocchia S. Giuseppe Faenza, via Dal Pozzo 4, ore 20.30, contributo 5 € ad incontro, info tutelaminori@diocesifaenza.it, iscrizione obbligatoria compilando il seguente questionario.

 


Materiali per la formazione

lunedì 20 gennaio – Don Michele Morandi
Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi
Bibliografia e testi YouTubeSpotify

 

 

lunedì 27 gennaio – Don Gianandrea Di Donna
Le nozze dell’Agnello: lo Sposo e la Sposa
YouTubeSpotify

 

 

lunedì 3 febbraio – Sr. Elena Massimi
I linguaggi della Liturgia: incontro con il mistero
Schema dell’incontroYouTubeSpotify

 

 

lunedì 10 febbraio – S.E. Mons. Ovidio Vezzoli
“Oggi si è compiuta questa Scrittura”
RelazioneYouTubeSpotify

 

 


Benedizione degli animali in occasione della festa di Sant’Antonio abate

 

BENEDIZIONE DEGLI ANIMALI
Piazza del Popolo
Venerdì 17 gennaio 2025

 

Cari amici,

ringrazio la Protezione civile, le unità cinofile da soccorso, SAR Team Faenza, per l’invito a benedire gli animali.

L’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, per la festa di Sant’Ambrogio, nel messaggio alla città ha detto che: «La terra non è stanca degli animali che sono di compagnia per chi è solo, rendono servizi preziosi, nutrono e allietano la vita. Gli animali fanno giocare i bambini, sorridere gli anziani e offrono aiuto nella riabilitazione di chi ne ha bisogno. La terra è stanca degli animali che invadono in modo sproporzionato le case, gli affetti, le risorse, il tempo della gente e sembra talora che prendano il posto dei bambini. È stanca di quel modo di sfruttare gli animali che manca di pietà e di buon senso» (Mario Delpini, 6 dicembre 2024).

Queste meravigliose creature di Dio sono un aiuto per chi è in difficoltà, per chi è diversamente abile, sono una compagnia per chi è solo, anche se non possono, certo, sostituire le relazioni umane. Assieme agli uomini e alle forze dell’ordine cooperano al bene della società, prestano il loro servizio nel ricercare le persone disperse o coinvolte in affari illeciti.

Grati per la fede di chi ci ha preceduto, quella fede semplice e schietta delle nostre campagne, riconosciamo anche noi che tutto ha il proprio centro e il proprio senso solo in Dio. Sant’Antonio abate, il santo invocato per la protezione degli animali, ci aiuti a riconoscere in tutta la creazione, il segno e la presenza del Signore. Con gli occhi della fede semplice di Sant’Antonio abate e anche di San Biagio vescovo e martire, che era nutrito dagli animali e li guariva mentre era rifugiato in una caverna per fuggire i suoi persecutori, riconosciamo nel creato e negli animali un dono del Signore, un segno del suo amore per noi.

 

+ Mario Toso

 


Aperto il Giubileo in Diocesi

 

Cari fratelli e sorelle,

è con gioia e con grande emozione che vi accolgo in questa Cattedrale, per iniziare insieme, come Popolo di Dio, il cammino di conversione e di grazia che è il Giubileo.

La Chiesa ci dona questo Anno Santo come un’occasione per riorientare la nostra vita, le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri cuori all’unica cosa che veramente conta: il Signore Gesù Cristo, nostra Speranza, che non delude. «Ora è giunto il tempo di un nuovo Giubileo – scrive papa Francesco – un nuovo Giubileo nel quale spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo!».

L’esperienza viva dell’amore di Dio. Ecco lo scopo del Giubileo: incontrare in maniera viva, personale e comunitaria, il Signore Gesù, «porta» di salvezza (cf Gv 10, 7.9). Egli è la nostra speranza.   L’incontro vero con il Signore, la conversione incessante a Lui, l’esperienza continua del suo amore, la conseguente decisione di orientare tutta la nostra esistenza e le nostre scelte a Lui, sono momenti che ci trasfigurano e ci rendono sempre più cristo conformi. Ci rendono, cioè, partecipi della sua Pasqua e ci offrono il fondamento di una speranza certa. La speranza verso cui ci proietta la nostra vita in Cristo non è vuota, non è vaga, bensì è la realtà di una umanità che, vissuta da Lui con un amore totale, fin sulla croce, diventa nuova, fiorisce nella sua pienezza.

Ecco il buon annuncio, la speranza che mai tramonta: Gesù Cristo, il bambino nella culla, avvolto nelle fasce, il crocifisso, avvolto nel sudario, è risorto! Egli è il Vivente, nella sua divinità e nella sua umanità gloriosa. Noi siamo incamminati come pellegrini verso di Lui, il Signore Gesù che siede glorioso alla destra del Padre. All’inizio di questa celebrazione, sul sagrato della Cattedrale abbiamo adorato la «croce di Cristo, unica speranza» perché la sua Pasqua, il suo “passaggio” da morte a vita, la sua vittoria è «il principio unificatore della realtà», della nostra esistenza. Cristo diventa, con la sua incarnazione, morte e risurrezione il cuore del mondo. «La sua Pasqua di morte e risurrezione è il centro della storia, che grazie a Lui è storia di salvezza» – come scrive Papa Francesco nell’Enciclica Dilexit nos.

 

→ Intervento completo del Vescovo Mario

 

 


Nuova edizione di “Chiesa e democrazia”

 

Nuova edizione di “Chiesa e democrazia”
di Mario Toso

 

E’ disponibile in libreria la seconda edizione del volume “Chiesa e democrazia”. Pubblichiamo qui la Premessa di questa nuova edizione che si è resa necessaria perché, nel frattempo, si è svolta la cinquantesima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, dedicata al tema Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro ed è stato celebrato un anniversario assai importante per la storia italiana ed europea, i settant’anni dalla scomparsa di Alcide De Gasperi (19 agosto 2024), senza dimenticare la celebrazione dei sessant’anni dalla scomparsa di Palmiro Togliatti (21 agosto 2024). Eventi accompagnati, soprattutto i primi due, da interventi e riflessioni sulle criticità della democrazia contemporanea, sull’assenza di una classe dirigente anche lontanamente paragonabile a quella degli anni dello statista trentino, sul ruolo dei cattolici in politica, su quello esercitato in passato e su quello da esercitare nel presente. Proprio per questo, sollecitati da tali interventi e riflessioni, e anche dal fatto che il volume è andato esaurito in pochi mesi, si è pensato di riprenderlo in mano e di riproporlo con qualche ritocco, con integrazioni e alcuni aggiornamenti bibliografici, ponendo in appendice i discorsi del Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza episcopale italiana, del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e di papa Francesco. E, con l’occasione, di aggiungere, in premessa, alcune considerazioni su quanto avvenuto in questi mesi, la cui attinenza con i temi trattati nel volume è evidente, per cui può essere utile al lettore avvicinarsi o riavvicinarsi al testo alla luce della più recente discussione. Da cui emerge nettamente, fra l’altro, la grande importanza della partecipazione, elemento centrale sia nella tradizione del cattolicesimo democratico, sia nel volume, sia nel più recente dibattito. Al riguardo, è opportuno prendere avvio dall’intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’apertura della Settimana Sociale. A ragione, Sergio Gatti lo ha definito «una vera e propria lectio».

Infatti, in questa sede, Mattarella ha riecheggiato alcuni autori classici del pensiero democratico (Alexis de Tocqueville, Jacques Maritain, Norberto Bobbio…) per sviluppare una riflessione significativa sulla natura della democrazia. Qual è la sua natura, si chiede Mattarella? Si esaurisce, forse, in un metodo per arrivare a prendere decisioni? Dal suo punto di vista, giustamente, «la democrazia non si esaurisce nelle sue norme di funzionamento, ferma restando l’imprescindibilità della definizione e del rispetto delle regole del gioco», bensì è «la pratica della democrazia che la rende viva, concreta, trasparente, capace di coinvolgere». Pertanto, non ci si deve accontentare di una democrazia «a bassa intensità», ma occorre adoperarsi affinché ogni cittadino sia in grado di prendere parte pienamente alla vita della Repubblica. Risulta, quindi, centrale, il tema della partecipazione, e non soltanto di quella elettorale, naturalmente di assoluta importanza, in quanto «i diritti si inverano attraverso l’esercizio democratico», e, se questo si attenua, si riduce la portata della «loro effettiva vigenza». Quindi, si comprende agevolmente che, nella prospettiva qui richiamata, «al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione».

Queste condivisibili parole di Mattarella, sottolineando l’importanza di una democrazia partecipata, di una democrazia «ad alta intensità», incrociano perfettamente quelle di De Gasperi, laddove lo statista trentino, nel 1946, in un discorso tenuto a Roma, alla Basilica di Massenzio, rispondendo alla domanda se preferire monarchia o democrazia, osserva che tale domanda è posta in modo semplicistico, perché, a suo parere, «la domanda vera è questa: volete instaurare la Repubblica, cioè, vi sentite capaci di assumere su voi, popolo italiano, tutta la responsabilità, tutto il maggior sacrificio, tutta la maggiore partecipazione che esige un regime, il quale fa dipendere tutto, anche il Capo dello Stato, dalla vostra personale decisione, espressa con la scheda elettorale?», e una risposta positiva comporta «un impegno definitivo per voi e i vostri figli di essere più preoccupati della cosa pubblica di quello che non siete stati finora». Al riguardo, come rileva Ernesto Maria Ruffini, che ha riportato le parole di De Gasperi, tali considerazioni valgono anche oggi, perché se, in democrazia, si è formalmente cittadini e non sudditi, ciò non significa che non ci si possa comportare da sudditi, rinchiudendosi in se stessi, nel proprio particulare, sottraendosi così alle responsabilità richieste dalla vita democratica, quali la partecipazione alle decisioni pubbliche e il correlativo impegno per il perseguimento del bene comune.5Questo ragionamento ci conduce direttamente a un altro tema cruciale, quello dell’impegno politico dei cattolici. Al riguardo, bella è la definizione del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Zuppi, dei cattolici come «artigiani della democrazia».

In tale direzione, sono da accogliere le considerazioni di Michele Nicoletti, secondo il quale bisogna riconquistare «la dimensione architettonica della politica, che è quella di chi agisce sulla base di un progetto, studia dove porre le fondamenta e quali spazi costruire e proteggere perché la vita umana possa fiorire», ed è «uno sforzo che anche tra i cattolici si è perso per strada». Giustamente, Nicoletti rileva che «non facciamo che celebrare le idee “ricostruttive” o il “Codice di Camaldoli”, ma nessuno si prende la briga di scriverne uno per l’oggi». Ecco, questo è il compito che i cattolici dovrebbero porsi, oggi: ripensare la loro presenza alla luce dei nuovi scenari e delle nuove esigenze. Certo, non si possono ignorare le maggiori difficoltà rispetto al passato. Derivanti non soltanto dalle inedite sfide che abbiamo davanti, ma anche da una palese crisi dei partiti, delle classi dirigenti e delle culture politiche, tutte criticità presenti come mai prima, a partire dal secondo dopoguerra, tali da rendere più ardua l’azione pubblica. Pertanto, occorre fare rete, collegarsi, senza limitarsi a muovere su una mera dimensione organizzativa o di semplice testimonianza, per quanto importante si possa ritenere, bensì producendo idee, confronti, elaborazioni in direzione di una nuova progettualità. Senza queste condizioni, infatti, sarebbe illusorio pensare a una nuova incidenza sul terreno della storia, e sarebbe, al contrario, probabile, se non certo, condannarsi a una marginalità senza ritorno. Il tutto in una linea di continuità con il Magistero Sociale della Chiesa, ed è con questo auspicio che si ripresenta questo volume a non molta distanza dalla sua prima edizione.

Mario Toso

 

Informazioni e prenotazioni: info@edizionidellegrazie.it

1 Si può trovare una buona sintesi della cerimonia di apertura nell’articolo di ALVISE SPERANDIO, La democrazia all’insegna della “Fratelli tutti”, in «L’Osservatore Romano», 4 luglio 2024.
2 Su tale importanza nel più recente dibattito, si veda F. PELOSO, Democrazia è partecipare. Le parole di Francesco in sintonia con Mattarella, in «Domani», 7 luglio 2024, p. 6.
3 S. GATTI, Lezioni di democrazia per costruire un futuro partecipato, in «Il Sole 24 Ore», 5 luglio 2024; cf S. MATTARELLA, Sulla democrazia, Edizioni E/O, Roma 2024.
4 Il testo integrale del discorso di Mattarella a Trieste si trova anche in «Avvenire», 3 luglio 2024.
5 Cf E.M. RUFFINI, Il fascismo presto cadrà, prepariamoci al domani, in «Avvenire», 18 agosto 2024.
6 Cf M.M. ZUPPI, Non c’è democrazia senza un “noi”, https://www.settimanesociali.it/news/card-zuppi-non-cedemocrazia- senza-un-noi/ consultato il 30 agosto 2024.
7 M. NICOLETTI, La politica riscopra il senso dell’ascolto: parte di qui l’alternativa al leaderismo, intervista a cura di M. Ferrando in «Avvenire», 25 agosto 2024, p. 9; per conoscere come si sono mossi i cattolici torna utile la lettura di E. PREZIOSI, Da Camaldoli a Trieste. Cattolici e democrazia per continuare il cammino, Prefazione di M.M. Zuppi, Vita e Pensiero, Milano 2024.


Convegno “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”

Convegno
RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI,
CONCEDICI LA TUA PACE

4-5 gennaio 2025, Faenza
Casa del Clero, Via Bondiolo 42

 

 

SABATO 4 GENNAIO 2025

10.00 – Introduzione al Convegno di Argia Passoni FFFJ

10.30 – Presentazione del Messaggio della 58^ Giornata Mondiale della Pace
S.E. Mons. Mario Toso, Vescovo di Faenza Modigliana

15.30 – “Riconoscendo il debito ecologico, rimettere il debito estero: una questione di giustizia!”
Prof. Riccardo Moro, docente di economia internazionale e dello sviluppo

17.30 – Testimonianze della comunità di Faenza nei tempi dell’alluvione
Samuele Marchi, direttore del Giornale diocesano “Il Piccolo”

 

DOMENICA 5 GENNAIO 2025

10.00 – Ripresa lavori con le Conclusioni a partire dalla riflessione di S.E. Mons. Mario Toso
“Giubileo, evento di tutti?”

11.30 – S. Messa celebrata da S.E. Mons. Mario Toso

 

 

info@coopfratejacopa.it