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Terminati i lavori del Seminario alla Scuola Media Europa, il 3 dicembre l’inaugurazione

Un progetto giunto a termine che porta alla comunità una scuola più sicura, efficiente e tecnologica, all’interno di un polo formativo che rafforza sempre più la propria vocazione. Venerdì 3 dicembre, dalle 17.30, si terrà l’inaugurazione dei locali della Scuola media Europa di Faenza dopo i lavori di miglioramento strutturale, funzionale, impiantistico e tecnologico.

La cerimonia avrà luogo nel cortile dell’istituto scolastico, ingresso da via Degli Insorti 4, con taglio del nastro alla presenza del Vescovo della Diocesi di Faenza-Modigliana S.E. Mons. Mario Toso, del sindaco di Faenza, Massimo Isola, del rettore del Seminario Pio XII, don Michele Morandi e della dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Europa Raffaella Valgimigli. Seguirà alle 18 la conferenza del dott. Stefano Versari, Capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Miur.

Un progetto che ha messo al centro le necessità educative del territorio

Il progetto di adeguamento dei locali della Scuola media Europa, ospitati all’interno del Seminario Pio XII, inizia tra il 2015 e il 2016 e vede innanzitutto un dialogo tra proprietà, Comune e tecnici incaricati per definire un progetto di massima che rispecchi le necessità educative sul territorio, con l’ottica dell’adeguamento dei i locali alle normative vigenti e migliorando la qualità degli spazi. I lavori hanno riguardato il recupero di circa 3600 mq di locali oltre che alla sistemazione degli spazi esterni (circa 2.300 mq) con il potenziamento dell’area sportiva.

Dopo la definizione della fase progettuale, a maggio 2019 si ha l’inizio ufficiale dei lavori. A settembre 2019 viene consegnato alla Scuola il piano terra, a novembre 2019 i locali della palestra. A settembre 2020 vengono consegnati i locali del primo primo, compresi gli uffici di segreteria, e si completa la nuova scala di emergenza esterna; a ottobre dello stesso anno viene inaugurata la nuova Aula Magna. A settembre 2021 si concludono i lavori con la consegna del secondo e ultimo piano oltre che gli spazi esterni, comprendenti il nuovo campetto sportivo.

L’appalto dei lavori è stato assegnato al consorzio ravennate CEAR soc. coop. cons., che ha coinvolto le seguenti partecipate: Rh Builder spa, Bertoni snc, Slem srl. Il preventivo di spesa per il restauro e risanamento conservativo con miglioramento sismico e adeguamento impiantistico era di 4.200.000 euro. Ad oggi il Seminario sta chiudendo la contabilità restando dentro la spesa prevista. Per fronteggiare la spesa Il seminario ha acceso un mutuo, anche questo in corso di definizione, fino a 3.500.000 euro che il Seminario affronta con il canone d’affitto per il valore di 225mila euro per la scuola e 19mila euro per 70 posti auto.

I lavori di sicurezza, adeguamento sismico e impiantistica

Uno tra gli interventi maggiori eseguiti sul fabbricato è quello strutturale che ha interessato tutti e tre i piani dell’edificio. Grazie alla realizzazione di un giunto sismico, l’inserimento di telai controventanti in acciaio con un sistema di fondazione a micropali, il consolidamento delle murature portanti e l’inserimento di reti antisfondellamento nei solai, è stato possibile garantire un miglioramento sismico della struttura che supera gli standard minimi di sicurezza richiesti oggi dalla normativa. Importante è stato l’adeguamento dal punto di vista della prevenzione incendi, che ha portato a rivedere le vie di esodo e le compartimentazioni antincendio. L’intervento maggiore è stato quello di realizzazione di una nuova scala di emergenza che serve per esodare gli alunni del secondo piano. Si è prevista la sostituzione di tutti gli infissi esistenti in legno e vetro con nuovi in legno alluminio a taglio termico e vetrocamera con gas argon. Sono stati sostituiti anche gli obsoleti infissi in ferro della loggia che si affaccia sul cortile interno, con nuovi in alluminio a taglio termico. Scelta che il Seminario ha deciso di proseguire anche per la sua porzione, ridonando un nuovo aspetto al cortile interno e garantire la sicurezza anche agli ambienti frequentati dai giovani che accedono alle sale studio della Biblioteca “Cicognani”.

L’Aula Magna e il campetto esterno alla scuola

Un intervento molto importante ha riguardato l’Aula Magna nella sua interezza. È stata dotata di tutte le attrezzature impiantistiche necessarie a renderla pienamente funzionale, inoltre è stato previsto un intervento completo di restyling degli interni e l’inserimento di nuove poltroncine, per aprire così nuovamente alla Scuola e alla città questo ambiente.

Per quello che riguarda il piazzale della scuola, precedentemente destinato a parcheggio, si è deciso, in accordo con l’amministrazione, di realizzare un’area verde e un campetto esterno polivalente (opportunamente illuminato per permetterne l’utilizzo anche in orario serale), che possa essere integrato all’uso della palestra. Un intervento che ha di fatto cambiato il volto della scuola, ridonando ai ragazzi uno spazio esterno che prima non potevano utilizzare oltre alla concessione, da parte del Seminario, dello spazio verde adiacente al campetto che i ragazzi potranno utilizzare per la ricreazione e per altre attività didattiche.

Don Michele Morandi: “Un luogo che rafforza la sua vocazione educativa e formativa”

“Questa grande casa, nata per ospitare e formare i futuri presbiteri della Diocesi di Faenza-Modigliana, ha vissuto come tutte le istituzioni, non solo ecclesiastiche, significativi cambiamenti – commenta il vicario don Michele Morandi – Grazie alla premura dei vescovi verso questo luogo così significativo, e in particolare alla determinazione e all’incoraggiamento dell’attuale vescovo, monsignor Mario Toso, il seminario ha mantenuto e rafforzato la sua ‘vocazione educativa e formativa’ a servizio dei giovani della nostra città e Diocesi”. “Una scuola, in questo luogo ora messo in sicurezza – prosegue il vicario – è collocata nel posto giusto oltre che per la funzione anche per il segno che questa grande casa vuole essere per Faenza, la formazione integrale della persona: ricerca della verità attraverso la cultura e attraverso la ricerca di Dio. Scuola, Biblioteca, fraternità di giovani universitari, comunità di discernimento vocazionale, attrezzature sportive e luogo di lavoro, sono elementi che costruiscono un circolo virtuoso per la formazione della persona nello spirito del più autentico contributo che la comunità Cattolica può offrire al mondo e alla società”.

Massimo Isola: “Una scelta vincente di rigenerazione urbana”

“C’è tanta felicità per aver messo a disposizione di tante famiglie e studenti una scuola nuova, rinnovata negli ambienti, capace di rispondere alle esigenze del presente e che guarda al futuro – commenta il sindaco Massimo Isola -. La scelta di dare vita a questa operazione virtuosa di rigenerazione urbana, piuttosto che costruire nuove strutture in altre aree della città, è stata pienamente vincente, e va sottolineato l’importante lavoro fatto dalla precedente Amministrazione in collaborazione con il Seminario, la Diocesi e l’Istituto comprensivo. Un lavoro di squadra che ha permesso di rigenerare un luogo significativo del centro cittadino che da sempre è vocato alla cultura e alla trasmissione del sapere. In questo modo l’offerta educativa faentina fa un altro importante passo avanti”.


Schede bibliche d’Avvento 2021 per i bambini

Quest’anno c’è una novità per l’avvento, l’Apostolato biblico della Diocesi di Faenza-Modigliana ha realizzato le schede per bambini rivolte ai catechisti. Parole del vangelo trovano un riscontro, un collegamento nelle pagine del Piccolo Principe e offrono spunti di riflessione per le quattro domeniche. Nelle schede, curate da Michela Dal Borgo e Barbara Piani, viene offerta una traccia, una modalità di utilizzo corredata anche da un momento laboratoriale.

Il 24 novembre la presentazione a San Potito

Il materiale proposto rappresenta un sussidio facilmente adattabile alle diverse età dei bambini ed è stato presentato martedì 16 novembre alla parrocchia di San Marco a Faenza. E’ stato scelto un ulteriore appuntamento, mercoledì 24 alle 20.30 nella sala parrocchiale di San Potito, per offrire ai catechisti la possibilità di sperimentare in prima persona l’utilizzo delle schede attraverso la modalità laboratoriale. Copie delle schede sono disponibili in formato cartaceo presso la libreria Cultura Nuova e possono essere scaricate qui:

copertina schede bambini avvento 2021

Scheda biblica I Domenica

Scheda biblica II Domenica

Scheda biblica III Domenica

Scheda biblica IV Domenica

Con le schede, proposte anche attività laboratoriali.


La Beata Vergine delle Grazie di Faenza: note storiche di don Ruggero Benericetti

Don Ruggero Benericetti ha editato in ottobre, presso la Tipografia Faentina, un volumetto di note storiche dal titolo La Beata Vergine delle Grazie di Faenza. Opera alla cui stampa ha contribuito la Curia diocesana. Una storia iniziata sei secoli fa nella chiesa di San Domenico, mentre la peste stava imperversando in città. E da allora a oggi, Maria ha sempre protetto i faentini. «Ne risulta – si legge in premessa – che la Beata Vergine, nei momenti di travaglio, non ha mai mancato di prestare soccorso e consolare le nostre genti».

L’autore, dopo aver trattato dell’immagine e dell’inizio del suo culto, illustra i miracoli «avvenuti per sua intercessione». A partire dai quattro che storiografia e arte ci hanno descritto e illustrato in tanti modi. Poi tratta dei luoghi dove l’immagine è posta, della Confraternita della Beata Vergine e del luogo di riunione dei suoi soci. E anche della devozione popolare. Per concludere con l’elenco degli avvenimenti principali di questi sei secoli e la vasta bibliografia inerente la nostra patrona.

Schede bibliche online per il tempo d’Avvento 2021

Anche quest’anno mettiamo a disposizione la prima “tranche” delle Schede bibliche 2021/22, dedicate alle sei domeniche precedenti il Natale, a iniziare dal 14 novembre; seguiranno le Schede di Quaresima e le Schede di Pasqua.

Si tratta della terza e ultima serie annuale dedicata alla lettura e meditazione sulle Prime Letture della liturgia festiva (anno C). Ci auguriamo che vengano benevolmente accolte e utilizzate in particolare per la preghiera e la condivisione in gruppo (o in famiglia), anche se sappiamo che vengono usate anche per l’uso personale. In ogni caso, può diventare un modo per avviarci a una celebrazione del Natale più consapevole e attesa, entrando anche un po’ di più nell’affascinante mondo della Sacra Scrittura, guidati per mano dalla liturgia di Madre Chiesa.

Chi conosce le Schede può dirlo a tutti gli altri: è un insieme di strumenti sobri, organizzati in poco spazio affinché le troppe parole non distraggano da ciò che conta. Secondo noi, la lettura biblica dovrebbe essere fatta dentro un clima di preghiera, per accogliere come un dono dal Cielo la Parola che è diventata Carne, e non indugiare in discussioni (sterili) sui massimi sistemi e nello sfoggio della nostra già profonda conoscenza delle cose della fede. Oltre a spunti di preghiera, naturalmente troverete il testo delle Prime Letture, con un breve commento che aiuti (speriamo) ad apprezzare la bellezza dei testi. In un altro spazio proponiamo una piccola chiave di lettura del Vangelo del giorno (per chi vi fosse affezionato). Infine, qualche spunto / domanda per favorire la condivisione di gruppo o anche la riflessione personale; non è la traccia di un compito scolastico, solo un invito ad arrivare all’obiettivo: far entrare la Carne della Parola nella carne della vita di chi legge. Lo auguriamo a tutti!

Le immagini di Köder

La scelta delle immagini che accompagnano le quattro domeniche di Avvento è ricaduta su un pittore i cui dipinti sono stati già utilizzati per la Quaresima, Sieger Köder. sacerdote tedesco morto pochi anni fa. Colori, luce e simbolismo animano le sue opere, catturano lo sguardo, hanno la capacità di esprimere con semplicità significati profondi e di essere accessibili a tutti.

La Natività ne è un esempio. Con la suggestiva rappresentazione di Greccio, quest’opera evoca il presepe, il “vangelo domestico”, come lo definisce papa Francesco. Tutti sono in adorazione: il lupo e gli uccellini legati alla figura del santo di Assisi, gli animali e i pastori, anche la natura, con l’albero che china le chiome sul Bambino. Gesù innalzato nella luce da san Francesco, l’accostamento con l’Eucarestia, l’altare sulla mangiatoia rendono quest’opera profondamente espressiva, una fonte ricca di spunti di riflessione e di dialogo.

Le schede da scaricare

Schede Avvento 2021 – Testi dei Vangeli

immagini avvento 2021

Scheda 14 novembre

Scheda 21 novembre

Scheda Avvento I – 28 novembre

Scheda Avvento II – 5 dicembre

Scheda Avvento III – 12 dicembre

Scheda Avvento IV – 19 dicembre

copertina avvento 2021


Come ti salvo il pianeta: il 13 novembre al teatro Masini lo spettacolo di Cortesi e Moschini

Una serata-evento per capire come salvare il pianeta o almeno provarci. Sabato 13 novembre 2021 alle 20.45 il teatro Masini di Faenza ospita lo spettacolo “Come ti salvo il pianeta”, a cura di Marco Cortesi e Mara Moschini. Lo spettacolo, coordinato da Azione Cattolica Faenza, è proposto in collaborazione di diverse associazioni e realtà cattoliche del territorio: Caritas Faenza-Modigliana, Ami (Associazione missionaria internazionale), Acli, Movimento cristiano dei lavoratori, Missio Faenza, Pastorale sociale e del lavoro, Ecumenismo e dialogo interreligioso, Centro Studi G. Fanin. L’evento ha il sostegno de La Bcc e il patrocinio del Comune di Faenza.

Del nuovo spettacolo di Cortesi e Moschini ha parlato recentemente Massimo Donati di Azione Cattolica sul settimanale il Piccolo.

Info e prenotazioni: 353 4271848 oppure 371 1595480 – faenza.ac@libero.it; oppure prenota il tuo posto su www.acifaenza.it. Green pass obbligatorio. Ingresso a offerta libera.


Camminata, conferenze e film: gli eventi della Giornata del Dialogo interreligioso

Sono stati definiti i tre incontri per continuare il percorso del dialogo e della pace pace. Domenica 24 ottobre partiranno gli eventi dell’XI Giornata dialogo interreligioso e la XX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico. Si comincia con la tradizionale Camminata del dialogo. Alle 14.45 la partenza dal centro di cultura islamica (in via Galvani 84/3 Faenza), in cui si toccheranno i principali luoghi di culto faentini, e alle 17.30 con l’arrivo in Piazza del Popolo. Inoltre sono previsti gli interventi delle comunità religiose dalle 16.30 in Piazza del Popolo con musica live della band Onderadio.

Venerdì 5 novembre alle 20.30 al centro di cultura islamica, si comincerà con la tavola rotonda con padre Angelo Cupini, clarettiano – La casa sul pozzo di Lecco e Usama el Santawy, del centro culturale Assalam, sempre di Lecco. Modera il tutto Samuele Marchi, direttore de “il Piccolo”

Lunedì 8 novembre alle 20.30 al Cinema Europa verrà proiettato un docufilm intitolato “I Nostri” di Marco Santarelli, a seguire, il confronto con i protagonisti del progetto “Viaggio intorno al mondo“, un’esperienza di ricerca tra fedi, appartenenze e identità in trasformazione (ingresso 3 Euro).

Il

Il Messaggio della XX Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

Quando, vent’anni fa, ancora vivo negli occhi l’assalto terrorista di Al Qaeda alle Twin Towers l’11 settembre 2001, a un gruppetto di amici che già allora operavano per il dialogo venne in mente che bisognava fare qualcosa, prevedendo facilmente i contraccolpi che ne sarebbero venuti ai processi dialogici fra cristiani e musulmani, sarebbe stato difficile immaginare che quella semplice trovata avrebbe preso piede, su scala nazionale. Tanto più che le giornate a tema, di questi tempi finiscono spesso per diventare un appuntamento scontato, a forte rischio di deriva retorica. Non è stato così, invece, per la Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico (27 ottobre), oggi ancora in buona salute, per molti motivi.

L’appuntamento, avviatosi in sordina ma pian piano radicatosi in tutto il Paese, s’ispirava al fatto che il 14 dicembre 2001, ultimo venerdì del mese di Ramadan del 1422 dall’Egira, Giovanni Paolo II chiese a tutti, donne e uomini di buona volontà, nel cuore della guerra in Afghanistan, di condividere con i fratelli e le sorelle dell’islam il digiuno di Ramadan. Una proposta coraggiosa e di alta portata ad appena un trimestre da quel terribile 11 settembre che da tante parti fu letto come l’avvio di un autentico scontro fra civiltà. Da allora quell’ultimo venerdì è divenuto, per molti cristiani e cristiane di diverse confessioni e per parecchi musulmani e musulmane in Italia, la ricorrenza simbolica in cui ritrovarsi, guardarsi in faccia e rilanciare così l’urgenza di camminare assieme. Nonostante tutto!

Dal 2008, invece di svolgersi l’ultimo venerdì di Ramadan, la Giornata è stata celebrata il 27 ottobre, a memoria di quello stesso giorno che nel 1986 vide riunirsi ad Assisi molti rappresentanti delle religioni mondiali a pregare per la pace, dono di Dio. Da allora, per ragioni pratiche (la ricorrenza era mobile come il calendario islamico, e presto si sarebbe giunti in piena estate) la data del 27 ottobre rimane fissa, permettendoci di segnare in anticipo la ricorrenza nelle nostre agende.

Di volta in volta, ogni anno la Giornata ha avuto degli slogan, appositamente ideati da un comitato promotore che ha un cuore virtuale nel sito www.ildialogo.organimato dall’amico Giovanni Sarubbi che vi ha dedicato molto tempo e altrettanta passione. Così, i momenti di incontro si sono via via moltiplicati. Ma Giovanni è stato sempre presente, ha tessuto relazioni e ha perseverato anche nei momenti, che non sono mancati, di scoramento e delusione.

Ora, Giovanni non c’è più, è morto il 7 aprile scorso, lasciandoci addolorati e certamente più poveri. Il prossimo 27 ottobre lo ricorderemo, facendo memoria della sua tensione ideale, del senso che ha saputo dare alla sua vita. Del suo impegno che si è sempre indirizzato verso un orizzonte di giustizia sociale, di equa distribuzione delle risorse, con un’attenzione profonda alla questione ambientale. Questa non può essere disgiunta da quella politico-culturale, del disarmo e dei diritti umani. Giovanni sapeva guardare lontano perché era attento alla sua realtà locale, non solo nelle lotte sindacali accanto ai lavoratori, ma nella cura di un territorio, quello dell’Irpinia, distrutto dal terremoto, attraversato da dissesti idrogeologici, ma anche ferito da una logica poco attenta agli abusi edilizi e alle speculazioni. Il suo impegno è stato una pratica della cura, mossa da una costante assunzione di responsabilità, fino a trasformarsi in un tentativo di educare a una coscienza civile che fosse essa stessa protezione civile per i cittadini tutti.

La dimensione della cura, balzata in primo piano nel tempo della pandemia da Covid-19, è ancora e più che mai attuale. I credenti ne trovano la radice nelle rispettive rivelazioni e tradizioni religiose. Rivivificando la nostra relazione con Dio riceveremo la forza e l’umiltà per onorare un impegno che ci costituisce. In questa direzione, parafrasando il discorso pronunciato da papa Francesco il 5 marzo scorso a Ur dei Caldei dichiariamo: «Sta a noi, cristiani e musulmani di oggi, trasformare le nostre chiusure identitarie in dialogo e confronto vitale. Sta a noi vegliare e curare insieme la casa comune con tutti i suoi esseri viventi. Sta a noi rifiutare la guerra e operare la pace. Sta a noi promuovere il diritto alle cure e al cibo per tutte e tutti. Sta a noi tutelare i disoccupati, liberare i nuovi schiavi e le donne sfruttate e violate. Sta a noi asciugarci le lacrime, riprendere con coraggio il cammino tracciato da Giovanni e dagli altri ideatori della Giornata, e celebrarla in sua memoria guardando al futuro che è già qui».

Invitiamo perciò tutti gli amici e le amiche della pace e del dialogo, tutte le comunità cristiane e musulmane, tutte le istituzioni democratiche che hanno a cuore la difesa della nostra Costituzione, a mobilitarsi per realizzare iniziative di dialogo in tutta Italia per il prossimo 27 ottobre 2021, proponendo come tema della XX Giornata lo slogan “La cura del mondo mi riguarda”.

Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace

Comitato promotore nazionale della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

 

Roma, 1° luglio 2021


Il vescovo Mario Toso spiega la dimensione sociale della Chiesa

A fronte del cambiamento d’epoca e del periodo pandemico, a causa del COVID-19, è richiesto un nuovo pensiero, una nuova cultura. Proprio per venire incontro a questa esigenza è importante la bussola che ci offre una nuova sintesi della Dottrina sociale della Chiesa, ‘Dimensione sociale della fede. Sintesi aggiornata di Dottrina sociale della fede’, predisposta dal vescovo di Faenza-Modigliana, mons. Mario Toso, componente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

Il volume si propone anzitutto come strumento per la formazione e per l’insegnamento. In particolare, sollecita la ripresa dell’azione sociale e politica dei cattolici, non ristretta ai temi sensibili e identitari (inizio e fine della vita, famiglia, libertà di insegnamento, tutela delle scuole paritarie), bensì comprensiva dei grandi temi dell’ecologia integrale, della pandemia, del cibo e della terra, dell’acqua, dell’energia sostenibile, delle migrazioni, della tratta degli esseri umani, del land grabbing, delle diseguaglianze, della riforma profonda dell’economia, del sistema finanziario e monetario internazionale, delle istituzioni giuridiche e politiche del mondo.

A lui abbiamo chiesto di spiegarci quale è la dimensione sociale della fede: “Alla domanda si può rispondere in più maniere. Ma mi sembra che quella più efficace sia quella di sottolineare che, grazie al battesimo, chi vive in Cristo come persona intera, ossia secondo tutte le sue dimensioni costitutive, è chiamato a vivere il suo essere sociale, relazionale, con l’Amore trasfigurante del figlio di Dio.

L’uomo, assunto da Cristo con la sua incarnazione, è divinizzato e redento nella sua interezza e, dunque, anche nella dimensione sociale della sua esistenza. Volendo essere più completi: Dio, in Cristo, non redime solamente la singola persona, ma anche le relazioni sociali tra gli uomini. Esiste, in concreto, per il credente una vocazione cristiana al sociale. L’impegno nel sociale e nel politico non è estraneo rispetto all’essere umano e cristiano.

Se il credente confessa la propria fede riconosce ed opera affinché lo Spirito Santo penetri ed agisca in ogni situazione umana e in tutti i vincoli sociali. Quanto detto dovrebbe essere sufficiente nell’ispirare e nell’aiutare i formatori nell’educazione sociale della fede.

Appare cruciale far comprendere che per il credente non ci può essere separazione tra fede e vita. Tanto l’annuncio quanto l’esperienza cristiana generano conseguenze sociali. Per conseguenza, non può essere coltivata una pastorale e un’educazione che non esplicitino debitamente la dimensione sociale della fede e dell’evangelizzazione”.

Qual è la specificità della dottrina sociale della Chiesa?

“La specificità della Dottrina sociale della Chiesa è data dalla sua stessa natura e dalla sua finalità. Essa è un sapere sapienziale, sapere teologico, teorico-pratico, che viene elaborato dalla Chiesa, quale frutto di un’attenta riflessione sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo, nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale.Suo scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con le linee dell’insegnamento del Vangelo sull’uomo e sulla sua vocazione terrena e insieme trascendente, per orientare il comportamento cristiano nella costruzione della società (cf Sollicitudo rei socialis, nn. 1 e 41).

Da san Gio vanni Paolo II la Dottrina sociale della Chiesa viene ascritta esplicitamente all’ambito della teologia morale sociale, ma nello stesso tempo, in quanto relativa alla costruzione della società, suggerisce che costituisce una branca particolare del sapere e della prassi, avente come obiettivo il modellamento delle relazioni sociali, delle istituzioni, delle legislazioni, in conformità all’altissima dignità delle persone e dei popoli della terra.

Nel contesto di una cultura a frammenti e fluida è tempo, allora, di riscoprire la Dottrina sociale come ciò che offre a credenti e a non credenti punti di riferimento essenziali per il discernimento, indispensabile ad analizzare, a giudicare e a risolvere i vari problemi sociali sul tappeto. Va, in particolare, superato il pregiudizio che la Dottrina sociale della Chiesa sia una mera silloge di testi sociali senza la proposta di una progettualità coerente e unitaria. Si tratta, invece,  di cogliere in essa ideali storici e concreti di società, di economia e di politica, secondo l’ispirazione cristiana. Tali ideali non acquisiscono senso e forma casualmente o in maniera meccanica. Il loro sviluppo richiede di essere configurato corrispondentemente alle res novae e alle esigenze del bene comune  mondiale”.

Allora quale è il ruolo delle comunità ecclesiali e delle aggregazioni?

“In vista di rendere la Dottrina sociale fermento di vita nuova, scaturigine di una nuova cultura, è imprescindibile il ruolo delle comunità ecclesiali, delle istituzioni universitarie e delle varie aggregazioni, associazioni e dei movimenti. Non tanto per una conoscenza nozionistica, bensì per una ricezione e per una sperimentazione della Dottrina sociale come vita che scaturisce dall’unità di vita con Gesù Cristo. In particolare, con la celebrazione dell’Eucaristia. La Dottrina sociale si impianta nelle culture, negli ambienti di vita, allorché viene sperimentata come fede che partecipa all’azione redentrice, trasfiguratrice e ricapitolatrice di Cristo, che fa nuove tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra”.

Quale apporto può dare la Dottrina sociale della Chiesa al nuovo umanesimo?

“Proprio per la sua fonte primigenia, che è il mistero di Cristo redentore, accolto, celebrato, vissuto ed espresso nella storia dalla Chiesa, la Dottrina sociale propone umanesimi trascendenti. Come ci hanno fatto capire Benedetto XVI e papa Francesco, la maggior forza a servizio dell’ecologia integrale e della politica, del bene comune, delle nuove tecnologie, è un umanesimo cristiano, guidato da un amore pieno di verità, dalla fede.

Solo la carità e la fraternità unificano le persone, sono in grado di giungere ai fratelli e alle sorelle lontani, a quelli più ignorati. Solo la loro coltivazione consapevole e pedagogica crea mondi aperti, pacifici, inclusivi. Il rapporto della carità e della fraternità con la verità favorisce l’universalismo della politica e della democrazia, superando privilegi e particolarismi, isolazionismi”.

A Taranto si svolgerà la 49^ Settimana sociale dei cattolici italiani, ‘Il pianeta che speriamo’: quale pianeta spera la Chiesa?

“La Chiesa guarda, alla luce della teologia della creazione, al pianeta anzitutto come «casa comune» di tutti gli uomini. Si tratta di una casa che purtroppo è profondamente danneggiata dal punto di vista ecologico, ma prima di tutto dal punto di vista antropologico ed etico.

Alla base dell’attuale crisi ecologica sta la crisi della ragione, la crisi dei rapporti con il creato, con i propri fratelli, con Dio. Sta il ‘peccato ecologico’. Il creato è espressione di un disegno di amore e di verità. Occorre una conversione, occorre ritornare a considerare il pianeta nella complessità delle sue connessioni e delle sue relazioni, alla luce dell’azione della Trinità, che è costituita da relazioni sussistenti, piene di amore.

Le persone divine esistono l’una in rapporto all’altra, come relazione di paternità, di figliolanza e di reciproco amore. I cristiani sono chiamati a riconoscere il mondo come un sacramento di comunione. Il divino e l’umano si incontrano nel più piccolo dettaglio della creazione di Dio.

Proprio per questo è fondamentale procedere a guarire il pianeta, tenendo presente che l’ecologia ambientale si compie in connessione con una ecologia umana. Come ha rilevato molto bene papa Benedetto XVI la natura è talmente integrata nelle dinamiche sociali e culturali da non costituire quasi più una variabile indipendente. L’ecologia ambientale trae beneficio quando l’ecologia umana è rispettata dentro la società.

Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, se si rende artificiale il concepimento, la gestazione e la nascita dell’uomo, se si sacrificano embrioni umani alla ricerca, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale (cf Caritas in veritate, n. 51).

Tutto questo appare di difficile comprensione per la cultura odierna la quale finisce per approcciare la questione ambientale proponendo sì il cambio dell’economia lineare in economia circolare, interventi di carattere tecnologico per evitare lo spreco delle risorse, ma dimentica che quella ecologica è una questione soprattutto antropologica, etica e spirituale”.

Simone Baroncia

tratto da Korazym.org 

Nella foto: presentazione del volume “Dimensione sociale della fede” a Faenza il 9 ottobre scorso


La profezia della povera pace: tre incontri su Dante e San Francesco

Parte l’8 ottobre “La profezia della povera pace” un ciclo di conferenze promosse dalla Diocesi che unisce storia e fede, Dante e San Francesco e che vedrà tra i propri ospiti anche lo storico Franco Cardini. Gli incontri si svolgeranno nella chiesa di San Francesco, in piazza San Francesco a Faenza.

I tre incontri

Il primo appuntamento “La predicazione di pace di San Francesco” sarà venerdì 8 ottobre alle 20.30 con la partecipazione del professore di storia e tecnologia francescana e medievale Pietro Maranesi e la teologa Anna Pia Viola.

Il secondo appuntamento “Significatum est. Il peso di una bolla papale” è previsto venerdì 15 ottobre alle 18:30 con la partecipazione dello storico e saggista italiano Franco Cardini.

Ultima conferenza “Dante, San Francesco e la pace” giovedì 21 ottobre alle 20:30 con la partecipazione del docente dell’Università di Bologna Nicolò Maldina.

Il ciclo di incontri rientra nelle celebrazioni dantesche ed è organizzato dalla Diocesi di Faenza-Modigliana. Ha il patrocinio del Comune di Faenza, Unione della Romagna Faentina, Pax Christi Italia e Consulta del Volontariato e delle Associazioni della Romagna faentina.

Per l’accesso è obbligatorio presentare il Green pass. Sarà possibile seguire gli incontri anche in streaming sui canali Youtube Ofs Emilia-Romagna e Diocesi di Faenza-Modigliana.

 


Monasteri Aperti: l’iniziativa regionale il 25-26 settembre e 2-3 ottobre

Visitare preziosi tesori custoditi dentro antichi monasteri, vedere antiche pievi e conventi sotterranei, assaggiare i liquori fatti dai monaci con antiche ricette, degustare piatti medievali, imparare a costruire una bisaccia come quella dei pellegrini, sperimentare la scrittura amanuense e l’arte della spezieria monastica. E ancora visite guidate in notturna, approfondimenti con esperti e docenti di storia dell’arte, esperienze e incontri con frati, monaci e suore di clausura.

Sabato 25 e domenica 26 settembre e sabato 2 e domenica 3 ottobre in tutta l’Emilia-Romagna si potrà vivere un’intima esperienza tra bellezza e spiritualità con la terza edizione di Monasteri Aperti”, iniziativa nei luoghi di fede che apriranno le porte al pubblico, solo per questa occasione. Da Modena a Reggio Emilia, dal Piacenza al territorio di Ravenna, dal ferrarese ai borghi in provincia di Rimini, dai suggestivi comuni del bolognese fino a Modigliana in provincia di Forlì-Cesena, sono ben 42 i luoghi di culto, gratuiti e a pagamento, che hanno aderito all’iniziativa, e 13 i Cammini spirituali coinvolti.

«Dalla sua prima edizione questa manifestazione ha subito incontrato grande interesse -commenta Andrea Corsini, assessore Regionale al Turismo- forte di un mix unico tra natura incontaminata e luoghi di grande suggestione e millenaria storia, atmosfere rarefatte fatte di silenzio e pace, esperienze uniche ed emozionanti. Il percorso, iniziato anni fa assieme alla Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna per sviluppare il Progetto Cammini e Vie per Pellegrini, prosegue con l’invito alla scoperta, all’insegna del più puro turismo slow, dei millenari luoghi di culto della Regione. Che quest’autunno, per la prima volta, si sviluppa su due fine settimana, per dare ad ancora più persone l’opportunità di un weekend lontano da folla, smartphone e stress».

“Monasteri Aperti” è un’iniziativa promossa da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna e il Circuito dei Cammini dell’Emilia Romagna, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della CEI, per conoscere e promuovere il patrimonio culturale, storico e religioso del territorio. Gli eventi sono organizzati dai territori che hanno sviluppato e promosso una qualificata rete di collaborazioni e importanti patrocini, scoprire dove andare è semplice tramite il sito regionalehttps://www.monasteriemiliaromagna.it/it/28-monasteri-aperti-proposte-2021.

Modigliana, Brisighella e Solarolo

Modigliana in provincia di Forlì-Cesena l’apertura dei Monasteri combacia con i 150 anni delle Suore Francescane della Sacra Famiglia di Modigliana. Si potrà visitare l’Istituto Lega, il Museo e le stanze della memoria e l’Appartamento storico dei Vescovi. Possibilità di visita gratuita anche al Mu.Ve, Museo di Arte Moderna del Vescovado di Modigliana.

Appena fuori dall’antico borgo di Brisighella, sulla strada che conduce verso Firenze, si trova la chiesa di Santa Maria degli Angeli, annessa al convento dei frati minori dell’Osservanza e risalente al XVI secolo, che propone un pacchetto di due giorni con visita alla Chiesa, al Convento, racconti sulle tradizioni monastiche, esibizioni di ricamo e proposte culinarie con cibo medievale (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/758).

“Monasteri Aperti” prosegue a Solarolo, sempre nel ravennate, dove è ubicato il settecentesco Santuario della Beata Vergine della Salute, e a Voltana di Lugo, che apre le porte della Chiesa di San Giuseppe, del Santuario della Beata Vergine dell’Arginino, mentre a Passogatto di Lugo c’è l’Oratorio della Beata Vergine di Loreto.

In Emilia-Romagna aprono le porte 42 luoghi di culto, tra monasteri, chiese, pievi, abbazie

Piacenza punta sulla magnifica Chiesa di San Sisto che custodisce fino al 31 ottobre il celebre dipinto di Raffaello: “La Madonna Sistina”. In questa occasione viene aperto l’ex Monastero Benedettino di San Sisto, per svelare al pubblico alcuni luoghi oggi non accessibili, come il meraviglioso Appartamento dell’Abate, la sagrestia monumentale e il grande chiostro progettato dall’architetto Alessio Tramello. Sempre nel piacentino, a Bobbio, apre al pubblico l’Ex Monastero di San Colombano che propone due pacchetti: “Un giorno in monastero” e “Passaggi di tempo”, un modo per conoscere il mondo dei monaci, le loro attività quotidiane, tra concerti, aperitivi a base di ricette medievali, laboratori sull’arte amanuense, visite guidate e tanto altro (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/742).

Sono nove invece i luoghi da visitare nel parmense: le Pievi di Bardone a Terenzo e di Santa Maria Assunta a Fornovo di Taro, tra le più antiche della diocesi, propongono una camminata lungo la Via Francigena con guida e la possibilità di acquistare un pacchetto di due giorni dedicato (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/677). Il Monastero La Badia e la Chiesa di Santa Maria della Neve di Langhirano e di Torrechiara organizzano, invece, visite guidate e i “pranzi del Pellegrino” nel refettorio. Originali i laboratori per i bambini, che possono in quei giorni costruire la propria bisaccia del Pellegrino. Parma apre le porte del Monastero di San Giovanni Evangelista e della Chiesa di San Francesco al Prato, quest’ultima gioiello della città, luogo di culto cattolico sconsacrato tra i più insigni monumenti dell’arte gotico-francescana dell’Emilia, unico esempio di chiesa adibita a carcere (fino al 1970) e oggi in restauro per essere riportato al suo antico splendore. Nella vicina Fidenza sarà possibile visitare la Cattedrale di San Donnino e il Museo diocesano di arte sacra, mentre a Lesignano dei Bagni apre l’Abbazia di San Basilide o Badia Cavana. Infine a Lagrimone lungo il Cammino di Pellegrinaggio Via di Linari, nel cuore dell’Appennino parmense in una zona speciale denominata Valle dei Cavalieri, si può raggiungere e visitare il Monastero di Santa Chiara.

Modena da non perdere l’Abbazia dei Padri Benedettini di San Pietro, sorta oltre un millennio fa, che costituisce uno dei complessi più importanti del territorio. Diverse le proposte per i due weekend: dalla conferenza sugli aspetti più importanti della storia della spezieria monastica, ai laboratori di lettura, alla scoperta dei codici miniati; dal concerto con i suoni dello straordinario organo cinquecentesco della chiesa abbaziale, alla degustazione di liquori e biscotti prodotti dagli stessi monaci (https://monasteriemiliaromagna.it/it/monastero/1702-chiesa-e-monastero-di-san-pietro).

Sempre nel modenese saranno visitabili la Pieve di Trebbio a Guiglia, aperta al pubblico con la presentazione del libro che ne racconta la storia (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/894), a Pavullo la Chiesa di Sant’Apollinare, mentre a Nonantola il pubblico sarà accolto nella splendida Abbazia di San Silvestro e nell’annesso Museo Diocesano, riaperti al pubblico dopo il restauro post terremoto.

Anche Reggio Emilia apre le porte di due antiche Abbazie: della Santissima Trinità di Campagnola Emilia e l’Abbazia di Marola a Carpineti. Quest’ultima organizza un percorso tra i castagneti matildici e la visita alla grande Abbazia con il suo monastero benedettino, oltre che alla Chiesa abbaziale che venne costruita nell’ultimo decennio dell’XI secolo per volere della Contessa Matilde di Canossa sulla “via matildica” (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/906). In città sarà possibile visitare il Palazzo Vescovile con un percorso attraverso il cuore della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla che tocca il Palazzo dei Canonici ed Episcopio e le bellezze nascoste della Cattedrale e del museo diocesano (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/907).

Diversi i pacchetti organizzati dal Complesso Conventuale San Martino Maggiore di Bologna, con originali proposte che vanno dai pellegrinaggi, anche per bambini, alle lezioni di teologia e ai concerti di musica sacra (https://monasteriemiliaromagna.it/it/28-monasteri-aperti-proposte-2021?from=10%2F08%2F2021&to=10%2F08%2F2022&city=037006&target=&tipology=&campaign_offers_filter=true).

Il territorio bolognese apre poi i suoi Santuari: a Pianoro sarà possibile visitare il Santuario della Madonna delle Formiche, a Monghidoro il Santuario della Beata Vergine di Lourdes e Santuario della Madonna dei Boschi e a Castiglione dei Pepoli il Santuario di Boccadirio, dove oltre alla visita guidata sarà possibile partecipare al pellegrinaggio dei monaci (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/1410). Da vedere inoltre l’Abazia di Santa Maria Assunta a Monteveglio.

Sono i Pellegrini i protagonisti dei laboratori organizzati dal Museo Civico e dal Museo delle Valli di Argenta in provincia di Ferrara (https://monasteriemiliaromagna.it/it/28-monasteri-aperti-proposte-2021?from=10%2F08%2F2021&to=10%2F08%2F2022&city=038001&target=&tipology=&campaign_offers_filter=true). Il territorio partecipa a “Monasteri Aperti” con diverse iniziative, come quella organizzata al Santuario della Celletta, dove si potrà assistere alla conferenza “Peregrinationes maiores” sulle mete di pellegrinaggio più significative d’Italia.

Sempre ad Argenta sarà possibile entrare nell’Ex Convento dei Cappuccini e visitare gli spazi della Pieve di San Giorgio sorta nel 569 sulla riva destra del Reno, una delle Chiese più antiche dell’Emilia-Romagna.

Infine a Comacchio è prevista l’apertura al pubblico del Santuario di Santa Maria in Aula Regia che è una delle costruzioni più antiche di Comacchio (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/755).

Proseguendo verso il mare si incontrano gli splendidi borghi del riminese anch’essi costellati di Santuari, Monasteri e Chiese. Tra bellezza e spiritualità il Monastero delle Sante Caterina e Barbara a Santarcangelo di Romagna prevede una visita nella Chiesa e nel Convento delle Sante Caterina e Barbara, un itinerario conoscitivo di grande interesse che verrà condotto alla presenza delle monache. Saranno loro ad offrire una vera e propria visita esperienziale della Chiesa, del coro del Monastero, un tempo di clausura, per finire nella grotta circolare che si sviluppa sotto il Monastero, considerata una delle più suggestive della Santarcangelo sotterranea (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/756). A Pennabili apre il Monastero fondato nel 1517 sulle rocce della Rupe del paese dove tutt’ora risiedono le Monache Agostiniane (https://monasteriemiliaromagna.it/it/monastero/3301-chiesa-e-monastero-di-santantonio-da-padova-delle-agostiniane). A Verucchio la pace si trova tra la Chiesa di Santa Croce e il Convento Francescano. Quest’ultimo è la prima tappa del “Cammino di San Francesco: Rimini – La Verna” con il suo cipresso secolare piantato dal Santo stesso. Sullo stesso cammino si trova poi San Leo, magnifico borgo dove si potranno ammirare la Chiesa di Sant’Antonio Abate e il Convento di Sant’Igne (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/944), luoghi normalmente non accessibili, testimoni e custodi di una storia antica.

Anche Rimini apre i suoi luoghi sacri; sarà possibile visitare la Chiesa di San Bernardino e il Convento delle Clarisse, con l’antica sagrestia e il Crocifisso settecentesco di Innocenzo da Petralia, accompagnati nella visita guidata dalle stesse monache di clausura. (https://monasteriemiliaromagna.it/it/offerta/eventi/757).

Sono 13 le vie di pellegrinaggio e gli antichi cammini che si intersecano con le iniziative di “Monasteri Aperti”, creando così una rete di percorsi tematici che ripercorrono i passi di santi e pellegrini, alla scoperta di luoghi naturali di fede millenaria e di bellezze artistiche e naturalistiche. Partecipano all’evento: il Cammino di San Francesco da Rimini a la Verna, la Via Romea germanica, la Viae Misericordiae, il Cammino di Sant’Antonio, la Via degli Dei, la Piccola Vassia, Via Mater Dei, Via Romea Strata, Via Romea Nonantolana, Via Romea Germanica Imperiale, Via Matildica, Via Francigena e Via di Linari.