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La Ludoteca comunale apre il servizio nei locali del vescovado messi a disposizione dalla Diocesi. La partita a calciobalilla tra Vescovo e Sindaco

Una partita a calciobalilla a simboleggiare l’unione e la collaborazione tra Diocesi e Amministrazione per il bene della comunità, specie nel contesto della ripartenza post-alluvione ancora in corso. A scendere in campo il vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, e il sindaco Massimo Isola che si sono sfidati ieri, 16 settembre, tra goal e parate con i classici “omini” del calciobalilla in una partita che si è giocata all’interno di un contesto speciale. L’occasione è stata data dall’inaugurazione e dalla benedizione dei nuovi spazi che ospiteranno la Ludoteca comunale della città, che ha trovato casa nei locali del Vescovado (in piazza XI Febbraio, 10) messi a disposizione dalla Diocesi. Il servizio Ludoteca infatti è stato spostato dalla sua sede originale per i lavori Pnrr che stanno interessando il complesso di Palazzo delle Esposizioni di Faenza. Per questo motivo, grazie a un accordo tra il Comune e la Diocesi di Faenza-Modigliana, è stato possibile riaprire ai piccoli fruitori, dopo alcuni interventi di adeguamento alla struttura, le attività nei locali del vescovado, alluvionati a maggio, recuperati e ora allestiti con numerosi giochi e servizi per i più piccoli.

La Ludoteca comunale rappresenta un luogo d’aggregazione e di crescita molto importante per i bambini dai 6 ai 14 anni. Qui ora hanno uno spazio nel quale ritrovarsi per giocare assieme in un contesto educativo adeguato. «Esprimo la mia personale soddisfazione – ha detto S.E. Mons. Mario Toso – per la ripresa delle attività della Ludoteca comunale nei locali che hanno ospitato fino a poco tempo fa gli uffici della Curia diocesana. Infatti, sono lieto di potere avere come “vicini di casa” i bambini e i ragazzi adolescenti della nostra città che avranno la possibilità di giocare e di crescere insieme con l’accompagnamento delle famiglie e degli operatori».

Al termine del taglio del nastro e della benedizione da parte di monsignor Toso, il vescovo e il sindaco sono poi scesi in campo attorno al calciobalilla, testando, ritornando bambini, i giochi presenti in Ludoteca. E la partita più bella è sempre questa, al di là del numero dei goal fatti: collaborare insieme per il bene comune. 


Partito il Calciotto 2024 con il match inaugurale All Star vs. Preti 1-2

calciotto

Lunedì 2 settembre si è giocata la partita inaugurale dell’edizione 2024 del torneo del Calciotto. In campo alla parrocchia del Paradiso si sono fronteggiate le squadre “All Star” e “Preti”. La partita, molto combattuta, è terminata con il risultato di 2 reti a 1 a favore dei Preti: in goal don Luca Girotti (Mvp della partita, poi uscito infortunato e sostituito da don Matteo Babini) e don Massimo Geminiani, per gli All star rete di Giacomo Sangiorgi.

Il torneo del Calciotto, nato sulla spinta del Sinodo dei giovani della Diocesi di Faenza-Modigliana, proseguirà fino al 6 ottobre, quando si terranno le finali. In corso le fasi eliminatorie, con 14 squadre iscritte. Nel torneo maschile cercherà di confermarsi campione la squadra dei Cappuccini. Per quanto riguarda il torneo femminile, quest’anno quattro le squadre iscritte.


Il Museo Diocesano il 30 agosto inaugura la mostra “Caos e il suo contrario” negli spazi di Santa Maria dell’Angelo

«Caos e il suo contrario. Materia animata: morfogenesi Morigi, il cinquantenario» è una mostra promossa dal Museo Diocesano che celebra la creatività di Mirta Morigi e della sua vivace bottega, tutta al femminile. La mostra, che verrà inaugurata ufficialmente il 30 agosto prossimo presso gli spazi espositivi di Santa Maria dell’Angelo, resterà aperta al pubblico fino al 10 novembre. Con le radici ben salde nella sapiente e secolare tradizione faentina, ma con gli occhi e il cuore aperti al mondo per coglierne l’essenza migliore grazie a un sincero e cordiale processo di scambio, la Bottega Morigi è un luogo in cui il sapere delle mani e del cuore si intrecciano ogni giorno per dare vita a creazioni sempre originali. Basta varcarne la soglia per cogliere l’essenza di questo lavoro incessante, rigoroso, ma soprattutto per assaporare un tempo diverso, come quello, ad esempio, che chiede la terra per asciugarsi o il forno per raffreddarsi. Il fare ceramica esige e insieme educa a una qualità del tempo diversa da quella che al di fuori del laboratorio si può percepire. Seguendo questa logica, porre l’attenzione sugli anni trascorsi – cinquanta nel 2023 – può rivestire un senso relativo per chi fa ceramica. Se cinquant’anni segnano un traguardo, va innanzitutto riferito alla qualità del tempo trascorso e al desiderio di trasfigurare la terra – ci si può immaginare una materia più semplice? – in qualcosa di infinitamente prezioso. Se poi cinquant’anni chiedono di essere ricordati è perché quella scintilla iniziale, quell’entusiasmo delle origini, mai si sono spenti.

È la vivacità della produzione che lo dimostra. Posta nel centro di Faenza, la Bottega d’Arte Ceramica Morigi, si trova all’ombra della seicentesca chiesa di Santa Maria dell’Angelo, uno spazio che, dopo alcuni anni di chiusura, nel 2018 è stato riaperto come cantiere per l’arte contemporanea del Museo Diocesano di Faenza. Questa vicinanza geografica, ma soprattutto progettuale, ha reso naturale l’incontro con Mirta, Gaia, Edda, Erika e Serena per immaginare un’esposizione che rendesse omaggio a quella passione per la ceramica che, nel corso dei decenni, mai è venuta meno. Santa Maria dell’Angelo, che in questi anni ha accolto nei suoi antichi spazi esperienze di numerosi artisti contemporanei, entra ora in dialogo, grazie a un allestimento immersivo, con i vasi/sculture della Bottega Morigi, opere dove il confine tra alto artigianato e arte è quanto mai labile.

Giovanni Gardini, direttore Museo Diocesano


Calciotto: si parte il 2 settembre. In tutto 14 squadre iscritte

Il 2 settembre, con una partita inaugurale All Stars vs. Preti, prenderà il via la nuova edizione del Calciotto, il torneo promosso da varie realtà diocesane e nato a partire dal Sinodo dei giovani, in modo particolare raccogliendo l’invito, nato durante il Sinodo, di proporre attività e progetti per una Chiesa in uscita. Confermati i campi da gioco alla parrocchia del Paradiso e a San Giuseppe, le finali si disputeranno il 6 ottobre. E tra, le novità di quest’anno, il Fantacalciotto.

Al torneo maschile si sono iscritte dieci squadre: Cappuccini, Scout Modigliana, San Marco, Sant’Agostino, Leoni San Marco, Scout Faenza 4, Errano, Paradiso, Castel Raniero, Reda. Al femminile parteciperanno quattro squadre: Paradiso, Pieve Cesato, ACpicchia, San Marco. Il Calciotto viene proposto dall’area Giovani e Vocazioni, Azione Cattolica, Anspi, Csi e Agesci.


Pastorale sociale: incontri a Brisighella (1 luglio) e Bagnacavallo (9 luglio) su lavoro e comunità energetica

Quale settimana sociale dei cattolici per noi? È questo il titolo di una serie di incontri promossi nelle prossime settimane dalla Pastorale sociale della Diocesi di Faenza-Modigliana. Tra i temi: la proposta di legge Cisl su lavoro e partecipazione e la buona pratica delle comunità energetiche. Il 31 maggio scorso, infatti, è stata costituita la comunità energetica rinnovabile “Ecologia integrale società cooperativa”. Una cooperativa di condivisione dell’energia elettrica rinnovabile, a scopo spiccatamente sociale. La Commissione costituita dal vescovo monsignor Mario Toso ha fatto la scelta di rendere agile la nascita della cooperativa coinvolgendo i primi tredici enti (tra cui diverse parrocchie), i cui rappresentanti legali si sono impegnati nell’approfondire e vagliare il lavoro svolto dalla Commissione e affidare la guida al primo Consiglio di Amministrazione. Quest’ultimo ha intrapreso i lavori proseguendo quelli della Commissione e in queste settimane sta riunendosi per le prime scelte significative. Il Consiglio ha pensato di coinvolgere fin da subito e in modo particolare tutti gli enti e le famiglie che hanno manifestato l’interesse per la comunità energetica, organizzando due appuntamenti.

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Quale Settimana sociale dei cattolici per noi?

Il primo incontro, a Brisighella, si terrà lunedì 1° luglio al cinema Giardino (via Fossa 16) alle 20.30. Il secondo incontro sarà martedì 9 luglio a Bagnacavallo, sempre alle 20.30, nei locali della pieve di San Pietro in Silvis. Saranno due serate i cui contenuti si ripeteranno, in luoghi agevolmente raggiungibili da tutto il territorio diocesano. Insieme ai volontari del settore di Pastorale sociale si approfondirà il tema della Settimana sociale dei cattolici (Trieste, 3-7 luglio), e si spiegherà come entrare nella comunità energetica, modo concreto di partecipazione a un progetto sociale. Saranno condivise anche le tempistiche e gli impegni che il Consiglio di Amministrazione sta ipotizzando.

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Sono invitati soprattutto i parroci, i membri dei consigli degli affari economici parrocchiali, i legali rappresentanti delle scuole paritarie cattoliche con i loro consigli degli affari economici, i presidenti dei circoli e i loro collaboratori, coloro che hanno compilato la manifestazione di interesse. Per estendere la partecipazione a tutti i soggetti (alle famiglie e aziende), il Consiglio vuole prendersi ancora qualche mese di tempo, soprattutto per la stesura del Regolamento e per avviare la gestione della cooperativa. Ciò non toglie che tutti possano partecipare a questi due incontri ed esprimere il loro interessamento.

Per info: pastoralesociale@diocesifaenza.it; com.energetiche@diocesifaenza.it


Ucid: riflessione del vescovo Mario sulla democrazia in vista della Settimana sociale dei cattolici

Il vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, in un convegno promosso a Ravenna dall’Ucid – Sezione di Ravenna-Faenza-Imola, assieme al prof. Ernesto Preziosi ha affrontato il tema “Libertà e potere. La questione della democrazia” con particolare riferimento alla crisi della democrazia, in vista della Settimana sociale dei cattolici in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio prossimo.

“In un contesto di terza guerra mondiale, in cui viene a prospettarsi una nuova configurazione dell’Occidente europeo rispetto alle grandi potenze mondiali emergenti – ha detto il presule -, sembra essere messa in crisi la «promessa» fondamentale che la modernità aveva immesso nel genoma della democrazia: l’emancipazione della soggettività e la liberazione dalle catene del dominio eteronomo per essere realmente autonomi e, per questo stesso, più liberiMa se alla fine del secolo scorso la democrazia sembrava poter affermarsi in tutto il mondo, all’inizio di questo secolo appare ovunque in crisi. La sua promessa di libertà per tutti i popoli viene indebolita sia sul piano del funzionamento delle istituzioni democratiche (istituzioni di governo ai diversi livelli – da quello locale a quello internazionale –, parlamenti, partiti), sia sul piano del coinvolgimento popolare nei processi decisionali ed elettorali (si pensi all’astensionismo e alla disaffezione), sia sul piano della sua anima etico-culturale. Nonostante l’accrescimento della comunicazione, prevalgono la frammentazione sociale, l’individualismo utilitarista, che lasciano poco spazio per pensarne il futuro”.

“Sempre più difficile realizzare una democrazia sostanziale”

“Con cittadini e rappresentanti intrappolati in forme populiste e illiberali di democrazia – prosegue monsignor Toso -, diventa sempre più difficile realizzare la democrazia sostanziale, partecipativa, solidale, deliberativa, inclusiva. Contrariamente a quanto si pensa comunemente, non giova rispetto al suddetto ideale di democrazia il concetto di un’autorità politica intesa prevalentemente come potere, che è un concetto sociologico, ossia inteso come capacità di imporre e di farsi valere sui popoli. Appare, invece, più adeguato il concetto di autorità proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa e inteso come capacità di comandare secondo ragione. Tale autorità mira a far crescere i cittadini secondo la loro dignità umana, in tutta la sua pienezza, nel contesto di una corresponsabilità posta al servizio del bene comune”.

Alluvione, un anno dopo. Il report della Caritas diocesana

Lunedì 27 maggio, in due incontri pubblici svoltisi nell’aula magna del Seminario di Faenza, la Caritas diocesana ha presentato i dati dell’indagine: “Alluvione – Come è entrata nella vita di ognuno di noi”, sullo stato del nostro territorio a un anno dall’alluvione. All’incontro hanno partecipato il vescovo, monsignor Mario Toso; il direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello; il direttore della Caritas diocesana don Emanuele Casadio; l’assessore al Welfare del Comune di Faenza, Davide Agresti e Maria Chiara Lama, curatrice del report.

L’indagine è stata redatta a partire da un questionario online rivolto alla comunità diocesana nelle scorse settimane. Dalla situazione abitativa a quella sociale, dal contesto lavorativo a quello famigliare sono diversi i temi che vengono approfonditi dal questionario, al quale hanno risposto 586 persone (donne 72%, uomini 28%). Hanno partecipato all’indagine persone di tutte le fasce di età, in particolare il 55% appartiene alla fascia di età 46-65 anni.

Il report è scaricabile sul sito della Caritas di Faenza-Modigliana (caritasfaenza.it).

 

La questione abitativa e lavorativa

Al centro delle criticità ancora presenti, c’è l’emergenza abitativa. Tra coloro che vivono in quartieri alluvionati, il 44% ha avuto la casa totalmente coinvolta, il 32% parzialmente, il 17% ha avuto garage e cantina alluvionati. Nei giorni subito successivi all’alluvione, tre persone su cinque erano fuori casa. Il 34% è rientrato in un secondo momento, mentre il 24% (118 persone) non è ancora rientrato.

Diverse persone hanno vissuto l’emergenza dovendo cambiare più volte la sistemazione. Il 60% ha dichiarato di essere stati ospitati da parenti e il 30% da amici. Anche l’aiuto spontaneo da parte di persone sconosciute ha dato però un’iniezione di energia e positività.

Il 33% ha perso l’automobile: 33 persone dichiarano di non poterne comprare una nuova anche se ne hanno bisogno.

L’84% delle persone ha dovuto attingere ai propri rispari. Se si fa riferimento solo a chi abita in quartieri alluvionati, la percentuale arriva a 91%. Il 31% ha subito danni nell’attività lavorativa (sede alluvionata, persi i macchinari, persi i clienti) e 10 persone dichiarano di aver perso il lavoro a causa dell’alluvione.

La questione sociologica-relazionale

Alla domanda ‘Come stanno vivendo i tuoi familiari il periodo successivo all’alluvione?’ Le persone hanno dato più risposte, indicando che in tempi diversi le reazioni erano diverse. Spesso c’è stato un periodo di energia e positività e poi uno successivo di tristezza e ansia. Il 59% dichiarano che hanno reagito dandosi da fare, il 31% con tristezza e ansia, il 20% con energia e positività, il 14% rimanendo attoniti.

Per quanto riguarda i propri figli, il 37% ha dichiarato che sono resilienti, il 28% che sono spaventati dall’acqua, il 25% che sono più nervosi e il 15% che sono più legati alla famiglia. Al nervosismo aggiungiamo anche difficoltà a studiare e attacchi di panico. Viene anche segnalato che hanno imparato a donare senza dare nulla in cambio.

Il 48% ha dichiarato che i nonni invece sono più disorientati e confusi, il 27% che la situazione sanitaria è peggiorata. Se hanno perso la casa, la maggior parte (73%) risponde che sono andati a stare da parenti, purtroppo per 5 anziani è stato necessario il ricovero in struttura. Una scelta che, senza l’alluvione, o non sarebbe stata presa o sarebbe stata più avanti nel tempo.

Il pensiero delle persone va spesso all’alluvione con la pioggia e le allerte meteo. Il 66% dichiara di provare ansia e stress. Di questi il 41% ha sentito bisogno di uno psicoterapeuta e di questi 90 hanno iniziato un percorso. 110 persone hanno problemi a dormire.

Molto coinvolta e richiamata al suo dovere è l’amministrazione; si esigono personale competente e il coraggio di agire. È richiesta una progettualità di lungo respiro, non azioni per tamponare nell’immediato. La prevenzione viene evidenziata come il miglior investimento. Vengono sottolineati i momenti di unione e condivisione, ma si teme che, a distanza, si crei una spaccatura tra ‘alluvionati’ e ‘ non alluvionati’ e, ancora più nello specifico tra ‘alluvionati di serie A’ e ‘alluvionati di serie B’.

Le dichiarazioni

 

“A un anno dalle alluvioni in Emilia-Romagna, Caritas Italiana sceglie di restare accanto alle comunità provate dall’emergenza – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana -. Il 29 maggio 2023, ci siamo recati a Faenza, una delle zone più colpite dagli effetti delle alluvioni. In quella occasione, pur considerando le esigenze contingenti, abbiamo scelto di individuare i bisogni a lungo termine e gli strumenti adatti per farvi fronte. Non si è scelto di costruire solo risposte o interventi immediati, ma soprattutto relazioni di prossimità intense e costanti. Anche grazie alla generosità di tanti, abbiamo contribuito ad avviare percorsi di rinascita, accompagnando le famiglie e le piccole imprese nel loro ritorno all’autonomia”.

“Da scenari drammatici – aggiunge il vescovo monsignor Mario Toso – è emersa la forza della vera fraternità, del dono di sé stessi per gli altri. Abbiamo sperimentato che Dio è sempre all’opera e con il suo Spirito d’amore suscita prodigi di bene che rendono il cammino della ripresa e della ricostruzione meno faticoso, più ricco di speranza. L’aiuto di tante persone generose, di tante Chiese sorelle, di tante istituzioni civili e pubbliche, di volontari, della Protezione civile, delle varie forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco, di giovani, di associazioni, di vari Ordini, compreso l’Ordine Teutonico Militare, hanno reso i nostri giorni meno amari, più colmi di prossimità rincuorante”.

“L’analisi dei dati forniti dai questionari – commenta don Emanuele Casadio, direttore della Caritas diocesana di Faenza-Modigliana – permette alla Caritas di osservare i fenomeni in corso e programmare interventi futuri, ma sempre partendo dall’azione fondamentale di incontro e vicinanza alle persone coinvolte. Per la Caritas, osservare prima di agire è una metodologia ormai consolidata nel tempo, ma che rischia di venire meno durante l’emergenza, perché l’attenzione si focalizza sui bisogni primari a cui rispondere. A un anno dall’alluvione, invece, abbiamo voluto metterci in ascolto della comunità e comprendere meglio quale è il suo attuale stato di salute, grazie a questa indagine”.

“A dodici mesi dei tragici eventi di maggio scorso tante sono le cose fatte, e tante ancora le cose da fare – ricorda l’assessore al Welfare Davide Agresti -. Sicuramente abbiamo preso coscienza che ricostruire la nostra città non significhi soltanto ripulire le case dal fango, ma anche prenderci cura delle persone, accompagnare e alleviare le ferite meno visibili. Per farlo ci siamo accorti servire lo sforzo di tutti, come nelle concitate settimane subite successive all’alluvione, anche oggi non dobbiamo perdere lo spirito di collaborazione e sussidiarietà che ha contraddistinto l’operato di tutte le istituzioni: pubbliche, pastorali, associative. Il documento voluto e redatto dalla Caritas è segno concreto di questa volontà di approfondimento e dialogo, strumento così necessario per non sottovalutare ogni aspetto delle conseguenze di ciò che è successo, e stimolo per progettualità future”.


Giovedì 6 giugno, incontro promosso dall’Ucid “Libertà e potere, la questione della democrazia”. Tra i relatori il vescovo Toso

L’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (Sezione Ravenna-Faenza-Imola Gruppo Emiliano-Romagnolo), presentano giovedì 6 giugno dalle 18, a Ravenna nell’aula magna del Palazzo Arcivescovile, in Piazza Arcivescovado 1, l’incontro “Libertà e potere, la questione della democrazia. Il cammino dei cattolici”. Interverranno monsignor Mario Toso (Vescovo Diocesi di Faenza-Modigliana) e il professore Ernesto Preziosi (storico).

Alluvione, un anno dopo. La Caritas presenta l’indagine sullo stato di salute del territorio, oltre 500 intervistati

Lunedì 27 maggio, attraverso due incontri pubblici in programma alle 10 e alle 20.30 nell’aula magna del Seminario Pio XII di Faenza (via degli Insorti 2), la Caritas diocesana presenterà i dati dell’indagine: “Alluvione – Come è entrata nella vita di ognuno di noi”, sullo stato del nostro territorio a un anno dall’alluvione.

Per l’occasione sarà presente il vescovo, monsignor Mario Toso, che introdurrà l’evento e interverranno don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, e l’assessore al Welfare, Europa e Smart City Davide Agresti. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune di Faenza.

L’indagine è stata redatta a partire da un questionario online rivolto alla comunità diocesana nelle scorse settimane. Al questionario hanno risposto 421 donne (72%) e 164 uomini (28%), una persona ha scelto di non rispondere alla domanda sul genere, per un totale di 586 persone. Hanno partecipato all’indagine persone di tutte le fasce di età, in particolare il 55% appartiene alla fascia di età 46-65 anni.

Per info contattare: osservatoriocaritas@diocesifaenza.it oppure 328 5479440).

L’impegno della Caritas diocesana nell’affrontare l’emergenza alluvione

Quella della Caritas di Faenza-Modigliana è stata una grande esperienza di sinodalità e di Chiesa in uscita. In questi mesi, attraverso il Centro operativo allestito alla parrocchia di San Domenico, la Caritas ha coordinato gli aiuti dei volontari, oltre 600, arrivati a Faenza da tutta Italia a dare una mano con pale, badili e supporto logistico. Al centro operativo si è svolta la distribuzione di materiale per riqualificare abitazioni e uffici colpiti dall’alluvione, come deumidificatori (oltre 100 messi a disposizione) e idropulitrici, vestiti e biancheria e di kit di emergenza viveri e igiene casa e persona per coloro che ne avevano necessità.  Da maggio scorso la Caritas ha distribuito più di 7.300 kit (viveri, prodotti per la pulizia ed igiene personale) alle famiglie alluvionate, e ha effettuato più di 150 interventi di pulizia e ripristino delle abitazioni. 

In quest’ultima fase, sono stati distribuiti mobili e arredamenti, arrivati grazie alle donazioni.  Fondamentale il supporto di Caritas ambrosiana, sia in termini di mezzi donati sia di formazione per gli operatori. Il Centro operativo ha rappresentato una significativa testimonianza di Chiesa sinodale: vi hanno collaborato, oltre la Caritas, anche la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Agesci e l’Operazione Mato Grosso. Dopo un anno di intensa attività a supporto della popolazione alluvionata, il Centro operativo ha chiuso dal 30 aprile scorso.

“A seguito dei terribili eventi del maggio 2023 – sottolinea il direttore della Caritas diocesana, don Emanuele Casadio – la Caritas si è impegnata a favore delle famiglie alluvionate in maniera concreta fin dai primi giorni. Oggi continuiamo la nostra azione di prossimità dal sostegno psicologico al supporto alle Caritas parrocchiali, dai contributi economici alla distribuzione di mobili ed elettrodomestici, fino all’indagine che ha coinvolto circa 600 intervistati. Siamo felici che anche il direttore di Caritas Italiana sia con noi il 27 maggio, a leggere i dati sul benessere dell’intera comunità”.

Parte il microcredito sociale in collaborazione con La Bcc

Caritas Italiana ha stretto un accordo con la Banca di Credito Cooperativo per ampliare le categorie delle persone che già potevano accedere al Microcredito erogato dalla banca stessa. Questo, per aiutare un numero maggiore di famiglie, includendo in particolare le famiglie che hanno visto una sensibile riduzione della propria capacità economica a causa degli eventi alluvionali dello scorso maggio 2023.

La misura del Microcredito consiste in un prestito fino a 5.000 euro, da restituire in un massimo di 5 anni, con un tasso di interesse molto basso, attualmente al 3,75%. La misura è pensata per aiutare le famiglie che hanno una possibilità di restituzione del prestito e hanno difficoltà ad accedere ad altre forme di finanziamento.

L’accordo prevede che le persone interessate a questa forma di credito, residenti nel territorio della diocesi di Faenza-Modigliana, chiedano un colloquio di valutazione presso il Centro di Ascolto diocesano. Durante il colloquio, verrà esaminata la situazione socioeconomica della famiglia, insieme alle spese straordinarie sostenute, e verranno raccolti alcuni documenti, che aiutino ad argomentare le affermazioni. Successivamente, l’istruttoria verrà valutata dal coordinatore del progetto, presso Caritas Forlì, che valuterà l’adeguatezza della richiesta rispetto ai criteri di finanziamento.

Qualora si possa procedere, il coordinatore del progetto inoltrerà la richiesta di finanziamento alla Fondazione San Matteo Apostolo e in seguito alla Banca di Credito Cooperativo, per procedere con l’erogazione del credito. Qualora, invece, non ci siano i presupposti per procedere, la persona potrà comunque beneficiare di una consulenza specialistica gratuita rispetto a come potersi meglio organizzare con la propria situazione economica e creditizia. In occasione di parere positivo, i tempi per l’avvio della procedura sono di circa due mesi.

Una volta erogato il finanziamento, i beneficiari effettueranno un colloquio ogni tre mesi presso il Centro di Ascolto, di monitoraggio della situazione familiare e della puntuale restituzione del finanziamento.

L’accordo stipulato tra Caritas Italiana, le cinque diocesi colpite dall’alluvione e la Banca di Credito Cooperativo prevede la possibilità di sostenere circa una ventina di famiglie per Diocesi, fino all’esaurimento dei fondi.

Finora sono state incontrate otto persone e avviate cinque richieste di accesso al Microcredito.


Verso la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia: incontro il 16 maggio a Faenza

La nostra Diocesi sta proponendo diversi momenti di approfondimento in vista della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio e ha come titolo “Al cuore della democrazia”. Un “evento non evento” perché tutto il lavoro preparatorio e le giornate triestine non sono un traguardo bensì tappe di un cammino, di un percorso proposto alla comunità cattolica e non solo. Il cuore della riflessione è la partecipazione in tutte le sue declinazioni come proposta concreta di un vero atteggiamento resiliente, tanto invocato ma spesso vuoto di azione.

Pace, lavoro, migrazione, ecologia integrale, politica, economia hanno un denominatore comune? Sì! La centralità della persona e del creato come forza che può cambiare la storia. Questi aspetti della nostra realtà  quotidiana sono sempre più stringenti nel dibattito pubblico, spesso anche con toni violenti.

Il confronto su questi temi vogliamo sia occasione preziosa perché giovani ed adulti possano approfondire la propria Fede e contestualmente il percorso di presenza attiva nella società per la costruzione del bene comune fondato sull’amore a Cristo.

L’invito è a partecipare al dialogo, introdotto da S.E. Mons. Mario Toso e moderato da Louise Nicolini, con Silvano Bettini (UCID), Alessandra Scalini (insegnante ed educatrice), Luca Cavallari (insegnante), Giovanna Randi (imprenditrice), Manuela Rontini (consigliere regionale) giovedì 16 maggio alle ore 20.30 in Seminario a Faenza, Viale Stradone 30 .

Sarà l’occasione per conoscere meglio il programma degli incontri, delle tavole rotonde e delle proposte della settimana di Trieste (https://www.settimanesociali.it/) e le realtà della nostra Diocesi scelte come buone pratiche.

Per informazioni e approfondimenti, anche da organizzare in eventi aperti al pubblico, contattare il settore di Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza – Modigliana pastoralesociale@diocesifaenza.it

Erika Ercolani

Settore di Pastorale Sociale della Diocesi di Faenza