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Matteo Cattani sarà istituito lettore domenica 2 giugno in Seminario

Domenica 2 giugno alle 19, nella chiesa del Seminario, il seminarista Matteo Cattani verrà istituito lettore. Matteo sta svolgendo il percorso formativo presso il Seminario regionale a Bologna e attualmente frequenta il terzo anno di studi presso la facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna. Il 22 ottobre 2023 era stato ammesso fra i candidati all’Ordine del diaconato e del presbiterato. Compito del lettore istituito è quello di proclamare la parola di Dio durante l’assemblea liturgica. Può anche, se necessario, curare la preparazione degli altri fedeli incaricati di leggere la Sacra Scrittura. Per svolgere tali compiti, il lettore istituito è invitato a meditare assiduamente la Sacra Scrittura, per acquistare ogni giorno più pienamente l’amore e la conoscenza della Sacra Scrittura e divenire un più perfetto discepolo del Signore.


Accorpamento diocesi “in persona episcopi”, il vescovo Mario dopo l’incontro con il Papa: “Serve un surplus di riflessione”

Domande e risposte. Come è ormai consuetudine quando il Papa incontra i vescovi italiani riuniti in assemblea. È successo anche ieri pomeriggio nell’Aula del Sinodo in Vaticano. E tra le risposte più significative di Francesco c’è quella relativa all’accorpamento delle diocesi in persona episcopi. Non una strada tracciata definitivamente. Anzi, dopo queste prime sperimentazioni è bene fermarsi a riflettere. Lo riporta Avvenire, a seguito dell’incontro in apertura dell’Assemblea generale della Cei.

A proposito di diocesi, diverse domande hanno riguardato la questione degli accorpamenti. Come riferisce monsignor Mario Toso, vescovo di Faenza-Modigliana, al quotidiano Avvenire: «le recenti visite ad limina hanno fornito al Papa informazioni che, come ci ha detto egli stesso nel rispondere alle domande, non gli erano ben presenti in precedenza. Le difficoltà emerse, dunque, inducono ad affrontare la questione con un surplus di riflessione, per cui non è detto che questa debba essere la via da perseguire anche in futuro».

Certamente invece bisognerà prestare attenzione ai Seminari. Laddove i seminaristi sono troppo pochi si potrebbe pensare a strutture di livello regionale o per lo meno interdiocesano. Una soluzione che il Papa ha sempre raccomandato e che tornato a caldeggiare ieri pomeriggio. Più in generale la cura delle vocazioni e l’accompagnamento dei sacerdoti, «che hanno bisogno di incoraggiamento», sono due dei temi maggiormente toccati nel corso dello scambio con i vescovi. Monsignor Toso ha riferito che il Papa ha molto sottolineato questi due aspetti. Ma il calo delle vocazioni e del numero dei preti non deve essere vissuto in maniera catastrofica. Il vescovo di Faenza-Modigliana a tal proposito ricorda: «Ci ha invitato ad affrontare questo momento di difficoltà con entusiasmo, perché il Signore cammina con noi e ci permette di guardare i problemi con uno spirito nuovo».

Omelia di Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Omelia di S.E. Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano
in occasione della Festa della B.V. delle Grazie
Faenza, Cattedrale di San Pietro Apostolo, 11 maggio 2024

 

Stavano insieme, perseveranti e concordi nella preghiera Pietro e Giovanni.
Come potevano stare insieme ed essere concordi Pietro e Giovanni, cioè il giovane e il vecchio, il carattere impulsivo e rude e il temperamento gentile e sensibile. Come possono stare insieme le generazioni diverse nella stessa comunità. Come possono parlarsi gli adulti e i giovani, i genitori e i figli, i nonni e i nipoti, gli insegnanti e gli studenti. Non sono forse destinati a vivere in mondi separati, in una insuperabile incomunicabilità? Perseveranti e concordi: c’era Maria, la Madre di Gesù e alcune donne. Forse la madre, se non è ansiosa ma ispirata dalla fede; forse la madre, se non è troppo preoccupata di sé, può essere la donna dell’alleanza tra le generazioni. Forse la Madre insegna a pregare. La Beata Vergine della Grazie ha saputo unire la città in tanti momenti della storia. Sapranno i giovani e gli anziani di Faenza vivere uniti e concordi nella preghiera? Maria è ancora qui a convocarci tutti, con l’attrattiva della maternità che genera.

Stavano insieme, perseveranti e concordi nella preghiera Giacomo e Andrea, cioè quelli che avevano l’ambizione del protagonismo. L’intraprendenza per sedersi alla destra o alla sinistra, per procurare il pane, per essere capaci di fare proseliti. Erano tutti e due protagonisti: come potevano stare insieme, ambiziosi come erano?

Perseveranti e concordi: c’era Maria, la serva dell’altissimo. Forse la prontezza a servire, forse la sensibilità che si accorge del bisogno degli altri, del vino che manca, prima di esibire sé stessa. Ecco a che cosa serve l’intelligenza e l’intraprendenza: non a primeggiare, ma a procurare gioia agli altri, a procurare il vino che manca.

Sapranno gli ambiziosi di Faenza, gli uomini e le donne dotate di grandi qualità inclini a primeggiare, gareggiare nello stimarsi a vicenda e nel servizio? Maria è ancora qui a indicarci la via del servire.

Stavano insieme, perseveranti e concordi nella preghiera Filippo e Giacomo, cioè quelli delle domande, quelli inclini allo scetticismo, quelli che dicono, come Tommaso: “Se non tocco con le mie mani non credo”, quelli che dopo tanto tempo, ancora domandano, come Filippo: “Mostraci il Padre!”. Quelli che hanno sempre obiezioni e dubbi, gli intellettuali incontentabili, quelli che si accaniscono nelle discussioni, quelli che vogliono sempre avere l’ultima parola. Erano gli amici della polemica: come potevano stare insieme? Perseveranti e concordi: c’era Maria, la sedes sapientiae. Una sapienza più alta, più benevola, una parola più delicata, un modo di parlare più conciliante, una ricerca della verità più fiduciosa. Ecco a che cosa serve la parola: per intendersi. Ecco: l’intelligenza più acuta non è il pensiero critico, ma la disponibilità alla contemplazione.

Sapranno gli intellettuali di Faenza, gli uomini del pensiero e della parola, inclini alla critica e allo scetticismo, accogliere da Maria, la sapienza sorridente e la parola edificante? Maria è ancora qui per rendere possibile l’intesa.

Stavano insieme, perseveranti e concordi nella preghiera, Bartolomeo e Matteo, cioè quelli della tradizione e quelli della innovazione, i progressisti e i tradizionalisti, quelli che guardando al patrimonio della tradizione dicono: “Tutte cianfrusaglie, tutte anticaglie da museo” e quelli che considerando le innovazioni dicono: “Tutte banalità, sperimentalismi astrusi, incomprensibili arbitrarie stranezze”. Potevano stare insieme ed essere concordi?

Perseveranti e concordi: c’era Maria, la figlia di Sion e la nuova Eva, l’esito di una gloriosa genealogia e il principio di una comunità nuova. Maria ricordava che in Gesù si celebra la nuova alleanza, solo in lui si compiono le profezie, cioè le tradizioni di Israele e solo in lui risplende la gloria e risuona la parola che indica le vie da percorrere verso il compimento. Maria pregava gli antichi salmi e inneggiava con il cantico nuovo del Magnificat, l’antico e il nuovo, le sfumature della bellezza.

Sapranno i tradizionalisti e i progressisti di Faenza celebrare l’alleanza? Maria è ancora qui, la Madre che offre la stanza al piano superiore per celebrare la fraternità.

Stavano insieme, perseveranti e concordi nella preghiera Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo, gli uomini qualsiasi. Gli uomini qualsiasi, quelli che non hanno niente da dire o non riescono a dire niente perché parlano sempre gli altri; quelli che non fanno niente che meriti di essere ricordato; gli uomini qualsiasi, quelli destinati a essere gregari: talora mortificati e invidiosi degli altri che pretendono di sedere alla destra o alla sinistra del Maestro, talora invece restii a farsi avanti, imbarazzati se vengono chiamati, inclini piuttosto a ritirarsi nel privato che a esporsi in pubblico. C’erano anche gli uomini qualsiasi, quelli che hanno difetti qualsiasi, quelli che fanno peccati mediocri, quelli che hanno pensieri banali, quelli che discutono fino a litigare per motivi futili. Possono essere perseveranti e concordi gli uomini qualsiasi?

Perseveranti e concordi: c’era Maria, la donna di Nazaret, la donna di una vita qualsiasi. Maria ascoltava tutti e seminava anche nelle vite mediocri l’invito alla santità, la santità semplice della carità sincera, dei gesti minimi, delle parole semplici, del perdono quotidiano, del bicchiere d’acqua e dell’ascolto paziente che sa riconoscere il desiderio di felicità e la vocazione alla santità scritto anche nelle vite che non fanno notizia, nelle lacrime e nelle fatiche della gente qualsiasi.

Sapranno gli uomini e le donne qualsiasi di Faenza perseverare concordi nello stupore di essere importanti per il Signore, loro che non sono importanti per nessuno? Maria è ancora qui e offre la rivelazione della gloria che avvolge di luce ogni persona.

Celebriamo la patrona di Faenza che ha rivelato d’essere la Beata Vergine delle Grazie così vicina alla gente nei secoli. Nei momenti della peste, del terremoto, della guerra la gente è forse tentata di disperdersi, di gridare: “Si salvi chi può!”, di andare ciascuno per la sua strada, pensando di salvarsi da solo.

La storia di Faenza raccomanda piuttosto di essere concordi e perseveranti nella preghiera per invocare: “Salvaci, Signore! Aiutaci, Maria!”
In questo frammento di storia che stiamo vivendo chiediamo l’intercessione di Maria perché aiuti a stare insieme, i giovani e i vecchi, i politici e gli amministratori, gli intellettuali e i ricercatori, i tradizionalisti e i progressisti, gli uomini e le donne qualsiasi. Insieme per invocare: Salvaci, Signore! Aiutaci, Maria!”.


Visita canonica al monastero dell’Ara Crucis di Faenza

vescovo ara crucis

Il 10 aprile scorso durante la Visita canonica: la comunità quasi al completo (manca la fotografa) si è radunata insieme al vescovo monsignor Mario Toso e a suor Gabriella Mauri op, presidente della Federazione di monasteri domenicani “Santa Maria Maddalena” di cui l’Ara Crucis fa parte. Due visitatori anziché soltanto uno: è una delle novità introdotte dal Papa con i documenti Vultum Dei quaerere e l’Istruzione applicativa Cor orans. Sono state giornate intense di dialogo sincero, di confronto fiducioso, di clima sinodale.


Chiusura Uffici Curia dal 28 marzo al 6 aprile. Riapertura lunedì 8

Gli uffici della Curia diocesana che hanno sede in Viale Stradone 30 nei locali del Seminario, resteranno chiusi per le festività pasquali da giovedì 28 marzo a sabato 6 aprile. Riapriranno lunedì 8 aprile.
Gli uffici della Curia sono aperti al pubblico il martedì e il giovedì dalle 9.00 alle 12.30. La Curia diocesana è l’insieme degli organismi e delle persone che aiutano il vescovo nel governo della Diocesi, soprattutto nel dirigere l’attività pastorale, nel curare l’amministrazione della diocesi come pure nell’esercitare la potestà giudiziaria.

Tel: 0546 21642
E-mail: curia@diocesifaenza.it

Dichiarazione Ceer sul fine vita: “Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione. La soluzione non è l’eutanasia”

La Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in Assemblea il 29 febbraio a Roma, dove si trova per la Visita ad Limina, e durante i lavori presieduti da Mons. Giacomo Morandi, Presidente Ceer e Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, ha predisposto una dichiarazione circa il fine vita, di cui si trasmette il testo.

 

Nascere, vivere, morire: tre verbi che disegnano la traiettoria dell’esistenza. La persona li attraversa, forte della sua dignità che l’accompagna per tutta la vita: quando nasce, cresce, come quando invecchia e si ammala. Sperimenta forza e vulnerabilità, intimità e vita sociale, libertà e condizionamenti.

Gli sviluppi della medicina e del benessere consentono oggi cure nuove e un significativo prolungamento dell’esistenza. Si profila così la necessità di modalità di accompagnamento e di assistenza permanente verso le persone anziane e ammalate, anche quando non c’è più la possibilità di guarigione, continuando e incrementando l’ampio orizzonte delle “cure”, cioè di forme di prossimità relazionale e mediche.

Alla base di questa esigenza ci sono il valore della vita umana, condizione per usufruire di ogni altro valore, che costruisce la storia e si apre al mistero che la abita, e la dignità della persona, in intrinseca relazione con gli altri e con il mondo che la circonda. Il valore della vita umana si impone da sé in ogni sua fase, specialmente nella fragilità della vecchiaia e della malattia. Proprio lì la società è chiamata ad esprimersi al meglio, nel curare, nel sostenere le famiglie e chi è prossimo ai malati, nell’operare scelte di politiche sanitarie che salvaguardino le persone fragili e indifese, e attuando quanto già è normato circa le cure palliative. Impegno, questo, che qualifica come giusta e democratica la società.

Procurare la morte, in forma diretta o tramite il suicidio medicalmente assistito, contrasta radicalmente con il valore della persona, con le finalità dello Stato e con la stessa professione medica.

La proposta della Regione Emilia-Romagna di legittimare con un decreto amministrativo il suicidio medicalmente assistito, con una tempistica precisa per la sua realizzazione, presumendo di attuare la sentenza della Corte Costituzionale 242/2019, sconcerta quanti riconoscono l’assoluto valore della persona umana e della comunità civile volta a promuoverla e tutelarla.

Anche noi, Vescovi dell’Emilia-Romagna, pellegrini a Roma alle tombe degli Apostoli, vogliamo offrire un nostro contributo, sulla base della condivisa dignità della persona e del valore della vita umana, rivolgendoci non solo ai credenti ma a tutte le donne e gli uomini.

Esprimiamo con chiarezza la nostra preoccupazione e il nostro netto rifiuto verso questa scelta di eutanasia, ben consapevoli delle dolorose condizioni delle persone ammalate e sofferenti e di quanti sono loro legati da sincero affetto. Ma la soluzione non è l’eutanasia, quanto la premurosa vicinanza, la continuazione delle cure ordinarie e proporzionate, la palliazione, e ogni altra cosa che non procuri abbandono, senso di inutilità o di peso a quanti soffrono.

Tale prossimità e le ragioni che la generano hanno radici nell’umanità condivisa, nel valore unico della vita, nella dignità della persona, e trovano sorgente, luce e forza ulteriore in Gesù di Nazareth che, proprio sulla Croce, nella fase terminale della esistenza, ci ha redenti e ci ha donato sua madre, scambiando con Lei, con il discepolo amato e con chi condivideva la pena, parole e un testamento di vita unico, irrinunciabile, non dissimili a quelle confidenze che tanti cari ci hanno lasciato sul letto di morte.

Il suo dolore, crudelmente inferto, accoglie ed assume ogni sofferenza umana, innestandola nel mistero di Pasqua, mistero di Morte e di Risurrezione.

 

Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna

 

Visita ad limina. Tutti i vescovi dell’Emilia-Romagna in udienza da papa Francesco

Il 29 febbraio in Vaticano i Vescovi della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna (Ceer) sono stati ricevuti da Papa Francesco in Udienza privata nella Biblioteca del Palazzo Apostolico in occasione della Visita ad Limina Apostolorum, in corso dal 26 febbraio al 2 marzo.

Erano presenti i Vescovi delle Diocesi dell’Emilia-Romagna – tra cui il nostro Vescovo, Mons. Mario Toso, insieme al Presidente Ceer, Mons. Giacomo Morandi, Vescovo di Reggio Emilia, e al Presidente Cei, Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna. L’incontro è stato un dialogo di oltre due ore e l’Udienza, già programmata per lunedì 26, era stata rinviata ad oggi per la persistenza di lievi sintomi influenzali del Papa. In questa settimana di Visita ad Limina si stanno pure svolgendo le visite dei Vescovi nei vari Dicasteri Vaticani, le celebrazioni liturgiche in alcune Basiliche e la visita alle tombe degli Apostoli.

I Vescovi Ceer, inoltre, hanno partecipato all’Udienza Generale di Papa Francesco mercoledì 28 nell’Aula Paolo VI, dove erano presenti anche i pellegrini provenienti dalle Diocesi della regione e migliaia di fedeli giunti da tutta Italia e dal mondo. Nel pomeriggio di mercoledì 28 i Vescovi della regione hanno concelebrato la Messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza dei pellegrini delle Diocesi
dell’Emilia-Romagna.

 

Per servizi, testi, immagini e foto consultare i siti delle Diocesi dell’Emilia-Romagna e i siti https://photo.vaticanmedia.va/it/ e https://www.vatican.va


Francesca Zinzani nominata dal vescovo Mario presidente diocesana Azione cattolica. Don Davide Ferrini confermato assistente

Preso atto dei risultati dello scrutinio del Consiglio diocesano di Azione Cattolica del 21 gennaio, l’8 febbraio scorso il vescovo monsignor Mario Toso, sulla base della terna dei nomi indicati, ha nominato Francesca Zinzani presidente diocesano «con l’auspicio di un lavoro di profonda animazione di tutta l’associazione e di una sollecitudine e cura di tutti i settori». Ha poi confermato don Davide Ferrini come assistente diocesano Ac. Vice assistente diocesano per il settore Giovani è stato nominato don Mattia Gallegati, mentre l’animatore spirituale dell’Azione cattolica ragazzi sarà il diacono Franco Ferretti.

Chi è Francesca Zinzani

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La nuova presidente diocesana Ac è Francesca Zinzani, 34 anni. Lavora presso il patronato ed è della parrocchia del Paradiso dove accompagna i ragazzi di I e II superiore. Ha fatto parte dell’ufficio diocesano di pastorale vocazionale e ha conosciuto l’Azione Cattolica da piccola quando i suoi genitori la iscrissero ai primi campi estivi. «Da quel momento l’Ac è stata fondamentale nel mio percorso di crescita – racconta – soprattutto quando finito il cammino “tradizionale” di catechismo a Celle (mia parrocchia di origine), non essendoci alternative per le superiori, mi sono spostata presso la parrocchia del Paradiso invitata da alcune amiche conosciute proprio durante i campi estivi di Ac». Dal 2005 è membro dell’equipe del settore ragazzi, per il quale negli ultimi mandati ha avuto la vice e poi la responsabilità del settore. «L’Azione Cattolica – sottolinea – mi ha insegnato l’impegno nel servizio di fede e civile, a guardare “oltre le mura”, a dialogare e a camminare con generazioni diverse».


Colletta nazionale per la Terra Santa. In Diocesi di Faenza è il 3 marzo

La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha indetto per domenica 18 febbraio (prima del tempo di Quaresima) una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa. Nella sola diocesi di Faenza-Modigliana questa colletta sarà posticipata, slittando a domenica 3 marzo (a causa della concomitante Giornata diocesana del Seminario).

La Cei informa che le offerte raccolte, da inviare a Caritas italiana entro il 3 maggio, renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo. «Caritas italiana – spiega il direttore, don Marco Pagniello – è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione». La colletta del 18 febbraio rappresenta una preziosa occasione di sensibilizzazione e animazione delle comunità parrocchiali italiane. A questo fine Caritas italiana sta predisponendo sussidi e locandine che sanno messi a disposizione delle diocesi. Inoltre la Cei aderisce alla proposta della Ccee di dedicare un giorno alla preghiera e al digiuno per le vittime delle guerre in Ucraina e in Terra santa. Per l’Italia il giorno è venerdì 1 marzo.

Colletta nazionale – Scheda informativa 8.2.2024


Don Luca Ravaglia nominato assistente regionale Azione Cattolica

Nei giorni scorsi don Luca Ravaglia, parroco di Russi, è stato nominato dalla Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna assistente regionale dell’Azione Cattolica. Don Luca è nato il 10 gennaio del 1964 e dal novembre del 2022 è parroco a Russi. È anche direttore della Scuola diocesana di Teologia “San Pier Damiani”. In precedenza è stato parroco della Beata Vergine del Paradiso di Faenza e di Pieve Ponte.